Monetizzare con Google Adsense – 3

(mercoledì 6 dicembre)

Impostazioni sul tipo di annuncio

 

Come anticipato, non tutti gli annunci disponibili sono attivi nella configurazione predefinita dell’account. Ecco perché è importante personalizzare il proprio profilo prima di procedere.

Da questa pagina potete scegliere il comportamento degli annunci per i contenuti pubblicati sui vostri siti.

Innanzitutto scegliete se mostrare annunci di testo o includere anche annunci illustrati, quando disponibili.

L’annuncio illustrato è un’inserzione più simile ai banner grafici tradizionali. Il costo di un annuncio illustrato è normalmente maggiore e, proporzionalmente, maggiore è il ricavo per il publisher che lo espone. Si consiglia quindi di tenere attiva questa opzione.

 

 Esempio di annuncio testuale e grafico

Infine, è possibile scegliere se attivare gli annunci a tema. Gli annunci a tema sono inserzioni formattate con colori e grafica speciali in occasione di festività ed eventi. Ad esempio, è abbastanza frequente trovare annunci con un colore arancio e delle zucche di sfondo nel periodo di Halloween.

Gli annunci a tema sono disponibili solo in certi periodi dell’anno e dipendono dalla localizzazione geografica dell’utente. Ad esempio, come indicato nella guida di Google AdSense, gli annunci a tema relativi alla festività del 4 luglio sono disponibili solo per gli utenti connessi dagli Stati Uniti.

 

 Esempio di annunci a tema

 

Google è molto scrupoloso nell’assicurarsi che tutte le informazioni indicate in fase di registrazione, nel proprio profilo e nella configurazione di pagamenti, siano corrette. Sono necessarie alcune verifiche aggiuntive prima di ricevere i pagamenti.

Nota: in base ad alcune modifiche introdotte agli inizi del 2008, la verifica dei dati personali diventa operativa al raggiungimento dei primi $10 di ricavo.

 

Verifica dell’indirizzo via PIN

Non appena il saldo dell’account raggiunge i $10, entro 2-3 settimane, Google invia un codice di identificazione, chiamato PIN, all’indirizzo specificato. Se l’indirizzo non è corretto, o non lo avete ancora configurato, tornate alla lezione Configurazione base dell’account e modificate le informazioni del beneficiario.

Il PIN è spedito via posta ordinaria. Una volta ricevuto, seguite la procedura indicata insieme al PIN ed inserite il codice nell’area indicata nella sezione Account Personale. La verifica dell’indirizzo va eseguita entro 6 mesi dalla data in cui sono stati maturati i $10, pena la disattivazione dell’account e la perdita dei ricavi maturati.

Per maggiori informazioni sul PIN, sull’invio di un secondo codice o su eventuali problematiche è possibile consultare la sezione Codice Identificativo Personale della guida online di Google AdSense.

 

Verifica del conto corrente bancario

Una volta raggiunti i $10 è necessario specificare le proprie informazioni fiscali e scegliere un metodo di pagamento.

In caso si decida per il bonifico bancario, Google richiede validare il numero di conto inserito.

La procedura è molto semplice: una volta inserito il numero di conto, Google esegue, nel giro di un paio di giorni, un accredito sul conto di un importo normalmente compreso tra 0.20€ e 2€. Tenete d’occhio il vostro estratto conto e, non appena ricevuto il bonifico, indicate l’ammontare dell’importo nella finestra che appare a fianco del conto nella pagina Account Personale > Impostazioni Account > Dettagli sui Pagamenti.

Sono disponibili solo 4 tentativi per verificare un conto, dunque non procedete mai a casaccio. Per maggiori informazioni consultate la guida alla verifica del conto corrente bancario.

 

Verifica del numero di telefono

La verifica del numero di telefono è stata introdotta in tempi più recenti e i publisher di vecchia data, probabilmente, non ne hanno mai sentito parlare.

La procedura è completamente automatica ed è l’ultimo passo per validare completamente l’account.

Al completamento delle attività precedenti comparirà un nuovo avviso nell’area Account personale con un collegamento chiamato “Verifica il tuo numero di telefono”. Il numero, inutile dirlo, è quello specificato nelle informazioni del beneficiario.

Segui il collegamento e scegli l’ora nella quale essere contattato. Puoi anche scegliere “Immediatamente” se hai il telefono a portata di mano.

A questo punto riceverai una telefonata da Google, dovrai digitare il codice indicato sulla tastiera del telefono e poi confermare sul sito.

Anche in questo caso, il tempo a disposizione è di 6 mesi dal raggiungimento dei $10. In caso contrario, dopo 4 mesi verranno disattivati gli annunci pubblicitari e dopo 6 mesi l’account, con l’impossibilità di recuperare il credito guadagnato.

 

 

In cosa consiste la pubblicazione di un annuncio ?

Per riuscire a seguire meglio i concetti seguenti, è importante una conoscenza base del formato (X)HTML per pubblicare il codice AdSense all’interno del vostro sito.

Per essere subito operativi, vediamo in breve i pochi passaggi necessari per pubblicare un annuncio. La procedura è comune a tutti i tipi di annunci.

Scelta del prodotto

Accedete alla sezione “Impostazioni AdSense” del pannello di controllo, selezionando la voce corrispondente in alto nel menu. Nella pagina “Ottieni annunci” scegliete il prodotto da aggiungere al sito, nel nostro caso un annuncio AdSense per i contenuti.

 

Pagina di scelta del prodotto

 

Per integrare al meglio la pubblicità nel nostro sito, Google AdSense permette di personalizzarne il formato, i colori e lo stile. A seconda del prodotto e del tipo di annuncio avremo a disposizione diverse configurazioni.

Come si vedrà in seguito nella lezione AdSense per i contenuti, per questo prodotto possiamo scegliere un formato tra quelli disponibili, indicare i colori del testo dell’annuncio, bordi e sfondo e infine selezionare lo stile degli angoli.

Scelta del formato e dei colori

criteri di monitoraggio saranno oggetto di una lezione specifica, più avanti. Per ora vi basti pensare ai criteri come a dei tag, associati ad ogni annuncio per valutare nel dettaglio, grazie ai report, il rendimento di ogni vostra inserzione o gruppo.

Associate uno o più criteri di monitoraggio all’annuncio e proseguite. Potete anche scegliere di non selezionare alcun criterio.

Scelta del criterio di monitoraggio

 

 

A seconda del prodotto, come in questo caso, potrebbe essere necessario assegnare un nome al gruppo di annunci per poterlo gestire in seguito dal pannello di controllo. Inserite quindi un nome identificativo che vi permetta facilmente di riconoscere l’annuncio “in mezzo alla folla” di tutti quelli che andrete a creare.

Figura 19.1. Nome del gruppo di annunci

Premendo su “Invia e acquisisci il codice“, avrete appena creato il vostro primo annuncio! Selezionate il codice JavaScript contenuto nella casella di testo a centro pagina e scegliete copia per salvare il contenuto in memoria.

Aprite la pagina web con l’editor di testo ed incollate il codice, esattamente come fornito da Google nella posizione dove desiderate pubblicare l’annuncio.

Codice JavaScript dell’annuncio

Salvate la pagina web modificata e caricatela sul sito. Entro una decina di minuti cominceranno ad apparire i primi annunci pubblicitari in tema con i contenuti della pagina in cui il codice è stato inserito.

 

Esempio di un annuncio AdSense

Sebbene la procedura abbia dimostrato come sia semplice inserire un annuncio di Google nel vostro sito, è bene tenere in considerazione che… siamo solo all’inizio!

Google AdSense mette a disposizione diversi prodotti e formati di annunci per adattarsi al maggior numero possibile di siti web, target pubblicitari e contenuti pubblicati.

 

Google AdSense non consiste solamente in semplici inserzioni di testo, come quelle viste nella lezione precedente. Sono disponibili diversi prodotti pubblicitari, per ogni esigenza e rendita.

Ad oggi è possibile scegliere tra:

  1. AdSense per i contenuti;
  2. AdSense per la ricerca;
  3. Referral;
  4. AdSense per i contenuti mobile;
  5. AdSense per i feed;
  6. AdSense per i video;
  7. Video Unit.

Attenzione: AdSense per i feed, AdSense per i video e Video Unit potrebbero essere disponibili solo se l’account appartiene ad un publisher inglese/americano o se la lingua selezionata per il pannello di controllo è inglese.

Anche la scheda dei prodotti, nella guida ufficiale di Google AdSense, è disponibile solo per la sezione Products and Features in inglese.

AdSense per i contenuti è stato il primo prodotto a far parte dell’offerta di Google AdSense. È il più diffuso, il più tradizionale ed anche il più conosciuto.

 

AdSense per i contenuti

 

Questo prodotto comprende due tipi di annuncio selezionabili: l’insieme di annunci, che include anche i 3 tipi di annunci illustrati, e l’insieme di link. Entrambi i tipi condividono il medesimo sistema di targettizzazione della pubblicità. È Google a preoccuparsi di individuare e fornire gli annunci più rilevanti in base al tema della pagina ed alla provenienza del visitatore.

AdSense per i contenuti può essere facilmente ricondotto ad una versione potenziata delle classiche forme di advertising web: i banner pubblicitari.

Sia per l’insieme di annunci, sia per l’insieme di link, il modello di remunerazione è normalmente basato su click. In altre parole, si ottiene un guadagno per ogni utente che esegue un click su un annuncio da noi pubblicato.

Lorenzo, 27 anni, liutaio: «Vi racconto l’arte di costruire violini»

(sabato 8 ottobre)

 

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Mani che leggono il legno e lo fanno suonare, note che arrivano da lontano, dai boschi della Val Di Fiemme dove crescono i migliori alberi e che qui, nella sua bottega, si trasformano in violini e violoncelli.

Benvenuti a Orino da Lorenzo Cinquepalmi, 27 anni, liutaio. Sissignore: chiude qualche anno fa l’ultima salumeria e aprono nuove professioni, ultima, fra quelle ospitate nel piccolo paese della Valle, proprio quella di liutaio, l’artigiano della musica che aggiusta gli strumenti, li accorda, li lucida e soprattutto li costruisce, nuovi.

La scommessa di questo giovane che ha fatto tanto studio e bottega da riuscire a creare uno strumento su misura, è partita l’estate scorsa. Il grande passo è stato intrapreso prendendo in affitto un appartamento al primo piano in una storica casa di cortile di via della Rocca, nel pieno centro storico, subito trasformata in opificio artigiano; entrando ci sono le credenze con gli strumenti da sistemare e quelli realizzati; in fondo alla stanza, sotto la finestra, due 5 violoncelli. Poi nell’altra camera un tavolo ricavato dal telaio in legno di un vecchio organo del ‘600 diventa il bancone di lavoro su cui pialle di ogni misura assottigliano le pareti del legno trasformandole in cassa di un violino o di una chitarra. Lavoro difficile, quello del liutaio: sono in pochi qui in zona, e non ti aspetti di trovarti di fronte un artigiano così giovane a metà pomeriggio di una assolata giornata di fine settembre, in grado di svelare che i violini nascono a 1.300 metri da legni di abete e di acero: «Sì, sono stato diverse volte in val Pusteria con le guide a cercare gli alberi migliori. Gli dici: “Questo va bene” e loro ti fanno avere il legname».

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Ma questo è solo uno dei passaggi per realizzare uno strumento. Stiamo parlando di oggetti di valore, che servono a musicisti esperti, da fine conservatorio. O da professionisti.

Ma come si inizia? Come si crea?

«La scelta del legno è il primo, fondamentale passo per la buona riuscita di uno strumento – racconta Lorenzo, mentre è alle prese con l’ascolto di un violoncello – . Il legname va acquistato di solito già stagionato, e maggiore è la stagionatura, maggiore è il prezzo. Ma non si può può lavorare solo a commessa: devi prima di tutto avere la tua scorta di legname, che ha un costo piuttosto elevato». Qualche esempio? «Le tavole già tagliate per violino possono avere un costo “vivo” di più di 500 euro. Oltre che agli altri materiali. Senza contare la mano d’opera».

Quanto ci vuole per realizzare un violino?

«Un mese e mezzo, lavorando otto ore al giorno». E quanto costa? «Attorno ai 3.000 euro, ma poi il prezzo può variare a seconda di ciò che il cliente chiede. Per un violoncello, invece, i costi sono più alti: si parla di 800 ore di lavoro e il prezzo si aggira attorno agli 8-9.000 euro. Beninteso: sono prezzi che pratico ora, che sono all’inizio della mia avventura». Il business gira però anche attorno alle riparazioni, magari di strumenti realizzati nel secolo scorso o addirittura a fine ‘800, ma in fabbrica. «Sì ho strumenti su cui sto lavorando che sono stati realizzati in fabbrica, ma con un livello e una qualità di lavorazione molto elevata – spiega Lorenzo – . Il cliente mi chiede di solito piccole riparazioni, sostituzione delle corde, lucidatura, restauro e messa a punto». I ferri del mestiere sono pialla e rasiera, poi ci vuole una gran mano per capire come tagliare e trattare il legno. Il legno: qui in Valcuvia ce n’è tanto. Boschi di faggi, castagni: si possono utilizzare queste essenze per realizzare strumenti? «Il legno migliore arriva dal Trentino, dove c’è clima e altitudine particolare. Anche gli strumenti di Stradivari venivano realizzati con questa materia prima. Da noi c’è del buon faggio, ma si tratta di un legname che può venir impiegato per realizzare chitarre. Violini e violoncelli no, per quelli ci vuole l’abete rosso di risonanza».

Dove si impara questo mestiere?

«Fondamentale è la pratica. È importantissima. Ma anche lo studio. Io mi sono preparato alla Civica scuola di liuteria di Milano. Al termine dei primi due anni diventi operatore liutaio, e con gli altri due acquisisci la qualifica di maestro liutaio. Insegnano sia il lavoro su strumenti ad arco sia a pizzico. Il tirocinio del quarto anno l’ho invece fatto a Trento, poi un anno di specializzazione a Cremona». L’aspetto affascinante di questa professione, aldilà dei luoghi comuni che fanno pensare ad antichi strumenti battuti all’asta per decine di milioni di euro, riguarda il rapporto costo/tempo di produzione, ma soprattutto il valore che gli strumenti realizzati artigianalmente acquistano col tempo. «Un violino fatto a mano e su misura è uno strumento indispensabile per un professionista – spiega Lorenzo – . Ma è anche un buon investimento che premette negli anni di far aumentare il valore di ciò che si compra, perché lo strumento “cresce” con l’aumentare dell’esperienza dell’artigiano, che a fine carriera vede le sue quotazioni salire, e parecchio».

Lorenzo, scopriamo, suona. Ma la chitarra elettrica. Gli piace la musica heavy metal. Ma come: non la classica? Tutto normale? «Sì – risponde sorridendo – . Direi di si. Sono in grado di suonare violino e violoncello in maniera molto scolastica, naturalmente. Ma diciamo che se dovessimo prendere a prestito una metafora dalla Formula Uno, non tutti i meccanici che stanno ai box sono anche piloti…».

 

(tratto da www.varesenews.it, di Andrea Camurani)

A Brenta .. tempo di canotta ??! ;)

(domenica 10 aprile)
Classicissima del Piede d’Oro oggi a Brenta per la ‘Su e giò per i Runchitt’ organizzata in maniera impeccabile dalla proloco locale, giunta alla 32^ edizione.
Giungo nell’ampio parcheggio boschivo della località S. Quirico con l’amico Marco Acchini; tempo di scendere dalla macchina e di avviarsi al banco iscrizioni ed ecco i soliti compagni delle corse domenicali (il primo però che mi aspetto di vedere ‘a fare gli onori di casa’ è il caro ex-vicino di ca Salvatore Scarantino che poco dopo infatti ritrovo) !!
Oggi siamo graziati da una bella giornata con tanto di sole nonostante la mattinata sia abbastanza fresca, il che mi fa indugiare sino all’ultimo se presentarmi in canotta o, considerando la preminenza della parte boschiva, ripensarci (COME POI FACCIO) ! Ci casco sempre, e me ne pentirò visto che comunque la seconda parte del tracciato è abbastanza scoperta, ma l’arietta che anticipa la partenza trae in inganno !).
Sarà per il mancato anticipo solito, il tempo scorre velocemente così, una volta sbrigate le solite incombenze e fatta una prima perlustrazione sull’ampio piazzale da cui da lì a breve prenderanno il via le ostilità di giornata (fugacemente, apprendo che la temibile ascesa finale è stata ‘modificata’ o almeno che al posto dei temibili ultimi trecento metri vengono affrontati gli scalini che conducono al Santuario soprastante), eccoci pronti per un breve riscaldamento lungo il saliscendi in progressiva salita che viene affrontato alla partenza.
Proprio mentre mi reco sotto il gonfiabile della partenza prospicente al santuario incontro l’amico Gianni Belotti al quale subito mi riferisco per un consulto relativo all’allacciatura delle scarpe: “i lacci sarebbero da tirare ” …” – ma ora non c’è più tempo; si va !! Partenza che , in linea con i dettami del Piede d’Oro, è posta proprio innanzi al santuario. un centinaio di metri prima del solito.

La gara dunque così parte e già ecco servito il primo piatto forte con le prime centinaia di metri in progressiva salita, con lo “strappo” terminale prima di catapultarsi “a pata verta” per quasi un chilometro giù verso il paese e quindi la parte boschiva, non impegnativa ma che comunque si presenta, ad eccezione di due tratti successivi, con dei sentieri abbastanza corribili ma – vuoi anche per la scesa – occorre sempre tenere gli occhi aperti .. non farsi ingannare (facile prendere una storta qua, come rischio io stesso !). Abbandoniamo quindi per il momento i boschi per ridiscendere verso la palestra comunale e la strada che corre parallela alla provinciale e percorriamo un 2-300 metri su asfalto prima di risalire su un allegro sterrato che apre a un bel camminamento interno fra i campi del paese del cuore della Valcuvia.
Si arriva alla deviazione fra il percorso lungo e il corto (non invidio i secondi perché li attende la risalita al santuario !!). Noi invece ci si allontana dal centro del paese per prendere le strade interne che giungono a lambire, su di un percorso “su&giò”, il comune di Cittiglio. Se qualcuno può dire ” … Chi pensa ‘Il Peggio è alle spalle ! ..’ beh deve ricredersi perché ad attenderci è l’altrettanto asfissiante e alquanto impegnativa risalita di via Oberdan che riporta, dopo un simpatico passaggio per un cascinale e un ultimo passaggio attraverso i sentieri boschivi (!!!) nella parte bassa della frazione di San Quirico.
Sbuchiamo così ai piedi della temibile erta finale che – da quanto appreso prima – si presenta più addolcita !! … così mi è parso di origliare … ma tanto dolce non è, o meglio: invece di affrontare i 300 metri finali come sempre, quest’anno si è pensato di zig-zagare sulla collinetta: quindi primi 100 metri e poi “sterzata” a destra per effettuare una sorta di periplo che conduce susu alla scalinata antistante il santuario e quindi ingresso (trion)finale sul grazioso viale .
Percorso congeniale questo, nonostante l’impegno e continuità richiesti, ma senz’altro affascinante proprio per la sua cvsrirtà continua e che non permette tanto di riprendere fiato. Inaspettata ma tutto sommato gradita la variante finale (.. a patto di arrivarci con ancora un pò di fiato nei polmoni.

A seguire le premiazioni di giornata, che qui a io parere sono abbastanza gradevoli e gradite.

Personalmente , non potevo aspettarmi una prestazione significativa vista una plee impossibilità per un buon allenamento w casa. Ma , come no i stanco msi di ripetere, tutto dommato rimago “estsiato” dal traccisato propsto __________

Il referendum costituzionale in cinque punti

(domenica 29 maggio)

RBoschi

 

A ottobre gli italiani saranno chiamati a votare un referendum costituzionale per approvare o respingere la riforma della costituzione che porta il nome dell’attuale ministra Maria Elena Boschi, che ne è stata la promotrice insieme al governo di Matteo Renzi. La riforma è stata approvata in doppia lettura da camera e senato e ora dovrà passare al vaglio dei cittadini. Boschi e Renzi hanno detto che si dimetteranno se la riforma sarà bocciata dagli elettori.

Il referendum costituzionale è previsto dall’articolo 138 della costituzione italiana e deve essere indetto entro tre mesi dall’approvazione da parte del parlamento delle leggi di revisione costituzionale. Per essere valido non c’è bisogno di raggiungere il quorum. A differenza del referendum abrogativo, cioè, non è necessario che vada a votare il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Ecco cosa prevede la riforma che trasforma l’assetto istituzionale del paese.

Riforma del senato, fine del bicameralismo perfetto

La riforma si propone di superare il bicameralismo perfetto che caratterizza l’assetto istituzionale italiano. Attualmente tutte le leggi, sia ordinarie sia costituzionali, devono essere approvate da entrambe le camere. Anche la fiducia al governo deve essere concessa sia dai deputati sia dai senatori. Con la riforma, invece, la camera dei deputati diventa l’unico organo eletto dai cittadini a suffragio universale diretto e l’unica assemblea che dovrà approvare le leggi ordinarie e di bilancio e accordare la fiducia al governo.

Il senato diventa un organo rappresentativo delle autonomie regionali (si chiamerà senato delle regioni), composto da cento senatori (invece dei 315 attuali) che non saranno eletti direttamente dai cittadini. Infatti 95 di loro saranno scelti dai consigli regionali che nomineranno con metodo proporzionale 21 sindaci (uno per regione, escluso il Trentino-Alto Adige che ne nominerà due) e 74 consiglieri regionali (minimo due per regione, in proporzione alla popolazione e ai voti ottenuti dai partiti). Questi 95 senatori resteranno in carica per la durata del loro mandato di amministratori locali.

A questi, si aggiungeranno cinque senatori nominati dal presidente della repubblica che rimarranno in carica sette anni. Non saranno più nominati quindi dei senatori a vita, carica che resta valida solo per gli ex presidenti della repubblica. I sei senatori a vita attuali (Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano, Mario Monti, Carlo Rubbia, Renzo Piano ed Elena Cattaneo) restano in carica ma non saranno sostituiti. I senatori non sono più pagati dal senato, ma percepiscono solo lo stipendio da amministratori.

Il senato potrà esprimere pareri sui progetti di legge approvati dalla camera e proporre modifiche entro trenta giorni dall’approvazione della legge, ma la camera potrà anche non accogliere gli emendamenti. I senatori continueranno a partecipare anche all’elezione del presidente della repubblica, dei componenti del consiglio superiore della magistratura e dei giudici della corte costituzionale. Ma la funzione principale del senato sarà quella di esercitare una funzione di raccordo tra lo stato, le regioni e i comuni.

Elezione del presidente della repubblica

All’elezione del presidente della repubblica non parteciperanno più i delegati regionali, ma solo le camere in seduta comune. Sarà necessaria la maggioranza dei due terzi dei componenti fino al quarto scrutinio, poi basteranno i tre quinti. Solo dal settimo scrutinio basterà la maggioranza dei tre quinti dei votanti (attualmente è necessario ottenere i due terzi dei voti dell’assemblea fino al terzo scrutinio; dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta dei componenti).

Abolizione del Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro

Il Cnel attualmente è composto da 64 consiglieri ed è un organo ausiliario previsto dalla costituzione che ha una funzione consultiva per quanto riguarda le leggi sull’economia e il lavoro. La costituzione conferisce al Cnel anche l’iniziativa legislativa, il consiglio cioè può proporre alle camere delle leggi in materia economica. Il ddl Boschi ne prevede la soppressione.

Titolo V della costituzione e competenze stato/regioni

Con la riforma, una ventina di materie tornano alla competenza esclusiva dello stato. Tra queste: l’ambiente, la gestione di porti e aeroporti, trasporti e navigazione, produzione e distribuzione dell’energia, politiche per l’occupazione, sicurezza sul lavoro, ordinamento delle professioni.

Referendum abrogativo e leggi d’iniziativa popolare

Il quorum che rende valido il risultato di un referendum abrogativo resta sempre del 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto, ma se i cittadini che propongono la consultazione sono 800mila, invece che 500mila, il quorum sarà ridotto: basterà che vada a votare il 50 per cento più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche, non il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Per proporre una legge d’iniziativa popolare non saranno più sufficienti 50mila firme, ma ne serviranno 150mila.

(tratto da www.internazionale.it)

Appunti di un”GAUDIOSO ” mordi&fuggi a Roma

(lunedì 18 gennaio)

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L’occasione del 90° compleanno di zia Caterina, sorella di mia madre, è stata l’occasione “cercata e voluta” per trascorrere un brevissimo soggiorno nella capitale, la’ Città Eterna’.    DSC01237

Unitamente a ciò, la possibilità di rivedere parenti che non si è soliti incontrare per motivi di distanza.

 

 

 

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Raggiunta Roma con il FrecciaRossa (prescelto poi il’ 1000′ – intitolato a Pietro Mennea- per il ritorno),

 

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nel primo pomeriggio di sabato, mi perdo un pò nelle grandezze del quartiere di stazione Termini e poi raggiungo con la metro la casa della zia, non prima di rispettare un must se si va a Roma – concedersi un momento per assaporare  un sublime, ipocalorico ma godurioso maritozzo -, dove a distanza di un paio d’ore ci raggiunge anche mio cugino Giorgio con la vaniglia dalla Puglia.

 

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Come da scrupolosa organizzazione, a seguire tutti al ristorante per festeggiare il genetliaco della cara zia con i suoi figli e nipoti.  CAM01062_01

 

 

 

 

 

 

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Bel momento di convivialità e condivisione quello vissuto in questa 2-giorni con il culmine della torta “a sorpresa” di zia, quando tutti gli avventori del locale si girano al nostro tavolo increduli per le 90 candeline.

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Il giorno dopo, partiti tutti, e’ il momento irrinunciabile per un tour della città, perlomeno di visitare quei luoghi in cui tenevo ritornarci: San Pietro (spettacolare sul far della sera!), Fontana di Trevi (maestosa!!), Piazza di Spagna (benché altrettanto meritevoli, saltati l’itinerario l’Altare ella Patria – per me il monumento maximo – e il Colosseo).

Sono sul treno di ritorno per arrivare a Milano e, qua e là, ripenso ai due-giorni appena trascorsi con mia zia e gli altri parenti, quasi una scorta di bilancio. Il tutto nato, congetturato e infine pianificato poco più di una settimana fa con la complicità di mio cugino: il prossimo a venire compleanno della sorella di mia madre; il tentativo (non riuscito) di convincerla ad affronta il viaggio per poter ritrovarsi con le sorelle; i “mille” contatti con mio cugino; il rivedersi insieme per il.festeggiamento dei 90 anni e il momento di convivialità; l’immancabile tour per la città.
L’unico cruccio che mi porto dietro (e che continuerà ancora a pesarmi) e’ il non essere riuscito a convincere mamma così ferma nella sua decisione iniziale.
Peccato !!! ….

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Sua moglie è stata uccisa dai terroristi a Parigi: “Ma non avrete mai il mio odio” continua su: http://www.fanpage.it/sua-moglie-e-stata-uccisa-dai-terroristi-a-parigi-ma-non-avrete-mai-il-mio-odio/ http://www.fanpage.it/

La toccante lettera scritta da Antoine Leiris: “Non avrete il mio odio. Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio”.

“Vous n’aurez pas ma haine”.

Vendredi soir vous avez volé la vie d’un être d’exception, l’amour de ma vie, la mère de mon fils mais vous n’aurez pas ma haine. Je ne sais pas qui vous êtes et je ne veux pas le savoir, vous êtes des âmes mortes. Si ce Dieu pour lequel vous tuez aveuglément nous a fait à son image, chaque balle dans le corps de ma femme aura été une blessure dans son coeur.

Alors non je ne vous ferai pas ce cadeau de vous haïr. Vous l’avez bien cherché pourtant mais répondre à la haine par la colère ce serait céder à la même ignorance qui a fait de vous ce que vous êtes. Vous voulez que j’ai peur, que je regarde mes concitoyens avec un oeil méfiant, que je sacrifie ma liberté pour la sécurité. Perdu. Même joueur joue encore.

Je l’ai vue ce matin. Enfin, après des nuits et des jours d’attente. Elle était aussi belle que lorsqu’elle est partie ce vendredi soir, aussi belle que lorsque j’en suis tombé éperdument amoureux il y a plus de 12 ans. Bien sûr je suis dévasté par le chagrin, je vous concède cette petite victoire, mais elle sera de courte durée. Je sais qu’elle nous accompagnera chaque jour et que nous nous retrouverons dans ce paradis des âmes libres auquel vous n’aurez jamais accès.

Nous sommes deux, mon fils et moi, mais nous sommes plus fort que toutes les armées du monde. Je n’ai d’ailleurs pas plus de temps à vous consacrer, je dois rejoindre Melvil qui se réveille de sa sieste. Il a 17 mois à peine, il va manger son goûter comme tous les jours, puis nous allons jouer comme tous les jours et toute sa vie ce petit garçon vous fera l’affront d’être heureux et libre. Car non, vous n’aurez pas sa haine non plus.

“Non avrai il mio odio”
Venerdì sera hai rubato la vita di un essere di eccezione, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio ma non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio saperlo, siete delle anime morte. Se questo Dio per il quale vi uccidete ciecamente ci ha fatto a sua immagine, ogni proiettile nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore.
Allora no non vi farò questo regalo di odiarti. L’ avete ben cercato tuttavia ma rispondere all’odio dalla rabbia sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di te quello che sei. Volete che ho paura, che guardo i miei concittadini con un occhio diffidente, che sacrifico la mia libertà per la sicurezza. Perso. Stesso giocatore gioca ancora.
L’ ho vista stamattina. Infine, dopo notti e giorni d’attesa. Era così bella che quando è parte questo venerdì sera, così bella che quando ne sono innamorò perdutamente c’ha più di 12 anni. Naturalmente io sono devastato dal dolore, ti conceda questa piccola vittoria, ma lei sarà di breve durata. So che lei ci accompagnerà ogni giorno e che ci ritroveremo in questo paradiso delle anime libere a cui non avrai mai accesso.
Siamo due, io e mio figlio, ma siamo più forte di tutti gli eserciti del mondo. Non ho peraltro non più tempo da dedicarvi, devo raggiungere melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha 17 mesi di pena, va a mangiare il suo assaggiare come tutti i giorni, poi andiamo a giocare come tutti i giorni e tutta la sua vita questo piccolo ragazzo vi farà l’affronto di essere felice e libero. Perché no, non avrete il suo odio neanche.

Maratone e mezze saranno ancora organizzate dagli EPS

(sabato 14 novembre)

C’è agitazione nel mondo della corsa da quando la FIDAL ha emanato le nuove linee guida che sembrerebbero privare gli EPS della prerogativa di organizzare in futuro maratone e mezze. Niente di più sbagliato signori. State tranquilli, non cambierà nulla. Innanzitutto perché la FIDAL NON E’ LA CORSA. Qualche volta bisognerebbe anche dare retta agli acronimi. La Federazione Italiana s’interessa Di Atletica Leggera, insomma di lanci, salti, corse in pista. Tutte bellissime discipline sia ben chiaro, ma principalmente svolte dentro gli stadi e non fuori dagli stessi.

E chi corre all’aperto, ha ben poco a che fare con i “federali”. La gente corre per le strade per diletto, fuori da eventi strutturati e di quello che dice la FIDAL non gli interessa nulla. Tutti i fine settimana si svolgono miriadi di non competitive. Altri si divertono con Color Run, coi Marziani del compianto Cosi, con Strongrun, con le corse all’alba denominate 5.30, con i raduni oceanici del noto DJ e chi più ne ha più ne metta. E cosa hanno in comune queste manifestazioni? Che non le troverete mai sui calendari  FIDAL. E a ben guardare, anche molti eventi federali godono di grandi numeri totali, quelli che alla fine smuovono interessi e sponsor, solo in funzione delle gare non agonistiche di cosiddetto contorno, ma che a ben vedere hanno cannibalizzato la cosiddetta principale. Fatto 100 quelli che corrono, in quanti sono tesserati FIDAL? Pochi

In questa chiarissima situazione, cosa hanno pensato gli esperti FIDAL dalla loro torre d’avorio da cui non hanno contatti con la realtà? L’ennesima idea geniale. Oddio, poverini, un po’ li capisco. Medaglie pesanti da mondiali o olimpiadi da mostrare con orgoglio sul petto e poi passare alla cassa del CONI ne hanno pochine… Adesso, dopo decenni di assoluta inerzia, si accorgono ed interessano anche di Trail. Peccato che nel frattempo, seppure illegalmente, ma in evidente vuoto di potere qualcuno abbia inventato una federazione ad hoc. Io francamente gliela lascerei per il principio dell’usucapione. Non sono passati già più dei fatidici 20 anni richiesti dal codice civile?

Quindi se non si possono aumentare le medaglie, i nostri eroi ci provano col numero di tesserati: basta runcard, inversione a U e tutti con le società sportive. Purtroppo non basta. Come spremere ulteriormente i master? Eliminiamo la concorrenza e facciamo anche cassa con tasse e tesseramenti. Quindi stop con questi UISP CSI ACLI ecc ecc. Maratone e mezze solo col marchio Ciquita-FIDAL, così son costretti a venire tutti da noi. Fa niente se questi EPS, anche qui ci viene incontro l’acronimo, son Enti di Promozione Sportiva. Ovvero coloro che promuovono sport  nei confronti di chi un olimpiade non la vincerà mai.

Illusione. Come credono di fare questo in Italia, paese dove le leggi dello Stato si emanano in abbondanza ma si fanno raramente rispettare? Pensano di riuscirci con i loro regolamentini, peraltro spesso poco chiari ed interpretabili e che talvolta sono violati anche dai loro atleti di punta senza che succeda mai nulla?

Fatta la legge verrà trovato l’inganno. Le mezze saranno così solo di nome, ma poi la distanza dichiarata varierà di qualche metro. Probabilmente in meno, così i corridori saranno aiutati a conseguire il loro personale. Idem per le maratone. In fondo non erano da 40 km prima delle Olimpiadi di Londra? Non furono proprio i chilometri finali a costare cari al nostro Dorando Pietri? Passeremo alle 20 chilometri. Ma l’ha detto il dottore che dobbiamo fare esattamente 21.097 metri?

 

(tratto da www.podisti.net, 12 novembre)

Come respirare quando si corre

(venerdì 2 ottobre)

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Chi da poco ha deciso di iniziare a correre ha sicuramente compiuto una scelta importante e lungimirante ma le difficoltà che possono portare ad una pronta interruzione sono molteplici.
Una delle prime sensazioni “spiacevoli” con cui si confronta il runner principiante è l’affanno nella respirazione, il cosiddetto “fiatone”.


Durante l’attività aerobica i nostri muscoli bruciano una quantità maggiore di energia. Questa combustione (di zuccheri e grassi) richiede la presenza di ossigeno, da cui il termine “aerobica”. La richiesta di ossigeno, in soggetti allenati che riescono a tenere ritmi molto alti, può arrivare ad un aumento di 10 volte rispetto alla situazione di riposo.
L’aumento del fabbisogno si traduce automaticamente in un forte aumento della frequenza respiratoria.
Perché un principiante della corsa soffre maggiormente questo aumento?
I motivi sono diversi ma la cosa che forse può risultare sorprendente è che, solitamente, la capacità polmonare non c’entra nulla!! Esistono soggetti sedentari che hanno capacità polmonari davvero notevoli, ma che andrebbero in crisi respiratoria dopo poche centinaia di metri se impegnati in uno sforzo aerobico intenso (come la corsa ad andatura elevata).

Cerchiamo allora di capire quali sono i motivi e quali i consigli da fornire a chi corre da poco.
Ci sono sicuramente alcuni fattori che portano il runner principiante a consumare, a parità di velocità, una quantità di ossigeno maggiore rispetto ad un soggetto allenato, tra cui:
Peso
Spesso il principiante inizia a correre per dimagrire, quindi parte da una condizione di sovrappeso che implica una maggiore richiesta di energia (e quindi di ossigeno) durante la corsa.
Economia della corsa
Un soggetto allenato sviluppa naturalmente una certa ottimizzazione del gesto atletico, unita ad un adattamento generale della struttura muscolo tendinea alla corsa, il che porta ad una diminuzione della quantità di energia richiesta per correre, a parità di velocità.
Muscoli respiratori
Anche i muscoli coinvolti nella respirazione (tra cui il diaframma) si allenano e diventano più efficienti durante la corsa, portando la respirazione ad essere più profonda ed efficace.

A questi dobbiamo aggiungere alcuni fattori piuttosto importanti, spesso ignorati anche da runner di lunga esperienza: lacapillarizzazione e la gittata cardiaca.
Per capillarizzazione muscolare intendiamo la quantità di vasi capillari nei distretti muscolari coinvolti con la corsa (principalmente le gambe), fenomeno che porta ad una migliore distribuzione di sangue nei muscoli, quindi ad una ossigenazione più efficace degli stessi. In pratica vi è un maggiore prelevamento della quota di ossigeno trasportata dal flusso sanguigno. L’aumento della capillarizzazione è un fenomeno lento che avviene naturalmente con l’allenamento e con l’aumento del chilometraggio.

Con il termine gittata cardiaca si intende la quantita’ di sangue che un ventricolo riesce ad espellere (pompare) in un minuto. Senza entrare in particolari, diciamo che il cuore di un runner allenato riesce generalmente a pompare più sangue in un minuto, aumentando la velocità di trasporto dell’ossigeno ai muscoli.

Tirando le somme vediamo come in realtà il fiatone spesso è causato da una distribuzione di ossigeno ai muscoli meno efficace in un runner principiante rispetto ad un soggetto allenato alla corsa.

Ma allora non esistono consigli su come respirare quando si corre?

Diciamo che anche in questo caso è più facile evidenziare gli errori da non compiere:

– Non forzare la respirazione
Se la sensazione di mancanza di aria diventa insopportabile non cercate di forzare l’ingresso dell’aria nei polmoni (abbiamo visto che è inutile). La maggiore compressione di alcuni organi interni (soprattutto fegato e milza) potrebbe innescare una reazione dolorosa da parte di questi, peggiorando ulteriormente la situazione (avete presente il primo allenamento di
Rocky?).
Piuttoso diminuite l’andatura per qualche minuto cercando di recuperare una respirazione impegnata ma naturale.

– Respirare con naso e bocca
Se è vero che la respirazione dal naso migliora la qualità dell’aria inspirata, è altrettanto vero che il flusso nasale è insufficiente quando le richieste di ossigeno aumentano molto. Anche i cerotti per dilatare le narici non sono sufficienti a fronteggiare una richiesta di ossigeno che aumenta di 5 o 6 volte rispetto ad uno stato di riposo. I muscoli respiratori lavorano meglio e con meno impegno se agevoliamo l’ingresso dell’aria nel polmoni.

– Sincronizzare andatura e respirazione
Dovrebbe diventare naturale con il tempo regolare le fasi di inspirazione ed espirazione con i passi compiuti durante la corsa, ad esempio utilizzare il tempo di 3 passi per inspirare e 3 per espirare (respirazione 3-3).
La frequenza diventerà maggiore man mano che l’andatura aumenta (2-2, 2-1 o addirittura 1-1 durante uno sprint).
Rendere regolare la respirazione può essere di aiuto al principiante per ridimensionare (anche psicologicamente) il disagio causato dall’affanno ed evitare di forzare la respirazione in cerca di maggiore ossigeno.

Vi è poi un fattore non fisiologico ma estremamente importante, ovvero l’abitudine al disagio: un runner ben allenato ha una naturale capacità nel fronteggiare la fatica ed i disagi che possono presentarsi durante una sessione di allenamento impegnativa, riducendoli ad una giusta dimensione, mentre per un principiante alcune sensazioni possono apparire davvero poco sopportabili.
Anche la mente va allenata.

 

(tratto da www.missionecorrere.it)