Leggi, norme e usanze del mondo della Bibbia

(domenica 10 settembre)

Nella tradizione religiosa del popolo d’Israele, le Scritture – Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio – vengono indicate con il termine ‘Legge’ (in ebraico, Torah). Questo nome si applica in particolare ai primi cinque libri della Bibbia – Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio -, ai quali il popolo biblico attinge la sua profonda spiritualità, ma anche le norme che regolano la vita di ogni giorno (la famiglia, le relazioni, il lavoro, il commercio, la salute, la malattia ecc.).

La legge diventa, così, un “insegnamento “offerto da Dio al suo popolo e “regola di vita” per il fedele che vuole incontrare il suo Signore. E’ per questo che nella Bibbia troviamo diverse “raccolte di leggi” che regolano il rapporto con Dio nel culto (la “legge di santità”), i rapporti con il prossimo come la “legge del taglione” e i dieci comandamenti e la valutazione delle realtà di cui l’uomo può fare uso o che gli sono proibite […].

La Bibbia, insieme con la narrazione della storia del popolo d’Israele (racchiusa nei Libri storici) e la predicazione dei profeti (trasmessa dai dai Libri profetici), contiene anche un’ampia parte legislativa che, per renderla più autorevole, viene attribuita a Mosè stesso.

Ma questa parte legislativa presenta una vasta varietà di norme che richiedono al lettore di oggi una appropriata interpretazione perché, oltre a riflettere le leggi e le usanze dei popoli vicini a Israele (come quelle contenute nel Codice di Hammurabi, del 1700 a.C. circa), si ispirano anche alle limitate conoscenze del modo antico sia nei confronti della scienza, come della natura e dell’uomo.

C’è infatti il rischio di cadere nel “fondamentalismo” (attenersi letteralmente alle norme e alle prescrizioni), mentre è necessario distinguere tra ciò che è ancora attuale e ciò che è superato.

Le scelte operate da Gesù nel Vangelo e quelle operate dalle comunità cristiane fin dal loro inizio come leggiamo negli Atti degli Apostoli), guidano anche noi a una interpretazione equilibrata delle molte norme presenti nei libri della Bibbia.

[rif.: don Primo Gironi, La Domenica – Periodico religioso]

Una devozione virile e militante

(domenica 17 settembre)

A un confratello che riteneva il Santo Rosario una devozione per donnette anziane e bigotte, san Pio da Pietralcina diceva: ‘Prendi questa corona e considerala, proprio per la sua apparente, straordinaria inutilità, come uno “strumentuccio” per spalancare le porte del Cielo’. E’, infatti, l’arma per eccellenza nell’affrontare il combattimento materiale e spirituale sui campi di battaglia come nel cuore dell’uomo. E’ preghiera virile, che richiede costanza, perseveranza e forza interiore, suscita e rinsalda la volontà per dirigerla con rinnovata determinazione verso il Signore Gesù. Risponde all’invito evangelico della preghiera cotante e ripetuta ed è, come insegna San Tommaso d’Aquino, l’orazione per autonomasia perché pone l’uomo in continuo atteggiamento di adorazione verso Dio, con lo stesso cuore di Cristo: forte, mite e umile.

Con queste premesse si sta diffondendo anche in Italia, prima a Roma (2022) e poi a Milano (25 marzo 2023), l’iniziativa del Rosario degli uomini, che, come dice il nome, è principalmente rivolto agli uomini e ai ragazzi. [ .. ], è una realtà che prende ispirazione dal movimento laicale cattolico brasiliano “Terco dos Homens”, nato in Brasile e presto diffusosi in altri paesi latino-americani, negli Stati Uniti e in alcuni stati europei. Naturalmente la presenza di donne alla recita del Rosario non è vietata, ma la finalità di queste iniziative, oltre a riscoprire la dimensione virile e militante della devozione del Rosario, è rinvigorire la fede degli uomini, in particolare nei padri, perché possano essere esempio di coraggio e libertà per i figli, e sostenere le proprie famiglie nel cammino che conduce alla vita eterna.

Il prossimo appuntamento del Rosario degli uomini si terrà in contemporanea a Milano e a Roma il 7 ottobre 2023, giorno in cui la Chiesa cattolica onora la Madonna del Rosario, in memoria della vittoria della flotta cristiana a Lepanto nel 1571.

[rif.: Wanda Massa – La Domenica, periodico religioso]

“Love of my live” (by F. M.)

(sabato 30 settembre)

Love of my life, you’ve hurt me
You’ve broken my heart, and now you leave me
Love of my life, can’t you see?
Bring it back, bring it back, don’t take it away from me
Because you don’t know what it means to me

Love of my life, don’t leave me
You’ve taken my love (all my love), you now desert me
Love of my life, can’t you see? (Please bring it back)
Bring it back, bring it back, don’t take it away from me
Because you don’t know what it means to me (means to me)

You will remember when this is blown over
And everything’s all by the way (ooh, yeah)
When I grow older, I will be there at your side (ooh)
To remind you how I still love you (I still love you)

Back, hurry back, please bring it back home to me
Because you don’t know what it means to me (means to me)
Love of my life
Love of my life
(Ooh, ooh)

TRADUZIONE

Amore della mia vita, mi hai ferito
Hai spezzato il mio cuore, e ora mi lasci
Amore della mia vita, non lo vedi?
Riportalo indietro, riportalo indietro, non portarlo via da me
Perché non sai cosa significhi per me

Amore della mia vita, non lasciarmi
Hai preso il mio amore (tutto il mio amore), ora mi abbandoni
Amore della mia vita, non lo vedi? (Per favore, riportalo)
Riportalo indietro, riportalo indietro, non portarlo via da me
Perché non sai cosa significhi per me (significhi per me)

Ricorderai quando questo sarà passato
E tutto sarà passato (ooh, sì)
Quando diventerò vecchio, sarò lì al tuo fianco (ooh)
Per ricordarti quanto ti amo ancora (ti amo ancora)

Torna, torna in fretta, per favore riportalo a casa da me
Perché non sai cosa significhi per me (significhi per me)
Amore della mia vita
Amore della mia vita
(Ooh, ooh)

Riflettori accesi sul torneo Carnabajos

Pronto a scattare nell’ultimo fine settimana di settembre in Valcuvia la seconda edizione del torneo ‘Carnabajos – Memorial Sergio Manfredi’, torneo di pallavolo organizzato in memoria di una saccente(leggi pragmatica, ndr) e carismatica figura del movimento pallavolistico locale e nazionale. Fautore della promozione della pallavolo in Lombardia; negli anni Ottanta consigliere e poi presidente del comitato provinciale di Milano e dal 1988 al 1995 anche consigliere nazionale della Fipav. Pure dopo essersi ritirato dalle cariche ufficiali ha continuato a collaborare sia con Milano sia a livello regionale, ed è stato .. adottato come “nonno” dalla famiglia BluVolley, sempre disponibile a elargire preziosi consigli alla nascente società. Evento anzitutto voluto dai figli Mariateresa e Marco e condiviso dallo staff di Blu Volley, può contare sull’appoggio di alcune società satelliti (Laveno, Luino, Caravate) per la realizzazione.

Una tre-giorni di pallavolo “a vari livelli” – come avrebbe voluto lui -, il torneo quest’anno è aperto alla Terza e Prima Divisione femminile, serie D e C femminile, Prima Divisione e serie D maschile. Imponente la macchina organizzativa e di coordinamento dal momento che la manifestazione prevede il coinvolgimento di sei diversi campi per favorirne lo svolgimento: le palestre di Cuveglio, Gemonio, Laveno e Laveno Mombello, Germignaga, Caravate.
Ventuno le squadre partecipanti nelle quattro categorie previste
le quali, impegnate prima in gironi all’italiana per arrivare poi alle finali di categoria, non mancheranno di sfoggiare bel gioco e azioni interessanti.

Epilogo dell’intenso weekend il consueto appuntamento finale presso il Palazzetto di Laveno adiacente le scuole elementari Scotti (via Pradaccio) dove, a conclusione della finale del girone ‘serie D-1^ Divisione maschile’ (ore 16), avranno luogo le premiazioni finali e l’arrivederci a tutte le squadre partecipanti.

Canto gregoriano: “Bibbia in musica”

Dopo due secoli di liturgia in greco, l’Occidente cristiano adotta la lingua latina che, messa in musica, dà vita all’esperienza mirabile del “canto gregoriano”, interessando diversi secoli di storia a cavallo tra i due millenni. La particolarità di questo genere musicale è quella di cantare la parola di Dio all’unisono e mediante ariose melodie che raffigurano spiritualmente il contenuto teologico. Come ogni canto è espressione del cuore, le melodie gregoriane hanno la capacità di incantare e di orientare la mente a Dio nell’adorazione e, dunque, nel silenzio orante.


La storia del canto gregoriano è un vero itinerario tra bellezza e spiritualità, in mezzo a contrasti geografici e riti proprii, accomunati dalla natura spirituale del canto liturgico. Dall’esperienza della Chiesa primitiva, che cantava con dialoghi tra sacerdote e popolo, si giunge nel V secolo alla nascita della schola cantorum, un piccolo gruppo di chierici che canta il repertorio nascente, parallelamente allo sviluppo della liturgia. La successiva condensazione dei diversi riti nella liturgia romana porterà alla stesura ufficiale di testi e melodie, stupendamente riportati in codici (libri di canto) a uso delle scholae e delle comunità ecclesiastiche.
Dal IX secolo il repertorio del canto gregoriano si codifica e si diffonde in tutta l’Europa cristiana. Ad esso appartengono le melodie dell’Ordinario e del Proprio della Messa e quelle dell’Ufficio delle Ore. Questi brani diventeranno il “canto proprio della liturgia romana “ (Sacrosantum Concilium, 116), trasmesso e coltivato per secoli, per bellezza e spiritualità paragonabile a una “Bibbia in musica“, dove il canto collabora nella meditazione del testo sacro.
La Chiesa non ha mai abbandonato questo genere musicale che, per la sua efficacia particolare nella preghiera cantata, in quanto apre alla contemplazione chi canta e chi ascolta, fa assaporare una certa pace dello spirito. E’ ciò che riconosceva lo scrittore Antoine d Saint-Exupéry: “C’è un problema e solo uno in questo mondo: rendere agli uomini un significato spirituale, delle inquietudini spirituali, far provare ad essi qualcosa che assomigli al canto gregoriano”.

[rif. M° Sergio Militello]

1918-2018: Centenario dell’Aula di Montecitorio

 

Ieri è ricorso il centenario dell’aula di Montecitorio dove ha sede la Camera dei Deputati. Era il 20 novembre 1918 quando, trascorsi pochi giorni dalla fine della Prima Guerra Mondiale (9 novembre), quando i deputati si riunirono nella nuova Camera dei Deputati realizzata dall’architetto Ernesto Basile, caposaldo dello stile Liberty. Nella stessa giornata avvennero le celebrazioni per la pace riconquistata e l’inaugurazione di quello che sarà, da quel giorno in avanti, il cuore della democrazia parlamentare italiana. “Il Parlamento è il luogo in cui trova espressione la sovranità popolare, il luogo in cui attraverso il confronto si assumono decisioni destinate a incidere sulla vita della comunità e il luogo dove si costruisce il futuro” – ha esordito il presidente Roberto Fico.

Una ricorrenza che il governo ha deciso di ricordare con una cerimonia alla quale hanno preso parte il presidente della Camera Roberto Fico a fare gli onori di casa, rappresentanti delle cariche dello Stato, il presidente Sergio Mattarella e diversi storici.

A corredo, l’inaugurazione di due mostre significative e documentali sulla nascita e la storia dell’Aula.

 

Quest’Aula è stata testimone di molti avvenimenti che hanno segnato gli ultimi cento anni di storia italiana. È il luogo in cui trova espressione la sovranità popolare, il luogo in cui attraverso il confronto si assumono decisioni destinate a incidere sulla vita della comunità. Il luogo dove costruire il futuro”, ha detto il presidente della Camera alla cerimonia. “Un Parlamento che mantiene la sua centralità nel sistema democratico – ha aggiunto – infonde nei cittadini il senso di appartenenza alla comunità e di fiducia nel futuro. Un futuro che costruiamo ogni giorno con tutte le azioni che compiamo”.

 

“Devono continuare ad alimentarsi il rispetto per la democrazia e la fiducia nelle sue Istituzioni che quest’Aula e la sua storia testimoniano e ispirano …” e ancora “In quest’Aula, così come nelle commissioni parlamentari, si è realizzato e continua a realizzarsi in ogni seduta il senso profondo della nostra democrazia e del dettato costituzionale che si sostanzia nella discussione e nel confronto, nel raggiungimento della giustizia, nel rispetto dei diritti, nella lotta alle diseguaglianze”, ha ricordato Fico.

“Celebrazioni come questa servono a non dimenticare, a non dare mai niente per scontato – ha detto Roberto Fico al termine della cerimonia -. La democrazia non è scontata; non è scontata la pace; non è scontato il nostro sistema di valori, il nostro tenore di vita. Tutti insieme ogni giorno dobbiamo lottare per cercare di mantenere forte e salda la democrazia, che non è mai scontata: nel nostro Paese e nel mondo”. 

 

Solo un Parlamento che opera nell’esclusivo interesse generale e risulta capace di esprimere una visione del Paese può infondere nei cittadini senso di appartenenza alla comunità e fiducia nel futuro, perché l’Aula parlamentare è innanzitutto il luogo della proposta, dell’ascolto e dell’analisi di scelte destinate a incidere sulla vita di milioni di persone”.

 

Platealmente controcorrente la presa di posizione e l’atteggiamento assunti dai gruppi parlamentari d’opposizione, Fratelli d’Italia in testa, che, insieme ai vicepresidenti di Camera e Senato, hanno abbandonato l’emiciclo in segno di protesta contro Fico accusato dai parlamentari della Meloni di aver usato parole “antipatriottiche e a senso unico”, colpevole in sostanza di non essersi soffermato a sufficienza sul significato della guerra vinta dagli italiani nel 1918 e di aver usato toni troppo “pacifisti”. FdL che invece si scaglia contro le testimonianze “poco veritiere” e nostalgiche degli storici intervenuti. A loro difesa dal presidente della Camera è arrivato un appello a “non dare per scontata la democrazia”, un invito “a non dimenticare, a non dare mai niente per acquisito”. 

 

L’Aula parlamentare è innanzitutto il luogo della proposta, dell’ascolto e dell’analisi di scelte destinate a incidere sulla vita di milioni di persone

I cittadini devono potersi rispecchiare in questi luoghi, sentirli propri: il Parlamento è la casa di tutti. Il mio auspicio, in questo centenario, è quindi che un numero sempre maggiore di italiani voglia entrare a Montecitorio e sentirvisi come a casa propria.

In Valcuvia “Risveglio in musica”

(domenica 16 luglio)

Per gli astanti “volenterosi’ accorsi stamane alla baita S. Maria un inusuale… “risveglio in musica”. ‘Spot’ azzeccato per l’ appuntamento musicale offerto dalla pro loco di Cuveglio in collaborazione con il comune di Cuveglio, il Centro Anziani di Vergobbio e la cooperativa di ‘Musica per Varese’ presso il parco omonimo di Cuveglio.
Cosa di meglio di iniziare una mattinata domenicale con della bella musica ‘pizzicata’, melodie leggere, temi di colonne sonore che riecheggiano, proponendo una cavalcata fra la tradizione celtica, melodie indimenticabili talora riprese dai film fino ad arrivare a tempi più contemporanei ? Ecco allora protagoniste l’arpa celtica di Silvia Zandegù e il flauto traverso di Vanessa Capato, giovani musiciste e insegnanti presso la locale scuola musicale di Cuveglio.
Come da ‘traccia’, Il programma si articolava fra melodie suadenti (‘Il Mattino’ di Edward Grieg, ‘The green man’ e ‘Morgan’), melodiche e fantasiose (come ‘Greensleves’ e ‘A fairy’s love sog’, ‘La bella e la bestia’), ad altre più famose (Il lago dei cigni di Tchaikovsky e la struggente ‘My heart will go on’, celebre colonna sonora del film ‘Titanic’) opportunamente arrangiate.
Che dire ? Un bel modo per iniziare una giornata di festa !

Un grazie a tutte le mamme, dono di vita e d’amore

(domenica 14 maggio)

La festa della mamma ha un’origine antica. Si celebrava già in epoca pagana, legandola al culto delle divinità femminili della fertilità, e segnava il rapido passaggio dal gelido inverno alla calda estate. C’è sempre stato il bisogno di dedicare una festa a colei che ci ha dati alla luce, per celebrare quel vincolo straordinario che lega ogni figlio alla madre. Dio stesso, per parlare dell’amore per il suo popolo, usa il simbolo della maternità: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio nelle sue viscere ? Anche se questa ti dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato”. E’ un legame così forte che la morte della madre è sempre uno strappo doloroso, che non cessa di essere ricordato con sofferenza, anche dopo moli anni. Di fronte alla propria madre riemerge sempre il nostro essere figli.

Questa festa ci invita a difendere la maternità, nella sua forma più vera, in un tempo in cui questa viene attaccata. […]. Ma vogliamo dire e ribadire che mamma è innanzitutto colei che genera la vita e che lo fa attraversando un tempo non breve di rinunce e spesso di malessere, fino al dolore massimale del travaglio e del parto, nel quale la nuova vita sboccia al mondo. La festa della mamma ci invita anche a ricordare tutte le donne che, pur non avendo generato, hanno saputo essere madri. Come le molte donne che con l’adozione hanno saputo dare amore a figli nati da altre donne, alcune delle quali hanno lottato tra la scelta dell’aborto e quella del parto, e scegliendo quest’ultimo hanno permesso l’instaurarsi di un circolo d’amore salvifico. Non dimentichiamo poi la maternità spirituale con la quale molte donne sanno sostenere, confortare, consigliare, aiutare “i figli del cuore” per aiutarli nella loro vita interiore.

E, come squillo finale, sottolineiamo come ogni maternità non può che guardare alla Madre di Dio: l’unica che ha generato nella verginità, che ha donato la vita al Creatore, che è divenuta madre della Chiesa, perché ogni maternità abbia in Maria il suo modello più eccelso.

Memorial Andrea Campoleoni

(sabato 3 giugno)

Lo sport come strumento edificante e di unione… in una parola vincente ! E’ stato questo l’incipit che ha spinto Comitato delle Feste di Vergobbio e Proloco di Cuveglio, con l’autorizzazione di Francesca e i figli Simone e Chiara, ad organizzare un evento significativo che potesse ricordare una valida persona, nel lavoro e non, apprezzato da tutti e che per anni ha “accompagnato” i nostri giovani.

Con la suggestiva cornice della località S. Anna a fare da sfondo si è svolto stamane (venerdì 2 giugno, ndr) il Memorial Andrea Campoleoni, gara di corsa aperto ai ragazzi delle scuole elementari e medie e ai loro genitori, coinvolgendoli in una staffetta sul medesimo percorso per ricordare l’ex comandante della polizia locale di Cuveglio, scomparso prematuramente due mesi fa.
La gara si è svolta interamente nei prati sottostanti la chiesetta di Sant’Anna tranne un breve passaggio su asfalto che reimmetteva poi alla zona partenza, per uno sviluppo di 700 metri.
Ansia e commozione hanno accompagnato organizzatori e volontari con il sopraggiungere dell’orario della partenza, ‘per poi dare il via ai protagonisti‘.

In sequenza allora, con tanto di apripista, via alle batterie previste: ecco il giro riservato ai ragazzi delle elementari (700 metri), quindi delle medie (2 giri) e l’inedita – ma indubbiamente gradevole – staffetta genitore/figlio (1 giro + 1 giro).
Caldo, come la mattinata baciata dal sole, il tifo dei presenti in zona partenza/arrivo. Discreta la partecipazione alla manifestazione proposta (.. che lancia una ‘eco’ agli organizzatori ??).

Al termine della mattinata, alla presenza del sindaco Francesco Paglia e dell’assessore allo sport di Cuveglio Adolfo Fidanza, premiazioni delle batterie e un piccolo gadget ricordo a tutti i partecipanti e volontari, e l’auspicio di poter chissà ripetere la manifestazione.

In California la nuova corsa all’oro. Torna la Gold Rush.

(26 aprile)

E’ di pochi giorni fa la notizia che in California è tornata in auge la “Ricerca dell’Oro” alla stregua di quanto accadde a metà del XIX secolo nel Klondike e in Alaska … Giacimenti che sono stati sfruttati ancora in minima parte; chi ha saputo sfruttare questa occasione si è letteralmente arricchito.

Le innumerevoli devastazioni occorse negli ultimi anni in California hanno sì segnato una notevole tragedia sia ambientale (desertificazione di intere foreste) sia umana (decine di morti, interi villaggi distrutti dalle fiamme) con paurosi incendi boschivi, ma permesso di rivivere uno scenario di decine d’anni fa.

Quest’anno, poi, il passaggio dalla siccità alle alluvioni e a un’abbondanza di precipitazioni nevose ha provocato inondazioni e cascate di fango, determinando un importante dissesto idrogeologico.

Ma per chi ancora cullava in sè il mito dei cercatori d’oro queste devastazioni sono state una benedizione. Rivivere così il periodo della corsa all’oro di quasi 200 anni fa quando, spinti dai giacimenti auriferi, arrivarono nelle vicine regioni cercatori d’oro da tutta l’America ma anche da tutto il mondo. Una volta sfruttati i filoni principali, i cercatori se ne andarono, ma non completamente: qualche vecchio nostalgico rimase in quei paesi a setacciare a mano nei fiumi.

L’eccezionale portata di maltempo degli ultimi tempi ha rigenerato le stesse condizioni di allora: con il mutamento generatosi negli strati superficiali del terreno spaccato dalla siccità, sono così riapparse le pepite d’oro rimaste sino ad ora in profondità. Ecco così che il popolo dei vecchi cercatori si è rimesso al lavoro, e la loro associazione – il Gold Country Treasure Seekers Club – è tornata ad essere da ritrovo di un circolo di anziani una vetrina per le quantità di ricchezza facilmente accumulate.

Con un potenziale giacimento sfruttato ancora in minima parte, forse finirà tutto con il sopraggiungere della primavera, ma appare palese che il fenomeno di questi smottamenti del terreno non sarà una semplice parentesi, attirando ancora a lungo altri cercatori d’oro: chi ne ha fatto una vera e propria professione come semplici turisti della domenica. Risvolto indubbiamente positivo è quello di aiutare un’economia non certo florida come è quella della Central Valley.

[rif.: corriere.it;
https://www.visitcalifornia.com/it/attraction/corsa-alloro-jamestown]

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