Elogio della solitudine

La solitudine non è isolamento; è l’essere da soli, non il sentirsi soli. A volte è connessa con il viaggio perché per trovare la solitudine si deve mettere una certa distanza dal quotidiano. Vi sono luoghi fatti per stare soli, ve ne sono altri che fanno desiderare di essere soli. Questi luoghi fanno bene all’anima se dopo averli abitati ci fanno desiderare di tornare al quotidiano, dove riprendiamo a frequentare l’altro. Se, al contrario, ci isolano, allora possono diventare prigioni, catene che legano e rendono difficile il ritorno.

Non sempre il luogo della solitudine richiede di essere raggiunto fisicamente e non sempre ci è possibile raggiungerlo. Importante è avere nel cuore questi luoghi e in essi trovare rifugio, conforto e consolazione. I nostri luoghi della solitudine, se sono veramente tali, sapranno raggiungerci lì dove siamo. Il vero viaggio la presa di distanza dal quotidiano, allora, sarà a carico dello spirito e non del corpo. I luoghi della solitudine sono luoghi della perfezione, perché in essi nulla manca e nulla è in eccesso; in essi ritroviamo l’unica cosa tanto necessaria eppure tanto gratuita e disponibile per chi la cerca effettivamente: la solitudine.

L’essere in solitudine, quindi, non è un fatto di per sé negativo, ma, piuttosto, una possibile modalità di percepire il tempo e lo spazio, e di riempirli della nostra presenza. La qualità del nostro sostare nella solitudine dice molto del rapporto che abbiamo con noi stessi. Chi teme la solitudine, spesso eme anche di stare solo con sè stesso.

Un grande maestro spirituale del XX secolo, Henri J. Nouwen, riflettendo sul desiderio di comunione insito in ognuno (vivere bene i propri legami, appartenenze e doveri verso gli altri), descrive la vita come un viaggio verso la pienezza; viaggio che inizia e finisce nel cuore di Dio. E’ un itinerario che parte dalla solitudine e nel quale incontriamo non solo Dio ma anche il nostro vero io. Qui, finalmente, la nostra inesauribile sete di comunione può sperare di essere soddisfatta. Nella solitudine, infatti, non ci si strige al proprio spirito, ma si desidera ardentemente un altro spirito, non ci sui richiude nel proprio cuore, ma si sente l’estremo bisogno di un altro cuore. E’ la solitudine della preghiera, in cui l’ascolto diventa obbedienza. ‘La solitudine è dove Gesù ascoltava Dio. E dove noi ascoltiamo Dio. La solitudine è dove inizia la comunità‘ (Una spiritualità per la vita, Queriniana 2017).

[rif. La Domenica, periodico religioso – don Pietro Roberto Miali]

L’attenzione dei papi per il Rosario

L’interesse dei papi per la preghiera del Rosario è stato costante [nei secoli]. Già nel 1479 Sisto IV, con la bolla Ea quae, riprendendo l’immagine usata da Alano de la Roche (il Rosario è il nuovo Salterio alla Vergine) presenta la pratica alla luce del salterio davidico, arricchendola di indulgenze e approvando il movimento sul Rosario nato a Colonia quattro anni prima.

Dal 1470 ci fu una rapida espansione della preghiera in tutto l’Occidente. Innocenzo VIII concesse per tutti gli iscritti alle confraternite ulteriori indulgenze, poi confermate da papa Alessandro VI. Nel 1521, a Venezia, Alberto di Castello pubblicò l’opera Il Rosario della gloriosa Vergine Maria, in cui fece una storia della pratica, elencò le indulgenze concesse e ne espose i misteri, dando loro una sistemazione, in un percorso ideale che va dal “desiderio dei santi padri che domandavano l’incarnazione di Cristo” fino alla “contemplazione della gloria di tutti i santi”.

Il movimento sul Rosario prese maggior vigore per gli interventi dei successivi papi. San Pio V, con la bolla Consueverunt Romani Pontifices (1569) ufficializzò il Rosario, precisando che la meditazione dei misteri, e non la formale ripetitività, è il requisito per ottenere le indulgenze. L’esito della battaglia di Lepanto (1571) diede nuovo impulso alla pratica: in segno di gratitudine per la vittoria contro la flotta turca, san Pio V decise di introdurre il titolo di Auxilium christianorum nelle Litanie lauretane, il formulario di invocazioni a Maria in forma di supplica, che si era andato formando a partire dal XII secolo. Lo stesso papa con la bolla Salvatoris Domini (2572) istituiva poi la festa in ricordo di santa Maria della Vittoria, in seguito chiamata anche Madonna del Rosario. Gregorio XIII stabilirà la celebrazione della festa nelle chiese in cui si presente un altare dedicato a Maria.

I papi Alessandro VII, Innocenzo XI, Clemente XI, Benedetto XIII intervennero per salvaguardare la genuina forma del Rosario, preservandola da derive lesive della sua struttura tradizionale. I misteri del Rosario trovarono la loro sistemazione nel 1716 quando Clemente XI estese a tutta la Chiesa la festa della Madonna del Rosario, dopo le vittorie di Vienna (1683) e Petervaradino (1716), sempre contro le armate turche.

[fonte: don Michele G. D’Agostino]

‘Verità e amore. Il cuore della fede cristiana’.

Nel binomio “verità e amore” si può compendiare tutta l’eredità del pontificato di Benedetto XVI che, per tutta la vita si è prodigato nel dimostrare che il vero senso della vita consiste nella ricerca della verità e nel dono di sè nell’amore. Per raggiungere questa meta è necessaria però una convinta e coerente affermazione del primato di Dio, uno dei temi sui quali Benedetto XVI ha maggiormente insistito.

Così. nell’orizzonte di una “nuova evangelizzazione”, il suo impegno costante è stato quello di far riscoprire il primato, soprattutto in quei paesi di antiche radici cristiane, dove è stato smarrito a causa di una mentalità secolarizzata, materialistica ed edonistica. Lungo tutto il suo pontificato, da teologo e da astore, Benedetto XVI si è fatto umile compagno di viaggio in questo comune cammino verso una fede sempre più consapevole e matura, che non si accontenta di ciò che ha trovato, ma che ogni volta cerca una nuova luce, nella gioia dell’incontro col Signore risorto. E’ quello che emerge dal volume Verità e amore. AI cuore della fede cristiana, in cui sono raccolti gli insegnamenti più significativi del suo illuminato magistero. Il testo più completo è significativo per comprendere il pensiero di Benedetto XVI, il grande Papa che ci ha lasciati nell’ultimo giorno dell’anno 2022.

(Fonte: ‘La Domenica’, periodico settimanale – 23 aprile 2023)

Le emozioni dell’under 16 non svaniscono


(domenica 13 marzo)

Ultima partita di campionato della matricola ‘u16’ di federazione di casa BluVolley che nel primo pomeriggio ospita al PalaGemonio il sodalizio di Seven Lakes di Ternate.
Quella che segue è una gara molto intensa dalla prima all’ultima palla giocata: pur non avendo particolari ambizioni di piazzamento, con le prime due della classe oramai in fuga, entrambe le formazioni non lesinano emozioni e mostrano chiaramente, oltre alla crescita nelle dinamiche di gioco, le proprie ambizioni, puntando al miglior risultato e a confermare una stagione sostanzialmente in positivo.
Il sestetto di casa si dimostra efficace ni fondamentali – particolarmente in battuta – ma peraltro pecca in continuità e nel rispetto dei ruoli in campo creando talora situazioni confusionarie, convincendo a set alterni da quanto dice la partita.
La formazione di Seven Lakes d’altro canto ‘sente’ la partita e sciorina un gioco fluido e convincente che stordisce la squadra di casa la quale, sotto l’occhio vigile dei coaches Pozzi junior e senior, rovescia il parziale set di 0-2.
Le ospiti mettono in atto un gioco pressante che tiene ‘ferro&fuoco’ la metacampo gialloblu, sfruttando molto i lungolinea e i varchi lasciati scoperti con attacchi piazzati.
Se nell prima frazione le locali riescono a contenere Seven Lakes (21-25), nel secondo le ospiti dilagano mandando in blackout la difesa di Blu Volley già dopo i primi scambi annichilendo le ragazze di Pozzi (addirittura break di 8 punti !): 12-25.
Se a questo punto per quanto visto alla formazione lacustre mancherebbe solamente il “gatto” per fare bottino pieno, Pozzi riesce a riordinare e riportare i giusti equilibri in campo. Il terzo set è un testa a testa fra le due squadre con le locali però che nonostante il rientro della squadra avversaria riescono a mantenere una giusta lucidità per il 25 a 19 finale.
Il successivo vede la formazione di casa tenere la testa avanti (14-9) e mantenere nel prosieguo una “distanza di sicurezza” – benché le avversarie vogliano crederci anche raggiunta la doppia cifra (20-18, 21-19, 22-20, 23-22) – mantenendo alta l’apprensione e la tensione nelle fila di casa, che permette di portarsi sui 2 set pari: 25-22.
Si arriva così al tie-break con la squadra di casa che conduce egregiamente nonostante Seven tenti di rientrare (6-5) per il conclusivo 15-6.

Quando la palla chiama … l’arbitro (ligio) risponde

(13 marzo)

E’ provato “scientificamente” – verrebbe da dire – che la palla esercita un influsso innegabilmente positivo, benefico tanto sui bambini/ragazzi quanto poi sugli adulti.
A questi ultimi in particolare, escludendo quanti continuano a stare dalla ‘parte attiva’ per vocazione, spetta il delicato e responsabile compito di educare al gioco (uno strumento utile anche per la crescita personale) – in maniera particolare proprio i fanciulli -, passando in questa maniera da soggetto attivo – coinvolto nella pratica – a soggetto passivo – in cui volgere la propria attenzione ai regolamenti e al rispetto delle regole -.
Questo avviene se la passione per la disciplina e le sue regole superano la pratica della stessa.
Un passaggio che verosimilmente coinvolge una minoranza: un ruolo forse non facile da rivestire e svolgere da subito ma che regala poi soddisfazioni, a vario titolo, e gratificazioni.
E’ in questo contesto che anni fa mi sono imbarcato in una avventura formativa (ed educativa) incentrata sullo sport quale strumento di crescita e che tuttora sto portando avanti: l’appassionante ruolo di arbitro di pallavolo.

San Carlo (mi) apre la stagione 2022

Si riparte – per quel che mi riguarda – con una nuova stagione dal cadreghìn.
La prima designazione di campionato mi mette in particolare apprensione devo ammettere (!!), al pari di approcciare con una adeguata preparazione tra RdG e Casistica, forse perché trovandomi di fronte ad una categoria con cui non ho molta esperienza.
Esordio stagionale ala palestra del Centro Giovanile San Carlo di Varese per arbitrare in coppia una partita di under 20 tra la formazione di casa guidata da Gaggini opposta alle coetanee di Atlas San Fermo.
Ben conosco la maturità e le ambizioni di ambedue i sodalizi memore del passato recente, e dunque immagino ci sia da aspettarsi un bella sfida. E i fatti ne danno prova !
San Carlo stenta a trovare i giusti equilibri fra il sestetto troppo slegato nelle fasi iniziali con il capitano di Atlas San Fermo D’Ingianni che coglie impreparata la ricezione di casa (0-2). Questione di poco perché San Carlo Si ritrovi (3-2) e riprenda il timone del set realizzando buoni gap (7-3, 16-8) per il conclusivo 25-14.
Il ritorno n campo non è dei migliori per le ospiti che subiscono subito il pressing della squadra di casa (10-5), ma complice una ricezione attenta e reattiva delle ragazze di Ambrosini la squadra di San Fermo rientra in gioco (15-10, 16-19) approfittando di alcune leggerezze in fase ricettiva e di difesa delle locali, realizzando un ghiotto break che costringe San Carlo ai vantaggi (27-25).
Terzo set che vede di nuovo San Fermo partire bene con un buon gioco d’attacco (0-3) ma le locali riescono nuovamente a rientrare pur non senza difficoltà. E’ verso la fine della prima rotazione che riescono a capitalizzare un buon momento (16-8 da 6-6) che scalfisce la grinta di San Fermo (20-9). Peraltro Atlas non getta affatto la spugna e arriva al 22-24 ma spreca la rimonta con una palla mandata in rete (25-22).
La “ridesignazione” a fare da secondo se da una parte risulta utile nell’evolversi della partita a dare enfasi allo spirito di collaborazione con il collega primo dall’altra mi richiama ancora una volta alla necessaria presenza del secondo laddove deve essere nei momenti topici di gara (non sempre ottimale da parte del sottoscritto.

L’under 13 chiude al PalaGemonio

La palestra comunale di Gemonio saluta la compagine dell’under 13 formato fipav che nell’ultima giornata ospitando le coetanee di Valbossa Volley, squadra capofila del girone.
Avvio peraltro incoraggiante per le nostre ‘Pulci'(2-0) che nelle prime battute sorprendono la retroguardia avversaria la quale però non fatica a ritrovarsi e a imporre la propria autorità contro un gruppo che viceversa fatica a trovare continuità e coesione nel suo gioco “a corrente alternata” (6-25) ! …..
Valbossa che non riesce ad … ingranare neppure ad inizio del secondo set ma la squadra di casa non ne approfitta (0-1, 1-3, 2-6), commettendo diverse lacune soprattutto in fase di ricezione (11-25).
Il terzo vede le ospiti continuare nella loro azione di gioco fluido ed efficace, le nostre non riuscire a reagire ad un gioco neanche troppo asfissiante (5-25).

La gara odierna segna anche l’arrivederci di coach Manfredi chiamata ad altri incarichi societari.

Potenza della radio

Ogni invenzione non è a sè stante ma soggetta inconfutabilmente ad una serie di passaggi e miglioramenti …

Nascita della radio

Un caso esemplare è quello dell’invenzione della radio, che deve i suoi natali alla primordiale scoperta delle onde elettromagnetiche – ovvero onde radio – le quali, condotte liberamente nell’aria, possono essere captate da appositi strumenti (pionieri di questa scoperta furono lo scozzese James Clerk Maxwell, padre teorico dell’elettromagnetismo – 1864 -, e il tedesco Heinrich Rudolf Hertz il quale successivamente ne dimostrò l’esistenza).

Invenzione della radio

In quegli anni peraltro alla portata della scoperta venne dato poco peso dal mondo della scienza.

Fu una specie di corsa a due” ( rif. www.focusjunior.it): dello studio e proprietà delle onde elettromagnetiche si interessarono due scienziati, l’italiano Guglielmo Marconi ed il russo Aleksandr Stepanovič Popov. Sebbene lavorassero anche geograficamente ben lontani, i due intrapresero lo stesso percorso, gli stessi passi che, muovendo da una tecnologia in grado di inviare e ricevere segnali radio anche a notevoli distanze.

Nel 1894 Marconi avrebbe letto gli esperimenti compiuti dal fisico tedesco Hertz e il lavoro compiuto da Nikola Tesla. Partendo da questi testi, Marconi capì che le onde radio potevano essere impiegate per comunicazioni senza fili. Alla fine del 1895 è riuscito ad emettere segnali radio per un miglio. Ciò fu da sprone per Marconi a potenziare il segnale del suo apparecchio tanto da far passare un segnale da un versante all’altro di un’ampia collina. Di fronte allo scetticismo delle autorità italiane il 5 marzo del 1896 così Guglielmo Marconi – emigrato in Inghilterra – brevettò il primo prototipo della radio, e di lì a poco il collega Popov realizzò la prima trasmissione radio.

Guglielmo Marconi e l’invenzione della radio

Lo stesso Marconi- che nel 1909 vinse il Nobel – apportò poi delle migliorie al suo prototipo per smentire gli scettici che credevano fosse impossibile utilizzare le onde radio per comunicazioni da grandi distanze. Quando riuscì a far passare un segnale attraverso l’Oceano Atlantico, nessuno potè più mettere in discussione la portata epocale dell’invenzione.

Mai avrebbe immaginato che la sua invenzione sarebbe stata alla base del proliferare e svilupparsi dei mezzi di comunicazione. Se l’applicazione miliare è quella della televisione, diede anche il via ad importanti applicazioni in ambito navale (es. gli SOS inviati da imbarcazioni in difficoltà). Con l’ingresso e il suo impiego fra le mura di casa, si diffuse l’abitudine ad ascoltare la musica e assunse pure un connotato peculiare per il proliferare della politica (il regime fascista di Mussolini, ad esempio, fece ampio ricorso alla radio per propagandare i suoi proclami e discorsi al popolo).

“Interrompiamo le trasmissioni per comunicarvi una notizia straordinaria: le forze armate tedesche si sono arrese agli angloamericani, la guerra è finita !“: proprio dalla radio arriva la notizia più bella per il nostro paese: l’annuncio della fine della seconda guerra mondiale.

Lo sviluppo e la diffusione della radio si pone agli antipodi della televisione e di qualsiasi altra successiva tecnologia. L’invenzione di Gugliemo Marconi 1oo anni fa ha permesso di cancellare letteralmente le distanze geografiche per tutti.

La potenza della radio è l’immediatezza: è la prima ad arrivare in particolar modo di fronte ai grandi eventi. Rimane il mezzo di comunicazione più diffuso a livello globale – a maggior ragione ora -nonostante il progresso tecnologico e il crescendo del web ancora nel nuovo millennio.

Ricomincio … da 400 …

Ci eravamo lasciati poco più di un anno fa quando l’incombere di una epidemia sconosciuta è calata in lungo e in largo nelle nostre vite, nelle nostre abitudini scombussolate da un virus del quale si sapeva ben poco e che ha imperversato seminando morte, paura ansia fra di noi, le nostre comunità, le nostre famiglie !

No non è l’intro di un film horror ma semplicemente il voltarsi indietro a un anno fa, quando l’attuale pandemia da coronavirus è stata ufficializzata qui in Italia e ha investito tutto e tutti, …….

Con il doveroso blocco o restrizione di diversi settori anche le attività sportive sono state fortemente limitate, e fra queste la pallavolo con la sospensione o riorganizzazione di campionati finanche l’utilizzo delle palestre.

Nel 2020 si è fatto a tempo sostanzialmente a giocare le prime due giornate di campionato dopodiché … tutto bloccato .

Negli ultimi mesi molto si è discusso per una possibile ripresa, vedi le disposizioni – non sempre lineari e condivise -adottate dal Coni, arrivata ad ammettere la ripartenza solamente delle categorie aventi un “interesse nazionale”.
Febbraio 2020 – Febbraio 2021: tanto è durata la sospensione delle attività per i nostri ragazzi fra dubbi e incertezze, con le società sospese fra l’adozione di dispositivi e misure di restrizione e le successive disposizioni che ne hanno tenuto a lungo in sospeso la ripartenza. Attesa da più parti con il sopraggiungere dei mesi autunnali, le speranze sono state poi disattese e ora, con il riallineamento normativo, pronte ad una ripartenza entro la fine del mese.

Ridimensionate con disposizioni del Coni nel mese di dicembre, fra le tante emesse, in particolare la scadenza del DPCM 3 dicembre (15 dicembre) ha infine consentito la ripresa – in maniera “diluita” nel tempo – , con la discrezionalità delle Federazioni preposte, anche delle categorie giovanili cosiddette ‘di interesse nazionale’.

Se l’attesa si è rivelata “pesante” soprattutto per atleti/e, dirigenti e collaboratori a vario titolo delle società, lo stesso discorso vale per la categoria “ufficiali di gara&arbitri” i quali ora si trovano a dover gestire – senza nulla togliere ai primi – una situazione articolata- non bastasse già la normale amministrazione di gara – “chiamati” a interpretare una nuova dimensione della pallavolo, fra protocolli covid da rispettare e procedure comportamentali sul campo, alla stregua della squadre stesse tenute al rispetto di linee guida ben precise nell’approccio e conduzione di una gara.


Trovare la volontà o la voglia di indossare nuovamente la divisa ufficiale … Ma chi te lo fa fare?? Dopo così tanto tempo??….. Statisticamente, voglia di inseguire numeri, di far maturare i contributi – detto con ironia – (.. noi Arbitri PGS, nello specifico ??) … No, schiettamente non è il mio caso. Personalmente, da quando ho iniziato questa esperienza (2009), da quando ho deciso di assumere quel ruolo di responsabilità, la voglia di mettermi in gioco e conseguentemente in discussione, non mi è passata anzi …. Un’esperienza di 10 anni densa di soddisfazioni ma anche di momenti “in scioltezza” e altri tesi, ‘in ascolto’ (propri di un ruolo di responsabilità) che mi ha fatto maturare nel ruolo grazie ai consigli e al confronto con i miei colleghi e ai punti di riferimento che ho avuto nel mio comitato perché arbitri non si nasce, lo si diventa !

Come tanti colleghi ancora ‘disoccupati’ anch’io sento la pressione conseguente a questo stop forzato, l’ansia di tornare sul trespolo, per il saper adottare (e allinearsi) alle procedure attuali che occorrerà seguire per il contenimento della pandemia anche nelle nostre palestre. Di fatto a digiuno, all’arbitro di gara spetta forse la parte ancora meno chiara oserei dire della ripartenza, stretto fra i protocolli imposti la documentazione richiesta e una immancabile dose di ansia (non si sa mai !! …Tensione che si aggiunge alla tensione.).

Deciso ad inseguire una mia irrinunciabile passione, a riprenderne le redini, tra qualche settimana mi ritroverò sul taraflex: pur come arbitro di casa mi metterò a disposizione della società in attesa della ripartenza anche del mondo Pgs.
Non ho deciso di lasciare quei “400 gettoni” collezionati in 10 anni di arbitraggio; un cammino che voglio dunque riprendere da dove i sono fermato e continuare, portandomi cioè dietro il mio fardello nell’ottica di potermi migliorare ancora, non nascondendo ovvie ansie, aldilà del lato della tecnica arbitrale ‘attualizzata’ anche della ripresa in sè, augurandomi che possa essere veramente una ripartenza del settore, dei tanti ragazzi e ragazze che vivono questo splendido sport, che ci possa essere continuità come per le serie maggiori; ma questo non dipende certo da noi.

‘Calza a cappello’ una foto che risale alle prime finali provinciali arbitrate (2012) ritrovata in questi giorni …. Sia di buon auspicio per il futuro !

Finali Provinciali PGS 2012

Buon cammino a tutti.

Genesi di Google Caffeine

Appare evidente che Google tuttora sia il motore di ricerca più utilizzato a livello mondiale.

Nel corso degli ultimi anni, a fronte delle esigenze degli utenti via via più specifiche in termini di ricerche, tempi di caricamento delle pagine sempre più ottimizzati e ad una conseguente miglior specializzazione degli algoritmi, il settore dei motori di ricerca è in continua evoluzione, al fine di potere offrire la soluzione migliore. Ecco quindi scendere in campo i vari Google, Microsoft, Safari, Mozilla, …

Una versione di Google che insegue la SEO

Nella varietà delle soluzioni offerte la più “curiosa ” è quella proposta da Google Caffeine.
Un nuovo sistema di indicizzazione delle informazioni mediante cui il search engine sarà in grado di fornire risultati aggiornati mediamente più freschi rispetto al passato. La risposta di questo “step incrementale” lo si trova come detto nella necessaria evoluzione che ha conosciuto il web negli ultimi tempi e delle informazioni medesime: con l’irrefrenabile aumento di siti web e pagine aumentano in proporzione (se non in modo esponenziale) i contenuti audio e multimediali: di pari passo, ciò comporta un aumento delle aspettative degli utenti nelle ricerche che vengono effettuate.

Il vecchio indice di Google può essere schematizzato “a strati”, ognuno dei quali per poter rimanere attendibile deve essere periodicamente aggiornato, richiedendo ciò tempi diversi (così per aggiornare uno strato potrebbe essere necessario analizzare tutta la Rete, comportando ciò un notevole dispendio in termini di tempo).
Viceversa, la logica del nuovo sistema di indicizzazione si basa su un’analisi del web in segmenti permettendo così un aggiornamento più continuo e ‘lineare’ dell’indice di Google. In questo modo, appena vengono trovate nuove informazioni o notizie, vengono subito prese in carico per essere indicizzate, garantendo quindi un evidente risparmio di tempo.

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