Social Marketing del 2021: tra incertezze e trends.

In un articolo precedente avevo riportato i progressi raggiunti sul campo dalle ultime applicazioni e i possibili sviluppi in ottica SEO. Il 2021 sarà tutt’altro che chiaro per il settore del marketing e i suoi operatori, pur potendo contare su tendenze già delineate, al fine di pianificare una adeguata strategia di social marketing.


Mai pensare a una social media strategy per l’anno a venire è stato più complicato: il 2020 lascia in eredità un anno pesante sia per le impreviste mutate abitudini delle persone a causa della pandemia sia per l’ attività fortemente compromessa dalle misure restrittive messe in atto negli ultimi mesi per le imprese di diversi settori; dall’altra parte “freme” oramai la voglia di riscatto di ripartenza con l’affacciarsi di nuove tecnologie e modalità d’approccio.

Punto fermo rimane quello attuale della pandemia i cui effetti, anche se dovesse rientrare nei mesi a venire, si protrarranno ancora per lungo tempo, rendendo finanche difficile mettersene alle spalle le conseguenze. E’ per ciò che le aziende sono chiamate ad adeguare il proprio modo di fare comunicazione per mantenere il loro ‘primato’ sul mercato, come assecondare una maggiore importanza della digitalizzazione e dei contatti umani – riflessi dei lockdown che si sono succeduti.

Tendenze che secondo l’autorevole Ninja Marketing ruotano attorno a tre concetti chiave, tre “tracce” che faranno da padrone nel delineare i trends per l’anno a venire pensando ad una strategia da adottare: “contenuti“, “meme“, “nostalgia“: tradotto, maggiori fruizione e condivisione ‘a più mani’ e trasversalità dei contenuti, purché siano di qualità, i meme evoluzione delle tanto ricorrenti e utilizzate emojis, sempre più utilizzati dai social media tanto da offuscare le prime; nostalgia come elemento trainante a significare una sorta di trasposizione dal sociale al digitale delle nuove necessità ed esigenze avvertite.

Due osservatori in particolare, We are social, ripreso da Ninja Marketing, e Talkwalker, hanno dedicato un report a riguardo, da una parte uno che analizza le nuove tendenze da un punto di vista settoriale dall’altra un rapporto che più in dettaglio guarda ai mutati comportamenti sociali e al modo in cui poi vanno a riflettersi sempre sugli orientamenti di categoria, un’analisi più orientata dunque al ‘micro’, dando voce anche a marketer professionisti.
Nel suo lavoro l’agenzia Wearesocial mette in rilievo i mutamenti sociali conseguenti alla pandemia: se il distanziamento sociale e i ripetuti lockdown iniziati con il mese di marzo hanno portato a riscoprire i valori empatici e più basilari della società, ben presto questi sono stati traslati nel mondo digitale (per esempio si è assistito alla nascita di diverse community dedicate proprio alla riscoperta e alla divulgazione di essi) portando gli imprenditori ad affrontare la sfida della digitalizzazione ripensando alle vecchie logiche per .. rimanere a galla e rispondere ai nuovi bisogni dei consumatori. Viene inoltre incentivata una riscoperta delle potenzialità dei social nel fare riavvicinare persone lontane.

Wearesocial evidenzia pure come le persone tendano a prestare maggiore attenzione ai profili che tendono a seguire sui social: sempre più consapevoli ed esigenti rispetto alla pertinenza dei contenuti vedono nei cosiddetti influencer figure in cui rispecchiarsi per i propri gusti e scelte. Ecco allora che le aziende dovranno prestare attenzione anche all’influencer marketing nella definizione di strategie. Viene poi esaltato il concetto più che mai determinante di “crossmedialità“: la consultazione di più canali multimediali per le loro ricerche, infatti, caratterizza con sempre maggiori riscontri le modalità d’approccio degli utenti ai social media fino a interagire con propri ‘elaborati’. Contenuti il cui editing in passato era prerogativa di una specifica piattaforma, oggi diventano trasversali coinvolgendo più piattaforme come flessibilità nella loro creazione. https://www.insidemarketing.it/social-media-trend-2021-scenari-futuri-e-prospettive/

Talkwalker ha svolto un lavoro più ‘di settore’ andando cioè a verificare come i succitati cambiamenti sociali si riflettono nel settore del marketing. A concetti-chiave basati sulla componente sociale, ne accosta – o meglio ne fa derivare – altri più attinenti al marketing (presa di consapevolezza dei social media contro la disinformazione digitale e battaglia contro le fake news, con uno sguardo al passato quanto ai mezzi di comunicazione. Il pubblico sarà più socialmente consapevole. Viene valorizzato con il target di ‘remix marketing‘ il nuovo contenuto generato dagli utenti – il nuovo UGC User Generated Content: si individua qui la capacità dell’utente di estrapolare e importare da altre risorse o testi concetti e combinarli per esprimere la propria opinione. https://www.talkwalker.com/it/tendenze-social-media

Se da una parte si conferma che “il Contenuto è il re” dall’altra “il consumatore ha sempre ragione”.

Fonti: www.omniaweb.it ; www.talkwalker.com ; www.ninjamarketing.it)

Il futuro della SEO nell’Inbound Marketing

(martedì 31 luglio)

Al periodo compreso fra gli ultimi anni Novanta e il 2000 è corrisposto una crescita esponenziale di attività, commerciali e non, agenzie piuttosto che liberi professionisti singole persone, sbarcare nel mare magnum di Internet. A ciò è conseguito uno sviluppo di tecniche con lo scopo di attaccare al meglio il nuovo mercato digitale per riuscire a posizionare al meglio il proprio spazio web nella SERP rispetto alla concorrenza e ugualmente raggiungendo nuove segmenti di clientela finora fuori portata: ciò è quanto perseguito in particolare dalla SEO.

SEO: uno degli elementi chiave dell’Inbound Marketing

L’Inbound Marketing si identifica come un insieme di attività il cui scopo è quello di attirare visitatori al proprio sito web con l’obiettivo (non scontato) di trasformarli in lead e quindi clienti della propria attività/offerta. Da ciò ne deriva che l’Inbound Marketing è un calderone in cui convergono diverse attività ‘operative’.

Al centro di un’azione di IM sta la creazione di contenuti di qualità e non da meno la determinazione di opportuni strumenti per proporli sulla vetrina del web.  Considerando che Google elabora mediamente 40.000 query al secondo si può ben intuire l’importanza della SEO per farci essere presenti nei risultati delle ricerche. Paradossalmente va detto che la Search Engine Optimization così come viene pensata ed attuata oggi è già obsoleta rispetto a ‘quella di domani’.

Gli aggiornamenti di Google e gli effetti su SEO e Inbound Marketing

Con gli aggiornamenti all’algoritmo degli ultimi anni (come Panda e Penguin), sono state apportate modifiche finalizzate a contrastare il fenomeno dei ‘Black-hat SEO’ cioè quanti sono disposti a  raggirare i motori di ricerca al fine di posizionare i propri lavori nella SERP pur senza offrire contenuti di qualità. Così fino ai mesi più recenti in cui nelle modifiche agli algoritmi si è andato ad operare: sebbene non verranno svuotati completamente della loro importanza in una struttura, ad esempio keyword e backlink non verranno considerati come fattori primari in termini di indicizzazione di un sito.

Con l’aggiornamento dell’algoritmo di Google nell’ottobre del 2017 pensato per una buona indicizzazione anche da dispositivi mobile andava a considerare anche il tipo del dispositivo utilizzato, la posizione geografica, le intenzioni e il comportamento dell’utente: in molti, pur non pensandoci, ci avranno fatto caso ! Differentemente prima chi digitava una query approcciava con l’inserire le parole chiave e una volta ottenuti dei risultati doveva filtrare quelli più attinenti con quanto cercato. Adesso le query sono sempre più uniformate al linguaggio parlato e di conseguenza i motori di ricerca stanno migliorando nell’interpretare la volontà (e dunque l’interesse) di chi effettua la ricerca, ottenendo quindi risultati migliori.

I Topic Cluster a supporto della SEO

Se la SEO abituale era basata solidamente sul concetto e utilizzo delle keyword, avendo cura cioè che titoli e contenuti ne contenessero con una adeguata densità, dal 2013 con l’avvento di Hummingbird, il motore di ricerca approccia ad una interpretazione naturale del linguaggio, concentrando la comprensione all’intento di ricerca piuttosto che alle parole chiave. E così che molti operatori del settore vedono Hummingbird come il passaggio ufficiale dell’attenzione di Google dalle parole chiave agli argomenti (topic).

L’esplosione di questo passaggio lo si è avuto nel 2015 con l’aggiornamento a RankBrain, l’algoritmo di ricerca automatico progettato per una migliore comprensione del contesto delle ricerche sottoposte. Ecco allora che semplici ricerche sottoposte al motore di ricerca sortiranno risultati esaurienti sull’argomento, arricchendoli con recensioni, informazioni a corredo e mappe andando così oltre a quanto corrispondente alle sole parole chiave.

In questa maniera Google è passato al modello dei Topic Cluster. Una singola pagina (‘Pillar’) funge da raccoglitore principale di diversi contenuti attinenti un argomento generale, e ad essa sono collegate altre pagine correlate le quali rimandano alla pillar e alle altre pagine del Topic Cluster. Possiamo definirla come una tecnica dal momento che questa azione di collegamento segnala ai motori di ricerca che la pagina pillar è un’autorità sull’argomento e, così facendo, la pagina risulterà sempre più in alto nelle SERP per l’argomento trattato.

 

(tratto da www.extrasys.it)