Nel cammino di fede, di preghiera e di celebrazioni che ogni anno le nostre comunità compiono, il tempo di Avvento è la prima tappa. Nela sua origine, il termine “avvento” (dal latino adventus, che corrisponde al greco parousìa) richiama l’attesa degli abitanti della città che si preparavano alla “venuta” del sovrano, in visita alla loro comunità. In queste quattro settimane del tempo di Avvento anche le nostre comunità si preparano all’incontro con il loro Signore, Cristo Gesù, nelle sue due venute, quella ebraica (nel suo Natale) e quella definitiva (alla fine del tempo e del mondo). Nelle prime due settimane siamo invitati a preparare la venuta del Signore alla fine del tempo e del mondo. Le letture bibliche di questo primo periodo orientano i nostri atteggiamenti alla vigilanza, alla veglia dal sonno spirituale e alla preghiera: “Fate attenzione, vegliate, perché non sapete il momento e l’ora” (Mc 13,33). Le due ultime settimane ci preparano alla venuta storica di Gesù, il suo Natale. Le letture bibliche (soprattutto a partire dal 157 dicembre) presentano i testi messianici che lungo la storia di Israele hanno alimentato la speranza nella venuta del Messia e la fiducia nella promessa di salvezza fatta da Dio all’umanità. La preghiera della Chiesa nel tempo liturgico dell’Avvento è rivolta con fiducia al Signore che è venuto (nel Natale) e che verrà (alla fine del tempo e del mondo), che è presso il Padre, ma è anche presente nella sua comunità che prega, veglia e prepara il cuore ad accoglierlo. Lungo questo cammino di preparazione ci sostengono l’atteggiamento fiducioso della Vergine Maria (l’Avvento è il vero tempo mariano), il silenzio raccolto di San Giuseppe e l’esemplarità del Battista nel “preparare la via del Signore e nel raddrizzare i suoi sentieri” (Mc 1,3: testo che apre la prima domenica di Avvento).
Se per Steve Jobs i webmaster venivano additati come figure ‘in circolo’ e usate da poche persone, la sua interpretazione va rivista o meglio aggiornata ! Ne è un chiaro sintomo l’aver ribattezzato pochi giorni fa il Google Webmasters Central in Google Search Central con un certosino indizio sul cambiamento “generazionale” in corso. La terminologia ‘webmaster’ è stata ufficialmente (e operativamente) deprecata, o meglio rimpiazzata: con ciò decade la figura ‘nuda e cruda’ di webmaster preferendo spostare l’attenzione su SEO specialist, marketer, web developer, blogger, …
Un0a riflessione asettica questa, perché se volessimo darle un taglio più specifico beh si aprirebbe un mondo a riguardo, leggi qui 1 e 2.
Il mese di ottobre ha portato un fondamentale aggiornamento allo strumento di Google Analytics, giunto ora alla release numero 4. ‘GA 4‘ (evoluzione della proprietà App + Web) è il nuovo nome di Google Analytics App Place Web, in grado di monitorare dati sia da mobile sia da siti web.
Google Analytics è lo strumento utilizzato dalle aziende, grandi e piccole, per analizzare e apprezzare le preferenze dei clienti e “conformarsi” alle loro esigenze di acquisto; questo rinnovamento deriva dal fatto che l’uso dell’analisi costituisce una priorità assoluta per le aziende, e le soluzioni esistenti attualmente rendono difficile ottenere una visione completa del cliente e al tempo stesso ricavare informazioni utili.
Google Analytics 4 si differenzia radicalmente dal precedente Google Universe Analytics: non ci sono più le viste. Un concetto innovativo sono i data streams cioè i dati raccolti possono essere ora analizzati in una proprietà.
La configurazione della nuova versione è basata sugli eventi: si passa da un modello session-centric ad uno basato su eventi; muore così il concetto di ‘sessione’ (e suoi attributi). Il data model viene ‘appiattito’ consentendo di avere un dato più granulare, più grezzo e pertanto ‘usabile’, in un certo senso duttile e performante: i dati vengono utilizzati dinamicamente (rispetto a quanto avveniva in Google Universal).
GA 4 può venir definito come un Google Analytics più intelligente, che sfrutta il machine learning per l’apprendimento automatico e fornisce automaticamente informazioni utili e addirittura una profilazione degli utenti. Così, il nuovo Analytics è in grado di rilevare automaticamente le nuove tendenze che emergono dallo studio dei dati (ad esempio i prodotti che subiscono una variazione della domanda in funzione delle nuove esigenze dei clienti). Sarà possibile apprezzare il comportamento dei clienti dall’acquisizione alla conversione e alla fidelizzazione, significativo quando occorre prendere decisioni in tempo reale per conquistarli in linea con le loro mutate esigenze.
Sostanzialmente, Google Analytics 4 è un sistema di analisi user centrico e predittivo, ideato per ottenere un miglior ritorno dalle operazioni di marketing che vengono applicate.
Non prevedendo uno schema predefinito ma assolutamente personalizzabile (vedi introduzione e definizione eventi) al tempo stesso è necessario attribuire una specificità della struttura medesima quanto a parametri, dati di confronto ecc.; agli eventi viene posto un limite sul numero di eventi che si possono creare di 500. Inoltre, la mancanza di uno standard di misurazione, riferito ai parametri, comporterà l’avere a che fare con “una giungla”, con una struttura dei dati completamente diversa da altre analisi.
Inoltre, il nuovo real-time integrato ha una gestione completamente diversa dal precedente. Definito il significato di concetto in GA, GA4 presenta un nuovo concetto di conversione che si differenzia da precedente concetto di obiettivi presente in GAU (da configurare in ogni vista), collegato agli eventi e attivabile mediante un flag. Ci sono definizioni e metriche “custom” – ora 50 non più 20 -, e altri attributi (user properties: dimensioni da collegare cioè parametrizzare “su misura” agli utenti).
Si ha ora una gestione completa dei grafici: tramite Explorer Analysis è possibile creare ex-novo nuove reportistiche anche ex-novo: ciò in particolare comporta però una complessità per creare i nuovi report, in conflitto con ‘data studio‘, strumento collegato ad esso. In Google Analytics 4 è previsto un collegamento diretto con BigQuery, ovvero un enorme database virtuale il quale consente di eseguire operazioni su gradi volumi di dati. Ora, l’utilizzo di GA non è più a pagamento come previsto da Google Analytics 360. Inoltre, ora è possibile debuggare in tempo reale tutti gli eventi (Debug View). C’è inoltre la possibilità di poter contare su un collegamento diretto con Google Adsense (nativo). Inoltre creare custom audience mediante algoritmi di predictive: uso audience per gestire operazioni di remarketing (il cui intento è di individuare e indurre ‘utenti che potrebbero acquistare’). Gestione cross domain gestita direttamente da GA4. Gli eventi si possono adesso creare e modificare all’interno della piattaforma stessa, permettendo di duplicare un evento cambiandogli semplicemente nome. Quindi ciò appare come un nuovo livello di gestione e modifiche di eventi e conversioni strutturato ora direttamente all’interno della piattaforma di GA4 non facendo riferimento esterno al sito/app, definito non solo in fase di progettazione, creando nuove entità.
Conclusioni
La nuova proprietà di Google Analytics 4 fornisce una visione cross-channel più completa andando a prendere come dato di analisi l’intero ciclo di vita del cliente e utilizza tali informazioni con funzionalità di marketing predittivo, fornendo agli operatori di marketing più informazioni e modi efficienti per agire in base a tali informazioni.
Google Analytics 4 sarà l’opzione predefinita quando si imposterà una nuova proprietà. Universal Analytics continuerà ad essere disponibile, ma Google consiglia ai proprietari dei siti di impostare entrambi i tipi di proprietà e di eseguirli in parallelo.
Per approfondimenti (fonti): https://www.nimaia.it/blog/google-analytics-4-che-cos-e-e-come-si-usa/ https://www.dankempes.com/blog_seo/29-google-analytics-4.html https://support.google.com/analytics/answer/10089681
Rieccomi alle corse serie pur se amatoriali e corse con un mero senso di partecipazione e ‘leggerezza’, tanto più in questo periodo con un fine solidale ! ‘Virtual Run‘ (o ‘Races’): un modo escogitato (o riscoperto ?) quest’anno per ridare slancio al popolo dei runners, in particolare amatori, al fine di poter partecipare e (far) vivere eventi sportivi altrimenti impossibili causa inevitabili assembramenti e noncuranza delle misure restrittive da rispettare in questo strano periodo.
Fine settimana movimentato questo con la partecipazione a due eventi sportivi che sono ormai una tradizione nel panorama autunnale per chi ama lo sport all’aria aperta e nello specifico la corsa.
E così, colti due inviti su Facebook, decido di iscrivermi a ‘La Corsa dei Santi‘ di Roma, alla quale “strizzo l’occhiolino già da qualche anno” che si tiene il primo di novembre in corrispondenza dunque con la ricorrenza omonima, a sostegno del progetto benefico di Missioni Don Bosco ONLUS nelle carceri minorili, e dulcis in fundo sulla stessa ‘wave‘ non mi lascio sfuggire l’occasione(issima’) di partecipare ad un’edizione speciale della New York City Marathon che, viste le circostanze, apriva a diverse distanze: 5, 10, 21, 30 fino ad arrivare ai 42 km. Pianificato in 48 ore il fine settimana con questa ‘matrice sportiva’, per quest’ultima decido di non sovraccaricare in chilometri dovendo già fare i 10 di Roma. Abbracciate le iniziative, cerco “la concentrazione” necessaria: venendo da poco meno di due anni con le scarpette da runner ‘al chiodo’ – fatti salvi saltuari allenamenti con amici – avverto comunque il ‘senso della competizione’ – alias rimettermi in gioco (è pur sempre una sfida nonostante il contesto …) -.
Così tra sabato pomeriggio e domenica mattina va in scena il doppio impegno: sabato – come detto – opto per la “2020 Virtual TCS New York City Marathon” e la domenica mattina, avendo più tempo a disposizione, per i 10 chilometri della ‘Corsa dei Santi‘ della città eterna che, giunta alla 13^ edizione, si sta rivelando un appuntamento ‘di fine stagione’ da non mancare per molti podisti, amatoriali e non ! La maggior parte delle corse ‘virtuali’ poggia su apposite interfacce per gestire i tempi registrati da ogni partecipante cercando di fornire loro il miglior servizio lasciando così loro il piacere e – perché no ? – la spensieratezza della corsa. Ecco, non avendoci avuto mai a che fare, ho avuto modo di apprezzare molto il servizio della app di Enternow. Tutto sommato, come già apprezzato recentemente, non sono proprio un “legno” ma tant’é che lungo i due sviluppi si ripresentano gli stessi ‘bug’ che mi trascino da tempo: vale a dire, nonostante una partenza oramai ‘controllata’, il “fuori-giri” è sempre dietro l’angolo e non lesina a ripresentarsi se distolgo l’attenzione dalla gestione respiro-passo-frequenza … Un altro parametro di non poco conto per un podista – amatoriale piuttosto che pro – è quello di trovarsi a passare da un fondo erboso e battuto – quello a cui sono abituato – alla strada, che certamente è molto più impegnativo come andamento ! Dal tempo finale che spunto potrei limare – non per egoismo ma giustamente – un paio di minuti da ciascuna per .. motivi tecnici (scarpe che si slacciano, tubolare per occhiali che continua a sfilarsi,…).
NYCM – Partenza 2019
NYCM – Ponte di Navarrano
Sabato l’inedita partecipazione alla ‘New York City Marathon’ – Virtual Race sulla distanza prescelta di 5 km (3,1 miglia).
Parto abbastanza tranquillo – le sensazioni sono buone -, e subito mi vedo catapultato nell’immaginare alcuni passaggi tipici della competizione reale con i vari quartieri, e l’arrivo in Central Park – certo riassumere 42 km in 5 !!!! -. Peccato che , coperto il primo chilometro, decida di riprendere fiato e procedere così a tratti verso il giro di boa stabilito per raggiungere lo sviluppo dei 5 km totali.
Domenica mattina … balzo indietro e “mi catapulto” oltreoceano nella capitale. Dopo averla ‘adocchiata’ anni fa (10^ edizione, 2017) quest’anno, seppur proposta in veste inedita, finalmente “riesco” a correre ‘La Corsa dei Santi‘ che vede partenza e arrivo sulla piazza di San Pietro in Roma e svilupparsi alcune vie e piazze significative della città. E qui l’immaginazione non può che proiettare l’astante sugli interminabili viali brulicanti di monumenti e pagine di storia.
Nonostante averle corse a distanza, lungo le vie di casa, contento di avervi partecipato in un periodo in cui sarebbe stato praticamente impossibile dar vita all’edizione 2020 di due manifestazioni così distanti e da valori forse diversi ma accomunate dal piacere di correrle pure in un contesto di ‘sottosopra’.
Negli ultimi tempi, nell'(oramai) mare magnum del mondo digitale si stanno sviluppando piattaforme commerciali B2C orientate a cambiare radicalmente un’abitudine implicita del consumatore, vale a dire abbandonare l’utilizzo della cartamoneta quale consueto sistema di pagamento utilizzato a favore dei moderni sistemi di pagamento elettronici.
Realtà ormai affermatasi negli Stati Uniti, a fronte di una rete capillare oramai collaudata, il cashback sta lentamente prendendo piede anche in Italia. Cashback è un fenomeno che si propone di assumere addirittura carattere sociale in quanto andrà ad investire in pieno un’abitudine corrente sacrosanta negli acquisti – per meglio dire dei pagamenti – dei consumatori. “Il cashback è il principio secondo il quale, a seguito dell’acquisto di un bene o di un servizio, all’acquirente viene garantito un rimborso di parte della spesa.”E’ un meccanismo di riaccredito automatico di parte dei soldi spesi nei propri acquisti.
Cashback – rimborso sugli acquisti
Si tratta di un metodo mediante cui, previa iscrizione ai rispettivi portali, viene rimborsata una percentuale sui propri acquisti effettuati online .
Come il sito “spot” guadagna una percentuale degli acquisti effettuati dai propri utenti su uno dei punti convenzionati così altrettanto riconosce automaticamente parte del suo guadagno all’acquirente che ha aderito al progetto. Il meccanismo si attiva aderendo a dei siti specializzati dove gli utenti registrati possono guadagnare una percentuale.
Nato inizialmente come servizio online, negli ultimi anni il cashback si è gradualmente diffuso anche a livello locale grazie ad esempio all’utilizzo di coupon creati appositamente.
Si distingue da sistemi cosiddetti programmi di fidelizzazione, come ad esempio la scontistica, perché riconosce effettivamente un guadagno sugli acquisti fatti nei negozi prescelti.
Presenta un duplice aspetto: trarre un vantaggio diretto dalle proprie spese e uno indiretto legato alla rete di contatti sviluppata. Come anticipato, sempre più siti di cashback incentivano i propri utenti attraverso un sistema di referenza che garantisce loro dei vantaggi extra allorché invitano degli amici ad utilizzare il servizio di cashback, vale a dire una percentuale dell’importo (solitamente tra il 3% e il 10% della cifra pagata) speso. In questo modo i benefici sono sia per l’utente sia per il sito che trova un canale pubblicitario alternativo e spesso più economico rispetto a quelli classici.
Le attività di cashback in Italia stanno prendendo sempre più piede e sono tante le aziende che, per promuovere nuovi prodotti, offrono la possibilità di acquistare loro articoli e richiedere un rimborso.
Solitamente il sito di cashback pone un limite minimo da raggiungere per poter richiedere il pagamento (il cosiddetto “payout“), rendendo così necessaria per l’utente la fidelizzazione.
Il cashback non è né uno sconto sull’acquisto né un guadagno: lo sconto infatti si applica contestualmente all’acquisto (ed è garantito dal venditore); i soldi che si accumulano sul conto mediante questo meccanismo non sono infatti un guadagno ma piuttosto un risparmio ottenuto sotto forma di rimborso di parte di un acquisto.
Un sito di cashback fornisce i mezzi tecnici ed amministrativi grazie ai quali si può ottenere un rimborso sugli acquisti effettuati online. In particolare, se si acquista su un negozio convenzionato con le modalità previste dal sito di cashback, il sito stesso riconoscerà una quota della spesa effettuata per l’acquisto, in denaro reale.
Il ‘Cashless’ approda in Italia
A dicembre anche in Italia verrà avviato questo progetto che rientra nel piano Italia cashless con il fine di invogliare il consumatore a ridurre l’utilizzo di contante e incoraggiandoli all’utilizzo di strumenti digitali, unitamente ad un sistema di premialità.