Messi alle spalle praticamente due mesi di stop cautelare per preoccupanti noie al ginocchio, saltata la prima dell’anno (“Chi corre il primo dell’anno, corre tutto l’anno!”), “steccata” la prima prova d’uscita, …, le giornate di questo inizio gennaio invitavano a calzare le scarpette e, ben coperti, ad ‘uscire per liberare i cavali ! …’, sfidando forse delle temperature non certo ottimali …
Basta !! Nel pomeriggio decido di rompere gli indugi e, complice una condizione atmosferica non proibitiva rispetto alle giornate precedenti (tornando da Laveno Mombello sono piuttosto rinfrancato, e più o meno le stesse condizioni le trovo al mio paesello, forse con un’aria più frizzantina); il tempo di cambiarmi indossare calzoni lunghi, cappello guanti e felpa, allacciare le Mizuno di turno e mi butto per le vie del paese per un’oretta di corsa lenta (!!!! …), che poi, di ritorno, intervallo con qualche allungo sulla salita nei pressi delle medie. Mi prefiggo un test di un’oretta di corsa per tastare lo stato della macchina.
Sin dalla partenza m’impongo la modalità “orsa-lenta” (‘e così sia !!) e perlomeno finché arrivo quasi al ‘giro-di-boa’ avverto buone sensazioni.
Giunto all’inizio di Cuveglio e apprezzando che manca ancor parecchio decido sul momento una piccola variante ridiscendendo verso la frazione di Cavona per riguadagnare attraverso la via dei campi la provinciale. Qui, unico tratto impegnativo del percorso scelto, mi dirigo verso la chiesa di S. Antonio per risalire dalla parte retrostante e sbucare in prossimità del plesso scolastico.
Per spezzare il ritmo sin qui tenuto decido di dare uno strattone al programma … e via con qualche ripetuta-allungo sulla salita di 200 metri circa che dalle scuole medie risale fino a prendere la strada che porta a Duno.. Benché la lunghezza da ricoprire non sia poi importante, mi accorgo di avere in questo “impegno” le gambe un pò imballate e il ginocchio non essere molto d’accordo quando viene richiesto maggiore sforzo.
Messomi alle spalle questo esercizio estenuante sì (nelle condizioni di forma migliori) ma allenante riprendo la via di casa in direzione di Vergobbio con la chiesa di S. Rocco di nuovo in modalità ‘lento’.
Epilogo della fase provinciale dei campionati invernali PGS 2016, i quali mettono sul piatto il passaggio ai tabelloni della Don Bosco Cup 2017. Dopo la ripresa di settimana scorsa con una u14, oggi sono designato per una gara di under 18, ad Azzate dove la locale Orasport affronta le ‘coinquiline’ di OMA. Partita quasi “isolata” (leggi per collocazione temporale) tra le cenerentole del girone VA14. Nonostante ciò, sempre ‘sentito’ l’impegno: quindi attenzione più minimalista alle dinamiche di gioco, alle posizioni in campo, ecc. (che poi che si parta con determinate convinzioni e si finisca diversamente va di pari passo – secondo me e secondo l’ABC del buon arbitro – con chi si ha di fronte), il livello di gioco, …. Partita sostanzialmente tranquilla quella che va di scena con le ospiti che, benché tornino in campo con l’handicap di non essersi potute allenare da quasi un mese per indisponibilità della propria palestra, pur senza un gioco pressante, letteralmente annichiliscono le padrone di casa le quali similmente soffrono dell’eterogeneità del gruppo. Solamente nella seconda metà del secondo set e poi nel parziale successivo cercano di alzare la voce con la velleità di riaprire la partita. Chiusi dunque i giochi della prima fase, nel pomeriggio di domani si conosceranno i nomi delle squadre promosse ai quadri della Don Bosco Cup dove si scontreranno in gare di andata e ritorno con le equivalenti squadre delle provincie di Milano e Sondrio.
Google dà un nuovo ordine…sei pronto a scattare sull’attenti? Tutto quello che devi sapere sul passaggio da http a https (ovvero nà roba tecnica spiegata semplice perché è importante che tu la conosca)
Ciclicamente Google detta nuove condizioni a cui presto o tardi ci si deve adeguare.
Ad esempio l’aveva fatto nella primavera 2015, quando con il MobileGeddon ha TERRORIZZATO chi ancora non aveva un sito web che fosse navigabile da smartphone e tablet…
Adesso è la volta dell’https e della navigazione sicura…quindi antenne dritte e leggi di cosa si tratta.
L’annuncio di settembre 2016
In quest’articolo di uno dei suoi blog ufficiali intitolato “Moving Towards a more secure web” (tradotto “Verso un Web più sicuro”) Google ci informa che da gennaio 2017 comincia a cambiare qualcosa nella navigazione dei siti web fatta con Chrome (il browser per la navigazione internet di Google).
In pratica, se fino ad oggi, nei siti web pubblicati con protocollo http non veniva dato alcun avvertimento circa la sicurezza di navigazione, da gennaio 2017, gradualmente, Chrome avviserà gli utenti nella loro navigazione circa la NON SICUREZZA della navigazione su protocollo http.
Spiegato più semplice:
Fino ad oggi, se avevi il sito in http (ovvero nella situazione normale della stragrande maggioranza dei siti) Chrome non dava alcun avviso al navigatore, mentre da gennaio 2017 comincerà ad avvisare con un “Not Secure” sulla barra di navigazione (vedi immagine sotto)
Col passare del tempo l’attenzione alla sicurezza dei siti e quindi alla presenza dell’https sarà sempre maggiore, fino ad arrivare probabilmente ad un’etichettatura in ROSSO dei siti siti in http come siti NON sicuri (vedi immagine sotto).
Cos’è l’https e perché è più sicuro dell’http
Cos’è l’https, spiegato in termini tecnici, lo puoi cercare su Google o leggerne la descrizione su Wikipedia.
Io te lo spiego in maniera semplice e NON tecnica. In pratica con l’http lo scambio di dati che avviene tra sito web e utente è in “chiaro” e quindi visibile da tutti, mentre se il sito web viaggia su protocollo https, lo scambio di dati avviene in maniera criptata in una sorta di “tunnel” creato tra sito web e utente, rendendo quindi i dati NON visibili ad altri.
Ti faccio un esempio:
diciamo che siamo in piazza e che tu devi darmi gli estremi della tua carta di credito. Con l’http è come se mi gridassi ad alta voce i dati della tua carta di credito (con tutti che possono ascoltarli) con l’https è come se me li scrivessi su un pezzo di carta e me lo consegnassi in mano: è evidente che è un pelo più sicura la seconda situazione 😉
Chrome e dati sul suo utilizzo
Come accennavo in apertura, Google sta attivando quest’iniziativa SOLO su Chrome, che è il browser di sua proprietà…
Ma quanta gente usa Chrome? (potresti chiederti)…
In Italia circa il 56% degli utenti (fonte https://www.netmarketshare.com/), quindi la maggioranza degli utenti (non solo in Italia e con una tendenza in costante crescita).
Lo scenario: c’è da preoccuparsi?
A questo punto forse ti starai chiedendo: e quindi che faccio? Devi preoccuparmi? Devo adeguare il mio sito? O a me non serve?
Tutte domande legittime, alle quali provo a risponderti.
Innanzitutto distinguerei tra Ecommerce e siti aziendali/blog.
Come dice Google stesso nel suo articolo del security blog, attenzione particolare e principale verrà data ai siti in cui avviene scambio di dati “sensibili” (pagine di login e raccolta dei dati delle carte di credito).
Quindi se hai un ecommerce dovresti affrettarti nell’adottare il protocollo https: pensa a cosa può pensare l’utente che vede scritto “NON Sicuro” nella pagina in cui deve inserire i dati della sua carta di credito…
Per tutti gli altri siti che NON sono ecommerce e che non trattano dati particolarmente sensibili, a mio modesto parere NON è necessario affannarsi o farsi prendere dall’ansia: non si corre nessun particolare rischio imminente.
Detto questo, Google ci sta avvisando, gradualmente “stringerà” sempre più a morsa verso l’http, e quindi non è questione SE passare o meno all’https ma solo QUANDO farlo.
A cosa fare MOLTA attenzione
Una fase a cui stare molto attenti è quella della migrazione del tuo sito/blog da http a https.
Ti spiego perché.
Se hai un sito che riceve traffico organico da Google, probabilmente è segnale che una o più pagine del tuo sito sono posizionate per alcune parole chiave. Questo significa che per Google, la pagina del tuo sito http://www.nomedelsito.com/paginaposizionata è pertinente per una o più parole chiave, e quindi la posiziona.
ATTENZIONE: In considerazione di quanto detto ASSICURATI che venga fatto il redirect 301 per tutte le pagine del tuo sito da http a https, altrimenti corri il GROSSO RISCHIO di vederti AZZERATO IL TRAFFICO ORGANICO.
Non voglio preoccuparti: se ti affidi ad un professionista è una cosa normale ed un’operazione semplice.
Ma se fai tutto da solo (cosa che in questo caso, ti sconsiglio) o sei seguito da un tecnico che non ti dà fiducia piena, VERIFICA che il redirect 301 venga fatto.
Un falso mito
In queste settimane m’è capitato di leggere che il passaggio ad https aiuti e migliori il posizionamento su Google: questa cosa NON è sempre vera.
Mi spiego.
Effettivamente l’adozione del protocollo https è un fattore di posizionamento, ufficializzato anche da Google.
Ma…
…è UNO dei TANTI fattori di posizionamento, NON è uno dei maggiori e soprattutto può migliorare il posizionamento di un sito nel quale la SEO, poco o tanto, sia stata curata in precedenza, altrimenti non ti aiuterà affatto.
Usando una metafora: se alla tua macchina manca il MOTORE, puoi montarci pure gli alettoni, ma sempre ferma rimane 😉
Conclusione
Google ha dettato una nuova condizione alla quale dovremo adeguarci TUTTI.
Se hai un ecommerce fallo appena ti è possibile.
Se hai un sito “normale” non c’è bisogno di farsi prendere dall’ansia ma ricorda che DEVI farlo.
In tutti i casi (e soprattutto se il tuo sito riceve traffico organico) fai ESTREMA ATTENZIONE che chi si occupa dell’operazione faccia il redirect 301.
A cosa serve la SEO? A fornire risposte utili e rilevanti a coloro che effettuano una ricerca.
Per questo motivo, per chiunque abbia voglia di realizzare una strategia seo, si rivela essenziale comprendere a fondo qual è l’intento di ricerca degli utenti, o in altre parole, cosa desiderano realmente trovare.
Deve essere chiaro a tutti che l’utente web quando effettua una ricerca su Google vuole trovare qualcosa di specifico, e non arrivare su una pagina qualsiasi.
Determinare l’intento di ricerca
Come prima cosa è utile effettuare una classificazione degli intenti di ricerca, capire quali sono le differenti tipologie di ricerca in modo tale da schematizzare e quindi semplificare la nostra analisi.
La ricerca può essere effettuata con l’intento di:
di navigazione
di informazione
transazionale
Ricerche con l’intento di navigazione
L’intento di ricerca di navigazione è quello di individuare un determinato sito web oppure una particolare pagina web, un forum, una directory, un portale o un blog. Spesso l’utente ha ben in mente il sito che vuole raggiungere ma non ne ricorda esattamente il nome oppure lo ha completamente dimenticato. O ancora non ricorda l’estensione del dominio di primo livello (.it o .com), quindi utilizza il motore di ricerca per agevolare la navigazione.
Pensiamo a tutti coloro che cercano su Google la parola “Facebook”: chi di noi non lo ha mai fatto?
Ricerche con l’intento di informazione
L’intento di ricerca informativo si configura quando l’utente cerca di individuare il contenuto relativo ad un determinato argomento, vuole apprendere una particolare nozione, in pratica si vuole informare su qualcosa.
Che tempo fa oggi? Qual è il risultato della partita? Quando parte il treno per Torino?
Il motore di ricerca qui viene usato come suggeritore di risposte.
Ricerche transazionali
L’intento della ricerca transazionale è finalizzato al compimento di un’azione: comprare un prodotto, chiedere informazioni su un servizio, registrarsi ad una newsletter, noleggiare un auto. L’utente in questi casi utilizza il motore di ricerca per trovare un sito web che possa offrirgli ciò che vuole comprare o a cui possa richiedere l’esecuzione di alcuni servizi.
Conclusioni per fare SEO
Come è facile immaginare la maggior parte delle ricerche sono di carattere informativo, circa 8 su 10 sono effettuare con l’obiettivo di reperire un’informazione, chiedere qualcosa, capire un determinato argomento. E solo 2 su 10 sono navigazionali o con l’intento di effettuare una transazione.
Capire cosa spinge gli utenti ad effettuare una determinata ricerca, le modalità utilizzate per scrivere la query e comprendere come Google reagisce a tali ricerche sono attività fondamentali per coloro che fanno SEO e sono certamente propedeutiche a tutte le operazioni tecniche on-page e off-page.
Prima è necessario capire e solo dopo si può agire, specialmente quando si fa SEO.