AMP: tra velocità di caricamento e indicizzazione per pagine da mobile

La tecnologia AMP (Accelerated Mobile Pages, pagine accelerate per il mobile) è stata introdotta per aumentare la velocità di caricamento delle pagine internet da dispositivo mobile. Al giorno d’oggi, infatti, una discriminante essenziale per l’indicizzazione nella lista dei risultati dei motori di ricerca – e ancora prima nell’ottimizzazione di un sito, mobile nello specifico – è rappresentata dalla velocità di caricamento delle pagine che sposa la necessità di utilizzare dei temi responsive. Tecnica sviluppata in risposta all’introduzione dell’indice mobile-first (il quale va a “premiare”, a dar precedenza alla versione mobile dei contenuti di un sito ai fini della sua indicizzazione), inversione “di approccio” avviata ufficialmente da Big G da 5 anni (progetto Google AMP).

Da diversi studi si rileva che gli utenti abbandonano la pagina di un sito se non viene caricata entro 3 secondi: questo significa un’elevata percentuale di utenti persi. Proprio per questo motivo, l’implementazione di AMP può essere una scelta vincente e ottimale per quei siti che si occupano della fruizione di informazioni e quindi in particolare di contenuti testuali. Le pagine AMP sono il futuro dei blog aziendali.

Fermo stante il concetto di ‘mobile-friendly‘, il proclama ‘Mobile First al posto del Desktop First‘ ribalta e scombussola la primordiale concezione di progettazione e sviluppo di un sito web.

La presenza di pagine AMP su Google viene stigmatizzata tramite una sorta di lampo che richiama proprio la velocità di caricamento.

Ma in cosa consiste la tecnologia AMP ? Partendo da una Library Open Source, le AMP non sono altro che pagine fatte con gli stessi elementi di tutte le pagine tradizionali, quindi basate su HTML, CSS e Javascript, ma che presentano alcune restrizioni in base a regole e tags specifici, eliminando tutti i fattori che rischiano di rallentare il sito web e consentendo in questo modo un codice più performante e che poggia su script asincroni, caratteristiche chiave che contraddistinguono le pagine AMP e che servono a ridurre la velocità di caricamento dei contenuti statici: secondo questa modalità vengono cioè eliminati tutti quegli elementi che “rallentano” il sito, determinando così una considerevole riduzione del peso di una pagina e dunque del suo tempo di caricamento (statisticamente, le pagine AMP sono 4 volte più veloci rispetto alle pagine tradizionali).
Vista allora la loro natura, le pagine AMP sono sicuramente ideali e preziose per le testate giornalistiche e i siti di notizie in generale; meno necessarie per le pagine istituzionali di un sito (di per sè già veloce e performante). Ma non può essere applicato con altrettanto successo agli e-commerce, per cui sarebbero necessari ulteriori adattamenti al codice decisamente difficili da implementare.

Le pagine AMP privano l’utente di tutte le funzionalità aggiuntive legate alle animazioni e agli effetti speciali, per privilegiare una pagina pulita ed essenziale nell’aspetto, di modo che resti concentrato sui contenuti.

Le pagine mobili accelerate sono fondamentali per creare un’esperienza utente migliore e più veloce su internet mobile.

Dal momento del suo lancio, il progetto AMP ha ottenuto parecchie adesioni da parte di aziende, blogger e freelancer che avevano la necessità di snellire l’esperienza mobile. AMP permette una navigazione più armonica tra i contenuti editoriali.

Ci sono alcune caratteristiche chiave che contraddistinguono le pagine AMP e che servono a ridurre la velocità di caricamento dei contenuti statici.

La velocità di caricamento è uno dei fattori di Ranking più importanti. E’ opinione comune fra gli operatori che i principali vantaggi derivanti dalla loro implementazione sono un aumento significativo del volume di traffico organico e delle conversioni facilitate da esperienze mobile più veloci. Coloro che si occupano di SEO e di mobile SEO sono concordi nell’affermare che un sito web AMP ben strutturato abbia vantaggi in termini di traffico organico, engagement e ranking. Contrariamente alle dichiarazioni ufficiali di Google sin dai tempi del lancio del mobile-first index che negavano questa possibilità, verosimilmente qualche effetto pare possa esserci. Le pagine AMP riportano fondamentalmente l’attenzione sui contenuti dei siti web; le aziende che hanno scelto di implementare pagine mobile accelerate hanno riscontrato rilevanti incrementi di traffico in termini di ricerca organica.

Si rileva inoltre l’esistenza di una relazione tra utilizzo della tecnologia AMP ed aumentate performance su Google: il motivo può essere ricavato dal fatto che l’user engagement sui siti AMP è decisamente maggiore rispetto ai siti non AMP, e che le conversioni derivanti da esperienze mobile più veloci sono decisamente maggiori.

Per ciò, è possibile utilizzare un plugin AMP il quale, una volta installato, associerà ad ogni url una versione ‘/amp/’. Oppure ancora adoperare uno specifico editor che permette di gestire e personalizzare alcuni parametri per la versione AMP dei post/pagine. Inoltre, attivare Google AMP può aiutare a ridurre il carico di richieste ai server e migliorarne la performance. Google salverà una versione cache della pagina AMP e la mostrerà agli utenti su dispositivi mobili.
Condizione sine qua non, e quindi per trarne vantaggio, è comunque che si abbiano contenuti di qualità; l’implementazione cioè di pagine AMP non determina automaticamente un aumento di accessi al sito.

C’è una relazione tra AMP e ranking? Google può dare una priorità tra i risultati in SERP ai siti che utilizzano pagine AMP? Benefici potrebbero arrivare innanzitutto dal miglioramento complessivo delle performance del sito e dell’user experience da mobile, oltre che dalla maggior velocità di caricamento e di utilizzo. In aggiunta, si può ipotizzare che Google utilizzi come fattore di ranking anche una serie di segnali dell’user engagement, così come lasciano intuire i risultati delle implementazioni AMP.

Il rovescio della medaglia, vale a dire gli svantaggi di Google AMP: riduzione dei guadagni pubblicitari, statistiche meno dettagliate, limitazioni negli stili e negli script, migliore qualità del codice.

Per approfondimenti sull’argomento: https://blog.leevia.com/web-marketing/pagine-amp-cosa-funzionano-utilizzarle/

[Fonte. https://sos-wp.it/google-amp-wordpress/]

Potenza della radio

Ogni invenzione non è a sè stante ma soggetta inconfutabilmente ad una serie di passaggi e miglioramenti …

Nascita della radio

Un caso esemplare è quello dell’invenzione della radio, che deve i suoi natali alla primordiale scoperta delle onde elettromagnetiche – ovvero onde radio – le quali, condotte liberamente nell’aria, possono essere captate da appositi strumenti (pionieri di questa scoperta furono lo scozzese James Clerk Maxwell, padre teorico dell’elettromagnetismo – 1864 -, e il tedesco Heinrich Rudolf Hertz il quale successivamente ne dimostrò l’esistenza).

Invenzione della radio

In quegli anni peraltro alla portata della scoperta venne dato poco peso dal mondo della scienza.

Fu una specie di corsa a due” ( rif. www.focusjunior.it): dello studio e proprietà delle onde elettromagnetiche si interessarono due scienziati, l’italiano Guglielmo Marconi ed il russo Aleksandr Stepanovič Popov. Sebbene lavorassero anche geograficamente ben lontani, i due intrapresero lo stesso percorso, gli stessi passi che, muovendo da una tecnologia in grado di inviare e ricevere segnali radio anche a notevoli distanze.

Nel 1894 Marconi avrebbe letto gli esperimenti compiuti dal fisico tedesco Hertz e il lavoro compiuto da Nikola Tesla. Partendo da questi testi, Marconi capì che le onde radio potevano essere impiegate per comunicazioni senza fili. Alla fine del 1895 è riuscito ad emettere segnali radio per un miglio. Ciò fu da sprone per Marconi a potenziare il segnale del suo apparecchio tanto da far passare un segnale da un versante all’altro di un’ampia collina. Di fronte allo scetticismo delle autorità italiane il 5 marzo del 1896 così Guglielmo Marconi – emigrato in Inghilterra – brevettò il primo prototipo della radio, e di lì a poco il collega Popov realizzò la prima trasmissione radio.

Guglielmo Marconi e l’invenzione della radio

Lo stesso Marconi- che nel 1909 vinse il Nobel – apportò poi delle migliorie al suo prototipo per smentire gli scettici che credevano fosse impossibile utilizzare le onde radio per comunicazioni da grandi distanze. Quando riuscì a far passare un segnale attraverso l’Oceano Atlantico, nessuno potè più mettere in discussione la portata epocale dell’invenzione.

Mai avrebbe immaginato che la sua invenzione sarebbe stata alla base del proliferare e svilupparsi dei mezzi di comunicazione. Se l’applicazione miliare è quella della televisione, diede anche il via ad importanti applicazioni in ambito navale (es. gli SOS inviati da imbarcazioni in difficoltà). Con l’ingresso e il suo impiego fra le mura di casa, si diffuse l’abitudine ad ascoltare la musica e assunse pure un connotato peculiare per il proliferare della politica (il regime fascista di Mussolini, ad esempio, fece ampio ricorso alla radio per propagandare i suoi proclami e discorsi al popolo).

“Interrompiamo le trasmissioni per comunicarvi una notizia straordinaria: le forze armate tedesche si sono arrese agli angloamericani, la guerra è finita !“: proprio dalla radio arriva la notizia più bella per il nostro paese: l’annuncio della fine della seconda guerra mondiale.

Lo sviluppo e la diffusione della radio si pone agli antipodi della televisione e di qualsiasi altra successiva tecnologia. L’invenzione di Gugliemo Marconi 1oo anni fa ha permesso di cancellare letteralmente le distanze geografiche per tutti.

La potenza della radio è l’immediatezza: è la prima ad arrivare in particolar modo di fronte ai grandi eventi. Rimane il mezzo di comunicazione più diffuso a livello globale – a maggior ragione ora -nonostante il progresso tecnologico e il crescendo del web ancora nel nuovo millennio.

Pallavolo giovanile: ‘stop and go’ rimandato …

Nuovo stop per la pallavolo giovanile. A una settimana esatta da quella che appariva come la #Ripartenza, lo “stop and go” per il settore giovanile della pallavolo, perlomeno per quel che riguarda la Regione Lombardia, la recente ennesima ordinanza dello scorso 4 marzo che preannuncia l’ingresso in zona ‘arancione rafforzata’, anche il settore giovanile della nostra pallavolo, per bocca del presidente del Comitato Territoriale di Varese Alberto Bonomi – pur se non contemplato nella disposizione – ha ritenuto opportuno disporre la sospensione dei campionati under appena ripartiti, comunicazione trasmessa a tutte le società coinvolte.

Sberleffo ? Assolutamente no ! Una giusta presa di posizione piuttosto- che c’era da aspettarsi, all’indomani dell’ordinanza che non la confutava – in una situazione non certo di facile lettura, dettata dalla chiusura di tutte le scuole e dunque di un riallineamento dell’attività sportiva a quella scolastica, nel rispetto della salute dei tanti ragazzi e ragazze, trepidanti di una ripresa certa come pure i loro dirigenti e allenatori.