Piattaforme blogging: ecco Ghost

(sabato 25 agosto)

Attualmente esiste un cospicuo numero di piattaforme dedicate al blogging (WordPress, Tumblr, Blogger, Medium, Svbtle, LiveJournal, Powerpad, Postach.io, Pen.io, Ghost) sul mercato, destinato ad avere ulteriori sviluppi. Fra di essi, la piattaforma CMS più popolare nel settore è indiscutibilmente WordPress.

Verosimilmente, l’aspirazione di chi si avvicina a questo mondo è di poter utilizzare il miglior strumento disponibile. Da questo punto di vista, la lotta è fra WordPress e Ghost.

Nel corso degli anni, WP ha fatto passi da gigante in termini di     miglioramento dell’usabilità della piattaforma. Se primeggia nella creazione e gestione di blog, questo CMS ha assunto via via importanza anche nel settore della creazione di siti web, e-commerce e svariate soluzioni on line.
Ghost nasce come costola di WordPress e proprio la genesi lo pone come suo diretto concorrente.
Quali sono allora le peculiarità di questo CMS “derivato” che potrebbero farlo preferire ?
Blog Ghost è un CMS open source che consente ai blogger un utilizzo relativamente semplice al fine di pubblicare facilmente i loro contenuti (con correlata anteprima in tempo reale, eludendo così un primo limite di WordPress, fondato su un editor WYSIWYG dove il passaggio da editor visuale ad editor testuale è sempre così preciso). Alla stregua delle cose più naturali, Ghost nasce da un discussione partecipata attorno ad un post pubblicato nel novembre del 2013 da John O’Nolan il quale propose la nascita di una nuova piattaforma incentrata su un unico obbiettivo: fare blogging; post condiviso da molti a significare dunque la necessità di implementare una nuova piattaforma dedicata al blogging, più snella e fruibile da gestire, riducendo i passaggi necessari per iniziare.
Ed è proprio questa idea base, la semplicità, che ha dato slancio al progetto per gli sviluppatori, tanto che da lì a poche settimane è stata resa disponibile la prima versione base della piattaforma web.
Da un primo confronto, Ghost si presenta come un CMS leggero e pronto all’uso: punti di forza di Blog Ghost sono la velocità di accesso al sito, un’interfaccia semplice ed intuitiva, un editor markdown (modalità per aggiungere la formattazione – corsivo, grassetto, elenchi puntati, ecc. – ai testi) innovativo. Caratteristiche che faranno un pò storcere il naso a chi proviene o già mastica il CMS WordPress è una scarsa disponibilità di temi a corredo per “fantasmino” (a meno che si voglia intervenire direttamente sul codice sorgente) e l’assenza del supporto di plugin da installare proprio per facilitarne al massimo l’utilizzo, rendendolo in questo modo però poco flessibile, ciò voluto per “rimanere fedeli” alla vocazione della piattaforma.
Una prima sostanziale differenza fra i due la si coglie già dalla dashboard (“la scrivania”) decisamente intuitiva, vocata alla semplicità, per Blog Ghost più “ricercata” quella di WordPress.

Dashboard di WordPress

             

Dashboard di Ghost
Velocità caricamento di un sito

 

 

 

 

Alla “spada di Damocle” dei siti web, vale a dire la velocità di caricamento, la risposta poggia sui diversi linguaggi su cui poggiano le due piattaforme: PHP per WordPress, che non è il massimo in termini di prestazioni necessitando di un tempo maggiore di risposta (pecca peraltro migliorabile mediante la disponibilità di plugin dedicati),

Node.js per Ghost che ne garantisce una struttura più prestante.  

Vista la giovane età, Blog Ghost attualmente non può contare su di una sviluppata e solida community ma perlopiù su forum di discussione, mentre su questo piano WordPress non ha concorrenza contando su una comunità decisamente diffusa e articolata.
In definitiva, Ghost è una soluzione ideale per chi ha interesse a fare blogging “allo stato puro”. Viceversa, se si è intenzionati ad una mera gestione della piattaforma, un blog che possa crescere, con il quale interagire la risposta è WordPress.

 

Metà agosto … San Rocco chiama !

(giovedì 16 agosto)

Dopo praticamente due settimane di stacco dalla corsa (doverosamente rimpiazzata da attività alternative), l’idea di partecipare alla ‘Corsa di S. Rocco’ continuava a frullarmi in testa, nonostante tutto ! …

Questa serale di metà agosto è un giusto pretesto per riprendere le “vecchie abitudini”, quindi dare stimolo alla ripresa officiosa .. Come dir di no a questa simpatica quanto impegnativa serale che si svolge fra le colline e camminamenti di Brebbia e Brebbia Superiore ?
Così, rotti gli indugi mi dirigo verso la frazione sovrastante il paese di Brebbia dove sono fissate partenza e arrivo della gara. Consapevole dello stato di forma e conscio dello sviluppo del percorso su circa 5 chilometri e mezzo, decido di prenderla come un buon allenamento …
Buona come sempre la partecipazione a questa serale la quale, anche per il periodo in cui si colloca, attira numerosi turisti e magari runners di passaggio. Tanti gli amici che, come prevedibile, ritrovo: Francesco Piccinelli, Pietro Frendino – fresco di 10 maratone in 10 giorni” -, Marco Tiozzo, Michele immobile con Giuseppe Ramundo e Luciana, con Renata Broggini e un’altra ragazza di cui no so il nome, gli amici del 7LaghiRunners e di AV, Roberto Dell’Orto, Andrea Basoli, Rita Zambon, Fernando Contro, Simone Zandri: si profila dunque una gara di “livello” ! ….
Parto con Giuseppe e Michele, raggiunti poi da Renata e, percorrendo la via principale, ridiscendiamo da Brebbia Superiore verso le campagne e colline sottostanti, prima di fare dietrofront passare su sterrato e cominciare ad affrontare una prima parte boschiva del percorso mediante cui risaliamo alla zona di partenza. Attraversato così lo spiazzo dove poi si continuerà la serata con la festa di paese un nuovo tratto in dolce discesa (km 2) che porta all’attraversamento di un esteso pratone e dunque ad affrontare la parte più ostica e muscolare del percorso caratterizzata da continui saliscendi più o meno impegnativi. Tramite stretti camminamenti , ridiscendiamo così alla sede della superstrada e quindi, per tramite di un cancellata, affrontare una brusca erta naturale che coscientemente decido di affrontare a passo d’uomo. In effetti poi mi ci vogliono 100 metri buoni per riprendere il passo e procedere per le campagne che si aprono.
Un continuo saliscendi mediante cui recuperiamo le colline e le case rurali di Brebbia Superiore seguendo anche stretti passaggi .
Giunti quasi al termine, ci ritroviamo su rettifilo finale della gara del Piede d’Oro per poi continuare l’ascesa che ci porta all’entrata della frazione; passata una contrada ecco il “sinistro” dosso e quindi il traguardo sul piazzale.

Rimembrando le prole sillabate dalla piccola Matilde (‘… l’importante non è vincere … è partecipare ! …’), soddisfatto a metà della prestazione: se mi ero prefisso una sorta di ‘banco di prova’ per le condizioni nuovamente, pragmaticamente, mi pare di perdermi di vedersi dissolvere i buoni propositi di determinazione e costanza laddove essi sono più necessari … il resto vien da sè !

 

WordPress incontra Gutenberg: un binomio di web usability

(sabato 11 agosto)

WordPress Gutenberg: il piacere di scrivere

WordPress 5.0 Gutenberg callout

In molti non se ne saranno accorti (o no ??) o non ci avranno fatto caso: da alcuni mesi accedendo alla bacheca di un blog realizzato con WordPress nella parte centrale si è fatta spazio un’anteprima destinata a scuotere la duttilità e l’utilizzo del CMS, interessandone cioè l’organizzazione strutturale. 

Con l’ultima versione, il CMS per autonomasia ha di fatto compiuto …. un bel salto all’indietro di 7 secoli, andando a scomodare Gutenberg (sì proprio quello della stampa a caratteri mobili) ! … L’adozione cioè di un nuovo editor visuale per la scrittura/gestione dei testi e articoli che scriviamo periodicamente, che inoltre va a semplificare l’approccio anche ai neofiti.

Atteso già dalla versione 4.8 del pacchetto, è con la versione 5.0 dello scorso mese di maggio – nella quale sarà quello predefinito – che è arrivata una ventata di novità in quanto de facto è stato reso fruibile al pubblico l’editor visuale, come alternativa a quello classico.

Il nuovo editor si presenta decisamente flessibile e promette delle novità interessanti nella gestione e stesura dei contenuti, proponendosi come una ineccepibile soluzione WYSWYG. Infatti, dalle premesse e prime indiscrezioni, Gutenberg permetterà di arricchire i nostri testi con una semplicità mai vista prima basata sulla scrittura a blocchi

Gutenberg editor demo

, accompagnando l’utente praticamente nella progettazione minimale dei contenuti, rivolgendo questa potenzialità in particolare a chi non ha competenze specifiche, fino alla realizzazione di articoli ben formattati e adeguatamente strutturati.

Scrivere con WordPress Gutenberg è facile
Working with Gutenberg blocks

 

 

 

 

Pur mantenendo molte analogie con la precedente versione dell’editor, ‘Gutenberg’ si presenta maggiormente orientato alla web usability.

TinyMCE is no more

 

 

Un primo vantaggio confrontando le due versioni di editor è che quello targato ’GUTENBERG’ mette a disposizione un’area attiva maggiore, in particolare in larghezza, il che va a tutto vantaggio dei dispositivi con schermo ridotto, area che addirittura può essere adattata (“Post settings”) a tutto  schermo. Nella parte superiore a sinistra è inoltre presente uno switch che consente di passare dalla modalità visuale a quella testuale di visualizzazione del codice HTML consentendo così di creare o modificare blocchi direttamente da questa modalità. Ma la ciliegina la si apprezza quando viene selezionato un blocco di testo: vengono cioè mostrate le opzioni per spostarlo (i ‘tasti freccia’, su o giù), cancellarlo o accedere ad altre impostazioni di formattazione e stilizzazione. Sempre restando nella parte superiore dell’editor, si noterà l’assenza della tipica barra degli strumenti tipica di TinyMCE attivabile invece ora clickando sul pulsante “Insert” (.. ecco aprirsi un menu drop-down).

 

WordPress Gutenberg accompagna ad una nuova esperienza di produzione delle pagine basandosi sul concetto dei blocchi: quanto viene aggiunto di volta in volta alla pagina viene considerato come ‘un box separato’ e pertanto indipendente dal resto del testo quanto a formattazione e stilizzazione che vengono apportate.

Cosa significa lavorare per blocchi? Ogni paragrafo, immagine o video ha ora un editor specifico e può essere modificato indipendentemente dalle altre parti senza passare per la barra di formattazione principale (“presente” nello scrolling). Così per esempio se si plana su un paragrafo, ad esempio, si attivano i pulsanti per spostare il testo a sinistra o a destra, per aggiungere il grassetto e il corsivo. Oppure, a sinistra ci sono i comandi per spostare il testo sopra o sotto (le frecce) e il menu per aggiungere heading o quote.

Se parliamo di immagini, invece, ecco le opzioni per posizionare il contenuto rispetto al testo mentre il simbolo + visualizzato consente di aggiungere vari elementi quali titoli, liste puntate, liste numerate, foto e altro ancora. Queste vengono prelevate dalla libreria per essere inserite in un blocco con un certosino effetto fade ; inoltre, su di esse possono essere ora definite proprietà CSS.

 

 

 

 

Ecco le immagini prese da Gutenberg Editor Mockup.

 

 

 

 

 

 

 

Ecco il link ad un buon tutorial sulla presentazione e caratteristiche di WordPress Gutenberg:

 

E per una demo

https://testgutenberg.com/

 

 

Scrivere su web: SEO vs ‘Autenticità’

(sabato 4 agosto)

Ottenere una buona visibilità sui motori di ricerca è un punto fermo per i content writer, chi scrive online.

La scrittura online presenta delle sfaccettature che la distinguono come “arte” dallo scrivere sui mezzi cartacei.

Abilità imprenscindibile per il copywriter  è quella di saper creare contenuti autentici, di continuare cioè a far “traspirare” il proprio stile nei testi.

Anche se la qualità e la presentazione di un contenuto dovrebbero essere preservate, a volte la produttività del content writer viene inficiata dal rispetto delle ordinarie regole SEO: così accade che la propria “impronta” venga subordinata ai vincoli imposti dalle tecniche di ottimizzazione, talvolta peraltro innegabili per l’obiettivo di cui sopra.

‘Ma la frittata può essere rigirata’, potrebbe dirsi: se il punto focale del lavoro del copywriter è la buona scrittura nelle sue varie sfaccettature, non è detto che perciò i canoni SEO debbano prevalere su quello che è il proprio stile ma mantenere un carattere irrinunciabile “controcorrente”: l’autenticità. Ecco allora che per ottenere il risultato di attrarre lettori/clienti i testi devono essere formati e malleati senza bisogno di essere SEO-dipendenti. Occorre tenere ben presente che il successo di un contenuto non è tracciato tanto dall’osservanza delle regole delle Search Engine Optmization quanto proprio dal taglio che viene dato al testo e dal coinvolgimento che si è in grado di suscitare nel lettore.

Il lavoro dei copywriter è e resta pertanto quello di scrivere testi che convincano; a questi poi vanno integrati al meglio gli aspetti SEO. Ci sono tre miti in particolare che bisogna sfatare:

Contenuti duplicati – sì, è possibile

E’ e rimane un dato di fatto che Internet va a penalizzare i contenuti duplicati. Peraltro, ciò non rappresenta un grosso problema finché non sia una pratica destinata a creare confusione negli utenti o con il fine di manipolare i risultati di una ricerca. Per “regolarizzare” questa linea si fa ricorso alla canonizzazione, ovvero aggiungere un tag canonico (“rel= canonical”) all’indirizzo URL del contenuto in questione.

Parole chiave in ogni frase – no, non è necessario

Occorre sfatare il mito secondo cui il testo dev’essere imbottito di parola chiave al fine di ottenere un miglior posizionamento sui motori di ricerca. Se rimane vero che le parole chiave rivestono un ruolo importante per i testi online, il “peso” giocato assume importanza limitatamente all’algoritmo di Google aiutando a ricercare il contenuto e non chi legge il testo. Questo il motivo per cui in primo piano deve sempre esserci un’ottima leggibilità del contenuto; ancora meglio se poi si riesce a incorporare le parole chiave in modo ottimale.

Non importa la quantità ma la qualità

Anche se rimane un ‘verbo’ che i post più lunghi abbiano maggiori possibilità di raggiungere un posizionamento migliore, ciò non vuol dire che tassativamente bisogna scrivere articoli di una determinata lunghezza e non meno! Vero sì che questi possano avere un ranking migliore, denotando una trattazione più analitica e dettagliata dell’argomentazione, ma a prescindere dalla lunghezza quello che fa la differenza e che va a premiare sia il posizionamento del contenuto sia il gradimento dell’utente (i contenuti brevi e informativi vengono apprezzati da Google) è creare testi completi ed esaustivi.

Concludendo allora, non bisogna rinnegare la propria scrittura a favore della SEO. Scrivere rivolgendosi al proprio pubblico rimane l’obbiettivo da (per)seguire, tenendo comunque presenti gli aspetti per una valutazione positiva dal punto di vista SEO.

 

he

 

HTML Snippets Powered By : XYZScripts.com
Exit mobile version