Dal Digital Marketing si leva la crociata per la ‘Human Experience’

(giovedì 23 gennaio)

Da almeno due anni a questa parte il settore del branding e del marketing più in generale (1 2) sono animati da continue novità o aggiornamenti in tema di metodologie di approccio (leggi ‘algoritmi’) e tecniche, sempre più automatizzate e mirate (approccio e specializzazione dell’Intelligenza Artificiale 1 2) le quali, seppur indirettamente, per la logica delle metriche adottate ed i loro strumenti, stanno distraendo gli operatori da quello che è il loro obbiettivo: raggiungere il destinatario, l’utente finale.

Pertanto sorge l’esigenza di ridisegnare il concetto di customer journey, mediante cui rimettere “al centro” l’utente.

Gli stessi operatori di settore convergono nell’affermare che ‘è vitale rifocalizzarsi sulle persone’ (“buyer personas“) e, in particolare, su un processo che conduca al cliente in maniera più trasparente, con meno congetture e più diretto.

Ciò comporta di accantonare il meccanismo del funnel, strumento diventato suo malgrado come il miele per le api, non sempre efficace tuttavia per portare ad una visibilità che veramente converta in transazioni e comportamenti davvero utili.

Ecco allora l’invito ad una riscoperta dell’approccio human oriented: mettere dinanzi a noi una lavagna su cui andare a delineare personalmente, in maniera asettica da fattori esterni, finalità e modalità d’approccio per ‘rimettere al centro la buyer persona‘ così tanto inseguita e quindi costruire una tecnica di clustering.

Il rapporto tra SEO e Web Marketing

Cosa accomuna due parole, una che oramai risuona facilmente che ha a che fare con il settore web e il (web) marketing ?

SEO e Web Marketing due termini sempre più strettamente in relazione tra loro oggigiorno che stanno prendendo sempre più piede sul mercato e più specificamente parlando di siti e commercio, e che sono interdipendenti.

Del primo fino a qualche anno fa la definizione ideale sarebbe stata ‘l’insieme delle attività atte a migliorare il posizionamento di un sito/pagina su Google’.

Mentre “Markerting” indica ‘un processo che ha come fine quello di favorire l’incontro fra domanda e offerta, di beni o servizi’. Ora veniamo alla parolina ‘Web’: l’accostamento fa sì che, se pubblicità e rapporti commerciali sono i mezzi tramite cui si realizza il marketing (‘tu vai a cercare il cliente’), viene letteralmente ribaltato il significato della parola: ora diviene “qualcuno che ti cerca“, sì che non devi più correre dietro al potenziale acquirente per attrarli verso le tue offerte, non più dunque sottostare ‘ai suoi umori’ poiché ora è lui che vuole ciò che tu vendi.

Tornando invece alla definizione primaria, bisogna operare alcune sostituzioni nell’etimologia delle parole : non più “posizionamento” ma “visibilità” in virtù della potenza che oggi l’aggiunta dei rich snippet e di altri tag (title, meta description) realizza un significativo gap in termini di visibilità del progetto/prodotto; “contenuto” al posto di “pagine” dal momento che oggi si posizionano sui motori anche contenuti e non solo pagine (ad es. i video).  Attualmente “Google” andrebbe sostituito con “motori di ricerca“: Google rimane sempre il numero 1 in diversi paesi, ma non ovunque (si pensi ad esempio  alla Cina e alla Russia). 

Verosimilmente, il sito può essere allora pensato come ad un imbuto (tecnicamente, “funnel“): da una parte entrano gli utenti ‘alla ricerca’, dall’altra escono le “conversioni“, ciò che noi vogliamo l’utente faccia (una richiesta di contatto, la compilazione di un modulo, fino alla vendita).

Da questo punto di vista è quindi da accogliere il visitatore, facendolo atterrare sulla pagina del proprio sito e a proprio agio, e potergli fornire la miglior risposta possibile per ciò che cerca, con l’auspicio che compia l’azione finale, determinante.

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