Nella tradizione religiosa del popolo d’Israele, le Scritture – Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio – vengono indicate con il termine ‘Legge’ (in ebraico, Torah). Questo nome si applica in particolare ai primi cinque libri della Bibbia – Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio -, ai quali il popolo biblico attinge la sua profonda spiritualità, ma anche le norme che regolano la vita di ogni giorno (la famiglia, le relazioni, il lavoro, il commercio, la salute, la malattia ecc.).
La legge diventa, così, un “insegnamento “offerto da Dio al suo popolo e “regola di vita” per il fedele che vuole incontrare il suo Signore. E’ per questo che nella Bibbia troviamo diverse “raccolte di leggi” che regolano il rapporto con Dio nel culto (la “legge di santità”), i rapporti con il prossimo come la “legge del taglione” e i dieci comandamenti e la valutazione delle realtà di cui l’uomo può fare uso o che gli sono proibite […].
La Bibbia, insieme con la narrazione della storia del popolo d’Israele (racchiusa nei Libri storici) e la predicazione dei profeti (trasmessa dai dai Libri profetici), contiene anche un’ampia parte legislativa che, per renderla più autorevole, viene attribuita a Mosè stesso.
Ma questa parte legislativa presenta una vasta varietà di norme che richiedono al lettore di oggi una appropriata interpretazione perché, oltre a riflettere le leggi e le usanze dei popoli vicini a Israele (come quelle contenute nel Codice di Hammurabi, del 1700 a.C. circa), si ispirano anche alle limitate conoscenze del modo antico sia nei confronti della scienza, come della natura e dell’uomo.
C’è infatti il rischio di cadere nel “fondamentalismo” (attenersi letteralmente alle norme e alle prescrizioni), mentre è necessario distinguere tra ciò che è ancora attuale e ciò che è superato.
Le scelte operate da Gesù nel Vangelo e quelle operate dalle comunità cristiane fin dal loro inizio come leggiamo negli Atti degli Apostoli), guidano anche noi a una interpretazione equilibrata delle molte norme presenti nei libri della Bibbia.
[rif.: don Primo Gironi, La Domenica – Periodico religioso]
A un confratello che riteneva il Santo Rosario una devozione per donnette anziane e bigotte, san Pio da Pietralcina diceva: ‘Prendi questa corona e considerala, proprio per la sua apparente, straordinaria inutilità, come uno “strumentuccio” per spalancare le porte del Cielo’. E’, infatti, l’arma per eccellenza nell’affrontare il combattimento materiale e spirituale sui campi di battaglia come nel cuore dell’uomo. E’ preghiera virile, che richiede costanza, perseveranza e forza interiore, suscita e rinsalda la volontà per dirigerla con rinnovata determinazione verso il Signore Gesù. Risponde all’invito evangelico della preghiera cotante e ripetuta ed è, come insegna San Tommaso d’Aquino, l’orazione per autonomasia perché pone l’uomo in continuo atteggiamento di adorazione verso Dio, con lo stesso cuore di Cristo: forte, mite e umile.
Con queste premesse si sta diffondendo anche in Italia, prima a Roma (2022) e poi a Milano (25 marzo 2023), l’iniziativa del Rosario degli uomini, che, come dice il nome, è principalmente rivolto agli uomini e ai ragazzi. [ .. ], è una realtà che prende ispirazione dal movimento laicale cattolico brasiliano “Terco dos Homens”, nato in Brasile e presto diffusosi in altri paesi latino-americani, negli Stati Uniti e in alcuni stati europei. Naturalmente la presenza di donne alla recita del Rosario non è vietata, ma la finalità di queste iniziative, oltre a riscoprire la dimensione virile e militante della devozione del Rosario, è rinvigorire la fede degli uomini, in particolare nei padri, perché possano essere esempio di coraggio e libertà per i figli, e sostenere le proprie famiglie nel cammino che conduce alla vita eterna.
Il prossimo appuntamento del Rosario degli uomini si terrà in contemporanea a Milano e a Roma il 7 ottobre 2023, giorno in cui la Chiesa cattolica onora la Madonna del Rosario, in memoria della vittoria della flotta cristiana a Lepanto nel 1571.
[rif.: Wanda Massa – La Domenica, periodico religioso]
“Un” evento … sta per accadere ! …. Archiviata la pausa estiva, si profila un autunno denso di scadenze (leggi “ricorrenze“) per il sottoscritto ! No, non parlo di fisco traa …
Ricorrenze che potrebbero apparire banali per i più ma significative per me, a testimoniare la mia perseveranza e costanza in ciò in cui credo e mi piace fare ….
Dapprima, l’importante traguardo delle 100 donazioni Avis che, tra qualche rinuncia agli appuntamenti prefissati e una interruzione “non programmata”, arriva un pò lungo rispetto alla “tabella di marcia”, essendomi iscritto alla sezione Avis locale (Medio Verbano) alla fine del 1998 (prima donazione a dicembre) seguendo le orme di mio padre già donatore Avis. Un modo per .. donarsi agli altri. Traguardo raggiungibile dopo svariati anni (.. 25 !!), visto che si può donare ogni tre mesi ! “Mettiti in gioco, dona il sangue” – recita lo spot che campeggia sulla homepage del sito dell’Avis Nazionale.
Poi, altre minori ma che per me assumono una certa rilevanza: una mia passione (la pallavolo) e poi il mio blog personale.
A parte l’aver costituito con altri amici una società di pallavolo locale (ma che si è anche tolta diverse soddisfazioni in questi anni, a cominciare da una famiglia che via via è cresciuta tanto da allargare il suo bacino ai paesi limitrofi), la pallavolo mi ha dato tanto in questi anni. Anzitutto, un modo per continuare a stare in contatto con i ragazzi, un’attività coinvolgente da fare con piacere, … E anche un ruolo responsoriale dentro e fuori la società (oltre ad essere dirigente, “ex” accompagnatore, segretario e arbitro di società, sono anche arbitro ufficiale PGS). Il prossimo autunno festeggerò … le nozze di cristallo come arbitro ufficiale, avendo iniziato a vestire la divisa del Comitato di Varese nel gennaio del 2009. Amante delle statistiche, scrupolosamente (ma non penso di essere poi il solo) prendo nota di ogni gara diretta: “carta canta !!#“:
nei prossimi mesi festeggerò il traguardo delle 500 gare ufficiali (ci tengo a dare una sottolineatura a certe mete raggiunte !). Un piccolo traguardo, quasi un “nonnulla”, ma per me per il mio passato rappresenta una grossa inaspettata soddisfazione ! … Sarà sì una delle tante gare di “un campionato”, con un’accezione un pò diversa però; mi resta da “giocare” dove mi ritroverò per la ricorrenza ! Via allora con il prossimo obiettivo da tagliare (!!) …
Nato quasi per gioco nel 2012 per testare quanto appreso all’indomani dei corsi seguiti, il mio blog prossimamente arriverà a contare 1000 articoli pubblicati (devo ammettere che non tutti sono scritti di mio pugno: ogni tanto mi piace riportare qualche “contributo” – nudo e crudo -) !! Se posso parlare di “piano editoriale”, il blog in questione ha subito alcune correzioni al timone (contenuti) nel corso degli anni: se all’inizio doveva essere un pò la rampa di lancio per una possibile attività professionale, con contenuti improntati sul web e dintorni, ora è uno spazio più generico che, pur raccogliendo sempre articoli di quel taglio, vede anche mie riflessioni, poesie (talento scoperto con la scrittura creativa12), resoconti sulle partite di pallavolo che dirigo.
E questa è un’altra soddisfazione perché scrivere – anche se è su web -, non parlo tanto di saper scrivere, vuol dire dedicarci ritagliare un pò di tempo al proprio quotidiano – già … saturo -, alla stesura ma anche rilettura di quanto “buttato giù” !
Per gli astanti “volenterosi’ accorsi stamane alla baita S. Maria un inusuale… “risveglio in musica”. ‘Spot’ azzeccato per l’ appuntamento musicale offerto dalla pro loco di Cuveglio in collaborazione con il comune di Cuveglio, il Centro Anziani di Vergobbio e la cooperativa di ‘Musica per Varese’ presso il parco omonimo di Cuveglio. Cosa di meglio di iniziare una mattinata domenicale con della bella musica ‘pizzicata’, melodie leggere, temi di colonne sonore che riecheggiano, proponendo una cavalcata fra la tradizione celtica, melodie indimenticabili talora riprese dai film fino ad arrivare a tempi più contemporanei ? Ecco allora protagoniste l’arpa celtica di Silvia Zandegù e il flauto traverso di Vanessa Capato, giovani musiciste e insegnanti presso la locale scuola musicale di Cuveglio. Come da ‘traccia’, Il programma si articolava fra melodie suadenti (‘Il Mattino’ di Edward Grieg, ‘The green man’ e ‘Morgan’), melodiche e fantasiose (come ‘Greensleves’ e ‘A fairy’s love sog’, ‘La bella e la bestia’), ad altre più famose (Il lago dei cigni di Tchaikovsky e la struggente ‘My heart will go on’, celebre colonna sonora del film ‘Titanic’) opportunamente arrangiate. Che dire ? Un bel modo per iniziare una giornata di festa !
“Date un pallone a un bambino e sarà felice”– pensiero rilasciato da papa Francesco in una intervista a un quotidiano.
E ancora: “… meravigliose esperienze vissute personalmente accanto ai bambini e dalla gioia provata nel trasmettere loro le prime nozioni …”.
La storia ci ha regalato una preziosa figura che ha saputo coniugare lo sport alla formazione della persona: San Giovanni Bosco. Don Bosco seppe scoprire e valorizzare la forza comunicativa ed educativa insita nel gioco. Anzitutto, lo sport deve essere inserito come momento di svago. importanza del momento del gioco nel programma di formazione del giovane. “Il gioco libera la gioia”, cogliendo proprio in certi suoi aspetti la spontaneità del ragazzo.
Così la palla può essere calciata, presa con le mani, palleggiata, … Tutte attività che, se da una parte divertono e appassionano, mettono in risalto le capacità di ognuno, dall’altra, per essere veramente costruttive ed educative (ciò che è il fine di un’attività sportiva – almeno nell’approccio -), volte alla formazione di quella che sarà la persona di domani, non può prescindere dal rispetto delle regole del gioco stesso. C’è bisogno di un insieme di regole di comportamento da osservare nel “giocare”; su quello che si può e quello che non si può fare; occorre stabilire dunque un comportamento adeguato da tenere … del giocare per vincere ! Altrimenti, che divertimento sarebbe ?
Diversamente dalla maggioranza delle opinioni, ‘applicare le regole’ non significa però che ad ogni minimo ‘sgarro’ nel “gioco” sport, inosservanza, comportamento scorretto … il giocatore o la squadra debba essere ammonito: ciò comporterebbe anzi un effetto contrario a quello desiderato !
Quindi, bambino -> gioco e regole -> fischietto (arbitro) sono un dualismo perfetto che garantisce da una parte il divertimento di chi è protagonista nel gioco dall’altro un corretto svolgimento dello stesso secondo regole predefinite.
Ecco allora il concetto del “buon padre di famiglia“: un buon arbitro deve sapere contestualizzare, cioè leggere l’ambito della gara, considerare l’età dei giocatori – ovvero l’eventuale categoria -, l’intenzionalità o meno del giocatore nel commettere una scorrettezza, e quindi saper leggere le dinamiche di gioco.
Ma quel che deve risaltare è che il fischietto e le regole vogliono essere una similitudine della vita quotidiana e delle sue regole: norme che ognuno di noi, ogni persona “cittadino del mondo”, è tenuto ad osservare e a rispettare per un vivere armonioso e civile, nel rispetto cioè degli altri e delle cose che ci circondano.
La festa della mamma ha un’origine antica. Si celebrava già in epoca pagana, legandola al culto delle divinità femminili della fertilità, e segnava il rapido passaggio dal gelido inverno alla calda estate. C’è sempre stato il bisogno di dedicare una festa a colei che ci ha dati alla luce, per celebrare quel vincolo straordinario che lega ogni figlio alla madre. Dio stesso, per parlare dell’amore per il suo popolo, usa il simbolo della maternità: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio nelle sue viscere ? Anche se questa ti dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato”. E’ un legame così forte che la morte della madre è sempre uno strappo doloroso, che non cessa di essere ricordato con sofferenza, anche dopo moli anni. Di fronte alla propria madre riemerge sempre il nostro essere figli.
Questa festa ci invita a difendere la maternità, nella sua forma più vera, in un tempo in cui questa viene attaccata. […]. Ma vogliamo dire e ribadire che mamma è innanzitutto colei che genera la vita e che lo fa attraversando un tempo non breve di rinunce e spesso di malessere, fino al dolore massimale del travaglio e del parto, nel quale la nuova vita sboccia al mondo. La festa della mamma ci invita anche a ricordare tutte le donne che, pur non avendo generato, hanno saputo essere madri. Come le molte donne che con l’adozione hanno saputo dare amore a figli nati da altre donne, alcune delle quali hanno lottato tra la scelta dell’aborto e quella del parto, e scegliendo quest’ultimo hanno permesso l’instaurarsi di un circolo d’amore salvifico. Non dimentichiamo poi la maternità spirituale con la quale molte donne sanno sostenere, confortare, consigliare, aiutare “i figli del cuore” per aiutarli nella loro vita interiore.
E, come squillo finale, sottolineiamo come ogni maternità non può che guardare alla Madre di Dio: l’unica che ha generato nella verginità, che ha donato la vita al Creatore, che è divenuta madre della Chiesa, perché ogni maternità abbia in Maria il suo modello più eccelso.
Lo sport come strumento edificante e di unione… in una parola vincente ! E’ stato questo l’incipit che ha spinto Comitato delle Feste di Vergobbio e Proloco di Cuveglio, con l’autorizzazione di Francesca e i figli Simone e Chiara, ad organizzare un evento significativo che potesse ricordare una valida persona, nel lavoro e non, apprezzato da tutti e che per anni ha “accompagnato” i nostri giovani.
Con la suggestiva cornice della località S. Anna a fare da sfondo si è svolto stamane (venerdì 2 giugno, ndr) il Memorial Andrea Campoleoni, gara di corsa aperto ai ragazzi delle scuole elementari e medie e ai loro genitori, coinvolgendoli in una staffetta sul medesimo percorso per ricordare l’ex comandante della polizia locale di Cuveglio, scomparso prematuramente due mesi fa. La gara si è svolta interamente nei prati sottostanti la chiesetta di Sant’Anna tranne un breve passaggio su asfalto che reimmetteva poi alla zona partenza, per uno sviluppo di 700 metri. Ansia e commozione hanno accompagnato organizzatori e volontari con il sopraggiungere dell’orario della partenza, ‘per poi dare il via ai protagonisti‘.
In sequenza allora, con tanto di apripista, via alle batterie previste: ecco il giro riservato ai ragazzi delle elementari (700 metri), quindi delle medie (2 giri) e l’inedita – ma indubbiamente gradevole – staffetta genitore/figlio (1 giro + 1 giro). Caldo, come la mattinata baciata dal sole, il tifo dei presenti in zona partenza/arrivo. Discreta la partecipazione alla manifestazione proposta (.. che lancia una ‘eco’ agli organizzatori ??).
Al termine della mattinata, alla presenza del sindaco Francesco Paglia e dell’assessore allo sport di Cuveglio Adolfo Fidanza, premiazioni delle batterie e un piccolo gadget ricordo a tutti i partecipanti e volontari, e l’auspicio di poter chissà ripetere la manifestazione.
Amore-Psiche -Consapevolezza: un trinomio i cui fattori sono imprescindibili e uno complementare all’altro, il che sta a significare una stretta relazione fra i tre elementi.
Amore e Psiche sono i protagonisti dell’opera ‘La Metamorfosi’ di Apuleio. Secondo la mitologia, Amore è riconducibile a Cupido, signore dell’amore e del desiderio, Psiche all’anima. Unendosi alla Psiche, L’Amore che la rende immortale. Un dualismo ineluttabile – diremmo ai giorni nostri -.
Una commistione fra Amore e Psiche che avviene interamente al buio, in un contesto – si badi bene – di inconsapevolezza: quasi a significare la casualità dell’unione tra i due “elementi”: l’anima non sa con chi si unisce ogni notte e, spinta dalla curiosità, non si fida più di quella presenza che gli offre tutto ciò che desidera dal suo ego. Curioso è poi che Psiche non ha coscienza di sè e pertanto non può vedere né scegliere, e conseguentemente rimane incerta la ricerca di Eros.
La leggenda si conclude con il matrimonio fra i due ‘innamorati’ e la nascita di una graziosa bambina che prese il nome di Voluttà] : il piacere intenso e appagante.
La consapevolezza, nell’amore e nelle relazioni, è paragonabile ad un salvavita. Essere consapevoli vuol dire prendere atto d ciò che si sta perseguendo e inseguendo con il proprio ‘ego’, gli atti le azioni che compiamo di conseguenza, ciò che rende perfetto e incorruttibile un legame che si cerca che si vuole.
‘Importante rendersi conto che una relazione d’amore soddisfacente e gratificante passa attraverso la consapevolezza: la consapevolezza delle azioni che compiamo, dei nostri pensieri e delle nostre frasi d’abitudine’.
La consapevolezza in amore è una scelta (più o meno obbligata se vogliamo dare importanza al legame avviato). Nella relazione di coppia la consapevolezza è la capacità di saper valutare lo ‘stato di salute’ del rapporto (ancor prima amicale) instaurato.
“La consapevolezza e l’amore, forse, sono la stessa cosa, perché non conoscerete niente senza l’amore mentre con l’amore conoscerete molto” (Dostoevskij).
Un tentativo di ripresa ‘dopo il lungo silenzio‘: è partendo da questo motto che Dopo un lungo periodo di silenzio che ci ha allontanato dai rapporti abituali, da Caravate riprende vita la stagione musicale con un concerto in presenza, nel pieno rispetto delle misure imposte, organizzato da comune e parrocchia di Caravate. Il programma comprende infatti lo “Stabat Mater” di Pergolesi e tre Sonate da chiesa per organo e archi di Mozart, brani che ben si adattano al messaggio che si vuole trasmettere attraverso il concerto. Una serie di composizioni con cui si vuole rappresentare il passaggio dal tempo del silenzio e dell’ angoscia determinata dal Covid, a un nuovo tempo di risveglio, di speranza e di rinascita.
E’ ad una preghiera del XIII secolo attribuita a Jacopone da Todi che s’ispira il programma della serata, organizzato dalla parrocchia dei SS. Giovanni Battista e Maurizio di Caravate e che vede l’interpretazione affidata al duo di voci femminili, soprano Antonella Romanazzi contralto Cecilia Bernini, accompagnate dalla formazione d’archi dell’orchestra Antonio Vivaldi di Sondrio e dal all’organo/cembalo dal M° Marco Cadario una interessante e preziosa pagina del barocco.
Componimento commissionato a Pergolesi per celebrare la liturgia della Settimana Santa. La prima parte della preghiera, che inizia con le parole ‘Stabat Mater dolorosa‘ (“La Madre addolorata stava“) è una meditazione sulle sofferenze di Maria, la madre di Gesù, durante la crocifissione e la Passione di Cristo. La seconda parte, che inizia con le parole ‘Eia, mater, fons amóris‘ (“Oh, Madre, fonte d’amore“) è una invocazione in cui l’orante chiede a Maria di farlo partecipe del dolore provato da Maria stessa e da Gesù durante la crocifissione e la Passione.
Stabat Mater _ Traetta
Diversi i compositori che hanno cercato ispirazione in questa invocazione, dal tardo Medioevo-Rinascimento (XVI secolo) fino al XXI secolo, contando compositori di spicco: oltre a Pergolesi si trovano Giovanni Pierluigi da Palestrina; i contemporanei Scarlatti, Tommaso Traetta, Antonio Vivaldi e Pasquale Cafaro; J. Haydn, Antonio Salieri e G. Paisiello; Gioachino Rossini, F. Schubert e F. Liszt; Marco Frisina .
Stabat Mater – Pergolesi
In particolare, l’esecuzione di Pergolesi (XVII-prima metà XVIII secolo) si contrappone a quella precedente di Scarlatti pur rimanendo fedele sostanzialmente nell’impalcatura strumentale e lasciando inalterata la presenza nelle parti soliste delle due sole voci di soprano e contralto. Entrambi i compositori suddividono la sequenza in una serie di duetti ed arie solistiche (consuetudine nel XVIII secolo: le stanze (‘sezioni’) musicali infatti sono 12 per Pergolesi e ben 18 per Scarlatti; ciò indica quanto la versione di Pergolesi sia più breve e coincisa rispetto alla precedente tanto da risultare più compatta, pur non rinunciando alla struttura tradizionale, accentuata nella versione scarlattiana. E’ forse proprio per questo taglio più snello che verrà preferita alla versione di Scarlatti.
Nello Stabat Mater di Pergolesi inoltre viene data una maggiore accezione al tema sentimentale, incentrato sul pathos del testo sacro e grazie all’alleggerimento degli austeri toni utilizzati nell’arrangiamento scarlattiano. Tali caratteristiche, fanno di questo lavoro uno dei più importanti esempi della musica italiana del ‘700. Lo Stabat Mater può considerarsi una importante pagine del panorama della musica classica; ha sempre goduto di una certa notorietà, prestandosi a ispirazione anche per altre composizioni.
All’ascolto, l’interpretazione delle voci soliste si adatta perfettamente a quello che è l’incipit della ‘Ripartenza’, idealizzando il rincorrersi di sentimenti contrastanti e il passaggio da momenti di smarrimento e desolazione a una crescente (e mai doma) rinascita, proponendo un inizio dolce ma sinuoso, non lineare che lentamente e non senza esitazioni lascia spazio a una maggiore serenità intima: due voci che si rincorrono per dare maggior estensione all’angoscia dominante ma che giungono puntuali nell’esortazione finale della preghiera. Degli stessi colori, dal torpore che pian piano lascia spazio a colori più vivaci simbolo di Vita, e dello stesso tono accompagnatorio le sonate eseguite dal Mo Marco Cadario al cembalo che fanno riflettere ora sullo stato di “fermo” imposto nei mesi passati ora sull’animosità e la voglia di ripartenza che freme dappertutto.
Stavolta è ufficiale la #Ripartenza (delle attività sportive) anche delle PGS e in particolare dei campionati giovanili di pallavolo, nel rispetto dei protocolli e misure restrittive imposti.
Ripartenza pallavolo PGS Varese
In considerazione di una stagione agonistica oramai compromessa, il Comitato Provinciale di Varese ha voluto proporre un torneo, Torneo Green Volley 2021 PGS Varese. Una formula più ‘soft’ (perlomeno nell’articolazione della manifestazione), a cui solitamente si associa lo svolgimento di un campionato, di ripresa e ritorno sui campi da gioco fra le squadre, per categoria. Ufficialmente dal prossimo 5 maggio (con conclusione il 20 giugno) scatterà per le categorie previste, o meglio per le società che si sono iscritte, un mini-campionato; vale a dire, di scena praticamente tutte le categorie ad eccezione della libera mista; i gironi che a seconda della squadre partecipanti prevederanno gare di sola andata piuttosto che andata/ritorno. Rigorosa l’osservanza dei Protocolli definiti e prestabiliti (Protocollo FIPAV versione 11 e Addendum2 nello specifico): a parte le regole sanitarie, gare a porte chiuse (dunque senza pubblico); per tutte le categorie le gare si giocheranno sui 3 set vinti sui 5 ordinari (ciò vuol dire che ad es in u13 non è obbligata a disputare cinque set canonici ma la partita termina nel momento in cui una delle due squadre vince 3 set); non deve essere effettuato il cambio campo fra un set e l’altro; saluto delle squadre effettuato sulla linea di 3 metri (passati ad essere famosi a questo punto, ndr) come ci stiamo abituando a vedere; né sono previste, per ovvie restrizioni, fasi successive né premiazioni . Dunque un modo per le squadre per ritrovarsi, per “riprendere confidenza” coi campi e la rete.
Allora non rimane che augurare a tutti una buona ripresa e .. buon divertimento !!