Nasce un logo per ioscriwo.net

Era il lontano 2012, un afoso giorno di metà luglio (meno male che mi sono messo all’opera in tarda serata !!) quando, terminato un utile corso modulare sul CMS WordPress, giunto a casa (facevo il pendolare), una volta davanti al pc decisi di mettere in pratica quanto appreso … a mente fresca (quando le cose vengono meglio !). Già da tempo “cullavo” l’idea di avere un sito mio, sull’onda di quanto sentivo/vedevo attorno a me. Detto fatto, scelta la ‘piattaforma di lancio’, in cinque minuti 5, quasi senza accorgermene creai il mio primo progetto (!!!) che, per le “ambizioni” e velleità del momento, volli confezionare come blog personale. Ricordo ancora, infatti, come a quei tempi nutrivo certe idee professionali per cui volevo dare un’impronta di settore al progetto appena creato, fare di questo uno strumento per veicolarne le idee: per ciò, gestire un blog è la soluzione più immediata !

Ben presto però dovetti correggere le mie ambizioni e, di conseguenza, apportare una “svolta” al blog: farlo contenitore delle mie passioni (podismo e pallavolo), riflessioni, pensieri non rinunciando comunque all’argomento principe: il web ….

Sono passati gli anni e, sostanzialmente da due, una “new entry” nelle argomentazioni del blog, riflettendo un particolare settore che stava attirando i miei interessi: la SEO (‘Search Engine Optimization’, Ottimizzazione dei motori di ricerca), nicchia del web, scienza astratta per definizione, disciplina operativa che potrebbe suonare-non suonare ai più o a quelli che non ne sentono l’esigenza.

Dopo alcuni anni di vita del mio blog (passati più di 6 anni !), su alcune utili indicazioni e suggerimenti è arrivata la decisione di accostare alla ‘testata’ un riconoscimento per lo stesso, creare un logo da affiancare ai contenuti che vengono di volta in volta prodotti “di proprio pugno” (… mano) e pubblicati su di esso.

Come ogni buona intro un breve spiegazione: in un panorama informatico che vede ancora al centro l’operatore seppur oramai dominato da un web semantico che va di pari passo con l’intelligenza artificiale (idea basilare che governa l’ambiente in lungo e in largo), relegandolo perciò ad un ruolo marginale, ed in funzione di vari dispositivi e tecniche annesse (smartphone oltre che i tradizionali desktop), un occhio di riguardo, sempre più preponderante se si analizza il Web da un certo punto di vista, va alla SEO come strumento indispensabile se si vuole mirare al miglior posizionamento possibile del sito nella lista dei risultati del motore di ricerca (SERP), e quindi alla varietà di metodologie d’approccio da utilizzare per raggiungere l’obbiettivo preposto.

Piccola nota conclusiva, che oltretutto va un pò contro le mie abitudini, i miei preferiti, l’uso di colori “colorosi” e chiari anziché scuri, ad evidenziare la linfa che vorrei scorresse in questi contenuti con l’auspicio di incontrare l’apprezzamento di visitatori e lettori !

SEO, strumento innovativo per E-Commerce .. e TO

Se approccio e applicazioni della seo sono legati comunemente ai siti web commerciali, un nuovo ambito la lega ad un settore in fermento per gli ultimi accadimenti: seo e-commerce.

La crescita dell’e-commerce nel 2020

Ci siamo lasciati alle spalle un anno – il 2020 – particolare sotto diversi punti di vista che, aldilà dei diversi cambiamenti sociali che ha comportato, ha determinato un profondo “mutamento” anche in ambito strettamente economico: se fino adesso rappresentava solamente una soluzione alternativa per soddisfare le proprie necessità ed interessi, le abitudini degli italiani nei confronti dell’e-commerce hanno assunto in corrispondenza una sostanziale crescita: proprio a fronte delle misure restrittive imposte in quei mesi, sempre più aziende hanno intuito la necessità e la portata di essere presenti anche online con la propria attività. L’essere in grado di vendere online è ora un’esigenza innegabile per l’imprenditore, addirittura per “mantenersi in vita”. Questo balzo in avanti è certificato anche da un sondaggio condotto dall’Osservatorio E-Commerce B2C, team del Politecnico che s’impegna per un’analisi del mercato e delle soluzioni dell’eCommerce B2C, il ricorso agli acquisti online ha denotato un importante balzo in avanti facendo registrare un incremento del 79%.

Se le piattaforme CMS (Contet Management System) ci mettono a disposizione dei prodotti ad hoc per affrontare questa nuova esigenza, una prima opportunità ci viene offerta da Google, senza che parecchi se ne accorgano.

Svolta di Google

Dopo essere rimasta ferma sulle sue posizioni per 8 anni infatti, il 2020 ha segnato una svolta per il colosso di Mountain View che ha deciso di aprire alla ricerca gratuita sui prodotti (21 aprile 2020), sinora rimasta un accesso a pagamento, soluzione che va anzitutto ad aumentare il volume del traffico organico (cioè il traffico che arriva direttamente sul proprio sito) visto che l’accesso alla “vetrina” non è sottoposta ad alcun vincolo.

La svolta apportata da Google il 21 aprile 2020 tramite Google Shopping ha comportato come conseguenza una crescita di traffico organico (più traffico significa più vendite), scelta adottata anche per evitare di perdere quote di mercato nei confronti degli altri colossi, aderendo al modello ‘pay-to-play’.

L’apertura di Google Shopping ha creato una sorta di effetto domino: dare ai consumatori una gamma più ampia di prodotti fra cui scegliere significa un aumento del numero di ricerche e bisogni (soddisfatti). Da ciò discende una crescita della concorrenza e quindi di possibilità di potersi imporre sul mercato, favorendo gli advertiser di Google coloro che acquistano spazi pubblicitari sul motore di ricerca.

Google ha intuito di “doversi aprire a tutti” per offrire il prodotto ideale al cliente al miglior costo possibile (non devo più pagare per accedere alla sua vetrina di prodotti).

Per inserire i dati dei miei articoli in Google Shopping, in modo che li possa poi distribuire agli utenti, occorre essere iscritti a Google Merchant Center, piattaforma originariamente a pagamento ma ora gratuita e necessaria per esportare dal negozio online – seppur già esistenti – i dati corrispondenti ad ogni articolo presente affidandoli a Google tramite dei feeds. Questa soluzione è supportata anche dai CMS (in particolare, se ho un ecommerce già avviato posso disporre di tools appositi).

Alla ricerca di maggior visibilità e traffico per il sito

Tutte queste informazioni raccolte ed esportate dallo shop on line dunque tramite plugin o feeds e vengono affidate al motore di ricerca (es.  Google) per poter poi essere fruibili in modo da avere maggior visibilità e generare più traffico sul sito pur avendo un piccolo business. “L’azienda che riesce ad aver più dati è quella che riesce a vincere la concorrenza”.

L’implementazione è stata resa disponibile da ottobre 2020, Questi elementi quindi non devono mancare nella progettazione del sito ecommerce. Del resto essi sono già presenti sulla scheda del prodotto: i dati sono accorpati e mantenuti da Big G.

Benefici della Seo

Benefici dell’E-Commerce

In ambito ecommerce investire nella seo consente di abbassare i costi dei canali pubblicitari (Ads, Facebook Ads, Social Media, …). Diametralmente opposto al contenimento dei costi per la pubblicità è l’aumento del traffico organico. Inoltre, aumenta la brand awareness (quanto è conosciuta la marca dei nostri prodotti), facilitare la ricerca a coda lunga (indubbio aumento di ‘conversione’) e migliorare la User eXperience (per essa è inoltre previsto un aggiornamento da maggio 1 2).

Per un aumento de traffico organico (TO)

Come portare più traffico organico sull’ecommerce?

Se vuoi più traffico, devi iniziare a pensare come un motore di ricerca”: con questa massima si evidenzia che la pagina sia compresa dai motori di ricerca (tramite il passaggio degli spider). Più comprensibile è, migliore è il ranking.

Introduzione ai dati strutturati

Un indubbio aiuto al lavoro di scansione dello spider che passa le pagine del sito è svolto dai dati strutturati (‘la seo moderna’) possono aiutare. Permettendo una maggiore visibilità su un maggior numero di prodotti.

Ne discende che una maggiore visibilità  degli articoli determina più visibilità al negozio online e quindi maggiori possibilità di vendita.

Pensare come un motore di ricerca

Pensare come un motore di ricerca”: possiamo individuare alcuni elementi per assicurarsi che la propria pagina sia “compresa” dal motore di ricerca, e di conseguenza auspicare in un ranking più facile:

1 Avere un sito mobile-friendly. Considerando che ora la maggior parte delle persone utilizza dispositivi mobile per collegarsi ad internet, quando si progetta e sviluppa un progetto web dobbiamo ribaltare l’approccio: devo pensare alla mobile Experience (sito web Mobile-friendly). Costruendo un sito non devo pensare a come sia visto ‘in grande’, su desktop. Ma alla mobile experience; a maggior ragione per un sito e-commerce da zero devo ragionare in stile mobile experience.

2 Velocità di caricamento delle pagine: le persone esigono tempi rapidissimi nelle loro ricerche, per cui questo aspetto non può essere sottovalutato. Quindi importante lavorarci per avere un tempo di caricamento di 3-4 secondi.

3 Scegliere le parole chiave giuste (parole chiave più specifiche con un volume di ricerca inferiore possono generare più conversioni rispetto ad altre generiche: una keyword research più ampia è un must), nelle varie “sfaccettature” e sugli intenti di ricerca (i. navigazionale, i. informazionale, i. investigativo, i. transazionale).

4 Approfondire i contenuti sintetici. Evitare i contenuti scarni anche per un sito di e-commerce: mettere più informazioni che servono a spingere la pagina dell’articolo. Strategia necessaria e più che mai opportuna perché il prodotto ranki.

5 Inoltre, ottimizzare immagini e video: metterle in modo intelligente perché la pagina non diventi pesante ovvero lenta, quindi siano ottimizzate per non influire sul caricamento.

Ancora sui dati strutturati

L’introduzione dei dati strutturati facilita il lavoro allo spider che nel suo passaggio può in questo modo capire tutti i dati riportati. In questo modo lo spider trova tutti i dati necessari e utili sul prodotto, viceversa il mancato utilizzo non lo faciliterebbe.

I dati strutturati permettono di parlare la lingua dei motori di ricerca.

Ma quali sono i dati strutturati ? Essi rappresentano il ‘linguaggio naturale’ per parlare con il motore di ricerca.

Schematicamente, nella parte sinistra il codice tradizionale (sito) da cui il motore di ricerca è in grado di estrarre i dati (parte destra). Quello indicato (Google Structured Data Testing Tool) è il tool più raccomandato. Operativamente, basta inserire la url di una pagina (prodotto) in [TEST]. Un segmento di codice viene inserito nel siro e da esso il motore di ricerca è in grado di estrapolare tutti  dati relativi.

Da un codice complesso lo spider è in grado di estrapolare i singoli dati che è in grado di vedere (nome prodotto, immagini, ecc).

Per semplificare il lavoro di conversione – certamente non facile da leggere – si può fare ricorso a dei plugin.

Mettere i dati strutturati sui siti facilita il lavoro anche dei programmatori, chi sta dietro ai motori di ricerca. Tutti i dati strutturati ci aiutano a capire meglio le entità presenti in pagina.” (John Muller)

Le entità

Occorre introdurre un nuovo concetto:

Nel 2013 i gestori dei principali motori di ricerca si sono riuniti e hanno deciso di adottare un glossario globale che rappresentasse tutti gli oggetti reali ognuno dei quali deve essere convertito in un ‘oggetto’ comprensibile alla macchina.

L’entità rappresenta qualsiasi elemento presente nel mondo reale (persone, prodotti, luoghi, ecc), che il motore di ricerca è in grado di apprendere.

Più entità messe insieme fanno il Knowledge Graph.

Un Product Knowledge Graph è un a raccolta di tutte le entità dei prodotti di un magazzino. Se cioè ho un negozio online con 600 articoli ognuno di essi costituisce una entità e creano un Product Knowledge Graph.

Benefici di un Product Knowledge Graph:

1. Aiuta a vendere al di fuori del tuo e-commerce 2. Migliora la visibilità in termini di SEO 3. Permette di coinvolgere i clienti con contenuti immersivi, ovvero una modalità di fruizione a 360° dei contenuti scoprendone anche di nuovi.

Ma la grande novità per il 2021, annunciata nel novembre 2020, è che la Page Experience a partire da maggio 2021 sarà un fattore di ranking; tradotto l’esperienza utente arriva sul sito. Vale a dire verrà valorizzato come è facile caricare una pagina oppure quanto è facile muoversi da una pagina all’altra, quanto è facile comprare un prodotto da un e-commerce, ..

Possiamo concordare che l’avere pagine veloci è determinante per il cliente/consumatore che arriva sul nostro sito.

Conclusioni

Alla seo classica si accosta quella che è definita come agentive seo, la seo “potenziata dall’intelligenza artificiale” (‘seo moderna‘) su cui adesso più che mai è necessario investire (ora i motori di ricerca sono molto più intelligenti !).

I dati strutturati sono la soluzione perfetta per comunicare informazioni di un prodotto (sono di gran lunga migliori delle keywords): inserito il dato il motore di ricerca è in grado di estrapolare una mole di dati riguardo il prodotto.

[Fonte: https://kinsta.com/it/webinars/seo-per-ecommerce/]

“Ok Google, mostrami …”: facciamo uno Snapshot a Google Assistant

Google Assistant è un assistente virtuale basato su Intelligenza Artificiale. Sviluppato da Mountain View dal 2016 all’interno di un programma di messaggistica, inizialmente precluso ad essere utilizzato su un determinato tipo di cellulari (Pixel), dal 2017 è disponibile per la vasta gamma di smartphone con sistema operativo Android e iOS. Nato per darci ‘una mano’ – come del resto tutti i suoi simili – nel nostro quotidiano: impegnati ad esempio nei nostri progetti di lavoro o semplicemente nelle azioni quotidiane, basta un semplice comando vocale per chiamarlo in causa.

Snapshot introduce il concetto di istantanea, fotografia di un oggetto.

Non è solo assistente vocale, ma una vera e propria suite di servizi innestata direttamente all’interno del sistema operativo. Può essere inoltre connesso con altri apparati o dispositivi, consentendo così ad esempio all’automobilista di non distrarsi dalla guida staccando le mani dal volante.

Oltre ad essere specializzato nella gestione dei comandi vocali, ‘GA’ è in grado di sostenere addirittura una conversazione con l’utente, grazie all’uso combinato dell’algoritmo di Google per la comprensione del linguaggio (vedi web semantico) ! Questa funzionalità permette all’assistente vocale di eseguire autonomamente operazioni più complesse del semplice ‘comando’ quali ad esempio prendere un appuntamento, prenotare un ristorante, consultare gli orari di apertura di un negozio, …., oltre ad essere in grado di accorgersi di contesti in cui non è in grado di eseguire quanto richiesto.

Google Assistant è in grado di eseguire svariate operazioni: oltre a pianificare la giornata, dare consigli su ricette, attività da svolgere o promemoria
senza bisogno di doverlo attivare. Basterà ora dire: ‘Ok Google, mostrami la mia giornata. Con un semplice “Ok Google” ecco che GA dà il meglio: l’assistente è in grado di navigare in internet alla ricerca delle informazioni richieste e cercare immagini, programmare eventi e gestire promemoria, sistemare le proprie impostazioni a seconda delle preferenze espresse.
Non molto popolare in Italia a dire la verità, ma destinato a importanti sviluppi per il futuro.
E’ inoltre in grado di sostenere una conversazione con l’utente, grazie all’uso dell’algoritmo di Google per il trattamento del linguaggio. Questa funzionalità, ancora non pienamente disponibile, permette all’assistente vocale di eseguire in autonomia operazioni come visto fra le più disparate.
Senza l’ausilio delle mani per digitare messaggi testuali, l’assistente di Big G consente di inviare brevi messaggi vocali attraverso un’operazione direttamente controllabile con la voce …..

In questi giorni Google sta arricchendo l’interfaccia grafica dell’applicazione per gli smartphone Android introducendo la sezione Snapshot, accessibile semplicemente attivando Google Assistant e la modalità scherno intero. La novità introdotta da Google consiste in una innovazione delle impostazioni delle applicazioni tra cui la possibilità di personalizzare la sezione stessa in base ai contenuti che vogliamo, sempre attivabile attraverso la voce.
Introdotta nel 2018, questa opzione fornisce agli utenti una panoramica della loro giornata e suggerimenti per “tenerli sincronizzati” con le scadenze di giornata.

Se prima gli utenti dovevano attivare Google Assistant e toccare l’istantanea in basso a sinistra per accedervi adesso, basterà dire “Okay Google, mostrami la mia giornata” e il sistema suggerirà gli impegni e i promemoria impostati in precedenza.


A corredo, disponibili anche altre schede (‘promemoria’) e addirittura selezionare brani da Youtube.
Raggiungere la propria schermata snapshot ora è molto più immediato: toccando il promemoria verranno forniti suggerimenti su come chiamarli o anche per inviar loro una canzone di compleanno personalizzata.

Update già presente su Android di Google e iOs.

La nuova funzione ad ora è però disponibile solo n inglese.

Recap sulla seo del 2020

A poco meno di 100 giorni dalla fine dell’anno, facendo un riepilogo del 2020 e di quanto già anticipato dai mesi precedenti, ripercorriamo(e riprendiamo) di seguito le importanti novità in ottica SEO. Novità per lo più improntate all’indicizzazione e posizionamento delle pagine web, obiettivo incentivato dall’introduzione di nuove tecnologie (vocal search e assistenti vocali).
Un ‘refresh’, un recap imprescindibile per chi ha a che fare con la SEO in senso stretto e sviluppo di contenuti.

Una delle innovazioni più importanti, che ha creato più rumors nel settore, è senz’altro l’adozione anche nel nostro paese del nuovo algoritmo di Big G: Google Bert il quale avvicina ancor più il “sistema algoritmo” al linguaggio umano, quindi ad un web semantico. Con esso Google ha concentrato gli sforzi sullo sviluppo di un sistema per fornire risultati di ricerca sempre più attinenti e precisi alle esigenze del navigante che sottopone una query. Operativamente, la “responsabilità” è a carico non del SEO specialist ma di chi è reputato a redigere i contenuti perché siano sempre più appetibili per il crawler di turno.
Gli ultimi mesi hanno visto l’introduzione e l’affermazione di metriche sempre più precise (Web Vitals) sulle prestazioni del sito, oramai indispensabili per puntare su indicizzazione e posizionamento del sito, con il chiaro intento di direzionare lo sviluppo delle pagine rispondendo alle esigenze della User Experience. Al contrario del precedente , “l’onere” in questo caso è a carico dello sviluppatore delle pagine web. Dal momento che, come anticipato, dal 2021 l’esperienza di navigazione sarà classificata come fattore di ranking, è perciò irrinunciabile e indifferibile che il sito sia ben progettato e strutturato, nella usability e nella facilità di navigazione oltre che per i contenuti.
Seguendo la tendenza di altri social, anche Google si è allineato a un classico ovvero le “visual storytelling“. Introdurre le Web Stories assume infatti importanza anche in ottica SEO in quanto esse permettono di dare ancor più risalto ai contenuti prodotti.
Altro “scossone” dell’anno è stato quello dei featured snippet, da non confondere con i rich snippets (i f.s. forniscono delle risposte a una query digitata, i r.s. danno una miglioria ad un risultato di ricerca), introdotti da Google per fornire all’utente in poche righe un’informazione completa su ciò che cerca, individuabili da un testo racchiuso in un rettangolo all’inizio di una pagina di SERP con i suoi risultati.
Se l’argomento era già stato trattato negli anni precedenti, nel 2020 il concetto di “dati strutturati” ha assunto ancora più rilevanza, argomentazione che si combina con altre tecniche promettenti es. knowlegdge graph e ricerca vocale. L’introduzione dei dati strutturati consente di “scendere”agli elementi minimi di un costrutto ovvero le entità e di comprenderne le relazioni per fornire la risposta più esaudiente anche per specifiche query; permettono altresì maggiore visibilità e possibilità di essere posizionati anche per particolari ricerche es. local seo.
Già introdotti nel 2019 e ripresi nella primavera de 2020 Google ha stravolto l’interpretazione del tag rel “nofollow” in chiave di posizionamento: vale a dire che ora col tag è possibile passare al crawler se si tratta di un link a pagamento (rel=”sponsored“), se il collegamento fa riferimento a User Generated Content (rel=”ugc“…), che la pagina linkata non venga seguita (rel=”nofollow“).
Anche il capitolo ‘immagini‘ è stato rivisto ai fini di una ottimizzazione migliorandone la compressione e la qualità in upload. Ecco così il nuovo formato AV1 (.avif) 1 2, uscito dalla fase beta già dalla primavera del 2018. Formato tenuto a battezzo da Netflix, superiore in termini di rapporto qualità/compressione ai tradizionali JPEG, PNG e il recentissimo WebP.

La potenzialità dei rich snippets

Con gli anni Novanta è diventata consuetudine dei programmatori di pagine web ricorrere alla tecnica dei collegamenti ipertestuali utilizzati all’interno di un testo al fine di arricchirlo di preziosi rimandi ad altre risorse per approfondire determinati aspetti, concetti o biografie presenti nel testo stesso, con la finalità implicita di soddisfare il comune internauta altrimenti costretto a continui … “salti”.


Quella dei collegamenti ipertestuali, comunemente chiamati link, è una storia ancor più lunga che trova i suoi albori negli anni Sessanta ma che ha avuto la sua esplosione con la nascita del World Wide Web (XX secolo appunto); indubbio vantaggio è che evitano di dover scrivere contenuti chilometrici, rappresentando una soluzione per ovviare ad articoli altrimenti lunghi e con una quantità eccessiva di informazioni costringendo l’utente ad un continuo scrolling dello stesso. ‘Col senno di poi’ è stato un primo approccio per rendere fruibili al navigante contenuti interessanti e completi su di una ricerca, senza dover saltar da un testo all’altro, in grado cioè di offrire una lettura ‘a 360°’ su di un’unica pagina, non limitandosi cioè all’essenza di ciò che si cerca ma fornendo al tempo stesso utili approfondimenti e contestualizzazione dell’argomento.
In particolare, il collegamento ipertestuale può essere interno (rimandare ad un’altra pagina del sito medesimo) o esterno (che rimanda ad siti web esterni) o al sito stesso, a seconda delle esigenze che ha chi sta scrivendo la pagina web, oppure un’ancora per fare riferimento ad una posizione specifica della pagina che si sta visitando (anchor text), probabilmente molto lunga.

In anni più recenti, per venire incontro alle sempre maggiori esigenze dell’utente, sempre più fuori casa e per necessità collegato alla Grande Rete tramite smartphone o tablet per poter disporre di informazioni e risorse in tempi brevi, l’avvento e l’affermazione del concetto di web semantico ha determinato una importante revisione in merito con il risultato dell’approccio ad una nuova visione della pagina web dal punto di vista dei contenuti.

Quello dei dati strutturati è un concetto strettamente correlato a quello di ottimizzazione Seo comprende anche gli accorgimenti per ottimizzare la performance di un sito nel posizionamento nei risultati sui Motori di Ricerca, Google in primis.

L’idea di strutturare i dati di una pagina in modo tale che le informazioni scritte dagli uomini possano essere elaborate dai programmi, risale al concetto di web semantico. I dati strutturati permettono la scansione automatica dei contenuti delle pagine. I dati strutturati sono un formato standardizzato per fornire informazioni su una pagina e classificarne il contenuto; ad esempio, nella pagina di una ricetta sono gli ingredienti, il tempo di cottura e la temperatura, le calorie e così via.

Google utilizza i dati strutturati per comprendere e classificare i contenuti della pagina. Esistono diversi formati un cui rappresentare i dati strutturati (Microdati, RDFa, JSON-LD) fra cui il più utilizzato è JSON-LD il quale viene richiamato tramite script. La maggior parte dei dati strutturati di ricerca utilizza il vocabolario schema.org. Ad esempio, di seguito viene riportato uno snippet di dati strutturati JSON-LD che potrebbe essere visualizzato in una pagina di ricette, che descrive il titolo della ricetta, l’autore della ricetta e altri dettagli:

<html>
  <head>
    <title>Party Coffee Cake</title>
    <script type="application/ld+json">
    {
      "@context": "https://schema.org/",
      "@type": "Recipe",
      "name": "Party Coffee Cake",
      "author": {
        "@type": "Person",
        "name": "Mary Stone"
      },
      "datePublished": "2018-03-10",
      "description": "This coffee cake is awesome and perfect for parties.",
      "prepTime": "PT20M"
    }
    </script>
  </head>
  <body>
  <h2>Party coffee cake recipe</h2>
  <p>
    This coffee cake is awesome and perfect for parties.
  </p>
  </body>
</html>

La Ricerca Google utilizza inoltre i dati strutturati per abilitare funzionalità e miglioramenti dei risultati di ricerca.

Con “Rich Snippet”, invece si fa riferimento ai risultati di ricerca che sono arricchiti da elementi grafici i quali favoriscono la visibilità e l’interazione dell’utente. A livello pratico, quindi, sono tutte le informazioni supplementari che vengono visualizzate nei risultati, ogni volta che viene effettuata una ricerca in rete. Tali informazioni sono il risultato delle implementazioni dei Dati Strutturati su schema.org.
L’adozione di questa strategia comporta dei notevoli vantaggi al sito. Primo fra tutti, l’aumento del numero dei click e delle visite.


Con il termine “snippet” si intendono i metadati utilizzati da Google per far comparire un sito nell’elenco dei suoi risultati (titolo, descrizione e URL). Google ha arricchito queste informazioni, disponibili come detto sin dalla SERP, con ulteriori dettagli, i cosiddetti rich snippet. In questo modo, i dati della pagina che possono essere comunicati già dalla SERP aumentano: dalle stelline al prezzo all’autore (nel caso di un contenuto) e così via.
[ESEMPIO RICH SNIPPET]


Occorre inserirli all’interno del codice del proprio sito web usando le indicazioni presenti su Schema.org.

Schema.org: Lo scopo è fornire informazioni affinché i motori di ricerca comprendano meglio il contenuto dei siti web in modo da migliorare i risultati delle ricerche per gli utenti. Schema.org ti consente di predisporre i Rich Snippet (dati strutturati) che vengono visualizzati sotto al titolo e alla descrizione della tua pagina.

L’adozione di questa strategia comporta dei notevoli vantaggi al sito. Primo fra tutti, l’aumento del numero dei click e delle visite.

I Rich Snippet rafforzano (e completano) la versatilità dei collegamenti ipertestuali.

In secondo luogo, l’integrazione dei Dati Strutturati permette di aggiungere informazioni nel sito. In questo modo Google risponderà con precisione a specifiche domande, mostrando la Knowledge Graph. La risposta viene data direttamente da Google senza rimandare ad alcun sito web.
L’introduzione e progressiva affermazione del concetto di web semantico hanno poi portato ad enfatizzare l’importanza dei dati strutturati, ovvero la tendenza a strutturare una pagina web in modo che le informazioni scritte siano facilmente elaborate dai programmi, nel caso specifico riconosciute nel passaggio di scansione del crawler, in modo da permettere una scansione automatica dei contenuti delle pagine. In tal modo, è reso possibile per i motori di ricerca la loro elaborazione come knowledge graph. La ricerca semantica si svolge non per singole parole ma per concetti, entità.

Il famigerato dato che viene comunicato a Google è il seguente >> schema.org/PROPRIETA’ …………..

Esistono tantissimi plugin (anche gratuiti) per aggiungere i Rich Snippet (dati strutturati) a WordPress senza bisogno di dover manipolare direttamente il codice.

Dopo averli inseriti, è possibile testarli con un tool gratuito di Google. Lo strumento di assistenza per il markup aiuta ad incorporare i dati strutturati, implementando il codice una volta selezionati gli articoli (prodotti, ricette, articoli e testi, eventi, musica, Hotel e così via) che si vogliono rendere visibili su web, quindi verrà generata una pagina con un codice HTML con microdati: così il codice è subito disponibile.

https://search.google.com/structured-data/testing-tool?hl=it

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