E-commerce, nuovo Eldorado

Per E-commerce si intende il complesso delle transazioni commerciali e anche delle piattaforme legate allo scambio di prodotti e servizi. Un modo di fare commercio che senza dubbio è sentito dagli imprenditori come un’opportunità in più per la loro attività, un nuovo Eldorado.

L’e-commerce così come lo conosciamo oggi non può essere certamente paragonato a quello degli albori – più o meno 20 anni fa – quando acquistare in Rete iniziava ad essere un’abitudine per i più smaliziati, per le differenti metodologie utilizzate e le rinnovate tecniche d’approccio.

Il fenomeno del commercio elettronico vide i suoi natali con le prime transazioni commerciali di metà anni Novanta allorché un impiegato dell’azienda americana NetMarket vendette a un amico un CD di Sting; successivamente avvenne la prima vendita online di una pizza. Di lì a qualche anno sarebbero nati Amazon ed eBay (1995), e poi Alibaba (1999), colossi attualmente ancora sulla cresta dell’onda del palcoscenico dei servizi e-commerce.
Nel frattempo, in quasi trent’anni la vendita tramite Internet di beni e servizi è cresciuta esponenzialmente, adattandosi all’evolversi dei tempi e alle esigenze dei consumatori.

Da una ricerca da parte dello studio Casaleggio Associati (2007), da sempre attento ai suoi sviluppi, che analizzava il primo decennio di andamento dell’e-commerce in Italia e in Europa, il nostro paese risultava essere il fanalino di coda nel settore tanto da parlare di ‘Eldorado latente‘, facendo emergere come l’ecommerce rivestisse allora una posizione marginale nell’economia del nostro paese.

Se già più di dieci anni fa il settore segnava una inversione di rotta cominciando ad assumere un peso via via crescente (per la verità in misura minore in Italia, maggiormente a livello europeo), il la ad una crescita sempre più dirompente si è denotato negli ultimi anni e in particolare dal 2020, pur essendo qua determinata da esigenze oggettive legate alla pandemia.

Fra il 2014 e il 2015 in particolare si colloca la chiave di svolta del settore con una incidenza sull’economia nazionale che ha raggiunto la doppia cifra, una crescita che si colloca controcorrente rispetto ad un PIL fluttuante.

Contestualmente, ecco allora che la rilevanza dell’argomento, dell’avere un negozio online, ha assunto una valenza strategica per qualsiasi impresa:
in corrispondenza allo stravolgimento delle consuetudini legato alla pandemia da Coronavirus che ci ha costretto a successive misure restrittive l’avere una vetrina su Internet è divenuto sinonimo di sopravvivenza per gli imprenditori.

Durante il lockdown, l’e-commerce è stato il principale, se non esclusivo, motore di sostentamento dei consumi, rendeendo meno amara la crisi delle vendite.

I dati sul commercio elettronico in Italia mostrano chiaramente come siano aumentati nel tempo gli acquisti da dispositivi mobile: il canale mobile conta poco meno del 50% del fatturato e-commerce.


Fra le varie tipologie di commercio elettronico, B2B (Business to Business) e B2C (Business to Consumer) i più comuni, grande rilievo sta assumendo in questi tempi il modello D2C, acronimo di ‘direct-to-consumer’ (diretto al consumo) sinonimo di commercio conversazionale. Si basa sulla vendita diretta al consumatore finale, controllando ogni aspetto dell’attività dalla produzione alla distribuzione dei prodotti. La potenza del commercio conversazionale sta nel porre il cliente (e la conversazione “diretta”) al centro del rapporto commerciale. In questo senso si parla di commercio conversazionale, ossia la vendita di prodotti o servizi attraverso conversazioni personalizzate. Un modello di business che colpisce nel segno in un periodo in cui i consumatori sono sempre più alla ricerca di autenticità e prossimità.

Se questo periodo di restrizione porta i grandi brand a rivedere i propri piani, quelli d2c hanno fatto passi avanti.

L’e-commerce si rivela essere al giorno d’oggi una strategia vincente per una realtà aziendale, a maggior ragione un tesoretto per le piccole imprese: è in ciò che sta l’essenza della Local SEO, con cui per definizione ha molto in comune verrebbe da dire (leggi commercio di prossimità) perché consiste sempre in un rapporto diretto fra commerciante e consumatore …

Di seguito, il Rapporto sull’E-commerce in Italia nel 2021. https://www.youtube.com/watch?v=Bkg0ZsSlYi4

(Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Commercio_elettronico, https://www.insidemarketing.it/glossario/definizione/ecommerce/, http://www.b2commerce.it/e-commerce-in-italia-un-eldorado-latente/, https://blog.osservatori.net/it_it/e-commerce-in-italia)

WooCommerce vs Shopify


Nel panorama delle piattaforme di e-commerce, WooCommerce e Shopify sono quelle più affermate e popolari, più facili ed utilizzate sul mercato (1 2).
Ambedue possono essere utilizzate senza bisogno di particolari requisiti né dell’aiuto di professionisti; ognuna delle due presenta propri punti di forza per rappresentare la soluzione ideale al fine di implementare il proprio negozio online come pure svantaggi.
Primo carattere distintivo fa riferimento alla loro “natura”: mentre Shopify è a pagamento, WooCommerce, plugin associato al CMS WordPress, è fondamentalmente gratuito, fintantoché non si voglia personalizzarlo secondo le proprie esigenze.

Shopify è un ‘prodotto chiavi in mano’: una volta acquistato “pronti-via” … si va in strada con la sola preoccupazione di allestirlo con i propri prodotti etc. (.. affermazione comunque del tutto relativa, considerando comunque la sua strutturazione !). WooCommerce invece si presenta come un vero e proprio programma ‘indipendente’, da personalizzare in base alle proprie esigenze in termini di ecommerce.

Una delle decisioni principali da parte dell’utente è (saper) cogliere se è orientato ad una piattaforma di e-commerce open source (gratuita) piuttosto che ad una più user-friendly che al contrario prevede una tariffa mensile.
Shopify è la soluzione ideale per iniziare da subito, eliminando complicazioni dovute all’hosting (acquisto dello spazio per il sito web) e alla gestione degli aspetti tecnici legati al negozio online, sostituendoli con una svariata gamma di strumenti di facile utilizzo per le varie esigenze, rendendolo così funzionante in pochi minuti. Shopify è la scelta ideale se si desidera un pacchetto all-in-one per il proprio negozio di e-commerce. WooCommerce si presta invece alla personalizzazione del proprio ecommerce.
Approfondimenti qui:
https://ecommerce-platforms.com/it/compare/shopify-vs-woocommerce-comparison#woocommerce-vs-shopify-difference

Shopify è una soluzione di e-commerce all-in-one progettata per offrire tutto il necessario per iniziare subito. Consente di ‘bypassare’ eventuali complicazioni che possono derivare dal dover gestire gli aspetti tecnici ricorrendo invece a strumenti di facile utilizzo. Se questi ne sono i privilegi, se cioè Shopify ha il pregio di essere funzionante in pochi minuti, ciò si traduce nella mancanza di un controllo completo sul progetto. WooCommerce, a parte il fatto di essere in stretta relazione con WP, si presenta come una piattaforma open-source (‘Le soluzioni open source sono spesso piene di funzionalità uniche perché vengono costantemente sviluppate‘) e self-hosted cioè prevede pieno controllo sia sul dominio del sito che sull’hosting, pieno controllo sui contenuti che vengono caricati permettendo, a differenza del concorrente, e di avere il controllo su aspetti più peculiari (come il citato hosting). Può inoltre contare su di una vasta community, garantendo una piena personalizzazione del negozio online.


In definitiva, Shopify offre tutte le funzionalità necessarie per gestire e far crescere la tua attività. WooCommerce è la soluzione ideale se si ha già un sito wordPress e si vuole poter avere un maggiore controllo sul proprio negozio.

L’Assistente Vocale che non t’aspetti

Il prolungato periodo di pandemia, destinato ad allungarsi anche al periodo delle feste, costringendo un pò tutti a trascorrere larga parte del proprio tempo fra le mura domestiche, potrebbe accentuare l’utilizzo degli Assistenti Vocali. Neanche a farlo apposta, fra le tante – più o meno indispensabili – essi presentano alcune interessanti funzioni che consentono di apprezzare quanto questi dispositivi siano vicini al giorno d’oggi all’intelligenza artificiale.
Così ad esempio Google Assistant spicca proprio per presentarne alcune che, oltre a (anche) venirci incontro in questo periodo, mettono in evidenza il livello raggiunto da questi dispositivi … da far stropicciare gli occhi !
Trattasi di implementazioni di comandi vocali che dicono “Google, fai questo … fai quello ! ..” soddisfando le nostre esigenze. Ecco sette nuove funzionalità che sottintendono alla comodità e versatilità di questi strumenti.
Ora, è possibile impostare l’Assistant Google come temporizzatore per l’accensione/spegnimento delle luci (paradossalmente, questa funzionalità non è ancora resa disponibile su Amazon Echo). Ora é possibile programmare Google Assistant perché provveda automaticamente … senza bisogno di intervenire manualmente. E’ possibile impostarne l’attivazione o dopo un certo tempo trascorso oppure ad una determinata ora; unica pecca è che, ad ora, non è possibile interromperne la programmazione.
L’assistente vocale permette anche di creare una lista della spesa ….. consuetudine questa che torna di moda oggi, permettendo di appuntarsi – in questo caso di elencare all’assistente virtuale di turno – i prodotti da acquistare quando si va al supermercato: mediante un comando vocale si può creare una vera e propria lista di quanto necessario.

O addirittura di affidargli la gestione della sorte emulando il classico ‘Testa o croce‘ per le nostre scelte.

“Ok Google lancia una moneta”


Di impostare la sveglia tramite Spotify quindi programmare il nostro risveglio con un brano ad hoc o una playlist, permettendo cosi di scegliere un modo più soft per iniziare la giornata.
Per sciogliere le tensioni accumulate durante la giornata, è possibile inoltre impostare una ‘modalità relax‘ a cui abbandonarsi mediante la riproduzione di suoni della natura.
Continuando in questa breve elencazione, la funzionalità ‘Traduci’ è però il cavallo di battaglia di Google Assistant per cui si presta a svolgere al meglio la funzione di traduttore, sia di singole parole come di costrutti, facendo così diventare l’Assistente Vocale un interprete.

“Ok Google come si dice (Ciao) in (Inglese)?”


Come Alexa anche Google introduce l’intrattenimento interattivo dei giochi, allargando in questo senso il concetto di intelligenza artificiale all’intrattenimento interattivo.

“Ok Google giochiamo”


In conclusione, oggigiorno si sta dimostrando che un Assistente Vocale riesce ad andare ben oltre il concetto di utilità, aprendo a nuovi orizzonti come quello dell’interattività, benché sia un settore ancora in fase di maturazione, arrivando a rivalutare quello che è il significato di Intelligenza Artificiale.

(Fonte:www.https://www.tuttoandroid.net/)

L’Eldorado dei giorni nostri

Dal prologo di un servizio televisivo nasce un paradigma che, seppur traslato di 150 anni, ben si adatta ad un fenomeno in (pieno) corso di svolgimento dei giorni nostri …
Ebbene, come a metà del XIX secolo in una zona circoscritta degli Stati Uniti, nel Far West, dalla scoperta di un ricco giacimento aurifero sorse la leggenda passata alla storia come il mito della miniera di El Dorado (regione del Nevada), nei pressi del fiume Colorado, oggi come allora siamo tutti testimoni di profondi cambiamenti nei nostri ‘usi e costumi’ che presentano diverse analogie con il mito dell’effimero Eldorado Canyon (1775).

Il contesto è perfetto per essere ambientato ai giorni nostri: come nel nascente El Dorado la gente riponeva le proprie speranze i propri sogni, le proprie velleità di ricchezza in quell’Eldorado nascente così al nostro secolo, nei nostri anni, in tanti si proiettano su internet con lo stesso spirito: l’Eldorado del nostro tempo è il web, ancor prima Internet che ne ha determinato lo sviluppo che al giorno d’oggi è sotto gli occhi di tutti. In tanti lanciano e si proiettano sulle piattaforme digitali, sulla varietà di tecnologie e applicazioni con lo stesso spirito con cui si partiva per l’Eldorado centinaia d’anni fa …

Cosi come allora in tanti muovono dunque verso il mare magnum offerto dalla Rete e la Content Creation con le stesse motivazioni: come in tanti a quei tempi cercavano una nuova dimensione partendo per Eldorado tanti ora vanno su internet per la costruzione di piattaforme o innovazioni.

Quanti trovarono però effettivamente ricchezza in Eldorado ? pochi. Quanti “si sono estinti”, hanno faticato (rimettendoci addirittura la vita, o la salute) alla ricerca del ‘mito’ ? molti. Così per il Web . ‘La storia difficilmente ricorda chi ricercava ricchezza.Una civiltà mai si trova, una civiltà si costruisce. ‘… La storia premia chi dona ricchezza, coloro che condividono ricchezza: ancora una volta ‘.. una civiltà non si trova, una civiltà si costruisce.’

https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/freedomoltreilconfine/raffaele-tavazzi-lel-dorado-del-nostro-tempo_F310071101013C02 alt=”Raffaele Tavazzi: l’El Dorado del nostro tempo.”

(Fonte: Raffaele Tavazzi: l’El Dorado del nostro tempo.)

Il fenomeno ‘Cashback’


Negli ultimi tempi, nell'(oramai) mare magnum del mondo digitale si stanno sviluppando piattaforme commerciali B2C orientate a cambiare radicalmente un’abitudine implicita del consumatore, vale a dire abbandonare l’utilizzo della cartamoneta quale consueto sistema di pagamento utilizzato a favore dei moderni sistemi di pagamento elettronici.

Realtà ormai affermatasi negli Stati Uniti, a fronte di una rete capillare oramai collaudata, il cashback sta lentamente prendendo piede anche in Italia.
Cashback è un fenomeno che si propone di assumere addirittura carattere sociale in quanto andrà ad investire in pieno un’abitudine corrente sacrosanta negli acquisti – per meglio dire dei pagamenti – dei consumatori. “Il cashback è il principio secondo il quale, a seguito dell’acquisto di un bene o di un servizio, all’acquirente viene garantito un rimborso di parte della spesa.” E’ un meccanismo di riaccredito automatico di parte dei soldi spesi nei propri acquisti.

Cashback – rimborso sugli acquisti

Si tratta di un metodo mediante cui, previa iscrizione ai rispettivi portali, viene rimborsata una percentuale sui propri acquisti effettuati online .

Come il sito “spot” guadagna una percentuale degli acquisti effettuati dai propri utenti su uno dei punti convenzionati così altrettanto riconosce automaticamente parte del suo guadagno all’acquirente che ha aderito al progetto. Il meccanismo si attiva aderendo a dei siti specializzati dove gli utenti registrati possono guadagnare una percentuale.

Nato inizialmente come servizio online, negli ultimi anni il cashback si è gradualmente diffuso anche a livello locale grazie ad esempio all’utilizzo di coupon creati appositamente.


Si distingue da sistemi cosiddetti programmi di fidelizzazione, come ad esempio la scontistica, perché riconosce effettivamente un guadagno sugli acquisti fatti nei negozi prescelti.

Presenta un duplice aspetto: trarre un vantaggio diretto dalle proprie spese e uno indiretto legato alla rete di contatti sviluppata.
Come anticipato, sempre più siti di cashback incentivano i propri utenti attraverso un sistema di referenza che garantisce loro dei vantaggi extra allorché invitano degli amici ad utilizzare il servizio di cashback, vale a dire una percentuale dell’importo (solitamente tra il 3% e il 10% della cifra pagata) speso. In questo modo i benefici sono sia per l’utente sia per il sito che trova un canale pubblicitario alternativo e spesso più economico rispetto a quelli classici.

Le attività di cashback in Italia stanno prendendo sempre più piede e sono tante le aziende che, per promuovere nuovi prodotti, offrono la possibilità di acquistare loro articoli e richiedere un rimborso.

Solitamente il sito di cashback pone un limite minimo da raggiungere per poter richiedere il pagamento (il cosiddetto “payout“), rendendo così necessaria per l’utente la fidelizzazione.

Il cashback non è né uno sconto sull’acquisto né un guadagno: lo sconto infatti si applica contestualmente all’acquisto (ed è garantito dal venditore);
i soldi che si accumulano sul conto mediante questo meccanismo non sono infatti un guadagno ma piuttosto un risparmio ottenuto sotto forma di rimborso di parte di un acquisto.

“Cashback” letteralmente significa “soldi indietro e consiste in un rimborso parziale della spesa sostenuta dagli utenti quando acquistano online sui siti di negozi/circuiti di convenzionati.


Un sito di cashback fornisce i mezzi tecnici ed amministrativi grazie ai quali si può ottenere un rimborso sugli acquisti effettuati online. In particolare, se si acquista su un negozio convenzionato con le modalità previste dal sito di cashback, il sito stesso riconoscerà una quota della spesa effettuata per l’acquisto, in denaro reale.

Il ‘Cashless’ approda in Italia

A dicembre anche in Italia verrà avviato questo progetto che rientra nel piano Italia cashless con il fine di invogliare il consumatore a ridurre l’utilizzo di contante e incoraggiandoli all’utilizzo di strumenti digitali, unitamente ad un sistema di premialità.

Addio strumento di test per i dati strutturati !

Un altro passo avanti nel mondo della SEO – verrebbe da dire ! Stavolta, protagonista o meglio finito sotto i riflettori della casa di Mountain View è una delle ultime innovazioni introdotte in tema di multimedialità e strutturazione delle pagine web: i rich snippets.
Se a proposito del loro utilizzo e validazione Google aveva messo a disposizione uno strumento di validazione mediante cui gli operatori SEO potevano controllare la corretta implementazione del codice, tool ‘decantato’ fino al giorno prima, è degli inizi di luglio la notizia secondo cui questo non sarà più disponibile.


Anche se la scelta non avrà effetti immediati, non si tratterà comunque di un ‘addio totale’ dal momento che il tool sarà comunque integrato (e migliorato) nel nuovo strumento di test dei risultati multimediali che lo sostituirà.

Progetto sviluppato nel 2017, il nuovo strumento di test consente di testare sia porzioni di codice che URL di pagine web di rich snippet tradizionali come di altre tipologie di risultati di ricerca che vengono visualizzati in una SERP.
Se all’inizio consentiva di supportare solo i quattro tipi-base di dati strutturati (ricette, annunci di lavoro, film e corsi), ora il tool ex-novo si dimostra compatibile con dati strutturati in JSON-LD, Microdata e RDFa.
Il tool consente in particolare, in fase di analisi del codice di un pagina web, di fornire in risposta sia errori (che impediscono alla pagina di essere visualizzata sul Web) sia avvertimenti (uno o più elementi non verranno mostrati nella SERP.

Qui riporto un articolo su alcune valide alternative al tool di Google.

Scopriamo LinkedIn

LinkedIn non è dedicato solo al lavoro ma, oltre che ad assumere rilevanza nel b2b (‘business2business‘), si presta anche per ottenere informazioni specifiche e ‘in tempo reale’ sulle persone, per scambi professionali e generare collaborazioni: si presenta come il primo social professionale dedicato al business, dando possibilità di avere una propria rete di contatti, di persone con cui intrattenere collaborazioni.

Può essere considerato sia un social network (cioè strumento per creare relazioni) ma anche social media (piattaforma per la pubblicazione e diffusione di contenuti).

In Italia conta su oltre 14 milioni di iscritti.

Forse perché abituati ai soliti Facebook, Twitter, Instagram, non trovandolo intuitivo come interfaccia e capace di attirare le nostre attenzioni, presumendo che la sua utilità sia limitata alla ricerca di un lavoro e poco attraente per le potenzialità, erroneamente lo si abbandona lasciandolo andare nel .. dimenticatoio !
Fermo stante questa convinzione, LinkediIn sarebbe allora controproducente, addirittura dannoso: visitare cioè un profilo incompleto o comunque non aggiornato è un pessimo biglietto da visita per chi ci cerca.

Essere presenti con un profilo (personale o aziendale) è solo ‘la punta dell’iceberg’: un buon profilo è infatti la base del lavoro da fare, a ciò occorre affiancare delle attività destinate a fare business e a generare clienti: per questo, è necessario pianificare una strategia personalizzata (un mix di attività di coaching, strategie di marketing, ..), dove si individuano le caratteristiche peculiari dal punto di vista professionale come quelle da migliorare per portare valore alla professione (anche come contenuti), un metodo strutturato necessari per realizzare il proprio percorso con continuità.

Alcune peculiarità dei due possibili account che si possono creare.

1. Come per gli altri social, l’esistenza di un profilo aziendale è subordinato all’esistenza di uno personale correlato;

2. Il profilo personale può essere gestito solo da una persona, la pagina da più amministratori.

3. Le relazioni con il profilo sono ‘dirette’ (umano a umano), quelle della pagina ‘da uno a molti’.

4. Il profilo personale può avere collegamenti, la pagina può avere solo follower.

5. Il profilo personale può pubblicare post e articoli, la pagina solo post.

6. Il profilo personale ha poche statistiche, la pagina ha molti insight (report).

7. Il profilo personale non può creare campagne di sponsorizzazione, la pagina sì.

8. Il profilo personale non può aprire pagine vetrina (per singoli prodotti o servizi), la pagina sì.

9. Il profilo personale serve soprattutto per fare personal branding, la pagina per fare marketing

Difficile pensarlo come social network nella cui categoria rientra (effettivamente, in questo caso si tratta di un approccio per costruire relazioni al fine di promuovere il proprio business e il profilo; piattaforma che erroneamente si reputa orientata alla ricerca di lavoro dal momento che offre anche la possibilità di interfacciarsi nel mondo del lavoro e sviluppare i contatti professionali in forza della propria “carta d’identità” (da mantenere aggiornata). Dunque curare e mantenere aggiornato il proprio profilo, dando in esso spicco alle proprie capacità; mantenere aggiornate immagini e contenuti (i contenuti sono vitali per dare visibilità alla piattaforma. Come fondamentali sono le relazioni, ambito in cui LinkedIn eccelle): all’inizio semplici collegamenti, che poi con l’interesse crescente degli utenti/visitatori si trasformano in contatti e rapporti più stabili e duraturi. Così il digitale trasforma relazioni virtuali in relazioni reali); fare network vale a dire sviluppare una rete di contatti (più persone saranno collegate all’account maggiori sono i ritorni anche in termini di visibilità e opportunità), fare networking davvero vuol dire incontrare le persone faccia a faccia.

Per chiedere un collegamento occorre andare sul profilo della persona da invitare e, nel menu di fianco alla sua foto, scegliere la voce Collegati.

Parlando di profilo aziendale è poi strategico il ruolo del Brand Ambassador il quale va a divulgare e a rafforzare l’immagine (brand) aziendale oltre che potenziare la propria skill.

Ammaliato il futuro padre Reid Hoffman in uscita dal progetto ‘Paypal’, LinkedIn vide i natali nel 2002 con l’ambizione di essere una piattaforma social che mettesse in contatto professionisti creando occasione di incontrarsi e discutere di lavoro in rete, dare la possibilità di pubblicare il proprio curriculum e avviare nuove collaborazioni.

Iscriversi a LinkedIn è gratuito; una volta iscritti, si possono pubblicare e aggiornare curriculum vitae e presentazioni, cercare offerte di lavoro, iscriversi a gruppi e seguire i profili delle imprese e delle persone che interessano maggiormente. Un valido strumento che si può seguire nella compilazione del profilo è il cd metodo ‘LinkedIn 10C’ il quale permette di procedere alla compilazione di un cv in modo esauriente e completo, in risposta alle esigenze di chi viene a cercarci.

Un profilo LinkedIn ben creato e aggiornato può fungere da personal branding ovvero il profilo LinkedIn si pone anche come una sorta di vetrina, in cui si presentano le proprie competenze e, in particolare guardando ad un profilo aziendale, può svolgere anche la funzione di landing page (ovvero “pagina di atterraggio”) finalizzata alla vendita dei prodotti e servizi online, o alla lead generation.

LinkedIn permette di dare un’impressione che va sotto il nome di social selling ovvero tramite una combinazione di quattro parametri (completezza del profilo, il numero di collegamenti, l’autorevolezza raggiunta e il grado di networking sulla piattaforma) arrivare a un grado di valutazione interna del proprio operato.

La potenzialità dei rich snippets

Con gli anni Novanta è diventata consuetudine dei programmatori di pagine web ricorrere alla tecnica dei collegamenti ipertestuali utilizzati all’interno di un testo al fine di arricchirlo di preziosi rimandi ad altre risorse per approfondire determinati aspetti, concetti o biografie presenti nel testo stesso, con la finalità implicita di soddisfare il comune internauta altrimenti costretto a continui … “salti”.


Quella dei collegamenti ipertestuali, comunemente chiamati link, è una storia ancor più lunga che trova i suoi albori negli anni Sessanta ma che ha avuto la sua esplosione con la nascita del World Wide Web (XX secolo appunto); indubbio vantaggio è che evitano di dover scrivere contenuti chilometrici, rappresentando una soluzione per ovviare ad articoli altrimenti lunghi e con una quantità eccessiva di informazioni costringendo l’utente ad un continuo scrolling dello stesso. ‘Col senno di poi’ è stato un primo approccio per rendere fruibili al navigante contenuti interessanti e completi su di una ricerca, senza dover saltar da un testo all’altro, in grado cioè di offrire una lettura ‘a 360°’ su di un’unica pagina, non limitandosi cioè all’essenza di ciò che si cerca ma fornendo al tempo stesso utili approfondimenti e contestualizzazione dell’argomento.
In particolare, il collegamento ipertestuale può essere interno (rimandare ad un’altra pagina del sito medesimo) o esterno (che rimanda ad siti web esterni) o al sito stesso, a seconda delle esigenze che ha chi sta scrivendo la pagina web, oppure un’ancora per fare riferimento ad una posizione specifica della pagina che si sta visitando (anchor text), probabilmente molto lunga.

In anni più recenti, per venire incontro alle sempre maggiori esigenze dell’utente, sempre più fuori casa e per necessità collegato alla Grande Rete tramite smartphone o tablet per poter disporre di informazioni e risorse in tempi brevi, l’avvento e l’affermazione del concetto di web semantico ha determinato una importante revisione in merito con il risultato dell’approccio ad una nuova visione della pagina web dal punto di vista dei contenuti.

Quello dei dati strutturati è un concetto strettamente correlato a quello di ottimizzazione Seo comprende anche gli accorgimenti per ottimizzare la performance di un sito nel posizionamento nei risultati sui Motori di Ricerca, Google in primis.

L’idea di strutturare i dati di una pagina in modo tale che le informazioni scritte dagli uomini possano essere elaborate dai programmi, risale al concetto di web semantico. I dati strutturati permettono la scansione automatica dei contenuti delle pagine. I dati strutturati sono un formato standardizzato per fornire informazioni su una pagina e classificarne il contenuto; ad esempio, nella pagina di una ricetta sono gli ingredienti, il tempo di cottura e la temperatura, le calorie e così via.

Google utilizza i dati strutturati per comprendere e classificare i contenuti della pagina. Esistono diversi formati un cui rappresentare i dati strutturati (Microdati, RDFa, JSON-LD) fra cui il più utilizzato è JSON-LD il quale viene richiamato tramite script. La maggior parte dei dati strutturati di ricerca utilizza il vocabolario schema.org. Ad esempio, di seguito viene riportato uno snippet di dati strutturati JSON-LD che potrebbe essere visualizzato in una pagina di ricette, che descrive il titolo della ricetta, l’autore della ricetta e altri dettagli:

<html>
  <head>
    <title>Party Coffee Cake</title>
    <script type="application/ld+json">
    {
      "@context": "https://schema.org/",
      "@type": "Recipe",
      "name": "Party Coffee Cake",
      "author": {
        "@type": "Person",
        "name": "Mary Stone"
      },
      "datePublished": "2018-03-10",
      "description": "This coffee cake is awesome and perfect for parties.",
      "prepTime": "PT20M"
    }
    </script>
  </head>
  <body>
  <h2>Party coffee cake recipe</h2>
  <p>
    This coffee cake is awesome and perfect for parties.
  </p>
  </body>
</html>

La Ricerca Google utilizza inoltre i dati strutturati per abilitare funzionalità e miglioramenti dei risultati di ricerca.

Con “Rich Snippet”, invece si fa riferimento ai risultati di ricerca che sono arricchiti da elementi grafici i quali favoriscono la visibilità e l’interazione dell’utente. A livello pratico, quindi, sono tutte le informazioni supplementari che vengono visualizzate nei risultati, ogni volta che viene effettuata una ricerca in rete. Tali informazioni sono il risultato delle implementazioni dei Dati Strutturati su schema.org.
L’adozione di questa strategia comporta dei notevoli vantaggi al sito. Primo fra tutti, l’aumento del numero dei click e delle visite.


Con il termine “snippet” si intendono i metadati utilizzati da Google per far comparire un sito nell’elenco dei suoi risultati (titolo, descrizione e URL). Google ha arricchito queste informazioni, disponibili come detto sin dalla SERP, con ulteriori dettagli, i cosiddetti rich snippet. In questo modo, i dati della pagina che possono essere comunicati già dalla SERP aumentano: dalle stelline al prezzo all’autore (nel caso di un contenuto) e così via.
[ESEMPIO RICH SNIPPET]


Occorre inserirli all’interno del codice del proprio sito web usando le indicazioni presenti su Schema.org.

Schema.org: Lo scopo è fornire informazioni affinché i motori di ricerca comprendano meglio il contenuto dei siti web in modo da migliorare i risultati delle ricerche per gli utenti. Schema.org ti consente di predisporre i Rich Snippet (dati strutturati) che vengono visualizzati sotto al titolo e alla descrizione della tua pagina.

L’adozione di questa strategia comporta dei notevoli vantaggi al sito. Primo fra tutti, l’aumento del numero dei click e delle visite.

I Rich Snippet rafforzano (e completano) la versatilità dei collegamenti ipertestuali.

In secondo luogo, l’integrazione dei Dati Strutturati permette di aggiungere informazioni nel sito. In questo modo Google risponderà con precisione a specifiche domande, mostrando la Knowledge Graph. La risposta viene data direttamente da Google senza rimandare ad alcun sito web.
L’introduzione e progressiva affermazione del concetto di web semantico hanno poi portato ad enfatizzare l’importanza dei dati strutturati, ovvero la tendenza a strutturare una pagina web in modo che le informazioni scritte siano facilmente elaborate dai programmi, nel caso specifico riconosciute nel passaggio di scansione del crawler, in modo da permettere una scansione automatica dei contenuti delle pagine. In tal modo, è reso possibile per i motori di ricerca la loro elaborazione come knowledge graph. La ricerca semantica si svolge non per singole parole ma per concetti, entità.

Il famigerato dato che viene comunicato a Google è il seguente >> schema.org/PROPRIETA’ …………..

Esistono tantissimi plugin (anche gratuiti) per aggiungere i Rich Snippet (dati strutturati) a WordPress senza bisogno di dover manipolare direttamente il codice.

Dopo averli inseriti, è possibile testarli con un tool gratuito di Google. Lo strumento di assistenza per il markup aiuta ad incorporare i dati strutturati, implementando il codice una volta selezionati gli articoli (prodotti, ricette, articoli e testi, eventi, musica, Hotel e così via) che si vogliono rendere visibili su web, quindi verrà generata una pagina con un codice HTML con microdati: così il codice è subito disponibile.

https://search.google.com/structured-data/testing-tool?hl=it

Perché l’Email Marketing è meglio del Social Media Marketing ?

(lunedì 6 luglio)

Fra le tecniche di marketing online (‘Affiliate marketing’, ‘Email marketing’, ‘Social Media Marketing’, ‘Content marketing’, ‘SEO’, ‘Influencer marketing’, Viral marketing’) se ne può apprezzare una che si dimostra particolarmente efficace quanto a tempi di risposta.

L’Email Marketing è tutt’oggi, e probabilmente lo sarà per molto tempo ancora, il canale primario di lead generation utilizzato dalla maggior parte delle aziende perché garantisce un ritorno d’investimento sicuro e “in tempi celeri”.

Valore indiscutibile del marketing online è di riuscire a raggiungere un pubblico potenzialmente ampio e, dati alla mano, questa tecnica è una “cassaforte” all’uopo.

L’email marketing consiste in tutte quelle attività che prevedono l’invio di messaggi di posta elettronica, commerciali e/o promozionali, al fine di acquisire nuovi clienti nel pubblico, fidelizzare quelli che si hanno già e spingerli con un invito (call-to-action) a eseguire un’azione (es. acquistare un prodotto, utilizzare un servizio, etc.). Il che è poi il processo del funnel.
Ricorrendo alla tecnica dell’email marketing comunque, bisogna fare attenzione a non cadere nella pratica dello spamming, ovvero l’invio assillante e continuo di messaggi pubblicitari: questo potrebbe infastidire gli utenti e produrre risultati negativi rispetto alle intenzioni.
Per inviare messaggi pubblicitari è possibile utilizzare vari servizi, ad esempio i famosi MailChimp e CleverReach, i quali offrono strumenti avanzati nella gestione dei messaggi e per effettuare campagne di marketing.

Si può parlare allora di un “primato” del marketing online alias Web Marketing ? Potrebbe essere, guardando alle consuetudini dell’utente medio, sempre più fuori casa e connesso per necessità ad internet e ai dispositivi mobile per trovare risposta alle sue necessità (approfondimento).

Altra voce importante nel panorama del marketing online e che trova sempre più riscontri con il proliferare dei social network è il social media marketing (SMM). Il suo successo dipende principalmente dal fatto che permette alle aziende e ai clienti (= utenti interessati) di interagire fra di loro.
Questo offre dei benefici per ambedue i soggetti: da una parte le aziende hanno la possibilità di condurre campagne di marketing mirate, scegliendo il pubblico (target) da raggiungere; dall’altro i clienti possono esprimere liberamente le proprie opinioni su un certo prodotto o un servizio con le recensioni. Sui social network è possibile promuovere i propri prodotti e servizi a pagamento, avviando campagne pubblicitarie mirate, che permettono di selezionare il pubblico che si vuole raggiungere, aumentando in questo modo le probabilità di rendere visibili i post a persone realmente interessate al contenuto proposto. I social media sono fortemente associati a una strategia dei contenuti, solitamente di tipo organico (cioè non a pagamento), impensabile in una strategia di Marketing Digitale (che non includa cioè anche la pubblicità a pagamento). Mentre una campagna di Marketing Digitale si realizza in vari modi (pubblicità su Internet, annunci per cellulari, TV, SMS e così via) una strategia di Social Media Marketing rimane sempre e comunque circoscritta all’ambito dei social.

Non deve trarre in inganno che il solo “mettersi sui social media” significhi che così si sta già facendo Marketing Online e che tutto si esaurisca lì: nient’affatto ! I social media sono, infatti, una delle tante attività che è possibile fare nell’ambito del più ampio gruppo di azioni dell’Online e Digital Marketing. Quindi, è solo mediante l’ausilio di determinate tecniche – SEM, e-mail marketing, remarketing, pubblicità su canali o piattaforme digitali, pubblicità a pagamento – che si realizza l’effettiva promozione.

È più importante puntare nel Marketing Digitale o nel Social Media Marketing? Su cosa un imprenditore deve investire per far conoscere la propria attività e i propri prodotti ? La risposta è strettamente correlata alla tipologia dei prodotti e servizi che si intendono promuovere: a casi in cui una attività di SMM può essere più che sufficiente, se ne contrappongono altri che necessitano del supporto di una strategia di Digital Marketing efficace. Tutto dipende dal risultato che si vuole raggiungere e dalle ambizioni che si hanno. Va però notato che implementare il Social Media Marketing all’interno di una più strutturata strategia di promozione sul web garantisce maggiori probabilità di successo.

Anche se entrambe le strategie sono molto efficaci prese singolarmente se ben impostate ed utilizzate possono, integrate fra di loro, amplificare i risultati in maniera esponenziale. Questo suggerisce che, se si desidera migliorare il coinvolgimento del nostro pubblico aumentando i tassi di conversione, l’utilizzo dell’Email Marketing e la sua integrazione con i Social, ed in particolare con Facebook, potrebbe essere uno dei migliori percorsi da intraprendere.

Se un tempo la strategia di invio delle email consisteva semplicemente in un invio massivo della stessa email a tutti i contatti di una mailing list, oggi l’email marketing è una tecnica di digital marketing all’avanguardia, articolata, dinamica e altamente professionale.
La tecnica che utilizza l’email è la regina dei canali di marketing con un ROI cospicuo (3.800%). Le email permettono di accelerare il processo di conversione degli interessati in clienti e agevolano – come detto – l’interazione e la fidelizzazione.


Una sinergia fra le strategie di email marketing e social media marketing genera potenza e, quindi, risultati. Ad esempio, validi suggerimenti sono quelli di aggiungere le icone dei social network alle email, promuovere la presenza sui social del brand, promuovere il contenuto stesso delle email sui social, offrire incentivi (chiedere ai propri affiliati di invitare i loro contatti a mettere “Mi piace”sulla pagina dell’azienda in cambio di scontistica sugli acquisti).

“Sottile linea rossa” fra Web Marketing e Digital Marketing

(mercoledì 1 luglio)

Oggigiorno le dinamiche sociali, il livello di competitività tra le imprese, il modo di interagire stesso e le esigenze dei consumatori hanno sovvertito le strategie aziendali: il successo sta ora nella comunicazione digitale e nel rivolgersi in particolare in maniera efficace al proprio target (nel frattempo sempre più social, che si aggiorna tramite dispositivi mobile e il web).

Con alla base queste nuove esigenze e aspettative, due sono le tendenze “operative” già avviate da alcuni anni, settori in fermento da questo punto di vista: il Digital Marketing e il Web Marketing; ma cosa li distingue? è nato prima l’uno o l’altro ? In effetti, “una sottile linea rossa” sta tra i due termini che spesso vengono utilizzati erroneamente come sinonimi: operativamente, una sottile sfumatura infatti li distingue.

Possiamo affermare che il suffisso ‘web’ indica un sottoinsieme del Digital Marketing: quest’ultimo ingloba l’insieme di azioni e strumenti di promozione che hanno a che fare col digitale; pertanto, il ‘Web’ si conclude ne è una branca.
L’imperativo appare dunque non utilizzare più “Web Marketing” al posto di “Digital Marketing” e viceversa !
Tenendo presente la situazione attualizzata del mercato e delle dinamiche correlate, il Digital Marketing fa riferimento alle azioni messe in atto da azienda o professionista per pubblicizzare beni e/o servizi che hanno a che fare con il mondo del digitale (ad es. dalle offerte commerciali alle informazioni utili per fidelizzare i clienti).

Web Marketing fa riferimento alla sterminata varietà di attività del World Wide Web per raggiungere il comune fine di promozione e pubblicità di beni attività che, pur convergendo in sostanza tutte nel digitale, circoscrivono un ambito più definito: il web; quindi ad esempio fare web copywriting, seo, inbound marketing, leads, social media marketer è fare web marketing.

Fare marketing su Internet “Web Marketing” – all’interno di cui stanno strumenti anche innovativi – si può etichettare come “Marketing Online

(tradizionalmente qui rientrano: Affiliate marketing, email marketing, analytics, content marketing, SEO, influencer marketing, viral marketing). Sempre più aziende e associazioni si rivolgono a questa metodologia di marketing non solo perché risulta essere il modo più conveniente per connettersi con i propri clienti/utenti ma anche per attrarne di nuovi tramite opportune strategie di funnel e conversione _.

Investire semplicemente sui canali di comunicazione del web marketing non appare però esaustivo al fine di averne poi la padronanza: è opportuno conoscere i fondamenti per investire al meglio le proprie risorse e farsi conoscere dal proprio target per i prodotti/servizi offerti.

Definire il web marketing come “marketing applicato al web” è però limitato, non dà spazio alla sua varietà. Il web marketing è un insieme di strumenti, tecniche e metodologie di marketing utilizzati/e per la promozione di una marca e/o prodotti e servizi attraverso internet. Esso include l’uso di social media, motori di ricerca, blogging, video e email. Normalmente le attività di web marketing si traducono prima nella pubblicazione di un progetto web, poi nella realizzazione e promozione di un sito internet.
Il web marketing è destinato ad essere sempre più importante nei prossimi anni: come consumatori si prenderanno le nostre decisioni sempre di più online; si spende sempre più tempo in internet, ci intratteniamo sempre di più sui motori di ricerca, su mobile e sui siti web per ottenere ciò che vogliamo. Allora, un’azienda che vuole vendere i propri prodotti e servizi deve essere in grado di:
– intercettare i suoi possibili clienti su questi canali;
– online deve saper comunicare con loro per influenzare positivamente le decisioni, affinché acquistino prodotti e servizi di questa azienda.

I canali di marketing sono tutte le piattaforme, gli strumenti e le strategie a disposizione del business per comunicare con la loro target audience (“pubblico profilato”) allo scopo di vendere i propri prodotti.

Perché abbiano successo, le imprese devono saper scegliere il giusto “marketing mix” di strategie, ovvero attuare un’efficace comunicazione di marketing. I consumatori vogliono oggi brand di cui fidarsi, comunicazioni che siano personalizzate e rilevanti, e offerte ritagliate sui loro bisogni e preferenze.
Dal punto di vista delle PMI, assume particolare importanza per le micro-attività in quanto con azioni di marketing online anche queste possono intraprendere campagne di rispetto.
Rispetto al marketing tradizionale, il web marketing potendo contare su validi strumenti mediante cui monitorare in maniera pressoché costante l’attività consente ai web marketer di apprezzare in tempo reale cosa funziona ed eventualmente apportare correzioni alla strategia adottata.
Fare marketing oggi significa pensare una strategia per posizionarsi sul mercato e successivamente implementarla attraverso gli strumenti a disposizione.
Prima di cominciare a utilizzare qualunque strumento di marketing e decidere di investire in una qualsivoglia campagna, è indispensabile definire il proprio posizionamento sul mercato: la prima cosa da fare quindi è guardarsi intorno e cominciare un’analisi della nostra concorrenza.

I vantaggi del marketing online rispetto al marketing tradizionale:

Costi ridotti: usare internet per connettersi con il proprio target clienti è meno oneroso rispetto ad una promozione attuata tramite i media tradizionali.
Alta focalizzazione: il web marketing consente attraverso gli Analytics e altri tools di targettizzare i clienti non solo in base a caratteristiche demografiche, ma anche psicografiche ed emozionali (cioè sulla base di interessi, valori, caratteristiche personali ecc.).
Analytics: il web marketing facilita il conseguimento di risultati statistici senza il sostenimento di costi aggiuntivi.
Opzioni multiple: gli strumenti di advertising sono diversificati e includono pay-per-click advertising, email marketing e integrazioni di ricerche locali (come Google Maps).


Per contro, il Digital Marketing è il ramo del marketing che, volgendosi prevalentemente su internet attraverso siti, canali web e social e piattaforme di e-commerce studia il mercato, il comportamento e l’interazione degli utenti.
Differisce dal marketing tradizionale perché consente la promozione online di prodotti ispirandosi a principi di comunicazione pubblicitaria.


Il Digital Marketing comprende diverse branche come Content Marketing, SEO, SEM, DEM, Social Media Marketing e E-Commerce Marketing ed è oggi considerato il settore maggiormente in crescita sia in termini di fatturato che di posizioni lavorative generate ogni anno.

Avere una strategia di marketing efficace è fondamentale per riuscire a posizionarsi sul mercato sapendo di avere a disposizione strumenti sempre più oculati.

Esiste una sterminata varietà di strategie di marketing online che possono essere adottate. Prima che queste diventassero fruibili ai più e disponibili, un business poteva essere attuato a fronte di pubblicità e sponsorizzazioni, dunque era necessario fare un investimento per poterle attuare. Oggi basta disporre di un computer, una connessione a internet e ambizione per arrivare a dei risultati !
Un esempio è offerto dai Social: prima del loro avvento, poter comunicare in modo rapido con altri Paesi quando non altre parti del mondo era inimmaginabile. Il social media marketing consente invece di crearsi una rete di relazioni commerciali con una minima spesa.

Il 2020 ha messo a disposizione alcune strumenti tramite cui poter fare marketing gratuitamente, a fronte della varietà dei canali a disposizione: i Social Media (strumento ideale per avviare un’attività e tramite cui riuscire a realizzare una vera e propria connessione con il target di riferimento), gli Influencer marketing (collaboratori per la promozione del business, consapevoli di poterlo diffondere tramite i propri follower, e che poggia sull’importante leva delle recensioni e opinioni – cosiddetta prova sociale -), il Content marketing (cioè il processo che va dalla pianificazione alla pubblicazione e redistribuzione di contenuti interessanti e coinvolgenti per i proprio target), la spinta della Search Engine Optimization strategia di marketing utilizzata per cercare di posizionarsi nei primi posti delle pagine dei risultati dei motori di ricerca (SERP) facendo leva sull’interesse per i contenuti pubblicati, l’Email marketing, strumento completamente duttile e controllabile di pubblicità, che nonostante la sua non giovane età consente ancora di ottenere buoni ritorni d’investimento.

Fra le strategie di marketing in generale si sta facendo strada il concetto di prossimità.

Strategie di marketing in sintesi

Social Media Marketing

Scegli solo alcune piattaforme di social media su cui concentrarti.
Assicurati che ampia parte della tua target audience interagisca su questi siti.
Le relazioni sono più importanti delle vendite.
Sii consistente con il tuo programma di social media.
Influencer Marketing

Crea un’offerta allettante: cosa ci guadagnano?
Assicurati di ricercare gli influencer in modo approfondito prima di avviare collaborazioni.
Attieniti agli influencer più piccoli, per iniziare.
Sii proattivo e contatta diversi influencer.
Sviluppa relazioni a lungo termine con gli ambassador.
Content Marketing

Concentrati sulla produzione e la condivisione del valore.
Intrattieni il tuo pubblico o insegna loro qualcosa.
Riutilizza i contenuti per diversi canali e piattaforme.
Investi nel lungo termine.
Search Engine Optimization

Ricerca parole chiave efficaci che il tuo target di riferimento sta già cercando.
Ottimizza il tuo sito web e i contenuti per queste parole chiave.
Aggiorna e rinnova continuamente i vecchi contenuti per garantire che rimangano pertinenti.
Email Marketing

Crea un lead magnet avvincente per indurre le persone ad iscriversi alla tua mailing list.
Segmenta la tua mailing list in gruppi in modo da poter prendere di mira strategicamente le persone in diverse fasi del percorso dell’acquirente.
Inizia utilizzando modelli di email efficaci per risparmiare tempo.

Approfondimento: https://www.communicationvillage.com/blogs/2017/09/25/come-fare-marketing-online-strategie-infografica/