Bella partita nel tardo pomeriggio alla palestra di via Croci di Induno Olona. Categoris u14, di fronte la compagine locale del coriaceio coach Chiaravalli contro la squadra di San Carlo.
Pur studiate nel riscaldamento (come da ABC dell’arbitro) denoto che sostanzialmente le due formazioni si equivalgono quanto a stile e peso, poco fallose nei basilari ! … Si va dunque ad ‘osservarle’ in partita !
E la partita si rivela un match decisamente equilibrato, con San Carlo che cerca di esprimersi al meglio ma a cui OSGB non concede nulla di scontato: a testimonianza i parziali parlano chiaro di parziali .. tirati : 22-25, 23-25, 20-25 (sulla durata media dei 25 minuti !! ..).
Peraltro, dall’una e dall’altra parte dopo un primo set giocato colpo su colpo, si riscontrano diversi errori in battuta, a testimonianza dell’impegno delle giocatrici messo nel precedente (ma che non si è certo esaurito là!), alla pari della tensione agonistica che si respira.
OSGB “sugli scudi” come detto non intende cero gettare la spugna anzi … Nel terzo set cerca di capovolgere la situazione di svantaggio, approfittando di diverse ingenuità della squadra di Varese sottorete e di “confusione” nel sestetto in campo, collezionando un buon break di ora 5 ora 6 punti,. Sotto 18-13, con Olivini in battuta e la presenza delle compagne in campo è capace di ribaltare la situazione e di passare da un break di -6 punti a un +2 …).
Le locali non demordono ma l’illusione dura appena due punti (finale 20-25).
Stamane va di scena a Besozzo la 6^ edizione della ‘Babbo Natale Running’ di Besozzo (.. un pò in anticipo sul calendario !!? … ma tant’é !!).
Ad accoglierci una fredda mattinata salutata da un gelido vento che non accenna a diminuire; neppure il sole splendente non riesce a fare alcunché contro quest “morsa” !!!
Buonissima la partecipazione locale, singoli o famiglie, soprattutto delle scuole (4 diversi gruppi !!).
Giungo come sempre di buon anticipo nel centro di Besozzo da dove partirà la manifestazione. Sbrigate le formalità dell’iscrizione e una volta tornato alla macchina, effettuo un breve mesto riscaldamento e subito eccomi di fronte tante facce .. ben note : dapprima l’organizer Mariangela Soma, Pietro Frendino con nipotina, Renato Pegorin che chiacchiera con un amico comune, ex collega di lavoro; poi una volta tornato sul viale principale ecco Marco Tiozzo, il piccolo grande Jacopo col papà – a riposo entrambe oggi … -; gli amici della Sacra Famiglia di Cocquio Trevisago, Lidio Bertoncello e gli altri amici dei 7 Laghi Runners. Mauro Contini, “Elisa Bionda”, Gianni Giamberini, l’amico Gianni Belotti con Francesca e tanti altri ! …
Poco dopo le 10 dunque il via. dapprima i ragazzi, sull’ordinaria distanza di 2 km, i quali partono un pò alla spicciolata, qualche minuto dopo i partecipanti al percorso lungo di 6,4 km. Proprio le prime centinaia di metri risultano i più scombussolati del percorso, a mio parere, non tanto per “la scelta” quanto forse per la mancanza di una qualche opportuna segnalazione che evitasse, causa un rialzo pedonale, una rovinosa caduta !
I primi km sono decisamente a ritmo sostenuto – anche per il sottoscritto – (‘ .. Mi sa qua pago il conto ! … – vagheggio -; profetico ??).
Dalla centralissima via di Besozzo ci dirigiamo verso la stazione delle FS per poi prendere una laterale che port nella parte antistante – pianeggiante – del paese, per poi riguadagnare la strada principale che nel giro di qualche centinaia di metri ci riporta sotto il gonfiabile.
dove è posta la deviazione fra i 2 i 6 chilometri – … Chi arriva e Chi … aaléee !! -. Questi ultimi prendono per la breve ridiscesa che porta nel quartiere di Bogno dove si incontra la prima asperità di giornata con l’ascesa di via Piave non tanto … tranquilla. Al culmine, deviamo per zig-zagare fra le vie del paese, e ritrovarci sul tratto “alto” della ‘Camminata di S Anna’, organizzata sempre qui a Besozzo nell’ambito del circuito del Piede d’Oro. Dritti lungo via Monteggia prima e via Vasconi poi dunque l’impegnativa via Regina Pirinoli, per tramite della cui sopraelevata torniamo verso la zona abitata. Facciamo così una “capatina”della casa di riposo locale’ (‘Ohh ! Oohhh !! …’) percorrendo a ritroso rispetto a quanti fatto quest’estate nell’ambito della tappa del Piede d’Oro la famelica scalinata. Riusciti ci dirigiamo per lambire la chiesa prepositurale dei Santi Alessandro e Tiburzio.
Mancano ora press’a poco 2 chilometri quando si scende dalla parte alta di Besozzo per riguadagnare la zona del municipio: dapprima la risalita di via Montello, quindi si raggiunge l’impegnativa risalita nella parte vecchia caratteristica del paese con il suo ciottolato e nei pressi dell’osteria ‘Del Sass’, e così ridiscendere il “Viale dei Tigli” verso ls parte bassa di Besozzo Inferiore e i suoi negozi; ai piedi, brusca deviazione per prendere nuovamente via Vasconi.
Poco più avanti, ennesimo cambio di direzione ed eccoci ridiscendere verso piazza I° Maggio con la sua fontana per le ultime centinaia di metri. Ridiscese via Indipendenza e poi G. Mazzini passiamo davanti al municipio ma quasi inaspettatamente invece di imboccare via Adamoli ci dirigiamo verso piazza Garibaldi in leggera ascesa; qui, a mò di Dulcis in Fundo, ennesima deviazione per l’impegnativa risalita di via Monte Santo attraverso cui si raggiunge la frazione di Cardana … Fortunatamente, di là a poco ridiscendiamo verso via Pasubio e poi R. Pirinoli, la quale corre parallela alla centralissima vis XXV Aprile per le ultime centinaia di metri.
A seguire una lunga “striscia” delle premiazioni che va a far contenti i gruppi come gli improvvisati locali, grandi e piccini, oltre che gli assoluti. Da Emidio, accompagnatore dei ragazzi dell’istituto di Cocquio, un gesto inaspettato: premiato il suo gruppo vedendomi non mi fa mancare un “gimmefive” e mi omaggia di una medaglia ricordo !!
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(tratto da www.aranzulla.it, di Salvatore Aranzulla)
Dati alla mano, nonostante due gare “andate a vuoto”, oggi timbravo officiosamente il cartellino delle 300 gare arbitrate (ne mancherebbero poi 10 come arbitro ufficiale effettivo !).
Mi attendono due partite di under 16 a Bosto, col senno di poi posso dire intense e dense di suspense .. mai comunque ci avrai messo la firma comunque !
La prima vede di fronte la compagine ‘A’ locale contro le coetanee di San Pietro di Cassano Magnago; sinora non ho diretto nessuna delle due, perciò come abitudine mi accingo a studiarle già dal riscaldamento ufficiale, traendone ben poco comunque !
Il primo set inizia con le locali che spingono già sull’acceleratore (4-0), ma San Pietro non sta a guardare e risponde prontamente, complice un buon turno in battuta di Mascalchin e ad un buon gioco di squadra (che si dimostra aggressiva) che non rinunci a sciorinare attacchi da seconda linea e a tutto campo sorprendendo la difesa avversaria che si rivela un pò impacciata in ricezione, ribalta il parziale ((7-10). Il match, con i genitori alle spalle, s’infiamma in campo ed assume ritmi intensi. E’ qui che l’arbitro deve essere capace di “fare la differenza” mantenendo alta la concentrazione e la visione a tutto campo (sicuramente – per quel che i riguarda – da migliorare, vedi minuziosità ..).
Pari al giro di boa, Bosto si esalta e letteralmente avverte la necessità di ‘alzare il livello di gioco’ volto a cogliere di di sorpresa le avversarie cosa non certo facile per quanto si vede in campo ! Con Brinza riesce a mettere n cassaforte un break importante (+5, 19-14) e, mantenendo alta la reattività di gioco, conclude 25-23.
Alla squadra di Cassano Magnago la “piega” non piace affatto e, dopo due set vibranti , intensi e qualitativamente TOP per il gioco espresso da ambo le parti (a referto 2′ e 27′ !!) vinto il secondo riesce ad accorciare le distanze.
Di nuovo, Folgore avverte la necessità di “cambiare registro”, ma invano. Si denotano peraltro diversi errori da ambedue le formazioni, ‘.. giustificate’. In vantaggio al giro di boa (10-8), la squadra di casa riesce a mantenersi avanti (19-17), poi le giocatrici commettono alcuni errori ingenui, di disattenzione (il classico è la “palla morta” che cade sottorete) consente agli ospiti di rientrare (19-22) e di incassare poi (22-25).
Si va così al tie-break che si decide di fatto nella seconda parte (8-7 al cambio campo), dove il capitano numero 9 di San Pietro capitalizza il proprio turno in battuta (break di 5 punti per il sorpasso 12-13)e a chiudere con Varini (13-15).
Mrale: 2 ore di partita (.. meglio di così !).
In coda, in campo la u16 ‘B’ di coach Sgrò che ospita la compagine di Atlas San Fermo. Fortunatamente (per me) la partita è meno impegnativa e gravosa della precedente, e lascia intravvedere un certo divario fra le due squadre.
Risultato perentorio di 0-3 ( 9-25; 17-25; 11-25); sinceramente mi aspettavo qualcosa di più dalla squadra di casa , che è parsa decisamente sfilacciata in campo, ma “onore” ad Atlas che con le sue torrette si presenta bene.
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Con Gianluigi e Graziella stamane “variante sul tema”: da Biandronno (presso posteggio studio medicina sportiva) fino agli inizi del sempre scenosolago di Comabbio, all’altezza del camping ‘La Madunina’ di Varano Borghi, passando nella seconda parte del percorso dalla ciclopedonale del lago di Varese a quella del lago suddetto; a detta di Luigi, andata e ritorno 12 chilometri circa.
Praticamente tutti su sterrato, una volta messo alle spalle il campo da calcio e il necessario attraversamento della provinciale, ad eccezione di alcuni brevissimi passaggi su asfalto, con la parte finale costeggiando il lago.
E’ la prima volta che mi ritrovo a fare questa bretella che snodandosi dapprima attorno al lagodiVarese tramite un ponte è collegato alla ciclabile attorno a quello di Comabbio. Nella sua parte iniziale sviluppandosi nei boschi limitrofi fa pensare a un luogo solitario e “discostato”, poco sicuro …
Sostanzialmente in linea, con un breve tratto di progressiva ascesa nei pressi della cartiera abbandonata di Varano Borghi.
Passato questo tramite di collegamento io e Gianluigi seguiti dal press Graziella proseguiamo fino a raggiungere il piazzale del campeggio ‘La Madunina’ di Varano Borghi.
Sono bastati quei 3-400 metri che aprivano sullo specchio di Comabbio per farmi meravigliare un’altra volt di questa cornice: ciò che più colpisce, e che balza subito all’occhio correndoci accanto, sono le sfumature di blu che l’acqua assume baciata dal sole.
Bell’uscita su di un percorso inedito, in linea ma pur sempre .. palestra ! Sin dall’inizio riesco ad impostar(mi)e un buon ritmo che riesco più o meno a mantenere poi: segno che ‘on y va‘ !!
.. E si torna !
Stamattina ero destinato ad un comune allenamento “in solitaria” qui dalle mie parti, invece dopo aver aperto il computer per mettere a posto un paio di cose prima di dedicarmi al quotidiano e aver aperto faccialibro ecco un ‘Buongiorno ! …’ a Gianluigi Vanetti e lui che mi stuzzica con ‘.. Io e Graziella fra un pò andiamo a fare il giro del lago di Ternate ! …’; mi sono bastate queste poche parole per rivoluzionare il programma di giornata: … non si può dire di no a un’uscita sul fabuloso lago di Comabbio, “ogni lasciata è persa !!” – non posso non pensare. Detto fatto, eccomi in macchina destinazione Ternate per un giro attorno al questo lago “scoperto” non più di tre anni fa (qui il mio articolo della ‘prima volta‘; per una cronaca più seria vi rimando alla pagina di un blog di riferimento).
Un bel “medio” “d’ouverture” degli allenamenti, per giunta in una cornice magica ed affascinante quale quella del lago di Comabbio, in vista della preparazione della prossima stagione (.. chi poi sta fermo ??).
Ebbene, ritrovo al parcheggio antistante il parco Bernini di Ternate e via di buona lena sul percorso attorno al meraviglioso specchio d’acqua che tocca diversi comuni (oltre a Ternate, Varano Borghi, Corgeno, Mercallo, Comabbio) :
giornata ideale per goderselo pur correndoci attorno !! Qua e là infatti angoli infittiti dalle ninfee lasciano spazio ad altri dove i riflessi del sole sull’acqua in mille increspature la fanno da padrona !
Il percorso nei primissimi km dei 15 e rotti di sviluppo complessivo è sostanzialmente in linea, curva e controcurva sulle rive del lago fino all’arrivo a Corgeno; giunto nei pressi del circolo canottieri non posso fare a meno di fermarmi per qualche scatto e poi riagguantare i due compagni di giornata.
Seguono poi diversi saliscendi alcuni dei quali tosti seppur brevi, in particolare il tornantino posto poco prima dell’arrivo in comune di Mercallo.
Benché io, Gianluigi e Graziella teniamo ritmi e frequenze di passo differenti , nonostante la partenza “spuntata”, avverto buone sensazioni e pertanto non accuso il passo perlomeno sino all’ascesa a Mercallo.
Prossimo al passaggio in quei di Mercallo si apre innanzi a noi un’ascesa più impegnativa per risalire alla superstrada e quindi un tratto di strada carrabile aperta di 500 metri prima di dirigerci nuovamente verso il lago lambendo la zona del campeggio locale.
Di nuovo su e giù lungo la ciclabile che corre parallela alla sede stradale , prima di recuperare i segni della civiltà dopo aver attraversato estesi campi e zone boschive.
Proprio uscendo da un sentiero e prima di recuperare lo sterrato mentre rallento per aspettare Gianluigi e Graziella incrocio una bimba a passeggio con il padre; la piccola col ditino mi indica e fa al papà: ‘Anch’io … collele ! …’ e io – che non ci penso su due volte a buttar fuori il “fanciullino”: ‘ … Dai, andiamo ! …pianpianino ,,,’ – e quasi quasi mi sento complice -; intravedo che sta un pò a pensarci su !. Mi accosto così brevemente e ancora la noto confabulare con il papà: ‘.. Ee .. ma io … collele !! …’ E con il ghigno riprendo il mio passo.
Si arriva così al pezzo più “in” dell’intero giro: il mitico pontile sul lago che si sviluppa per 4-500 metri.
Semplicemente MERAVIGLIOSO correrci, accantonando i pensieri e abbandonandosi letteralmente fra il lago da una parte e dall’altra e il cielo azzurro in alto !! ….. Qui, probabilmente ammaliato dall’ambiente circostante, mi pare di rallentare il passo ma poi il Gian – lui che aveva già una buon tenuta lungo i km fatti – mi ammonisce di aver dovuto faticare per raggiungermi !
All’uscita un tratto su prato in progressiva ascesa che accompagna all’entrata al parco e quindi concludere il giro (qui, pianto un volatone ‘per raschiare il fondo ! ..’, giusto per gusto !).
Grazie Gianluigi e Graziella della bella uscita !!
Partita di under 18 stasera ad Azzate presso la palestra dell’oratorio di via Acquadro dove la squadra di casa ospite la compagine di San Marco Arancio.
In poco più di un’or di gioco San Marco ha la meglio sulle locali con un quasi perentorio 0-3 (15-25, 16-25, 14-25)
Di fatto, Orasport mai capace di impensierire seriamente la compagine bustocca o meglio pur approcciando con la dovuta determinazione e coesione di squadra ai singoli set, le ragazze di Ferronato “si siedono” alla distanza favorendo i questo modo la riossigenazione della squadra avversaria affatto avara di attacchi da seconda linea e molto efficace sulla diagonale corta.
Da apprezzare in particolare la reazione delle ragazze di coach Berutti che, sotto 14-8 ad inizio del giro di boa, riescono a ribaltare con un importante break (ben 11 punti !!, 14-19) ipotecando il parziale, come pure nel terzo quando è in grado di rimontare 7 punti (DA 4-4 A 6-13).
A conti fatti, San Marco si dimostra una squadra aggressiva quanto basta e reattiva, capace di coprire a tutto campo; rimandata invece la compagine di Orasport Gazzada che pur dando dei buoni spunti come gruppo non riesce a tenere quella soglia di concentrazione necessari per tenere gioco e ritmi imposti.
Quanto a me arbitro, prova superata ! E’ da un pò di tempo che non mi trovavo a dirigere una under 18 ! Qui le dinamiche di gioco come pure le minuzie sono più scrupolose (forse) anche se il mio metro rimane sempre uguale (“= lasciar giocare, non essere puntiglioso, sanzionare le recidive …“): l’attenzione deve essere sempre alta dunque come l’attenzione alla visione periferica (“la palla corre !!”).
La prima domenica del mese di novembre l’America sportiva come pure diversi paesi degli altri continenti sono catalizzati da un evento sportivo di carattere internazionale tra i più antichi ed affascinanti, e che parimenti catalizza i media di tutto il mondo.
Per un giorno la caotica e nevralgica cittadina di New York “si ferma” per permetterne lo svolgimento, dal momento che l’evento richiama migliaia di appassionati curiosi e turisti che si trovano lì per viaggio o di passaggio, se non come accompagnatori dei maratoneti.
La maratona di New York nasce il 13 settembre del 1970 su un idea di Fred Lebow e Vince Chiappetta
La modella Karlie Kloss, a sinistra, insieme alla maratoneta Kathrine Switzer (famosa per essere stata la prima donna a correre una maratona, a Boston nel 1967) e al direttore della maratona di New York Peter Ciaccia (AP Photo/Seth Wenig)
, cofondatori del New York Road Runners Club. Il percorso, durissimo, prevede sei giri del Central Park; partono in 127 di cui solo in 55 arriveranno al traguardo. E’ per merito loro se la maratona viene aperta da subito alla partecipazione femminile nonostante il parere negativo della federazione di atletica americana. Nel 1971 Beth Bonner è la prima donna a vincere la maratona di New York.
Da allora sempre disputata, ad eccezione del 2012 quando la città fu travolta dall’uragano Sandy, la Maratona New York è la più partecipata al mondo (quest’anno superate di gran lunga le 50.000 presenze) e fra le più antiche, dopo Boston e Chicago.
Quella del 2017 rappresenta dunque l’edizione numero 47 della storia e vedrà al via una folta rappresentanza azzurra: sono infatti 3002 gli iscritti provenienti dall’Italia, secondi per numero solamente ai “locali” statunitensi arrivati a 36067 unità. Tra i nostri portacolori, da segnalare la presenza per il secondo anno consecutivo di Leonardo Cenci, atleta perugino che se dovesse tagliare il traguardo posizionato a Central Park diventerebbe “la prima e unica persona al mondo ad aver affrontato 2 maratone con il cancro”, come lui stesso ha fatto notare sulla propria pagina Facebook (per leggere la nostra intervista a Leonardo, clicca qui).
La più bella maratona del mondo viene corsa a New York a soli sei giorni dall’attentato di Halloween che ha lasciato l’ennesima scia di sangue e nessuno si sarebbe azzardato ad organizzare un evento di tale portata. Invece è proprio così: la maratona, come la strage di Boston ha tragicamente dimostrato quattro anni fa, offre uno dei migliori obiettivi sensibili per un atto terroristico ma vedere correre insieme 53.000 persone è anche la migliore risposta alla strategia del terrore. Ecco perché nessuno a New York, neanche per un momento, ha pensato di sospendere l’organizzazione del più spettacolare evento di massa del mondo com’era purtroppo accaduto, proprio alla vigilia della corsa e non senza polemiche, di fronte all’uragano Sandy del 2012. Quella pagina vissuta aveva in effetti frenato non poco la grande migrazione dei maratoneti verso la Terra Promessa della corsa e la partecipazione degli italiani alla corsa della Grande Mela, in coincidenza con la crisi economica, era vistosamente calata a poco più di 2000 iscritti negli anni successivi.
La Maratona di New York è senza dubbio uno degli eventi sportivi più seguiti: si tratta della corsa più affascinante al mondo, non a caso richiama ogni anno milioni di appassionati. Le strade della Grande Mela sono pronte a dare spettacolo: sono previsti 50mila podisti per una manifestazione che porta in strada, dentro e fuori, metro dopo metro, i colori del mondo fino al termine del percorso di 42 chilometri. L’Italia è la nazione straniera più presente alla manifestazione: saranno ben tremila i nostri connazionali, un record che certifica il legame tra il nostro Paese, New York e la sua Maratona.
La grande storia dei maratoneti azzurri a New York inizia già nel 1978 con Marco Marchei e Franco Ambrosioni che, reduci da uno stage in quota a Città del Messico, decidono di schierarsi al via soprattutto con l’intento di fare un lunghissimo come allenamento finale della trasferta oltre oceano.
Nel rispetto della tradizione dei grandi numeri, oltre 50 000 runner pronti ad attraversare tutti e 5 i distretti della città per poter dire alla fine, con il sorriso nonostante la fatica accumulata, di aver corso la Maratona forse anche più importante del mondo.
Benché la manifestazione sia aperta a diverse categorie, dai disabili in carrozzella/handbyke
Corridori della gara in carrozzina sopra al ponte Verrazzano (AP Photo/Craig Ruttle)I vincitori della maratona nella gara in carrozzina maschile: da sinistra, il britannico John Smith arrivato secondo, lo svizzero Marcel Hug primo classificato e il giapponese Sho Watanabe arrivato terzo (AP Photo/Seth Wenig)
agli appassionati e amatori della corsa
I corridoro alla partenza (REUTERS/Andrew Kelly/LaPresse)I corridori sopra al ponte Verrazano (AP Photo/Craig Ruttle)
come ai runner di professione, questo evento richiama però soprattutto professionisti, pronti a darsi battaglia per vincere: occhi puntati allora su Ghebreslassie, Kipsang e Kamworor, mentre per quanto riguarda le donne Mary Keitany è favorita per la quarta vittoria consecutiva. Col senno del poi, pronostici decisamente sovvertiti: se fra gli uomini ad affermarsi è stato Kamworor , uno dei favoriti insieme a Ghebreslassie e Kipsang, che precede dopo una entusiasmante volata quest’ultimo,
è dalle donne che arriva la sorpresa forse più inaspettata con l’americana Shanane Flaning che riporta in patria l’alloro dopo 40 anni di dominio africano che ha la meglio sulla keniana Mary Keitany grande favorita per il successo finale e che inseguiva la quarta vittoria consecutiva.
Da segnalare poi fra gli italiani un buon 6 posto di Sara Dossenae diciannovesimo Francesco Puppi, la prestazione di una sfortunata Emma Quaglia.
Come descritto sopra, la maratona di New York
si sviluppa attraverso i cinque quartieri della città , i luoghi simbolo della corsa:
la partenza avviene da Staten Island, che divide la baia di New York in due metà, Upper e Lower; prima la gara femminile e mezz’ora dopo la partenza di quella maschile, con le famose “wave”, i nostri ‘cancelletti’, scaglionati in base ai propri PB sulla distanza.
Subito dopo il via, il Ponte di Verrazzano con i suoi 1600m (la metà dei quali in salita, per un dislivello positivo di circa 50 metri) il quale collega i distretti di Staten Island e Brooklyn (deve il suo nome a Giovanni da Verrazzano, il navigatore italiano che nel 1524 fu il primo europeo ad entrare nella baia di New York; il suo nome lo ritroviamo anche lungo il percorso di una storica gara podistica che si svolge nel Varesotto).
Superato il Verrazzano-Narrows Bridge si entra a Brooklyn; qui la corsa si sviluppa per circa 18 km con scorrevolezza, con l’unica vera difficoltà da affrontare rappresentata da Pulanski Bridge, lungo poco più di 50 m, che collega Brooklyn con Queens,’ il distretto più grande di New York.
A questo punto, viene affrontato il Ponte di Queensboro, collegamento fra i distretti di Queens e di Manhattan, e rappresenterà uno dei tratti più difficili da affrontare alla Maratona New York 2017, visti i suoi 800m con dislivello positivo di 42 metri.
Corridori sopra al ponte Queensboro (AP Photo/Andres Kudacki)
Un gruppo di corridori sopra al ponte Queensboro
(AP Photo/Jason DeCrow)All’uscita dal ponte, gli atleti affrontano un largo semitornante in discesa che porta sulla First Avenue (Manhattan), dove gli atleti vengono letteralmente accolti da un vero e proprio boato di gente e turisti che incitano indistintamente tutti quanti.
Una via di 4-5 km ricca di saliscendi, come indicato appunto dal nome del distretto in cui si trova (Manhattan significa letteralmente “isola con molte colline”).
Dalla First Avenue quindi, attraversando Willis Avenue Bridge, la maratona attraversa per un breve tratto il Bronx, quinto ed ultimo distretto di New York. Messo alle spalle il Bronx, i corridori rientreranno quindi a Manhattan attraverso il ponte di Madison Avenue, nel quartiere di Harlem; qui la strada sarà quasi completamente piatta.
Da Harlem, attraversando il centro di Manhattan, si arriva infine a Central Park per percorrere gli ultimi chilometri della Maratona, tra i più duri a causa delle numerose salite che li caratterizzano soprattutto visto il loro collocamento, praticamente alla fine della corsa.
Un corridore mostra la medaglia che gli è stata data al termine della maratona (Xinhua/Li Muzi/LaPresse)Il kenyota Geoffrey Kamworor dopo essere arrivato primo nella categoria maschile (AP Photo/Seth Wenig)
Di seguito riporto l’esperienza di due amici, Cristina e Matteo, che hanno partecipato alla NYCM 2017:
” Ciao a tutti, in queste poche righe vorrei raccontarvi la mie esperienza alla New York City Marathon come accompagnatrice e supporter di mio marito, appassionato maratoneta. Per ottenere il pettorale ci siamo iscritti attraverso Terramia, agenzia specializzata nel settore. Con Terramia si è accompagnati nel viaggio da due personaggi di eccellenza: Orlando Pizzolato, due volte vincitore della maratona di New York nel 1984 e nel 1985 e Linus, conduttore radiofonico nonchè pluri-partecipante a New York. Il venerdì precedente alla maratona siamo subito entrati in clima di gara con l’allenamento in Central Park guidato da Orlando Pizzolato. L’esperienza è stata emozionante anche per me che non ho corso. I colori di Central Park in autunno sono spettacolari, la natura è protagonista indiscussa ma i grattacieli che contornano l’enorme parco ricordano che siamo in una delle città più grandi e frenetiche al mondo. Pizzolato faceva il passo dell’allenamento lungo il percorso attorno al lago… 8 km a 4.50.. non male come allenamento pre gara! Sabato invece c’è stata la conferenza tecnica di Pizzolato e Linus. Orlando ha dato consigli generali su come affrontare il percorso scendendo poi nei particolari dei tratti più ostici del tragitto. Linus invece ha riportato la sua esperienza amatoriale di nove volte partecipante alla corsa. Entrambe le presentazioni sono state interessanti per capire meglio il percorse e come gestirne le parti difficili. Domenica la corsa! Uscita all’alba dall’hotel per arrivare alla partenza a Staten Island da dove incomincia il percorso. Si parte dal lunghissimo Verrazano bridge per poi passare nelle diverse zone di New York: Brooklyn, Queens, poi nel Bronx, Harlem e l’arrivo festoso a Central Park in Manhattan. Seguire la maratona da spettatore è stato emozionante: 50.000 partecipanti provenienti da 125 paesi al mondo, sembra che tutto il mondo sia presente con i propri colori e le proprie tradizioni.
NEW YORK, NY – NOVEMBER 5: Runners make their way in Long Island City during 2017 TCS New York City Marathon, November 5, 2017 in New York.
Tantissime le persone che correvano supportando associazioni di beneficenza e scopi umanitari. Un melting pot culturale incredibile! Il tifo lungo il percorso è calorosissimo, si sentivano incitamenti in qualsiasi lingua e cori e bande suonare ininterrottamente. Moltissime erano le persone che sventolavano bandiere e cartelli incitanti, dai semplici “go on” a “you look great” al fantastico “If Trump can run a state you can run a marathon!”. Anche nell’era Trump quindi la maratona è stata un grande successo, simbolo di integrazione, unità e amore per lo sport! Complimenti a tutti i partecipanti! “
(fonti: www.ilsussidiario.net, www.ilpost.it, www.gazzetta.it, telecronisti di www.raisport.it, gli amici Cristina e Matteo)
Designazione infrasettimanale a Varese Bosto per dirigere una gara di under 16 fra il locale sodalizio ‘B’ e la compagine Robur di Cassano Magnago. Buon banco di prova per continuare a mettermi alla prova e “risvegliarmi” ! …
Ambedue le squadre sono fanalino di coda del loro girone invernale, quindi più che lecito attendersi una gara molto tirata e .. viva !
Per la prima volta mi trovo dinanzi il sodalizio di Cassano Magnago e pertanto è “curioso” osservarne anche il livello, classico approccio del’arbitro. Ebbene, il riscaldamento dirà ben poco quanto a carenze o difetti da ambo le parti ! non resta dunque che la gara ! …
Ne è seguita una partita di 2 ore (!!) che, risultato a parte che ha visto la squadra di casa alla fine spuntarla, difatti è stata molto intensa e giocata da ambedue le formazioni, con le locali che, pur partite bene, hanno commesso diversi “farraginosi” errori, concedendo ‘ampi spazi di manovra’ alla squadra ospite.
Bosto parte bene (3-0), imponendo anche i propri ritmi di gioco ma dall’altra parte le giocatrici non stanno certo a guardare anzi … (7-4, 10-7, 11-9 al giro di boa) fino al 14 pari che rianima e ridà ossigeno a San Giulio. Le ragazze di Sgrò cercano di mantenere la concentrazione e la determinazione necessarie ma .. invano; ed è proprio dalla fragilità e poca convinzione che nasce il sorpasso e la vittoria del set per le ospiti (23-25) già con il primo giro di boa e favorire il recupero della squadra della brughiera.
Robur San Giulio che anche nei set successivi non si è lasciata sfuggire l’occasione per complicare la pratica a Bosto che, dopo due set altrettanto (se non di più) intensi e vissuti da ambedue, riesce a ribaltare i conti (25-22; 26-24).
Rientrata così “in partita”, ora Folgore ha fretta di chiudere ma …”Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco” recita un proverbiale detto: e infatti il quarto set vede letteralmente, dopo un avvio promettente (3-0) le ospiti schiantare la squadra di casa incapace di reagire al bel gioco espresso a tutto campo da Robur con le proprie giocatrici per nulla intimidite ad attaccare dalla seconda linea e ad azioni anche di rimessa in gioco della palla sottorete da “palpitazione” (18-25).
Si arriva così (!!!) al tie.-break dopo un avvio incerto Robur San Giulio pare fare il colpaccio (1-6), parziale letteralmente ribaltato poi da un buon turno in battuta di Barbagli e al lavoro coeso del gruppo Ritrovato il pari però è l’opposto Morello per Folgore a mettere le mani sulla partita (12-9) e, pur cercando di crederci sino all’ultimo San Giulio tiene accese le speranze ma deve cedere 15-11.