(domenica 22 aprile)
Prima new-entry di stagione per il circuito del Piede d’Oro, che si dà
appuntamento alle porte di Varese in piena montagna a Brinzio per la prima edizione del ‘Trofeo della Balena’, organizzata dal gruppo sportivo Sci Nordico Varese con la collaborazione della Pro Loco. Nome un pò inusuale verrebbe da pesare, quantomeno “fuoriluogo” per una manifestazione che si svolge in un borgo incastonato fra le montagne del nostro Varesotto ! …
Ebbene, la denominazione prende spunto da una leggenda. Direttamente dall’almanacco della cantastorie bosina Diana Ceriani questa bella leggenda per la quale ha anche scritto una poesia musicata.
Leggenda ambientata nel mese di Settembre. Periodo di temporali. Le prime piogge segnano un graduale abbassamento delle temperature ….. Si comincia a pensare che è meglio mettere legna in legnaia prima che le piogge la bagnino. L’inverno non è così lontano come sembra e dobbiamo essere pronti ad avere scorta per i primi freddi autunnali ……
La leggenda narra di come un tronco d’albero, nelle acque di un tranquillo laghetto, tra il chiaro e lo scuro dei lampi in un forte temporale serale, possa sembrare agli occhi stanchi di due boscaioli vissuti tanti anni fa una spaventosa balena ( Grazie a questo racconto, misto tra realtà di un tempo remoto e leggenda dei giorni nostri, la pro loco di Brinzio, ha come simbolo – curioso per un paesino immerso nei boschi delle prealpi lombarde – una balena).
“Che tempural ca gh’è mi vöri turnà a cà e dal lach ch’el de Brinsc devi pasà,
vuraria pö savè se ur me amis al gh’è o l’è andai a cà, vò a vidè….
menumal ,andem insema! ….Ma varda là tel vedat anca ti a mi ma par…..sì
L’è ‘na balena l’è mia pusibil e la ven föra dal lach da Brinsc
La ma par morta la resta a gala e ma l’è granda andemm a dil
Uè taia bosch si maseràa su dai gni scià sa ghi da di?
Digal a tücc gni scià cun mì
“gh’è ‘na balena in dul lach da Brinsc”
Ma te set cioch sa sii drè dì ?
Ur tempural l’è mia finì ma sun curius vegni cun tì
L’è ‘na balena l’è mia pusibil infat l’è vera l’è dumà un sciüch
Che in dul lach l’è bürlà dentar ma che figüra mi turni a cà.
[: “Che temporale che c’è io voglio tornare a casa e dal lago di Brinzio devo passare. Vorrei poi sapere se il mio amico c’è o è andato a casa, vado a vedere… meno male andiamo insieme!…. Ma guarda là, lo vedi anche tu, a me pare…sì…. E’ una balena, non è possibile e viene fuori dal lago di Brinzio, mi sembra morta, resta a galla, e come è grande, andiamo a dirlo. Ei, tagliaboschi, siete fradici, su, dai, venite qua, cosa avete da dire? Ditelo a tutti, venite con me “c’è una balena nel lago di Brinzio”. Ma sei ubriaco?, cosa stai dicendo? Il temporale non è finito, ma sono curioso, vengo con te… E’ una balena, non è possibile, infatti è vero, è soltanto un tronco che è caduto dentro nel lago, “ma che figura, io torno a casa”].
[Diana Ceriani, tratto dal libro “Almanacco delle tradizioni bosine con le mie canzoni I stagiun dur cör”]
Una bella giornata di sole accoglie i partecipanti che a grappoli raggiungono il ritrovo del parco Tonino Piccinelli sede di partenza e arrivo della gara.
Come sempre, diversi gli amici che ritrovo: Andrea Marzio e il coriaceo Costantino e un “gradito” ritorno: Whisky che fa compagnia a Stefano e Chiara, “I Pirati” junior e senior, Samuele della Mezzanese con Andrea, Stefano e Stefano, Michele Immobile i quali il giorno prima si sono cimentati nel chilometro verticale di Laveno. Un inaspettato e piacevole incontro con un mito del podismo valcuviano: Massimo Lucchina con il quale purtroppo non riesco poi a scambiare quattro chiacchiere. Fabio Casa, Diana Ceriani e la promettente Ari, con cui condividerò i primi chilometri e la (s)faticaccia dell’asfalto; Giorgio Montalbetti – il quale mi sarà poi ‘compagno di avventura’ per lunghi tratti del percorso – Nicola Benevento e gli amici del 7 Laghi Runners; Alessandro Giancane dello Sci Mordico e Riccardo Luccherini.
Mattinata decisamente baciata dal sole, il che ha (giocoforza) appesantito la parte iniziale subito dopo il giro di lancio tutta sotto al sole per raggiungere la deviazione alla parte boschiva, ripagati però da un percorso boschivo ombreggiato e piacevole da coprire!
Percorso che misura poco più di 8,5 km. e che si snoda fra i camminamenti, i sentieri boschivi e (!) la provinciale che attraversa il paese.
Dopo la canonica partenza del minigiro, alle 9.30 “scateniamo l’inferno”
(AHAH) lanciandoci (… chi vuole !) sul largo sterrato che accompagna verso gli estesi campi limitrofi e che proiettato in direzione Campo dei Fiori, per poi ridiscendere.
Dopo questo ‘giro di lancio’ ripassiamo davanti alla zona di partenza e così recuperare la strada che porta verso Rasa e Varese e, proprio in prossimità del primo (località Motta Rossa), dopo quasi due km di asfalto assolati, svoltiamo a destra per la parte boschiva di giornata, che già conosco, ombreggiata (per fortuna, vista ls giornata !), molto vallonata ma non particolarmente impegnativa comunque, almeno nella sua parte iniziale.
Ennesimo cambio di direzione sempre nel bosco per spostarsi più in alto percorrendo un tratto ‘lastricato a roccette’ dove arriviamo a toccare il punto più alto del tracciato, prima di affrontare la parte più tecnica caratterizzata da un camminamento più stretto e coperto quasi ovunque da fogliame “complicando” la prontezza dei podisti (.. io ne so qualcosa … mi salvo in extremis un paio di volte !!) e poi una brusca discesa a zig-zag (degna di scavezzacolli – opinione che po ho modo poi di condividere confrontandomi con Giuseppe Bollini e – e temerari ‘che le discese gli fanno un baffo !!’ con tanto di certificato di agilità (!!), per uno sviluppo di qualche centinaia di metri.
Riguadagnamo cosi l’asfalto in corrispondenza delle ultime curve che conducono al paese .
Dopo avere fatto savia compagnia agli amici Roberto e Mauro nel tratto in discesa più tecnico, con Samuele, Stefano e Katia “rompiamo” le fila e ci involiamo sull’ultimo tratto di asfalto … peccato che manchi ancora più di un km al traguardo … E infatti, giunti in zona municipio e della cappelletta dei ciclisti
ennesima deviazione (pensavamo di essere arrivati) e via ancora a risalire i pratoni percorsi in precedenza e poi giù in parallelo verso il gonfiabile.

Per essere una “prima”, complimenti agli organizzatori, anzitutto per il percorso proposto (.. meditavo peggio !)che ha reso meno temeraria (dal punto di vita del profilo) la tappa odierna, scongiurando direi lo “spettro del Brinzio”.
Complimenti poi a quanti il giorno prima si sono cimentati nel Vertical Sass de Ferr di Laveno e in particolare agli amici Samuele (.. “controllato d’eccezione), che ha coperto egregiamente la distanza, e Michele !
Dopo gli appuntamenti precedenti di Gazzada Schianno e Brenta, con quello di oggi di Brinzio si conclude una “triade” di tappe impegnative che hanno messo a dura prova tutti gli atleti che vi si sono cimentati … è bello riuscirne ad avere e a mantenere nel circuito, anche (e soprattutto !) per la suggestione e piacevolezza dei percorsi stessi !! Infatti domenica prossima di torna … in pianura a Cassano Magnago con la ‘Maratonando per Cassano’.