CEL – Certificato di Esecuzione Lavori all’estero: che cos’è ?

Previsto dal D.P.R. 34/2000, il CELCertificato Esecuzione Lavori – individua il documento rilasciato da un ente della P.A. o altro soggetto di diritto (committente o appaltante) all’operatore (appaltatore) che attesta le attività sono state eseguite ad opera a seguito di bando o affidamento diretto.

Mentre il certificato di regolare esecuzione può sostituire il certificato di collaudo, che viene emesso in prima persona dal direttore dei lavori con il benestare del responsabile dell’atto stesso, il certificato di esecuzione dei lavori è l’atto con il quale l’appaltante dichiara, a conferma della certificazione SOA ottenuta (attestazione della qualifica economica e tecnica del soggetto per la partecipazione a gare d’appalto), che i lavori eseguiti sono stati realizzati a regola d’arte e con buon esito. Per la sua natura giuridica e la sua formulazione si può concludere che il certificato di esecuzione di un lavoro pubblico è un documento amministrativo pubblico.

Determinante per l’iter è ottenere l’attestazione SOA

La SOA è una certificazione che autorizza l’impresa a partecipare ad appalti pubblici per determinate tipologie di categorie e importanza.

 

Ai sensi di quanto previsto dall’art. 84 del D.P.R. n. 207/2010 (Regolamento appalti), e recepito dal l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici con atto del 4 marzo 2013, le imprese con sede legale in Italia le quali hanno realizzato lavori all’estero e che intendono usufruire dell’attestazione di qualificazione da parte delle SOA, devono richiedere l’emissione del CELMAE alle sedi diplomatiche italiane negli Stati in cui hanno eseguito i lavori.

Gli uffici delle diplomazie italiane all’estero provvedono quindi a stampare il certificato per poterlo rilasciare alle imprese richiedenti.

Le SOA – Organismi di Attestazione autorizzati – sono tenute a verificare, all’atto della presentazione della documentazione da parte dell’impresa, che le informazioni riportate corrispondano con quelle presenti nel sistema informatico dell’Autorità.

Per la dimostrazione dei requisiti tecnici, l’impresa dovrà ottenere e consegnare alla prescelta SOA i CEL (Certificati Esecuzione Lavori) rilasciati dai propri committenti, controfirmati dalla Direzione Lavori. Qualora l’organismo di attestazione verifichi l’esistenza di certificati di lavori non idonei, deve darne comunicazione sia ai soggetti committenti, sia all’Autorità di vigilanza, per l’adozione dei provvedimenti del caso. Fino al loro inserimento nel casellario informatico, tali certificati non sono utilizzabili, pena l’addebito alla SOA di una sanzione pecuniaria fino a 51.000 euro.

Nel caso di lavori eseguiti all’estero da imprese con sede legale in Italia, il richiedente deve produrre alla SOA la certificazione di esecuzione dei lavori unitamente a copia del contratto e a qualsiasi altro documento comprovante i lavori eseguiti e se emesso del certificato di collaudo. In questo caso, i CEL dovranno presentare determinati requisiti:

  • LEGALIZZAZIONE: per lavori richiesti sia da appaltante pubblico sia privato, l’impresa appaltatrice utilizza la certificazione pubblica: perciò deve richiedere la legalizzazione che è rilasciata dalle autorità consolari italiane all’estero;
  • CERTIFICAZIONE TECNICO DI FIDUCIA CONSOLATO: per lavori eseguiti su committenza privata, per i quali nel paese di esecuzione degli stessi non è prevista una certificazione da parte di organismi pubblici, la documentazione necessaria, dalla quale risultano i lavori eseguiti, il loro ammontare, i tempi di esecuzione nonché la dichiarazione che i lavori sono stati eseguiti regolarmente e con buon esito, è rilasciata da un tecnico di fiducia del consolato;
  • TRADUZIONE UFFICIALE CERTIFICATA CONFORME: Alle precedenti viene allegata una traduzione certificata conforme in lingua italiana rilasciata dalla rappresentanza diplomatica o consolare o eseguita da un traduttore ufficiale;
  • CERTIFICATO SOLO ONLINE: il consolato italiano all’estero, una volta conseguita la certificazione, la trasmette al competente ufficio centrale del Ministero degli affari esteri che provvede ad inserirla nel casellario informatico.

Barriere architettoniche in edifici privati, in arrivo 180 milioni di euro

Seppur non in maniera coercitiva, negli ultimi anni un po’ tutti i comuni del territorio nazionale stanno mettendo in atto un adeguamento urbanistico finalizzato ad armonizzarsi con le esigenze dei diversamente abili, portatori di handicap o menomazioni quello che va sotto il nome di “abbattimento delle barriere architettoniche” , allineandosi così a quanto previsto alla lettera c) dell’art. 8 legge 104/1992.

Se però quanto è stato attuato “ai nostri occhi” ha interessato anzitutto gli spazi e gli edifici pubblici, da pochissimi giorni al centro dell’attenzione è passato il settore privato: dopo ben 15 anni di ‘azzeramento’ in materia, è stato rifinanziato il Fondo per l’abbattimento delle barriere architettoniche previsto dalla L. 13/89 per l’accessibilità agli edifici privati, vale a dire ‘finalmente è stato riaperto un ineccepibile rubinetto delle casse dello Stato’ a favore proprio dei disabili del nostro paese, riconoscendo loro o meglio riprendendo in considerazione un diritto sacrosanto. Misura prevista nel Fondo Investimenti della Legge di Bilancio 2017, i cui contributi possono essere richiesti dai cittadini portatori di handicap.

Pubblicato sul sito del Ministero delle infrastrutture, il decreto, emanato congiuntamente con il Ministero dell’Economia, che entra in vigore il 30 maggio, ripartisce i fondi previsti per il quadriennio 2017-2020.

Come previsto dalla seduta permanente della conferenza fra stato, regioni e comuni di metà febbraio, la normativa metterà a disposizione 180 milioni di euro per i prossimi quattro anni ripartiti fra le singole regioni, le quali provvederanno a loro volta a metterlo a disposizione dei comuni richiedenti al fine di contribuire alle spese sostenute dai cittadini.

Con la misura adottata si cerca di colmare una “farraginosa falla burocratica” dal momento che l’ultimo intervento di destinazione fondi al settore privato risale al 2003: pertanto, con questo atteso finanziamento si tenta anche di coprire i fabbisogni inevasi, tra l’altro più volte segnalati dalle Regioni al ministero competente.

La succitata legge 13 del 1989 è la principale fonte normativa in tema di barriere architettoniche e del loro abbattimento. Essa prevede che ai cittadini sia data possibilità di accedere, mediante domanda al comune di residenza, a contributi per eliminare le barriere architettoniche esistenti nelle loro case e negli edifici privati.

Per accedere ai contributi è necessario inoltrare domanda al comune di residenza in base a specifiche modalità e a condizione si rientri in parametri previsti dalla legge. In particolare, hanno diritto a presentare domanda i disabili con menomazioni o limitazioni motorie permanenti e i non vedenti nonché coloro i quali hanno a carico persone con disabilità permanente; i condomini ove risiedano le suddette categorie; i centri e gli istituti residenziali relativamente agli immobili destinati all’assistenza di persone disabili. Nell’accesso ai contributi hanno precedenza nell’assegnazione le persone disabili con certificazioni di invalidità totale e con difficoltà di deambulazione.

La domanda (comprensiva di una descrizione sommaria della spesa prevista) deve essere presentata direttamente al sindaco del comune di residenza entro il 1 marzo di ogni anno dal disabile o da chi ne esercita la tutela/potestà. Il contributo previsto sarà proporzionale, cioè in misura inferiore o minore al preventivo, alle spese effettive.

 

Dati alla mano, ad ottenere maggiori risorse è l’Emilia -Romagna, alla quale sono assegnati 29,3 milioni. Subito dopo ci sono le regioni Piemonte e Lombardia, beneficiarie rispettivamente di 25,7 e 25,3 milioni di euro. La Basilicata ottiene 15,2 milioni, la Campania 13,5, il Lazio 19,2. Inoltre, 11,3 milioni vanno alle Marche e 11 milioni all’Umbria. L’importo più basso è quello destinato alla Liguria, che ottiene 275 mila euro. Somme tra il milione e gli otto milioni sono distribuite alle regioni Abruzzo (4,4 milioni), Molise (1,1 milioni), Puglia (4 milioni), Sardegna (3,2 milioni), Sicilia (4,4 milioni), Toscana (2,9 milioni) e Veneto (8,4 milioni).

Benché non soddisfino del tutto i reali fabbisogni locali, le risorse destinate a ciascuna regione sono proporzionali al fabbisogno pregresso inevaso, comunicato dalle Regioni stesse al Mit.

 

APE – Attestato di Prestazione Energetica

L’A.P.E. (acronimo che sta per ‘Attestazione di Prestazione Energetica’) è il documento che definisce le caratteristiche energetiche di un edificio, di un’abitazione o di un appartamento. Prima del 2013 era sostituito dall’ACE. E’ un indicatore che, parametrizzato su una scala di 10 valori (lettere da A4 a G) sintetizza le prestazioni energetiche di un edificio. E’ tra i documenti utili ad ottenere il certificato di agibilità di un edificio.

L’obbligatorietà della redazione dell’Attestato di Prestazione Energetica è stata introdotta il 1° luglio 2009 per la compravendita di immobili e dal 1° luglio 2010 in caso di locazione. In particolare, dall’inizio del 2012 sugli annunci immobiliari vanno inseriti gli indici di prestazione energetica.

La legge nr 90/2013 con la quale di fatto è diventato un documento obbligatorio ha confermato quando bisogna redigere l’Attestato. Si possono individuare sostanzialmente tre circostanze in cui è obbligatorio redigere il documento di Certificazione Energetica: compravendita, affitto, ristrutturazioni importanti.

Documento obbligatorio, al momento dell’acquisto o affitto dell’immobile, si rivela dunque essere un utile strumento per informare circa il livello di consumo energetico ed essere cartina tornasole in tema di edifici ad alto risparmio energetico, consentendo di valutare la convenienza economica del potenziale acquisto in relazione ai propri consumi energetici e di indicare opportuni interventi di riqualificazione energetica.

L’ APE è un documento che assumerà importanza “strategica” nei prossimi anni per due motivi, oramai imprescindibili:

  • Aumento del valore degli immobili caratterizzati da consumi energetici bassi;
  • Incentivazione alla costruzione di edifici ad alto rendimento energetico e a ristrutturazioni energetiche con conseguenti miglioramenti in termini di inquinamento da anidride carbonica CO2.

 

Responsabile a redigere questo documento è un ‘soggetto accreditato’ chiamato Certificatore Energetico il quale possiede competenze specifiche in materia di efficienza energetica applicata agli edifici (solitamente un tecnico abilitato alla progettazione di edifici ed impianti come l’architetto, l’ingegnere ed il geometra); per la tipologia dell’incarico, il certificatore ha delle responsabilità civili e penali molto importanti. Formazione, controllo e accreditamento di questi professionisti sono gestiti dalle Regioni con apposite leggi locali (nonostante più di cinque anni dall’obbligatorietà in materia, la metà delle Regioni italiane ancora non hanno adottato delle normative proprie, nel qual caso la legge di riferimento è quella nazionale: D.Lgs. 192/05).

 

La redazione del documento, che inizia sempre con un sopralluogo dell’immobile, abbraccia diversi parametri (caratteristiche delle murature e degli infissi, le caratteristiche geometriche dell’immobile, la produzione di acqua calda, l’aerazione ed il riscaldamento degli ambienti, il tipo di impianto, eventuali sistemi di produzione di energia rinnovabile) mediante cui il certificatore, avvalendosi di specifici software, sviluppa una analisi energetica dell’immobile. Compila così il documento e rilascia la targa energetica che sintetizza le caratteristiche energetiche dell’immobile

L’ APE va poi conservato con il libretto della caldaia e consegnato al nuovo proprietario o al locatario.

L’attestato può essere firmato dal tecnico anche con la firma digitale, alcune Regioni utilizzano esclusivamente questo metodo per ricevere gli APE nel loro catasto energetico.

 

Non è possibile determinare a priori il costo dell’APE: il prezzo di una certificazione energetica per un appartamento si basa su una forbice fra i 150 € e i 250 € a seconda della città dove è sito e delle caratteristiche proprie dell’immobile.

 

L’APE non deve essere confuso con l’AQE (‘Attestazione di Qualificazione Energetica’). Differentemente dal primo, l’Attestato di Qualificazione può essere redatto dal costruttore o direttore dei lavori, e poi consegnato al comune insieme al resto della documentazione per il rilascio della dichiarazione di fine lavori (diversamente, l’APE  come visto è redatto da un Certificatore Abilitato).

Primariamente pensato per sostituire temporaneamente l’APE (ai sensi del d lgs 311/06), oggi l’AQE è un documento meno utilizzato del passato, viene richiesto solamente in fase di “fine lavori” dal direttore dei lavori. 

Il solleone di fine maggio manda in tilt Sumirago

(domenica 27 maggio)

Ho il piacere di chiudere in un caldo pomeriggio di fine maggio la serie dei campionati di federazione di Blu Volley (l’arrivo in palestra – primo pomeriggio – è infatti quasi apocalittico: sauna-nella-sauna !!).

Bella prova oggi nell’ultimo impegno del campionato primaverile del sodalizio ‘under 16’ che ospita al PalaGemonio la formazione Sumirago ‘BLU’, la quale verosimilmente è venuta in Valcuvia per confermare il trend positivo della squadra, benché il risultato non sia determinante ai fini dei piazzamenti nella classifica del girone.
E in effetti il primo set le vede giocare d’autorità come sanno (perentorio 15-25).
La “corazzata” locale si presenta nonostante ciò all’altezza della situazione e … della partita mettendo in scena, per quel che mi riguarda, una gara ‘ad hoc’, approfittando di un tangibile calo delle avversarie una volta incamerato il primo parziale. Si è assistito infatti ad una innegabile dimostrazione della loro duttilità a tutto campo e coesione del gruppo e di un buon gioco in fase di ricezione e rimessa in gioco. Il secondo set la vede segnare break positivi 8-5, 13-9 al giro di boa; lentamente ma vistosamente il sestetto di casa cresce, non lesina attacchi per cercare di cogliere alla sprovvista la difesa ospite la quale infatti non pare così impeccabile come in precedenza (18-11) e, complice forse il troppo impegno nel precedente, commettono parecchi errori a rete il che sicuramente non facilitano la rincorsa (25-15).
Il terzo è vissuto testa-a-testa: ambedue infatti cercano di giocare al meglio la palla, cresce la tensione per la paura di sbagliare avvantaggiando l’avversario; ma presto Sumirago nuovamente si sfilaccia lasciando cadere palle facili: al giro di boa le locali vantano un buon vantaggio (17-10) mentre Vivi aumenta l’intensità intuendo la fragilità delle avversari. Ospiti che cercano di rientrare nel parziale (21-14) ma peccano di concentrazione e determinazione necessarie: le nostre oramai paiono galvanizzate e .. inseguire una ‘chimera’ (25-16).
Da “cardiopalma” il rientro in campo con la panchina di Sumirago a spronare le giocatrici (10-17 al giro di boa). A questo punto è una eccellente prova di gruppo che consente alla squadra di casa di risicare punti pesanti e di segnare un break importante (8 punti da 14-18): si chiude quindi punto a punto (24-24) quando le ospiti recriminano su ace “out” ma che di fatto atterra visibilmente sulla linea di fondo; Vivi Blu Volley dunque ha l’occasionissima sul piatto d’argento per chiudere (27-25).

La ‘Camminiamo Insieme’ e le sue mille emozioni

(domenica 27 maggio)

“Non camminare davanti a me, potrei non seguirti. Non camminare dietro di me, non saprei dove condurti. Cammina al mio fianco e saremo sempre amici.” (Albert Camus).     
Questo il motto della manifestazione – ripreso poi dal sindaco della comunità – che ha fatto da sfondo ad una ennesima giornata di festa _____________ che è la ‘Camminiamo Insieme’ organizzata in maniera impeccabile dai tanti volontari dell’istituto Sacra Famiglia di Cocquio Trevisago coadiuvati da Davide Passeri,  Claudio Pedroni, Claudio Binda ed Emidio Novali unitamente a protezione civile, giunta alla 16^ edizione e valevole come 10^ tappa del circuito del Piede d’Oro,. Di una vera festa si tratta parlando dell’appuntamento dell’istituto n quanto, riprendendo le parole di Davide ed Emidio congiuntamente con quelle del primo cittadino, la manifestazione partita in sordina anno dopo anno si è voluta proporre come occasione per accostare ad un classico appuntamento sportivo come quello del PdO un’opportunità di “outdooring”anche per gli ospiti dell’istituto di cimentarsi anche loro, su di un idoneo percorso, in questa giornata di sport, aiutati dai familiari e collaboratori.
Dopo svariate edizioni in cui il meteo,, in una maniera o nell’altra, ha guastato questo momento di festa aperta a tutti, stamane è stato annoverato “Scipione” – leggi sole a gogo – per fare da cornice alla manifestazione in tutto il suo splendore.

Appena arrivato un caloroso saluto a Emilio Sonzini, collaboratore da diversi anni della Sacra Famiglia e oggi uno dei volontari che spingeranno le carrozzine, come faranno ancheSimona Agnisetta e la moglie di Renato. Mi dirigo da Ruggiero per ritirare il braccialetto di giornata quindi alla spicciolata ecco arrivare gli altri del gruppo: Franco, Gianfelice, Silvio e Marcella, Giò e consorte e Pasquale, e i vacanzieri Antonio e Aureliana. Tanti poi gli amici che ritrovo: a cominciare da Massimo Riva, poi Giuseppe Bollini che sta facendo PR con Lorena Castiglioni (o viceversa), Omar Spoti e la sua band; poi Gianni, Francesca, il coriaceo Giorgio Montalbetti e gli altri del 7 Laghi Runners, Giovanni, Samuele e la PM, Giorgio e Paolo compaesani, Vincenzo Lo Presti , …. Mirco , Renato Pegorin , Clizia Rodari, Marco Negri dell’AV. Ritrovo il mitico Costantino che, alla faccia del profilo odierno, … vuol dire la sua !!

Dopo la fotona di rito sotto il gonfiabile, ecco partire il classico minigiro per i bambini completamente all’interno dell’istituto: non bastasse la calda atmosfera che già ci attornia, anche per cercare un pò di fiato mi accodo ai piccoli partecipanti, introdotti dallo speaker Andrea Basoli, i quali a loro volta seguono il Fiurash-apripista.

Percorso confermato in toto articolandosi lungo il territorio comunale di Cocquio Trevisago attraversando le varie frazioni e passando lungo stradine interne e sentieri che le uniscono, ad eccezione di due piccole varianti: una che, oramai giunti nella seconda parte del percorso, ci portava a correre parallelamente ai binari delle Ferrovie Nord con conseguente brusca risalita alla località San Bartolomeo rimpiazzata da un “passaggio in quota” e la seconda giunti ormai a ridosso della “passarella” finale all’interno dell’istituto, un dentro-fuori che ci porta ad attraversare un pò più sopra un pratone che ridiscende verso il cortile stesso.
Dopo una ultima settimana non al “top” e le ultime passate con pochi allenamenti nelle gambe, approccio a questa gara certo non una passeggiata con l’imperativo di gestirla, portandola “saggiamente” a termine.
Alle 9.30 la partenza dall’interno del parco: dopo il count-down e il successivo allegorico sparo di coriandoli a salutare i partenti, giù a manetta (…) – come l’impagabile OmarIX – per guadagnare l’uscita e poi la sede stradale che immette su un lungo rettilineo di 600 metri circa in dolce ma progressiva salita al termine di cui è posta la deviazione fra il percorso corto, che ridiscende verso il paese di Cocquio, e il lungo per il quale gli astanti procedono ancora in salita, più impegnativa, per qualche centinaia di metri, prima di buttarsi in uno dei pochissimi tratti dove è possibile recuperare .
Qui arriviamo all’Eolo Time degli amici Aldo e Renato, svolta a destra e si attacca la tremenda scalinata che risale dalla parte boschiva alla frazione di Caldana, dapprima con i suoi larghi gradoni e poi imperdonabile come sempre nella seconda parte, dove gli scalini si fanno più stretti e ripidi, aprendo peraltro ad una magnifica vista panoramica con il lago di Varese a fare da sfondo.
Attraversamento di strada ed eccoci sulle stradine interne della frazione soprastante prima di ridiscendere verso la provinciale e così passare dall’altra parte per perdersi poi nella “parte country” di Caldana: quindi diversi tratti in discesa per ‘riguadagnare quota’ glissando poi , gradevolmente, la parte che corre parallela alla ferrovia peraltro con una variante non meno impegnativa per quella che può essere la continuità del passo (“stringi i denti e vai !! .. non mollare!”).
Ecco dirigerci verso la casa comunale e quindi le ultime centinaia di metri che conducono a percorrere il perimetro del l’istituto prima di raggiungere il gonfiabile d’arrivo.

Giornata no per il sottoscritto “tirando le fila”. Meglio, poco convincente sin dall’inizio, portandomi poi “gli strascichi” sulla seguente scalinata; cercando poi di riguadagnare quanto perso nella seconda parte ma oggi – complice un mix fra caldo e una condizione poco accettabile non sono riuscito a ‘scuotere’ la prestazione odierna.

Cosa sono i KPI

(martedì 22 maggio)

PPC, CTR, Rank, frequenza di rimbalzo, conversion rate, Organic Search, Paid Search, …, KPI: il mondo della SEO ha introdotto nuove sigle, indici di settore, comprensibili (a meno di ricerche “volatili”) da chi con la SEO o campi attinenti ha a che fare.
Per chi si avvicina casualmente a questa sfera – come inizialmente successo a me – queste sigle suscitano curiosità ….. fino a conoscerne (perlomeno !) il significato ! …
Se la definizione per gli addetti ai lavori è abbastanza semplice e scontata, non per tutti i committenti vale lo stesso ! …
Si sta parlando ovviamente di indicatori. Se però alcune di queste sigle sono univoche, individuano “nero su bianco” un parametro preciso (), altre accolgono ‘sotto il loro ombrello’ diverse sfaccettature di uno stesso ambito che si vuole misurare.
L’acronimo che raccoglie queste ultime è il KPI. KPI è l’acronimo inglese di Key Performance Indicator, ovvero sono definiti come gli indicatori chiave di prestazione; bisogna pensare ai KPI come a degli indici numerici che forniscono dettagli importanti sulle performance e sull’andamento di un qualunque processo o attività aziendale.

Tutti i KPI devono essere sempre legati a degli obiettivi che ci si propone di raggiungere e vanno definiti in anticipo, nello stesso momento in cui si crea la strategia.

Il planning di qualsivoglia progetto di web marketing, è pertanto buona norma definire insieme al cliente cosa sono i KPI e quali quelli più importanti da tenere sotto controllo: sono questi che ci dicono se la strategia di web marketing è stata impostata correttamente.

Per approfondimenti:

Cosa sono i KPI – Key Performace Indicator

Guida ai KPI: significato, definizione, tipologie ed esempi pratici

KPI – Key Performance Indicator

‘Altalena’ San Carlo per i quarti di finale under 14

(venerdì 18 aprile)

Partita “tiratissima” quella di ieri sera alla palestra del Centro Giovanile San Carlo tra le squadre u14 locale e San Marco per il  quarto di finale in “gara secca” che conduce alle semifinali di categoria nel tabellone provinciale 2018 .
Stasera faccio da 2° al collega Francesco.
Sin dai primi scambi la partita appare abbastanza tranquilla, a parte i necessari (“pochi”) interventi arbitrali.
Come ha detto qualcuno da qualche parte, il compito del secondo arbitro – laddove designato – è ancor più gravoso delle responsabilità del primo (.. ma non faccio una grinza !, a fronte di una giusta collaborazione arbitrale quando possibile ‘si fischia quello che si vede’ – come dice il nostro Aldo) ! … beh stasera ne ho avuto un pò la conferma in quanto più volte, coadiuvato dal collega, occorre stemperare le panchine …. tutto relativo !
Di quanto sia “contesa” la gara ne sono prova i primi due parziali, uno per parte, la cui durata (28′ e 26′) testimonia le ambizioni e la determinazione con cui ambedue le formazioni approcciano a questa gara da ‘dentro o fuori’.

Se il primo set è appannaggio della formazione di casa (25-22, con “nota di merito” a San Marco per un tentativo di rimonta in extremis nel finale), San Marco non lascia la presa e anzi ‘rimane in cattedra’ dettando anche scambi e ritmi di gioco. Nel secondo San Carlo “stregata” non riesce ad esprimersi come sa: il sestetto in campo pare aver smarrito la solita sincronia lasciando spazio a grossolane sbavature in diversi frangenti (7-12 al giro di boa), “dramma” d’identità che pare ancor più allarmante nel successivo (9-17) per il meritato 20-25.
Così, complici due set in cui San Carlo è apparsa inconcludente e affatto incisiva, lasciando spazio a diverse ingenuità non impeccabili, la squadra bustocca rovescia la situazione.
Col quarto set le locali … rientrano in gioco e, realizzando in prima battuta un buon break (12-6, poi 13-9), danno chiara espressione di aver ri..trovato il bandolo della matassa e dunque di rientrare in gara ! …Per contro, la squadra bustocca cerca di rimanere in scia ma San Carlo è chiamata a dar lustro della sua “livrea” e non demorde (18-12) per il finale 25-16 che vuol dire … andiamo al tiebreak.
Tiebreak che inizia bene per San Marco (0-2) ma i padroni di casa non perdono tempo e rientrano subito; di potenza ribaltano la situazione e viene fuori la loro grinta e aggressività (8-3 a cambio-campo). Paradossalmente è ora la squadra ospite che non riesce a pungere come prima anzi procede col passo della formica mentre le locali se ne vanno (11-4, 13-5) per il definitivo 15-7.

Cenni di SEO semantica

(giovedì 17 maggio)

Con l’avvento degli anni Duemila, i Search Engine erano molto più semplici di quelli odierni, in quanto studiati per analizzare il significato del testo o delle parole e si limitavano ad applicare regole ‘preconfezionate’, dando in questo modo maggiore peso alle parole chiave e al loro posizionamento nel testo o nei tag html.

Successivamente i motori di ricerca adottarono un perfezionamento dei propri algoritmi: ci si rese conto infatti che le keywords non erano più sufficienti ad ottenere risultati di qualità poiché a fronte si faceva riferimento a regole facili da “smontare” nella loro complessità. Si cominciò a parlare di spam engine.

Sorse dunque l’esigenza di andare oltre all’analisi delle kw per provare a comprendere il significato “intrinseco” delle parole. Per rispondere a questa esigenza verosimilmente sempre più stringente si svilupparono degli algoritmi cosiddetti semantici (modelli matematici che consentono di individuare un punteggio di pertinenza di un determinato documento per una query di ricerca dell’utente) unitamente all’implementazione di contenuti che, in quanto pertinenti alla ricerca, potessero corredare la “ricerca secca”.

Ci si accorge così che è possibile creare delle “relazioni” fra i vari elementi chiamate “entità” (l’entità rappresenta qualcosa – luogo, persona, brand – che consente alla macchina di capire il significato dei contenuti pubblicati e conseguentemente di integrare la lettura con informazioni di contesto – correlate -), presentandoli non più in maniera gerarchica ma organizzandoli come aggregati basati sul valore semantico: ecco, un insieme di relazioni basate su un grafo.

In questo modo si possono estrarre informazioni aggiuntive relative anche al di fuori della pagina web in considerazione del contesto (insieme di informazioni e dati strutturati che circonda la ricerca). E’ così che si comincia a parlare di SEO semantica, volta cioè a far capire al motore di ricerca di cosa si sta parlando, realizzando un passaggio da dati non strutturati (propri del linguaggio) a dati strutturati (comprensibili dalle macchine).

Si parla di campo semantico delle parole (insieme di tutte le parole pertinenti con quella data, dove la pertinenza è espressa da un legame di appartenenza della parola stessa) per indicare insiemi di vocaboli che hanno un legame con la parola in oggetto, permettendo al search engine di cogliere il significato di una parola o di una frase ragionando così sul suo contesto.

Un primo tentativo di algoritmo semantico, peraltro abbastanza efficace, è stato l’algoritmo LDA il quale si basava sul concetto di gruppi di Topic (insieme di termini “pertinenti”) finalizzati a “snellire” la varietà di documenti su cui andare poi a fare la ricerca ‘ultima’: in funzione di una propria query di ricerca esso risponde con un valore numerico compreso in un certo range (‘indice di pertinenza’) con cui indica quanto ogni singolo risultato sia pertinente alla ricerca effettuata. A meno della definizione di un “word space” (‘ventaglio’ di parole) l’apprendimento di un algoritmo LDA andrebbe avanti ‘senza soluzione di continuità’ generando risultati via via sempre meno attendibili.

 

Grazie ad algoritmi semantici Google, analizza e classifica le pagine ed i contenuti del web.

Una potenzialità della seo semantica è la disambiguazione, cioè è in grado di scandagliare le varie sfumature di significato che può assumere la parola ricercata, ricerche poi correlate nel grafo di ricerca.

 

L’efficacia degli algoritmi semantici finisce, o perlomeno viene limitata non producendo risultati attendibili, da problemi di polisemia (parole che hanno significato diverso in contesti diversi) che di conseguenza alterano in molti casi l’output. Anche il fornire pagine web con argomentazioni fuorvianti (la sorgente dell’informazione è ricca di “rumore”) rispetto all’argomento principale (racconti personali, commenti dei lettori, snippet di testo di articoli correlati che sporcano il contenuto) porta ad avere un documento ricco di testo extra che ne diminuisce la rilevanza anche se, magari, il contenuto è il migliore in assoluto. Ad ogni modo queste problematiche sono notevolmente ridotte quando tali algoritmi lavorano su settori verticali (es. vLex, Yummly, Zaptravel).

 

Da circa 5 anni fa, per migliorare il markup delle pagine web creando un formato standard dal quale attingere dati, l’impegno di Google ed altri motori di ricerca, al fine di organizzare le informazioni e renderle universalmente accessibili e fruibili, é orientato a trovare meccanismi che permettano di meglio comprendere i contenuti esistenti; i motori di ricerca stanno diventando delle vere e proprie learning machine, e pertanto occorre cercare di semplificare il processo di comprensione. Ci sono diversi elementi utili a tale scopo, e probabilmente il principale è oggi l’uso del markup semantico che si realizza mediante lo sviluppo di un “vocabolario” che possa permettere la marcatura semantica HTML delle pagine web. Il risultato è stato Schema.org,

un sito nel quale si può trovare tutto il necessario per marcare in modo appropriato i propri contenuti. Schema.org unitamente all’adozione dei Microdati (metadati) consentono ai motori di ricerca di comprendere le informazioni presenti in modo da fornire risultati più completi nelle SERP.

 

Ma perché la SEO diventa semantica ??

Nel 2012 Ray Kurzweil viene assunto in Google con la mission di studiare la comprensione del linguaggio naturale. In questo modo, Google si avvicina all’IA (Intelligenza artificiale): si passa in sequenza dal ritrovamento di informazioni “aggiuntive” a come viene impostata la ricerca alla possibilità di comprendere la lingua utilizzata nelle pagine indicizzate e introdurre dei servizi informativi per l’utente.

 

Breve excursus sullo sviluppo dell’algoritmo di Google : nell’ultimo ventennio si è assistito ad un perfezionamento sempre maggiore degli algoritmi di calcolo passando da Hummingbird, RankBrain , ‘AI First’. Hummingbird è la revisione completa più importante e miliare capace di interpretare l’intento di ricerca nascosto dietro le richieste; RankBrain è in grado di fornire pagine attinenti (Intelligenza Artificiale di Google) con cui è in grado di approfondire maggiormente il sistema di conoscenza/intenti e fornire risposte per ricerche “disgiunte” (‘disambiguazione’, vedi sopra) nel senso che è in grado di riportare contenuti vicini anche se non espressi direttamente dall’utente;  ‘AI First’: il SEO di Google imposta una nuova visione che sposta lo strumento da semplice focus di reperimento informazioni al ritrovamento di servizi, informativi e di assistenza (tramite ‘Google Assistant’).

A fine estate del 2013, Google ha annunciato un nuovo aggiornamento algoritmico: Hummingbird.

A differenza dei precedenti algoritmi  Panda e Penguin, che possono essere visti come “revisioni” di un vecchio motore, con il suo annuncio a fine estate del 2013, Hummingbird è il motore nuovo di zecca, orientato a presentare i risultati in un modo completamente diverso rispetto al passato. Lo sforzo di Google è quello di concentrarsi sulla fase di comprensione delle ricerche. Ciò faciliterebbe le fasi successive, limitando il numero dei documenti indicizzati che vengono consultati per mostrare i migliori risultati possibili. Questa maggior attenzione alla fase di comprensione significa anche una maggior attenzione al contesto della ricerca, a come i concetti appaiono nei documenti e a come sono in relazione fra loro.

 

L’arma migliore è organizzare la conoscenza, quello che ad ora il motore di ricerca sa fare meglio: lo fa attraverso un grafo (‘Knowledge Graph’), collegando cioè le informazioni con grafi per aiutare il motore di ricerca ad interpretarle correttamente.  

 

 

 

 

 

 

La gara ora si sposta dal terreno delle keyword al terreno della semantica, dei significati: le entità sono le nuove keywords.

La varietà di dispositivi oggi utilizzati per connettersi alla Rete, rappresenta un ulteriore fattore determinante. PC, portatili, smartphone, tablet, televisori, hanno ognuno un metodo diverso di input, che va dal digitare una parola ad effettuare una richiesta vocale.

Se una volta la query-tipo era[ristoranti a Milano], oggi è diventata molto più specifica, come [dove andare a mangiare cibo indiano a Milano], o [qual è il posto migliore per mangiare cibo indiano a Milano]. Un esempio per constatare che i motori di ricerca han capito che lavorare sulle singole parole chiave non era sufficiente; hanno invece bisogno di capire come i dati sono correlati, sia all’interno dello stesso sito che nell’intero web. E’ questo il cambiamento più importante all’interno della search: il passaggio da parole chiave ad entità. Le parole diventano concetti, e i motori di ricerca evolvono in macchine in grado di apprendere.

 

Due sono i concetti fondamentali da cui ha preso origine la seo semantica: intento e contesto. L’intento parte dall’utente, il quale dichiara (più o meno) esplicitamente cosa sta cercando. E il contesto, che potrebbe essere inteso come tutto ciò che “circonda” una ricerca e la fa andare in una certa direzione, ovvero le dà un senso.

Collegando intento e contesto, i motori di ricerca sono in grado di comprendere le diverse query.

Il contenuto principale può essere pensato come un ombrello sotto cui stanno le diverse entità.

    

Una corsa ‘Gioiosa’

(mercoledì 15 maggio)

Gioia del Colle – 6^ Corri con Gioia

Auciello verso il traguardo

 

La Gioia di esserci, di partecipare, di correre, di divertirsi, di impegnarsi, di ascoltare, di emozionarsi, di arrivare, di reintegrarsi, di ridere, di scherzare, di vivere.

La Gioia di organizzare, di ospitare, di curare ogni dettaglio, di farlo per gli altri, di emozionarsi, di ridere, di piangere, di arrabbiarsi, di premiare, di smontare, di ripristinare.

“Solo” la sesta edizione, ma un organizzazione da classica, da serie A, con l’umiltà di cercare eventuali nei per migliorare per la settima: ecco in poche parole la CorriconGioia.

Era da tempo che non ascoltavo nemmeno una lamentela, i partecipanti hanno gradito e sono andati via più che soddisfatti, dopo una serie di piacevoli sensazioni come indicato nel primo periodo.

Gli organizzatori, i soci della Gioia Running, amano fare le cose per bene, ci mettono cuore, animo a braccia, come descritto nel secondo periodo, e il risultato li premia.

1512 iscritti Fidal (più circa 300 liberi) sono un numero rilevantissimo, considerando quanti assenti ci fossero, impegnati nelle funzioni religiose di questo periodo, dai battesimi alla prime comunioni, che in Puglia sono oramai feste da un giorno intero.

Chi c’era già stato ha commentato che Gioia non tradisce, chi era qui per le prime volta ha detto che tornerà con piacere.

E allora viva Gioia, viva la Gioia Running, viva la CorriconGioia, viva il nuovo presidente Gianni Gemmati che ha compiuto gli anni proprio il giorno della gara.

E poi Michele, Leo, Eugenia, Antonello, Luciana, Giuseppe, Giovanni, Tommaso e… tutti gli altri, tutti coesi, tutti attenti al massimo risultato organizzativo. Quartier generale fissato presso il palazzetto dello Sport “Capurso”, appena fuori città, dove si arriva velocemente e si parcheggia tranquillamente.

Larghi gli spazi anche per il disbrigo delle pratiche burocratiche e per il ritiro del pacco gara: le code sono brevi per il piacere di tutti. Gara regionale valevole come 9^ prova di Corripuglia, il Campionato regionale Fidal che si basa su 22 tappe nell’intera regione, prevede il costo d’iscrizione pari a 7 euro, per un pacco gara alimentare “ben fatto”.

A disposizione degli atleti alcuni bagni chimici, oltre a bagni, spogliatoi e docce (quest’ultime per il post gara) della struttura.

La novità di quest’anno è la modifica del percorso, con relativa omologazione e certificazione, divenuto più snello e più piacevole, oltre a misurare appunto 10000 metri esatti. La conferma è nell’allestimento di più griglie al via: dopo quella dei più veloci precedentemente selezionati dalla Commissione Master Fidal (con gli atleti contraddistinti da uno speciale bollino posto sul pettorale), altre nove griglie permettono agli atleti rimanenti di schierarsi liberamente e con coscienza secondo il ritmo con il quale vogliono correre (si va dai 4’ ai 6’ al km).

Considerando che nella prima griglia, quella dei più forti, si sono intrufolati tantissimi altri atleti non aventi titolo, c’è da chiedersi se dietro qualcuno abbia accettato di schierarsi, con onestà, nella griglia di competenza o se siano venuti tutti avanti…

Da segnalare la presenza del servizio pacer che guida gli atleti a raggiungere il crono finale desiderato: ecco, proprio la presenza dei pacer della Running Zen, può essere stato un concreto deterrente per le partenza selvaggia, con tantissimi partecipanti a farsi guidare dai “palloncini”, da chi sa dettare i ritmi e condurre gli atleti al raggiungimento del proprio obiettivo.

Comunque, dopo le solite operazioni di vestizione e di riscaldamento muscolare, gli atleti si sono schierati nei pressi della linea di via per la partenza prevista intelligentemente prevista per le ore 9,00.

Temperatura calda ma non caldissima, il cielo è striato da numerosi banchi di nubi, leggero il soffio del vento, si potrà correre insomma in condizioni quasi ideali. E ideale è la voce di speaker Paolo Liuzzi che cita, elenca, nomina, sorride, incita, con la sua faccia pulita e sincera, sempre molto gradito, sempre bravo e partecipe, la classica ciliegina sulla torta per questa appetitosa manifestazione.

Frattanto in zona partenza, fatti schierare gli atleti esattamente dietro la linea di via, non si può partire per un piccolo problema sul tracciato, onde assicurare la massima sicurezza agli atleti; intanto, il sole ha avuto la meglio sulle nubi, oramai domina e picchia sulla testa degli atleti che scalpitano per partire. Pronto l’arrivo di alcune bottiglie d’acqua per bagnarsi, ma giunge il via libera per partite e la pistola del Giudice capo De Lillo dà il via alla competizione.

Vanno via gli atleti e ben presto torneranno, è previsto infatti il passaggio su questo lungo viale al secondo chilometro, in testa come da pronostico Auciello e Minerva, la vittoria è affar loro; al femminile, è in testa Labianca con Tropiano che quasi la tallona.

Tracciato interessante, paesaggistico con l’attraversamento del centro di Gioia, tangendo anche il Castello Normanno Svevo, sostanzialmente veloce e piatto se si esclude qualche naturale saliscendi, con ristoro con bottigliette d’acqua a circa metà distanza, continuamente sorvegliato dagli addetti, blindato al traffico, con presenza di buon numero di spettatori, caratterizzato da dieci punti musica con band locali a suonare dal vivo per allietare cuore e orecchie.

Gradiscono i partecipanti, in tanti mi diranno di non aver quasi sentito la fatica, di aver goduto della musica e di aver corso in maniera felice e spensierata, tranne che nell’ultimo chilometro che a detta dei più sembrava non finire mai.

Ben separato l’arrivo tra competitivi e non, si attende orami solo l’arrivo dei primi, con il buon Paolo Liuzzi che intervalla le sue competenze specifiche con i simpatici interventi di dee-jay Piero, un ragazzone gigantesco che esteriormente con l’ambiente podistico non ha nulla a vedere, ma è sempre pronto alla battuta.

31:33, ecco il crono sufficiente a Giovanni Auciello, 38enne di Palo del Colle tesserato per l’Atletica Casone Noceto, di concludere i dieci chilometri e iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro della manifestazione, tagliando il nastro tenuto dalle due simpaticissime miss, una bionda, l’altra mora.

Dieci secondi di distacco ed ecco arrivare Francesco Minerva, 40enne sempre di Palo tesserato per la Montedoro Noci, sempre molto capace, che trova Auciello ad aspettarlo e così vanno via verso il ristoro. Per entrambi domenica prossima trasferta agli Europei Master di mezza maratona, ad Alicante, in Spagna, speriamo di vederli tornare con una medaglia al collo.

Terzo posto, al rientro sulla strada dopo tanta pista, per Giovanni Susca, il 2000 alberobellese dell’Atletica Amatori Cisternino, il pupillo di Michele Cuoco, che conclude in 33:06, stesso tempo accreditato al quarto, il buon Rosario Livatino, il 26enne bitontino tesserato per l’Athletic Academy Bari, che prosegue nel suo processo di ritorno ai vecchi ritmi.

Serio, bravo e… veloce, Allul Sakine (Podistica Taras) è quinto in 33:46, davanti ad Antonio Amodeo, ragazzone della Asd CorriCastrovillari, in Calabria, ottimo sesto in 34:01. Altre certezza, Vincenzo Trentadue (Dynamyk Fitness Palo del Colle) è settimo in 34:31, davanti al capace Giuseppe Rinaldi (Atletica San Nicandro Garganico), ottavo in 35:00, e al triatleta Vito Perta (GS Paolotti Martina Franca), nono in 35:07. E, a chiudere, sprinta come un matto pur di rientrare nei primi dieci, ecco Antonio Di Giulio (Atletica Paro Canosa), che conclude in 35:13.

Sorpresa in campo femminile: sovvertendo tutti gli unanimi pronostici della vigilia, arrivando quasi in sordina anche per via della capigliatura a zero (come la mia!), non dando neanche la possibilità di collocare il nastro riservato all’arrivo della vincitrice, ecco giungere e imporsi Daniela Tropiano (Atletica Monopoli), quasi incredula e contentissima come non mai, che chiude in 38:48.

Quasi un minuto di distacco, non pensando neanche più a spingere ma a mantenere la posizione, ecco Francesca Labianca (Alteratletica Locorotondo), chiudere seconda in 39:43. Nel post gara le chiedo cosa sia successo, “ero semplicemente stanca” mi risponde Francesca, porgendo prontamente i suoi complimenti a Daniela, la brava vincitrice odierna (Francesca il giorno prima aveva corso anche i 1500 in pista a Lecce). Ottima prestazione anche per Marie France Zaccheo (Amatori Atletica Corato), che conquista il terzo gradino del podio in 40:49.

Col cuore, oltre che con le gambe, Domy Monfreda (Amatori Atletica Acquaviva) è quinta in 41:23, seguita dalla tenacissima Maddalena Carrino (Team Pianeta Sport Massafra), sesta in 41:51. Sempre generosa, Titti Amatulli (Montedoro Noci) è sesta in 42:25, a precedere un poker di grandi atlete e grandi donne, sempre alla ribalta ogni domenica, nell’ordine: Mara Lavarra (Amatori Putignano), settima in 42:25; Emma Delfine, ottava in 42:28 e Ornella Donghia, nona in 42:38 – entrambe della Nadir on the road Putignano, e da Marisa Russo (Marathon Massafra), decima in 42:40.

In costante aggiornamento, risultano al momento 1409 finisher: hanno chiuso gli arrivi l’irriducibile Vito Armento (Runners Ginosa) in 1:27:24 e Tiziana Catella (Podistica Taras Taranto), visibilmente contenta, in 1:27:25.

Mega ristoro per tutti gli arrivati: integratore, acqua, mozzarelle, gelati, banane, il tutto in quantità industriale con qualcuno che è passato più volte e più volte, raggiungendo alla fine… il chilo di mozzarelle.

Personalmente devo ringraziare il buon Giuseppe Bisceglia che si è ricordato di me, al sole sull’arrivo portandomi un gelato e una bottiglietta d’acqua, anche fresca e per questo più gradita, che hanno seguito il gustoso panino offertomi da Carlo Vitulli, che ho ritrovato con estremo grande piacere.

Terminati tutti gli arrivi, chiusi con grande enfasi e con tutta l’emozione che può donare l’ennesima impresa di un ragazzo che corre su due stampelle e una sola gamba, l’ottimo Cosimo Girolamo da Alberobello, ragazzo da aiutare soprattutto fuori, in termini di lavoro per chi ne avesse la possibilità, è cominciata l’attesa per l’inizio della cerimonia di premiazione.

Bravi Pietro e Paolo a tenere viva la folla con musica, battute e siparietti, ma ben presto è cominciata la protesta, richiedendo almeno la pubblicazione delle classifiche. Purtroppo, un guasto alla stampante e qualche problema informatico, hanno messo in difficoltà gli operatori Fidal, con slittamento delle premiazioni di una decina di minuti, un’interruzione in corso e alcune classifiche sistemate “al volo” dal brillante Paolo, con l’onestà e la collaborazione degli stessi atleti.

Alla presenza del locale sindaco, Donato Lucilla, che ha anche partecipato alla gara, è cominciata la cerimonia, aperta con il premio consegnato ai due primi arrivati, Auciello e Tropiano: un monile, un ricco cesto di prodotti alimentari, scarpe tecniche e altri prodotti. A seguire la consegna di un monile anche per il buon Cosimo Girolamo, quanto mai meritato.

E’ la volta dei meritevoli, i primi cinque, di ciascuna categoria per fascia di età, seguiti dai due primi liberi. Un premio speciale e un assegno per la Comunità “Fratello Sole”, una targa per tutte le associazioni che hanno collaborato (come i ciclisti capitanati da Anna Conte), compresi i fotografi e lo speaker.

Premiati tutti, restano le società che ritirano uno splendido dipinto inerente la corsa: primo posto per la Montedoro Noci su Nadir on the road Putignano, Gioia Running (che da padrone di casa, sportivamente, si autoesclude), Amatori Putignano, Atletica Tommaso Assi Trani e Marathon Massafra.

La manifestazione è davvero conclusa, nell’aria la viva soddisfazione degli organizzatori, il vivo piacere di esserci stati dei partecipanti.

Tutto molto bello, tutto piacevole, tutto “gioioso”…

Peccato per i problemi nella compilazione delle classifiche che mi impegneranno per tutto il pomeriggio e la serata nel rispondere agli agitati atleti che non si ritrovano in classifica. Alcune situazioni sono state sistemate, altre lo saranno, si cercherà di raggiungere la perfezione anche per questo servizio.

Perfezione che è stata “quasi” (il quasi dà sempre spazio ad ulteriori miglioramenti…) raggiunta dalla Gioia Running, bravi e capaci, con i quali mi complimento vivamente.

Domenica prossima pausa Corripuglia, si ritorna il 27 a Palagianello; non mancano però in Regione tanti eventi, dal trail di Gravina, alle 10km di Taranto, Gallipoli, Trinitapoli e… qualcosa mi darà sfuggita!

(tratto da podisti.net, di Roberto Annoscia)

Isola d’Elba, al via il 28° Giro Podistico

(martedì 14 maggio)
Chiusura sabato a Porto Azzurro: ospite d’onore, venerdì sera, Francesco Panetta che presenterà il suo libro
 
Ai vostri posti! Si parte. Per il 28ª anno consecutivo Il Giro Podistico dell’Isola d’Elba non tradisce le attese. I podisti che sbarcheranno sull’isola sono certi che si troveranno di fronte a un’organizzazione collaudata nel corso degli anni, in grado di poter offrire sport e relax. Si parte lunedì 14 dalla spiaggia delle Ghiaie di Portoferraio; il via (ore 16,00) quando i raggi del sole saranno un po’ più tenui. Il percorso è breve, 4.5 Km, con la riscoperta delle mura Medicee: un assaggio, una prova d’orchestra. Martedì 15 l’appuntamento è a Lacona, con un tracciato immerso nel verde. La gittata sale a km 8,8. Mercoledì 16 poi Capoliveri con 16 km,
“La tappa di Gianni” , come è stata battezzata questo segmento del giro in ricordo di Gianni Vaccari, che è stato sempre presente al giro e negli ultimi anni si era dato anche da fare nell’organizzazione.
Giovedì 17 riposo. Il giro podistico riparte il giorno 18 con il tappone montano, manco fosse una tappa alpina del Giro d’Italia. La partenza e l’arrivo da Rio nell’Elba, 10,9 km, con la tradizionale salita alle Panche. In serata ci sarà come ospite d’onore Francesco Panetta, ex campione mondiale e europeo siepi, che presenterà il suo libro “Io corro da solo”. Il gran finale a Porto Azzurro, 11,3 km, sabato 19 maggio: infine premiazioni alle ore 17,00.
ISCRITTI In attesa delle ultime iscrizioni che si possono ultimare anche nella giornata, il Giro Podistico può già contare sulla presenza di poco meno di 300 concorrenti, suddivisi tra competitivi e non. Le donne sono circa 70. Tra i favoriti della competizione Lucio Fregona, ex campione del mondo di corsa in montagna, con oltre 29 presenze in maglia azzurra. Fregona è alla sua prima esperienza al Giro ma non dovrebbe avere alcuna difficoltà ad affrontare certe salite.