Help! Marathon … una mano alla ‘Sacra Famiglia’

(sabato 25 aprile)

Dopo quasi due anni di “inattività” colgo l’occasione di una iniziativa benefica per riallacciare le scarpe da runners per una gara e …. involarmi ! 🙂 🙂
In un periodo decisamente caotico e difficile, che ha cambiato radicalmente le nostre abitudini e le occasioni d’aggregazione, dalla mente del poliedrico e mai domo Vittorio Ciresa, in collaborazione con l’associazione ‘Un sorriso per Michela’, nasce questa iniziativa sportiva, ‘Help! Marathon‘ soprannominata “Criceto Run” da più parti – per ovvi motivi anche logistici – , evento a scopo benefico per raccogliere fondi a favore dell’istituto Sacra Famiglia del vicino paese di Cocquio Trevisago, di cui un gruppo di ragazzi guidati dall’amico Emidio partecipa alle gare del circuito del Piede d’Oro oltre a ospitare da alcuni anni una gara dell’omonimo calendario.
Nel pieno rispetto delle indicazioni governative determinate dall’epidemia di Coronavirus, il periodo non può vederci riuniti nello stesso luogo per cui ben venga l’idea di una competizione virtuale: ognuno può quindi svolgere la propria attività sportiva preferita (tapis roulant, cyclette, rulli, circuiti, palestra) stando comodamente a casa, senza “paletti” per tempo e modi dunque !
L’evento ha avuto luogo oggi, 25 aprile una data significativa oltre che per la storia dell’Italia anche per sottintendere al rilancio che essa vuol dare alle speranze di ripresa.

Avendo preso subito a cuore l’iniziativa, mi spiaceva non renderla perfetta, non portarla a compimento fino alla fine. Così scartate alcune alternative possibili (cyclette, tapis-roulant, giardino), ho trovato soluzione nell’amata corsa; ma come mettere in pratica l’idea ?
Ecco allora venire in aiuto uno spartano e agreste anello tutto all’interno della mia via e allora … goo !!
A compimento dell’evento, oggi per tutti nessun crono da rispettare, libertà nel ritmo e passo da tenere, semmai una sfida con sè stessi.
Ebbene, soddisfatto di aver aggiunto alle energie (e nn km) messi sul piatto dai partecipanti, i miei 5k o poco più percorsi.

L’ora dell’e-commerce di prossimità

(giovedì 23 aprile)

In questi giorni di pandemia che ha investito in lungo e in largo il nostro quotidiano e i nostri usi finanche colpire in modo massiccio il commercio, tutti stiamo ora guardando al prossimo passaggio alla fatidica “Fase 2”, vale a dire uno spartiacque per contingentare le limitazioni sinora poste.
Dopo un primotempo di misure restrittive imposte da quasi due mesi, si assisterà cioè, a parte alcune eccezioni produttive che seppur a piccoli passi hanno ripreso questa settimana, ad un allentamento delle restrizioni come tutti sappiamo dal prossimo 4 maggio, mentre tutto il mondo del commercio e le attività imprenditoriali sono in fermento per la ripresa.

Ma, dal punto di vista strettamente del commercio, con un particolare riferimento al mondo digitale, cosa succederà ? Senza dubbio, l’adozione dello strumento digitale segnerà il passo per le aziende in questo momento (e già anzi ce ne siano ben accorti in queste stesse settimane): le attività che si sono avvicinate o hanno già abbracciato la digitalizzazione saranno senz’altro più di una spanna avvantaggiate rispetto a quelle che viceversa non hanno saputo o voluto allargare il proprio orizzonte come “business”, rimanendo ancorate al commercio tradizionale come lo si conosce, privilegiando perciò la vendita al dettaglio.

Il commercio online, specie in questo momento che stiamo attraversando, si è rivelato per molte categorie del commercio l’unico modo per limitare il collasso degli ordini.
Oltretutto, un altro ruolo determinante sarà giocato dalla prossimità (vicinanza) di un’attività, con i suoi beni e/o servizi (‘il negozio è online ma è come se fosse sempre sotto casa’), unendo le comodità dell’e-commerce unite ai vantaggi della vendita tradizionale.

Per e-commerce di prossimità si intende il progettare una rete di collegamenti capace di consolidare i rapporti commerciali fra vari partner e, soprattutto dall’altra parte, con i clienti territoriali appannaggio del commercio al dettaglio. Un esempio di e-commerce di prossimità potrebbe essere quello di un sito che consente di prenotare online un prodotto, per poi concludere la transazione legata all’acquisto direttamente nel negozio fisico di preferenza del cliente. E i vantaggi continuano anche dopo la vendita, con una gamma di servizi e una specifica assistenza che il rivenditore scelto offrirà al cliente.

Avviare un e-commerce di prossimità produce alcuni importanti vantaggi:

– fidelizzazione della clientela, che non è più costretta a recarsi presso il punto vendita per visionare prodotti, prezzi e promozioni. Con un clic, i clienti possono sfogliare l’intero catalogo e scegliere il prodotto che cercano, prenotarlo e concludere poi la transazione nel mondo fisico;
– ottimizzazione degli investimenti e dello stoccaggio di magazzino;
– soddisfazione dell’utente e contemporanea realizzazione di un punto di contatto e supporto sempre attivo per i clienti.


Diffusosi in Italia come strategia di marketing da pochi anni, l’e-commerce di prossimità quindi si realizza mettendo in piedi un sistema che si basi su un equilibrato utilizzo di strategie e tecnologie tipiche dei settori della vendita online e offline.
Se questa è la teoria, operativamente, tramite l’implementazione di alcune tecnologie specifiche, è necessario un allineamento fra l’esperienza di vendita nel mondo fisico e quella nel mondo virtuale e tale allineamento può essere realizzato attraverso determinate metodologie:

Beacon per inviare segnali e messaggi promozionali al cliente che accede nel punto vendita (necessaria la coesistenza e l’attivazione di un’altra tecnologia, il bluetooth), e che permette di realizzare campagne di marketing di prossimità all’interno dei negozi;
QRCode per offrire al cliente maggiori informazioni sul prodotto, consultabili direttamente dai display dei propri dispositivi mobile;
NFC (Near Field Communication) per gestire pagamenti, acquisti e spedizioni.

Il segreto che tiene a battezzo questo ecommerce di prossimità non risiede tanto nella tecnologia che viene utilizzata, quanto nel saper dare la giusta valenza esperienziale che sta alla base del commercio al dettaglio.

Ecco come funziona: l’utente cerca un prodotto, si informa e acquista sul web dal suo rivenditore di fiducia o quello più comodo. Poi ritira il prodotto direttamente nel punto vendita da cui lo ha acquistato. E in più il valore aggiunto di poter essere seguiti da un servizio di assistenza e di supporto. Questo è l’e-commerce di prossimità: le comodità dell’e-commerce unito ai vantaggi della vendita tradizionale.

Quindi, il processo si può così schematizzare: CERCA > ACQUISTA ONLINE > RITIRA
Un esempio di ecommerce di prossimità sotto gli occhi di tutti è quello della spesa on line: il cliente sa che può disporre di un catalogo di prodotti dello shop dove si vuole recare, quindi gli basta ordinare ciò che vuole e poi passare in negozio per il ritiro della merce.

“Ogni fase del processo d’acquisto – che va dalla pubblicità e dalla promozione, passando per i servizi di prevendita fino all’acquisto vero e proprio e al pagamento, per culminare infine sul post vendita – può essere efficacemente supportata da iniziative di Proximity marketing”, afferma Marta Valsecchi, Direttore dell’Osservatorio Mobile B2c Strategy, Politecnico di Milano.
Fine è fidelizzare il cliente che si trova fisicamente all’interno del negozio, soddisfacendo pertanto a un suo intento di ricerca e invogliandolo così a tornare presso lo stesso punto vendita.
La possibilità di utilizzare lo smartphone in uno shopper è oggi un’occasione imprescindibile per invogliare i clienti e migliorare la Customer Shopping Experience. Un utente su tre sceglie cosa comprare cercando informazioni in mobilità, dal proprio smartphone o tablet, e una buona fetta è ormai venendo influenzata nelle scelte che farà.
Servizio geolocalizzato che si attiva quando l’utente si trova all’interno di un punto vendita, piuttosto che interagire con i clienti in un hotel o con i visitatori di un museo, il proximity marketing (in italiano marketing di prossimità) è un servizio di marketing che permette di gestire ed inviare, a determinati profili di clientela, contenuti personalizzati direttamente sullo smartphone mediante un’apposita app.

Essenza della scrittura creativa

(mercoledì 22 aprile)

Quando si dice ‘da cosa nasce cosa ! …’: un paio d’anni fa (o 3 ??), incuriosito da un banale ma abbagliante banner che continuava a comparire sul social network che utilizzo e che attirava la mia curiosità, ho spostato le mie attenzioni dallo sterminato campo del Web alla nicchia della SEO.
La nuova materia in cui mi ero addentrato non è stata una ‘bolla d’aria’ ma anzi, aldilà dell’approfondimento (in lungo e in largo) di cosa fosse l’ottimizzazione per i motori di ricerca, è stato il trampolino di lancio per la scoperta di una passione, una ‘capacità innata‘ (come spiegherò più sotto), interessandomene sempre più finanche a cercare (tuttora) uno sbocco professionale.

Da là ecco arrivare un là anche al mio blog – per il quale avevo perso un pò la “bussola”(oltre ad uno strano senso di compiacimento misto a soddisfazione per la nuova scoperta)- con l’inserimento di nuovi contenuti volti ad approfondire metodologie e tecniche d’approccio alla Search Engine Optimization.


Questo passo mi ha portato di lì a poco a scoprire anche la SEO copywriting (scrittura ottimizzata per la SEO), la cui filosofia mi ha a sua volta portato a enfatizzare questa “arte”: anche qui, tanto tempo speso a scandagliare e “rivoltare” la Rete a ricercare risorse ‘interessanti’ che mi permettessero di avvicinarmi a piccoli passi e allo stesso tempo approfondire la nuova materia per poi “raccontarne” tematiche e singoli aspetti ….

Ed è proprio questo step, ‘scrittura ottimizzata per la SEO‘ che, con grande frenesia ed entusiasmo, ha fatto scoccare in me una fiammella o per meglio dire mi ha condotto a scoprire un talento che forse già era in me ma al quale non davo particolare peso: la scrittura creativa.

Oggigiorno la scrittura creativa anima, con diversa valenza, varie figure professionali (blogger, web writer, copywriter – interprete della seo copywriting), in quanto tali mosse tutte però da un fine commerciale per attrarre il cliente/consumatore verso la pubblicità prodotti/servizi. La seo copywriting fa allora della scrittura creativa un veicolo per un fine commerciale.

Se dunque la seo copywriting mira a creare contenuti ottimizzati – cioè interessanti e utili all’interno di un contesto spiccatamente commerciale (ciò che è poi il suo fine) -, un modo di scrivere contenuti per attirare il cliente per come la voglio intendere qui però ‘scrittura creativa’ sta ad indicare un talento che ognuno può scoprire in sè, una capacità di dare libero sfogo alla propria scrittura.

Dunque una dote che può celarsi in ognuno di noi che inaspettatamente può svilupparsi ma che, in quanto tale, deve essere coltivata. [https://www.scritturacreativa.org/cose-la-scrittura-creativa/] Ma attenzione: avere questo talento o meglio vederlo crescere fra le nostre abilità non è scontato per tutti però !!

Scrittura creativa … una miniera di idee in una penna

Scrittura creativa – almeno come la intendo io e voglio trattarla in queste righe – vuol dire uscire dagli schemi prefissi, prendere un testo o – se voglio – buttar giù una opinione su un determinato argomento … oppure ancora consultare una serie di testi, articoli relativi inerenti un argomento ciò di cui voglio scrivere, su cui voglio esternare la nostra opinione, e “dare libero sfogo alla propria penna“. Impregnarlo quindi di nostre considerazioni e opinioni, il che è il valore aggiunto a ciò che scriviamo.E’ ciò che rende unico il nostro scritto, così personalizzato.

Ma dietro a quest’arte del ‘saper scrivere’ sta un importante lavoro che parte dal reperimento, selezione e lettura di risorse sull’argomento e la loro successiva elaborazione per arrivare ad un elaborato ‘unico’, il più possibile distaccato dalle risorse preventivamente consultate (ciò assume un significato ancor maggiore in ottica seo, come visto).

In Wikipedia si trova una sua bella definizione (di cui riporto alcuni passaggi), sia sintetica – la sua essenza – sia “particolareggiata” – ciò che è e può essere, arrivare a fare -. Comincia con questo incipit:

La scrittura creativa è ogni genere di scrittura che vada al di là della normale scrittura professionale, giornalistica, accademica e tecnica …..

E poi:

La scrittura creativa nasce dall’applicazione della potenzialità creativa, presente in forme diverse in tutte le persone e che consente di elaborare soluzioni nuove, inedite ed originali nei vari contesti della vita, alla scrittura. Tale applicazione produce degli elaborati in cui sono presenti gli elementi tipici della creatività stessa intesi come: fantasia, invenzione, immaginazione, originalità. Lo scrittore creativo dal primo istante in cui pensa ad una storia fino a quando ne scrive la scena finale deve far uso di tutti e cinque i sensi poiché l’immaginazione creativa viene alimentata dalla capacità di tradurre la realtà in modo inedito e dall’abilità di usare la fantasia per rielaborare in modo originale le conoscenze acquisite con precedenti esperienze dirette o indirette … Proust a tale proposito sosteneva che: ”il vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi”.

Un elemento basilare e costitutivo della scrittura creativa sono le idee le quali si sviluppano attraverso due fasi, una divergente, l’altra convergente: nella prima fase la mente è libera di viaggiare senza confini all’interno di mondi fantastici, possibili e impossibili; nella seconda fase, invece, le idee vengono raccolte, scelte, analizzate e selezionate. L’altro elemento fondamentale della scrittura creativa è lo stile. Nella scrittura creativa le emozioni e i sensi si combinano …. la scrittura creativa collega il pensiero, le emozioni e le sensazioni di chi scrive con quelli di chi legge attraverso un ponte empatico che ha come punto di partenza la fantasia, la capacità e l’ispirazione dello scrittore e come punto di arrivo l’immaginazione, l’interpretazione e la rielaborazione del lettore. [rif. wikipedia]

Un’altra bella definizione la si trova sul sito di Apogeo:

La scrittura creativa è un modo per esercitarsi a scrivere. Per fare pratica, per prendere confidenza con carta e penna.
È darsi una possibilità per tutte le volte che si è detto ma io non so scrivere.
È un modo per ascoltarsi, per guardarsi dentro e venire a patti coi propri demoni.
È mettere a tacere il giudizio e farsi spazio sulla pagina.
È avvicinare tra loro parole che non avresti mai messo vicine, un po’ come il fucsia col rosso.
È abituarsi a sentire il suono delle parole e della punteggiatura.
È dilungarsi, seguire il filo dei propri pensieri, scrivere cose senza senso, e poi pulire, tagliare, limare.
È usare la stessa parola in contesti diversi per vedere che effetto fa.
È imparare a leggere, sempre e tanto.
È sforzarsi di trovare le parole giuste.
È smetterla di trattenere il respiro.
È lasciarsi andare e insieme darsi un tono.
Scriviamo ovunque e continuamente, anche senza accorgercene. Scriviamo parlando e parliamo scrivendo. Ogni parola che usiamo ci identifica, esprime la nostra identità quanto i vestiti che indossiamo.
Scrivendo lasciamo che le persone si facciano un’idea di noi. Di chi siamo. Di come ci comportiamo, di cosa ci piace.
La scrittura ci rappresenta. Dice molto di noi. E ci appartiene. Nessuno può toglierci il nostro modo di scrivere. E se l’abbiamo smarrito, basta esercitarsi, scrivere, scrivere, scrivere per ritrovarlo.
Quando ritroviamo il nostro modo di esprimerci è come se in qualche modo ci ritrovassimo anche come persone. [rif: https://www.apogeonline.com/articoli/che-cose-la-scrittura-creativa-simona-sciancalepore/]

E’ con questa disinvoltura che una mia cara amica è riuscita recentemente a raccogliere insieme, da ricordi della propria giovinezza e dai racconti dei suoi nonni, un turbinìo di racconti vissuti della propria giovinezza, trascorsi con la leggiadrìa dei tempi in un ridente paesino di montagna

Io questa esperienza l’ho colta e la sto portando avanti su uno specifico settore che forse non dà pieno risalto alle sfumature della scrittura creativa, al significato e alle potenzialità dell’arte; come pure mi capita di scrivere elaborati di altro genere da cui è più facile far emergere questi “stravolgimenti” usando la propria penna e allo stesso modo anche il nostro “porci in maniera empatica” nei confronti dell’ argomento.
Ecco allora che – com’è giusto che sia – pur specializzandoci su un determinato settore, su determinate argomentazioni, il saper sviluppare e affinare questa tecnica può permettere di poterci avvicinare anche ad altri filoni con la stessa creatività e capacità.

Primato alla Local SEO

All’ombra della SEO tradizionale, finalizzata a posizionare un sito a livello nazionale piuttosto che internazionale, dove verosimilmente capeggiano i colossi del commercio e i brand più blasonati del settore per mettersi online, e dunque posizionarsi risulta cosa ardua (ricordiamo che posizionarsi significa ottenere visibilità), sta una sua nicchia la quale al contrario si rivela essere una preziosa e proficua “arma” per le Piccole Medie Imprese (ma non solo, “se si guarda lungo”) affinché l’impresa possa farsi conoscere immediatamente sul territorio dove opera: la Local SEO (per il posizionamento del sito) a braccetto con la complementare Local Search, attività di ricerca limitata geograficamente . Si presenta come un’utile soluzione per un’impresa che intende farsi pubblicità nelle zone limitrofe e di cui oggigiorno non si può fare a meno.

La promozione locale su Internet è un’attività ancora sottovalutata quando addirittura non ignorata. La Local Search permette digitando una query su un motore di ricerca, di trovare già risultati nelle vicinanze, dando in questo modo visibilità sul territorio all’azienda che si promuove. In questo modo si differenzia dalla seo tradizionale perché non mira a un posizionamento nazionale, obbiettivo ardito e complicato per quanto detto sopra, bensì a ottenere visibilità nelle zone limitrofe.

La Local SEO può essere pensata come un sottoinsieme della SEO come la si conosce; unitamente alla Local Search, va a premiare il posizionamento locale su Internet.

Pare rispondere a un “predicato”: se avere una presenza online oramai è determinante per poter essere competitivi ecco che essa soddisfa l’esigenza del cliente/consumatore che, pur trovandosi fuori casa, sa di poter trovare informazioni in rete.

Non deve esistere più la grande distinzione tra offline e online, bensì pensare ad una strategia “omnichannel” che consenta una migliore e oculata integrazione fra i vari canali di comunicazione e vendita(del marketing).

Potenzialità è che la ricerca locale è in grado di intercettare un evidente “intento di ricerca” dell’utente, mentre nella ricerca normale si parte al contrario da un “intento informazionale” (vedi “funnel”), quindi generico.

L’affermazione della Local SEO è cresciuta di pari passo con la rapida diffusione conosciuta dai dispositivi mobile, che ha permesso l’affermarsi delle tecnologie che la supportano e la caratterizzano; va poi aggiunto che il progressivo incremento delle ricerche vocali, incentivate dalla mobilità del cliente, è stato un altro punto a favore per la Local SEO. A testimonianza di ciò, uno studio di Google conferma – ma non ce ne stupiremmo in considerazione dei nostri usi – che la forte crescita dei dispositivi mobile fa sì che siano sempre di più gli utenti che si rivolgono alla ricerca locale per far conoscere le attività. 

Trattasi di una tecnica di posizionamento che si basa sulla geolocalizzazione. Cosa vuol dire ciò ? Che la ricerca di beni/servizi trova soddisfacimento in funzione della posizione in cui l’utente si trova (la geolocalizzazione), rilevata dal proprio smartphone o tablet, dispositivi dotati di antenna GPS.

Provvedendo ad una ottimizzazione dei progetti per avere visibilità sul territorio, l’obiettivo sarà quello di farsi trovare nelle mappe e da qui incanalare i potenziali clienti direttamente all’interno della nostra attività.

 

Se la Local Search rappresenta uno strumento di marketing intelligente e funzionale che consente agli imprenditori di attirare nuovi clienti in loco, essa permette a chi fa una ricerca di trovare risultati nelle vicinanze.

La Local Seo (e di conseguenza il local marketing) consente di posizionare una impresa sui motori di ricerca, in modo che sia così visibile a chi cerca. Posiziona un’attività non a livello nazionale ma locale, consentendo così ad un’attività di essere maggiormente trovata.
Ai detrattori di questa prassi, si può obiettare che consente di ottenere visibilità “utile” sul territorio, utile perché potenzialmente premiata da una ricerca locale, in rapporto a dove si trova l’utente.

 

Pilastri per la versatilità di questo strumento (e di conseguenza la seo locale) sono la rilevanza o pertinenza dell’attività, cioè quanto una scheda “di presentazione” soddisfa l’utente che sta cercando, la distanza, con cui si indica quanto un risultato è distante da dove viene fatta la ricerca, e la prominenza o importanza la quale sta ad indicare quanto l’attività considerata è conosciuta in ragione delle informazioni presenti.

Per sfruttare le potenzialità offerte, risulta necessario rendere il proprio sito mobile friendly (il sito deve essere strutturato in maniera tale da poter essere visualizzato correttamente e consultato anche su mobile).

A monte però l’imprenditore per poter beneficiarne deve essere iscritto a strumenti come Google My Business (“contenitore” che riunisce i precedenti Google Place, Google Plus e Google Maps) il quale usa proprio le mappe di Google per informare sulla posizione della propria attività. Più informazioni così dettagliate e meglio organizzate tra di loro, unitamente ad una buona strategia di local search, consentiranno a Google di ‘spingere’ l’attività da promuovere.

Google My Business è l’anima della Local SEO. Strumento in continua evoluzione per soddisfare le esigenze, si tratta di una dashboard in cui inserire e modificare tutte le informazioni inerenti l’azienda: ragione sociale, indirizzo e telefono (questi tre campi costituiscono il cosiddetto NAP), tipologia dell’attività, orari d’apertura, ecc.: corredata eventualmente da specifici tag (snippet), ‘elementi evergreen’ della SEO, presentare una ‘vetrina’ ben curata nelle informazioni e che spinga il navigatore di turno a diventare utente.

Balza subito all’occhio quella che probabilmente è la più grossa potenzialità offerta da Google My Business: la visualizzazione dell’attività sulle mappe che, insieme alla diffusione esponenziale dei dispositivi mobile, ne hanno decretato l’affermazione.

Quando le mappe hanno fatto la loro comparsa arricchendo lo scenario della Local Search i SEO hanno dovuto attrezzarsi …. poiché trattasi di un settore in continua evoluzione che richiede di mantenersi aggiornati. Oggigiorno, merito anche dei progressi degli algoritmi di ricerca, questo è addirittura il primo risultato che capeggia nelle query di ricerca.

Che il mettersi online sia oramai una chiave di volta per le PMI lo dimostra anche una intervista a Mariangela Marseglia, country manager di Amazon per l’Italia, che non nasconde la sua preoccupazione per le piccole e medie imprese “solo per un terzo digitalizzate, e una su sette con un fatturato significativo online”; e ancora “ci sarà un salto avanti nell’e-commerce ed ecco perché è urgente che le imprese italiane recuperino il ritardo”.

 

Il posizionamento locale è venuto alla ribalta con il 2007, quando Google ha introdotto il ‘filtro’ della Universal Search grazie a cui le ricerche sono “effettuate a 360°” nel senso che sono integrate con audio, video, foto e mappe, tutto ciò che può essere considerato il “contesto” della nostra ricerca: ecco allora che la Universal Search ha sposato la Local Search 1  2, sostenuta da una crescita esponenziale del mobile.

Tre sono i fattori che progressivamente hanno contribuito ad accrescere l’importanza della Local Search (e quindi della promozione locale):

  1. lancio della Universal Search: stratagemma di Big G basato sull’interpolazione di più database per offrire tutti i contenuti possibili riguardo ad una ricerca – è significato un momento epocale per i risultati geolocalizzati – visualizzate tutte insieme, la Local SEO ha determinato una crescita esponenziale;
  2. sviluppo del Mobile: se l’avvento del mobile – con gli smartphone in particolare – è stato uno degli elementi a dare il LA alla geolocalizzazione, ancor più significativo in questi termini è stato il supporto nelle SERP delle mappe in quanto segnalano la presenza di un’azienda;
  3. Venice Update: l’esordio di questo nuovo algoritmo nel febbraio del 2012 – seguito da una miglioria con un update nel novembre 2013 -: ha determinato il primato dei risultati “locali” nelle SERP, un ulteriore incremento della promozione locale. Ora, Google non solo è in grado di rispondere a query di ricerca geolocalizzate per definizione (cosa questa sinora consentita dall’introduzione della Universal search) ma anche a query di ricerca a carattere generico.

Una parentesi va fatta sull’evoluzione degli algoritmi di ricerca, un affinamento al fine del miglior soddisfacimento dell’utente:

Venice Update (2012) migliora la localizzazione dei risultati (la ricerca è Local !). Pigeon (2016) migliora l’attenzione sulle imprese locali nel contesto di una ricerca. Possum (2016) privilegia la posizione dell’utente in rapporto ai risultati della ricerca. Hawk (agosto 2017) rappresenta una miglioria al precedente in quanto, se Possum dava visibilità fra le attività trovate solo a quella con miglior ranking, ora Hawk fa apparire anche le altre.

Strettamente collegato al mobile è il Local Marketing: consiste in una serie di strumenti di comunicazione e marketing aventi finalità di attirare clienti verso la propria attività accrescendone la notorietà: copre diversi fattori come Google My Business, Link Building, Ottimizzazione Seo On-page e Off-page, AMP, strumenti mediante cui sviluppare la propria presenza online.

Alla frase fatta “ma la SEO è morta” la risposta è solo e soltanto una: evoluzione. La local Seo è elemento tangibile di questa tesi. La SEO negli ultimi anni ha subito profonde modifiche che hanno fatto pensare addirittura a una sua prematura scomparsa; oggigiorno la SEO per poter dare riscontro della sua valenza deve essere supportata da attività complementari che prima potevano essere pensate come a sè stanti.

Dunque, una giusta alchimia di Local SEO e Local Search permette di definire una efficace strategia di Local Marketing.