Il futuro della SEO nell’Inbound Marketing

(martedì 31 luglio)

Al periodo compreso fra gli ultimi anni Novanta e il 2000 è corrisposto una crescita esponenziale di attività, commerciali e non, agenzie piuttosto che liberi professionisti singole persone, sbarcare nel mare magnum di Internet. A ciò è conseguito uno sviluppo di tecniche con lo scopo di attaccare al meglio il nuovo mercato digitale per riuscire a posizionare al meglio il proprio spazio web nella SERP rispetto alla concorrenza e ugualmente raggiungendo nuove segmenti di clientela finora fuori portata: ciò è quanto perseguito in particolare dalla SEO.

SEO: uno degli elementi chiave dell’Inbound Marketing

L’Inbound Marketing si identifica come un insieme di attività il cui scopo è quello di attirare visitatori al proprio sito web con l’obiettivo (non scontato) di trasformarli in lead e quindi clienti della propria attività/offerta. Da ciò ne deriva che l’Inbound Marketing è un calderone in cui convergono diverse attività ‘operative’.

Al centro di un’azione di IM sta la creazione di contenuti di qualità e non da meno la determinazione di opportuni strumenti per proporli sulla vetrina del web.  Considerando che Google elabora mediamente 40.000 query al secondo si può ben intuire l’importanza della SEO per farci essere presenti nei risultati delle ricerche. Paradossalmente va detto che la Search Engine Optimization così come viene pensata ed attuata oggi è già obsoleta rispetto a ‘quella di domani’.

Gli aggiornamenti di Google e gli effetti su SEO e Inbound Marketing

Con gli aggiornamenti all’algoritmo degli ultimi anni (come Panda e Penguin), sono state apportate modifiche finalizzate a contrastare il fenomeno dei ‘Black-hat SEO’ cioè quanti sono disposti a  raggirare i motori di ricerca al fine di posizionare i propri lavori nella SERP pur senza offrire contenuti di qualità. Così fino ai mesi più recenti in cui nelle modifiche agli algoritmi si è andato ad operare: sebbene non verranno svuotati completamente della loro importanza in una struttura, ad esempio keyword e backlink non verranno considerati come fattori primari in termini di indicizzazione di un sito.

Con l’aggiornamento dell’algoritmo di Google nell’ottobre del 2017 pensato per una buona indicizzazione anche da dispositivi mobile andava a considerare anche il tipo del dispositivo utilizzato, la posizione geografica, le intenzioni e il comportamento dell’utente: in molti, pur non pensandoci, ci avranno fatto caso ! Differentemente prima chi digitava una query approcciava con l’inserire le parole chiave e una volta ottenuti dei risultati doveva filtrare quelli più attinenti con quanto cercato. Adesso le query sono sempre più uniformate al linguaggio parlato e di conseguenza i motori di ricerca stanno migliorando nell’interpretare la volontà (e dunque l’interesse) di chi effettua la ricerca, ottenendo quindi risultati migliori.

I Topic Cluster a supporto della SEO

Se la SEO abituale era basata solidamente sul concetto e utilizzo delle keyword, avendo cura cioè che titoli e contenuti ne contenessero con una adeguata densità, dal 2013 con l’avvento di Hummingbird, il motore di ricerca approccia ad una interpretazione naturale del linguaggio, concentrando la comprensione all’intento di ricerca piuttosto che alle parole chiave. E così che molti operatori del settore vedono Hummingbird come il passaggio ufficiale dell’attenzione di Google dalle parole chiave agli argomenti (topic).

L’esplosione di questo passaggio lo si è avuto nel 2015 con l’aggiornamento a RankBrain, l’algoritmo di ricerca automatico progettato per una migliore comprensione del contesto delle ricerche sottoposte. Ecco allora che semplici ricerche sottoposte al motore di ricerca sortiranno risultati esaurienti sull’argomento, arricchendoli con recensioni, informazioni a corredo e mappe andando così oltre a quanto corrispondente alle sole parole chiave.

In questa maniera Google è passato al modello dei Topic Cluster. Una singola pagina (‘Pillar’) funge da raccoglitore principale di diversi contenuti attinenti un argomento generale, e ad essa sono collegate altre pagine correlate le quali rimandano alla pillar e alle altre pagine del Topic Cluster. Possiamo definirla come una tecnica dal momento che questa azione di collegamento segnala ai motori di ricerca che la pagina pillar è un’autorità sull’argomento e, così facendo, la pagina risulterà sempre più in alto nelle SERP per l’argomento trattato.

 

(tratto da www.extrasys.it)