(sabato 22 ottobre)
Nella vita comune, o meglio in una vita astratta come può essere quella vissuta nel mare di Internet, da cybernauta, quando si sentono strombazzare o sostenere frasi un pò controcorrente in rapporto alla moda del momento che per chi non conosce bene l’argomentazione fanno tremare o meglio dire ‘Ma adesso ?? .. che non si fa più ?? E’ che ci ho speso tempo per farmelo entrare nella zucca !! …’
Da neofita del settore, mi è capitato in questi giorni navigando periodicamente su Internet, di denotare sinistre esclamazioni che declamavano quasi ai quattro venti, come fosse una cosa che tutti conoscono – ma questo non c’entra, altrimenti usciamo dal seminato -, e per chi invece già ne masticava, ne aveva sentito parlare o peggio – come il sottoscritto – stava muovendo i primi passi affascinato dalla nicchia di settore: “La SEO è morta !”. Poi, sentilo una, due volte, … alla fine quasi bannerizzato appena apri Facebook non riesci a non farcene caso, a non dare peso ….
Decidi allora di reperire qualche informazione in più su ‘quanto si dice’, di indagare un pò sulla questione, di trovare qualche riferimento … (guarda caso): cosa di meglio dello sterminato mare di Internet ?! E cosa ne esce ?? Beh, senz’altro, in un perfetto stile da “urlatore”, il fine del messaggio era sì quello di seminare panico – o meglio, panico per noi comuni mortali, che forse non ce ne capiamo, piuttosto che lanciare un “alert” a potenziali clienti/aziende – ma leggendo un pò di letteratura e qua e là tra i gruppi/blog dedicati, alludeva ad una trasformazione “indotta” di quella che era la SEO (Search Engine Optimization) alla sua nascita, nei primi anni del Ventunesimo secolo.
Conoscendo le potenzialità e le finalità dello strumento, figuriamoci se si poteva trattare di un addio senza se e senza ma !! … Ddisatroooooo !!!!
Di seguito riporto alcuni articoli che vanno a trattare l’argomento, taluni lasciando pensare “.. Chissà ! …” altri invece che spiegano più dettagliatamente la causa e il significato (molto interessante l’ultimo !) dell’affermazione.
La SEO è morta? Intervista a Giorgio Taverniti (Giorgiotave)

Quante volte abbiamo sentito o letto la frase “la SEO è morta“? E’ morta o è divenuta molto complessa?
Abbiamo la fortuna di parlarne con Giorgio Taverniti, conosciuto da tutti come “Giorgiotave“.
Oggi parliamo di SEO con una persona che non ha bisogno di presentazioni: Giorgio Taverniti (alias Giorgiotave), che ringrazio per la disponibilità e la professionalità con le quali ha risposto alle mie domande.
1) Per prima cosa, ci racconti chi è Giorgio Taverniti .. o meglio, Giorgiotave? Ci parli delle tue innumerevoli attività e iniziative (da GT Idea al forum, per arrivare ai convegni GT)?
La SEO è morta? Giorgio Taverniti (Giorgiotave)
Mi piace una descrizione che hanno fatto di me nei primi anni dell’attività:
Fondatore di GT Idea e di uno dei forum dedicati alle tematiche SEO,SEM e SMM più attivi in Italia, è impegnato attivamente nella gestione di una community di oltre 100.000 specialisti del web, stimolando l’interesse e la crescita dei suo partecipanti attraverso un’opera quotidiana di divulgazionee formazione. Forte di un originale approccio alla gestione delle comunità, il forum gt si differenzia dal panorama internazionale dei forum SEO incentivando la condivisione e la diffusione delle più efficaci tecniche di posizionamento sviluppate dagli iscritti.
È passato molto tempo, ma il cuore della descrizione è ancora valido.
In questi anni insieme a Cosmano Lombardo e Andrea Pernici ci siamo concentrati molto nella crescita della GT Idea riuscendo a portare avanti il Network, aumentare l’apporto nella formazione e offrire servizi di consulenza.
Così abbiamo creato un team di persone con la voglia di migliorare le cose e che ogni giorno si batte per ottenere risultati migliori.
Ed è così che nascono le idee e le iniziative più belle.
Attualmente siamo impegnati su più fronti:
- stiamo studiando un cambio radicale e rivoluzionario per il forum GT
- sta per avere luogo a Roma, il 4 Luglio, la seconda edizione del Festival del Web Marketing
- cerchiamo di dare spazio a progetti innovativi
- progettiamo un cambio nei vari siti del Network
- innoviamo sempre più i servizi di consulenza
È una crescita costante di ognuno di noi e del gruppo.
2) Mi ha colpito il motto del tuo profilo Google+, che ho usato come titolo del post: “La SEO non morirà mai, perché è uno stile di vivere il Web“. Mi trovi d’accordo.
Puoi argomentarlo per in nostri lettori?
La SEO è morta? Non morirà mai!

Ogni anno, dal 2000, qualcuno dice che la SEO è morta. Questo perché, specialmente negli ultimi anni, è diventata molto complessa. Le persone non comprendono i meccanismi che ci sono dietro alle modifiche di Google e quando esce una nuova news dicono che la SEO è morta.
In realtà sono persone non competenti. E, secondo me, non capiscono di web a 360°, non hanno una visione chiara.
Essere un SEO ti porta a vedere le cose in un modo completamente differente. Ti permette di interagire con tutte le altre figure del reparto digital e ti consente di dire la tua in qualsiasi canale web, perché tutti i canali oggi influenzano il posizionamento organico. E comunque, tutti i canali hanno un contenuto da ottimizzare per renderlo visibile.
Questo approccio non lo possono avere le altre figure. Il SEO può spiegare come i motori di ricerca interagiscono con i social, il codice della pagina, il server, il layout, il mobile, i contenuti e tante altre cose.
Non esiste una figura che può permettersi di interfacciarsi a quel livello con tutte le altre. Ed è per questo che alla fine diventa uno stile di vivere il web.
3) Cosa significa, oggi fare SEO? Quali sono diventati i cardini di tale attività? E come sono variati (in un breve raffronto) nel tempo?

Keyword strategy: conoscenze SEO e di marketing
La cosa più importante che è cambiata è la keyword strategy. È sempre di più un vero pilastro della SEO.
E si è evoluta talmente tanto che servono siaconoscenze SEO che di Marketing. E non è facile.
Dietro ogni ricerca delle persone c’è un bisogno che noi possiamo soddisfare, ma prima di noi c’è Googleche lo interpreta e prova a dare una risposta. E molte volte non contano i link, i contenuti, le penalizzazioni, ma conta riuscire a soddisfare l’utente. Perché se offri quello che vuole, e in quella SERP passa un quality rater o molti utenti “valutano” la tua risorsa come valida per quella chiave, col cavolo che scendi
Un po’ di tempo fa, mi ha intervistato Giovanni Sacheli (l’intervista) chiedendomi di dare delle percentuali di influenza ad alcuni fattori. Ho risposto così:
Analisi delle parole chiave: 100%, SEO on-page (Meta tags, LSI, SEO Copywriting): 0%, Ottimizzazione del crawling: 0%, Link building: 0%, Social media management: 0%, Content generation: 0%
Concludendo: speriamo nasca una nuova generazione di SEO che prima di ogni cosa, analizzi si le parole chiave, ma poi si studi bene le SERP.
4) Noto spesso una grande difficoltà da parte delle aziende nell’approccio all’attività SEO e di promozione dei siti web nei confronti dei clienti. Mi spiego meglio con la domanda: qual è, secondo la tua esperienza, la miglior formula di vendita di questi servizi? Basata sugli obiettivi (richieste informazioni dai siti, acquisti, ecc.)? Basata sulla posizione raggiunta nelle SERP?
Purtroppo non so risponderti. Nel senso che a noi ci contattano perché vogliono lavorare insieme a noi. Non abbiamo commerciali o formule di vendita.
5) Qual è l’errore assolutamente da evitare in ambito SEO e di promozione di un sito web?
E quello che ti capita di notare più spesso?
Errori SEO: Giorgio Taverniti (giorgiotave)
Quello che mi capita di notare più spesso è l’uso errato del Title.
L’errore da non fare e mi riallaccio alla domande 3… è di creare una keyword strategy o comunque un piano di comunicazione senza prendere in considerazione questo: “The Customer Journey to Online Purchase”.
6) Parliamo di penalizzazioni da parte di Google. Ci racconti qualche esperienza che possa darci delle indicazioni interessanti? Le attività da evitare per non incappare in questo fastidioso evento? Nel caso accadesse, come consigli di agire?
Ho delle slide bellissime su SlideShare.
http://image.slidesharecdn.com/milano13penalizzazioni-131024083648-phpapp02/95/le-penalizzazioni-di-google-smau-1-638.jpg?cb=1447686083
Sono ancora valide
7) Cosa ne pensi della Local SEO? Hai qualche consiglio sull’argomento
“Local Strategy“?
Di sicuro di non lasciarsi sfuggire Google My Business (se vi rivolgete a persone che usano Windows Phone usate anche Bing Places).
Local SEO strategy – La SEO è morta?
Ad oggi My Business è lo strumento più potente per chi si occupa di local: da un unico posto si possono gestire le informazioni che poi compaiono nelle SERP di Google, su Maps e su Google Plus.
E il progetto di Google è molto ambizioso.
8) Se fatto con serietà, sono un sostenitore del “Guest Posting“,
perché ritengo sia un modo di condividere esperienze e contenuti di qualità.. è un po’ come invitare un ospite in una trasmissione radio o televisiva. Tu cosa ne pensi? Quali sono le tecniche SEO off-site che prediligi?
La SEO è morta? E il Guest Posting?
Il problema non è mai la tecnica, ma l’uso che se ne fa. Google non è contrario a Guest Posting, Directory, Article Marketing, ma tende a penalizzare coloro che utilizzano queste forme per introdurre link fatti appositamente per spingere un sito nei risultati di ricerca.
Quindi se volete farne, di qualità, fatevi linkare semplicemente con www nome del vostro dominio.it.
A me piacciono molto le campagne che mirano a creare un forte interesse verso un’iniziativa: per esempio i contest.
9) La “web advertising” si sta evolvendo di giorno in giorno. Recentemente ho fatto un post su questo blog relativo alla “Native Advertising” che apprezzo particolarmente. Quale sarà, secondo te, il trend che andrà a delinearsi?
Di sicuro Facebook l’ha capito prima di tutti. Ad oggi il 60% dei suoi introiti viene proprio dal Native. Questo sarà un trend sicuro, un altro è quello di personalizzare sempre di più l’annuncio a seconda dell’orario e del dispositivo della persona che sta guardando l’annuncio.
Social network e Web Marketing
10) Pensi che la maggior fonte di traffico per un sito web rimarrà derivante
dai motori di ricerca o si sposterà sempre di più verso social network? Visto che abbiamo toccato l’argomento: qual è il tuo rapporto con i social network? Fanno parte di tuoi “piani strategici“?
Social Network e Web Marketing
Dipenderà sempre dai progetti, anche se basarsi sul traffico è errato. Bisogna vedere poi a cosa serve quel traffico, che obiettivi ci siamo posti e come li stiamo tracciando.
Proprio nell’analisi di Google si mostra come i social convertono solo per il 16% contro i motori di ricerca al 41%.
Quindi dipende dal progetto.
Io mi trovo benissimo con i social network e ovviamente rientrano nei nostri piani strategici e in quelli dei nostri clienti. Per fare una buona attività di Web Marketing non puoi tralasciare i canali utili ai tuoi obiettivi.
Google e la lotta contro la SEO
11) Da professionista che opera in questo settore, spesso mi faccio odiare affermando che appoggio Google nella “lotta contro la SEO“.
Chiaramente la mia è una provocazione verso quei “trucchetti” che troppo spesso mi trovo a dover vedere. Io ritengo che tali azioni abbiano “le gambe corte” e che il futuro sia completamente orientato ai contenuti. Tu cosa ne pensi? Mi odi?
Google e la lotta contro a SEO
No
Io credo che Google stia facendo l’errore di chiudersi dentro il suo punto di vista andando contro i webmaster, invece che lavorare insieme.
Per tagliare fuori chi fa spam, sta tagliando fuori tutta la categoria. Cosa veramente stupida.
Comunque, non è il futuro che è orientato ai contenuti… è il passato ed il presente. È sempre stato così
Microdati, Microformati, Rich Snippet
12) Microdati, Microformati, Rich Snippet: pensi che in futuro
possano diventare una discriminante importante nel posizionamento, oltre che per il CTR nella Serp?
Tra molti anni si. Nel senso che i motori di ricerca avrebbero un gran vantaggio se tutto il codice del web fosse formattato in un
Microdati, Microformati, Rich Snippet
certo modo.
Se arrivassimo a questo punto, si, diventerebbe una discriminante.
(tratto da www.alessiopmaro.com, 25 giugno 2014)
LA SEO È MORTA! VIVA LA SMO!

FOCUS: ci s’interroga se la SEO abbia ancora la stessa importanza di qualche anno fa, raccontando la sua evoluzione verso la SMO (Social Media Optimization).
La SEO è al capolinea?
Mi trovo spesso a parlare di SEO con amici “addetti ai lavori”, così tra un caffè ed una chiacchiera sul nuovo algoritmo di Google, ci chiediamo se la SEO sia morente o se abbia ancora speranze di vita.
Il 2011 è stato un anno di grandi cambiamenti, è iniziato con l’annuncio di Google Panda che ha fatto stragi di siti ben posizionati che però sfruttavano infiniti elenchi di directory ed usavano in modo selvaggio l’article marketing. Il Panda di Google si è dimostrato tutt’altro che il mite e simpatico orsetto che eravamo abituati a considerare; sarebbe stato meglio chiamarlo Google Grizzly per quanto abbia scosso il mondo della SEO.
Le agenzie di SEO erano tutte concentrate sulla tecnica e sui trucchi più o meno leciti che permettevano a siti di dubbia utilità di essere posizionati in prima pagina.
Oggi, e per fortuna, l’aspetto fondamentale di ogni sito è il suo contenuto. Tuttavia concentrarsi sui contenuti è molto più difficile che fare un elenco di link; si è passati dalla quantità alla qualità,passaggio che ha fatto traballare anche le grandi agenzie di SEO. Ad un tratto non bastavano più i soldi per comprare link, bisognava essere in grado di creare contenuto utile e ben scritto.
Avere centinaia di backlink generici ha perso la sua importanza, a vantaggio di pochi link ma di qualità, ovvero posizionati in contenuti in linea con il sito linkato ed in pagine con pochi altri link verso l’esterno.
Ecco quindi spuntare un concetto importante, quasi dogmatico: dal marketing tradizionale (outbound) siamo ormai passati all’inbound marketing ovvero dalle strategie per trovare clienti siamo passati alle strategie per farsi trovare dai clienti. Fanno parte dell’outbound marketing cose come la pubblicità in TV, la radio o volantini inviati a casa. Sono tutte attività che interrompono senza consenso ciò che le persone stanno facendo, come ad esempio vedere un film o ascoltare la musica. Sono azioni che si rivolgono ad un pubblico di massa con ritorni sugli investimenti non sempre misurabili.
Diversamente l’inbound marketing si basa su strategie che permettono di essere trovati dai potenziali clienti ovvero su tre concetti chiave:
- Contenuti (guarda un po’…);
- Search Engine Optimization (di nuovo la SEO?) e Social Media Optimization (SMO ovvero il futuro dell’Internet Marketing);
- I Social Network.
In altre parole la strategia di base (fondamentale) è scrivere contenuti di qualità, ottimizzare il sito per favorire i motori di ricerca (farsi trovare da chi cerca) ma soprattutto usare i Social Network perraccontare della nostra attività o del nostro prodotto/servizio.
Possiamo tranquillizzarci ora? Abbiamo addomesticato il Panda? Sì, fino a quando Google non ci ha proposto Google Fresh!
Lo scopo di Google Fresh è fornire all’utente il contenuto più recente in un range di tempo sensibile. Un esempio? Quando c’è stato il lancio di Volunia (il nuovo motore di ricerca tutto italiano) mi è accaduto una cosa alquanto strana, così strana che ho immediatamente effettuato uno screen print di cui vi mostro il risultato (fate clic sull’immagine per ingrandirla):

Come potete vedere nel campo di ricerca avevo digitato la query google e come risultato ho ottenuto in prima posizione un articolo del Corriere della Sera che parlava di Volunia. Se guadate bene era una notizia pubblicata due ore prima che io effettuassi la ricerca. Per la cronaca, l’articolo faceva un confronto tra Volunia e Google. Aggiungo, per gli addetti ai lavori, che non ero connesso con nessun servizio Google e da poco avevo anche cancellato la cache. Ho effettuato la stessa ricerca mezzora dopo, ma l’articolo era già scomparso ed al primo posto era tornato, come ci si aspetterebbe, il link a Google.
Quali sono le implicazioni di Google Fresh? Questo nuovo algoritmo costringe i webmaster all’aggiornamento con maggiore frequenza dei contenuti del proprio blog o sito; questo vuol dire anche essere maggiormente informati e fornire contenuti non solo qualitativamente elevanti, ma ancheparticolarmente pertinenti con ciò che sta accadendo relativamente all’area d’interessa del sito.
Di nuovo l’accento sui contenuti e di nuovo le tecniche SEO passano in secondo (terzo? quarto?) piano.
Quindi la SEO è davvero morta? Forse sì, almeno la SEO che siamo abituati a pensare. Oggi la SEO si sta evolvendo sempre di più verso la SMO che è costituita da azioni sempre meno tecniche e con maggiore importanza del fattore umano.
Le agenzie SEO, tutte incentrate sulla tecnica, sono seriamente in pericolo. Un bravo consulente con ottime capacità di copywriting e marketing può fare la differenza. Infatti la SMO si basa su azioni come il commentare su altri blog in modo intelligente e non invasivo (SPAM), come quello dell’aggiornamento di stato nei profili dei Social Network, creando sondaggi, contenuti che favoriscano la loro condivisione. Il consulente SMO crea (inventa) video su Youtube, condivide foto, organizza flussi RSS per favorire gli aggiornamenti e, tra le altre cose, gestisce la reputazione online (ORM).
Sempre più aziende stanno comprendendo che è necessario non solo avere una presenza nei social network, ma anche gestirla in modo strategico, coinvolgendo gli utenti, coccolando i clienti, gestendo ed amplificando le relazioni, creando comunità.
Finalmente siamo tornati ad una gestione SEO/SMO dove l’uomo fa la differenza, dove non è solo una questione di chi ha più soldi, ma di chi ha maggiori capacità di scrivere un testo, di comunicare un sentimento, di raccontare una storia.
Personalmente mi piace molto questa nuova prospettiva, la ritengo non solo più utile, ma maggiormente democratica perché, potenzialmente, alla portata di tutti.
(tratto da http://www.marketingsocialnetwork.it)
La SEO è morta: viva la SEO (e il social media marketing)
La SEO è morta? Se ne discute da diversi anni. Anzi: ammesso che la SEO si trovi in cattive condizioni, il dibattito sul suo destino è più vivo che mai. Stando a Google Search, solo negli ultimi 30 giorni sono stati pubblicati nel web oltre mille documenti, in lingua inglese, contenenti l’espressione esatta “SEO is dead”. Quasi il triplo sono quelli in italiano, contenenti l’espressione “la SEO è morta” o “il SEO è morto” (a proposito: perché prevale l’uso al maschile, visto che traduciamo optimization con “ottimizzazione”?) Sempre secondo Google, il termine SEO mantiene lo stesso livello di popolarità nelle ricerche degli utenti dal 2009. Quanto alle ricerche effettuate con l’espressione per esteso – “search engine optimization” – esse sono in crescita (fonte: Google Trends).
Di solito chi sostiene la tesi secondo la quale il lavoro di ottimizzazione di siti e singole pagine web per i motori di ricerca sia diventato superfluo fa notare la progressiva diminuzione di peso del traffico organico rispetto a quello ottenuto attraverso i social media come Facebook, Twitter o altri. Si tratta di un argomento debole. Il traffico che otteniamo è soprattutto frutto delle nostre scelte e delle nostre strategie. Certo, se pubblichiamo pochi contenuti di qualità sul nostro sito e dedichiamo invece molte energie a disseminare backlink nei social media, dove peraltro saranno in molti casi accompagnati dall’attributo “nofollow” e quindi in linea di massima ininfluenti ai fini del posizionamento nelle SERP, la resa in termini di traffico organico sarà modesta.
Nel caso del sito di Spindox, a titolo di esempio, il traffico organico contribuisce per il 22,5% del totale, circa il doppio rispetto a quello proveniente dai social media, che supera di poco il 12%. È un buon ratio? Dipende. Una maggiore popolarità del brand Spindox su Facebook, Twitter & C. e un’attività più intensa di social media marketing potrebbe spostare questi pesi in una certa direzione. Ma se, viceversa, aumentassimo la quantità di contenuti sul nostro canale di news, lavorando per renderli sempre più autorevoli, interessanti e SEO friendly, otterremmo l’effetto contrario. Magari la cosa più sensata è fare entrambe le cose.
Il punto è che SEO, strategia editoriale e social media marketing devono lavorare di concerto. Sono le tre leve su cui occorre agire per costruire visibilità, prestigio e relazioni qualificate online. Guai a trascurarne una!
Non dimentichiamo che il volume delle ricerche online da parte degli utenti di Internet è in continua crescita. Né trascuriamo l’autorevolezza che i motori di ricerca si vedono tuttora riconosciuta dagli internauti. Stando ai risultati del 2015 Edelman Trust Barometer, i motori di ricerca sono considerati dagli utenti la fonte di informazioni più credibile. Semmai il problema di Google è che i margini garantiti fin qui dal business del search advertising rischiano in futuro di assottigliarsi molto. Ma questa è materia per un altro post.
D’altra parte ciò che sta cambiando, in modo sempre più evidente, sono i fattori che influenzano la visibilità di qualunque sito nei motori di ricerca, ossia i criteri utilizzati dagli stessi motori di ricerca – Google in particolare – per determinare il ranking delle SERP. Ne abbiamo parlato recentemente nel post Il futuro della SEO. In sintesi si può dire che i motori di ricerca tendono a premiare in misura crescente la qualità dei contenuti. Questo non significa che la SEO sia morta. Piuttosto vuol dire che certi vecchi trucchi, al limite dello spam, hanno le gambe sempre più corte. E che nessuna buona SEO sarà in grado di sostituire un piano editoriale di qualità. Dobbiamo insomma abituarci a considerare la SEO una disciplina che aiuta gli utenti a entrare in contatto con i contenuti di loro interesse, non un espediente per rendere visibile ciò che agli utenti non interessa.
Qualcuno ha proposto di sostituire la “vecchia” sigla con un nuovo acronimo: UEO, ossia “user experience optimization”. Sarà, ma a noi sembra solo l’ennesima trovata di marketing. Fra l’altro pessima dal punto di vista SEO, visto che UEO sta anche per Unione Europea Occidentale (in italiano, ma anche in francese) e quindi genera grande ambiguità.
P.S. I fondatori di Spindox credono a tal punto nella SEO da insegnarla come materia universitaria: il corso tenuto quest’anno da Paolo Costa all’Università di Pavia (Laurea magistrale in Editoria e Comunicazione Professionale) si intitola – guardate un po’ – Web Marketing & Social Media: SEO, SEM, Analytics.
(tratto da https://www.spindox.it, 17 settembre 2015)
La SEO è viva? La SEO è morta? La SEO è immortale !!!

Eravamo agli albori del 2010 quando scrissi un articolo dedicato alla potenziale morte della SEO, oggi a distanza di più di 3 anni da quel post c’è ancora chi ogni tanto cerca di trovare i killers della SEO. Secondo il mio umile punto di vista la SEO, come qualunque altra materia, si sta evolvendo e sta diventando un’argomentazione trattata non solo da pochi smanettoni ma da chiunque decida di avviare un business online che per forza di cose si dovrà avvicinare alla tanto amata esss ei oooo.
La SEO non può morire!
Fin quando Google sarà online, fin quando le persone useranno i motori di ricerca per trovare le informazioni che gli interessano, fin quando ci saranno consulenti SEO che si aggiornano costantemente, niente e nessuno potrà uccidere la SEO.
Certo la SEO di 10 anni orsono non è la stessa di oggi, e quella di oggi non sarà quella di domani, ma questo è solo frutto di un processo evolutivo oserei dire naturale, come il seme che diventa albero.
Quindi ammesso che la SEO è immortale, quello che cambia non è altro che la forma ma la sostanza rimane sempre la stessa. In questa mutazione alcune cose sono andate perse, ma per ogni fattore SEO perduto uno nuovo viene a prendere il suo posto, ad esempio se qualche anno fa bastavano una manciata di link spam con anchor text esatto, oggi bisogna stare attenti ai link e renderli più naturali possibili.
Chi vuole uccidere la SEO?
Purtroppo qualcuno ogni tanto se ne esce dicendo che la SEO è morta, e costoro sono quelli che rendono la SEO complicata, quelli che hanno bisogno di trovare sempre l’ultima news a tutti i costi perchè di ‘sta SEO non è che ne abbiano capito molto, quindi quando loro per primi non capiscono qualcosa la rendono complicata agli occhi dei clienti e potenziali tali, ma è tutto molto più semplice di quanto si pensi.
La SEO viene ferita nel suo animo ogni volta che i SEO(fake) parlano o scrivono per sentito dire, ma del resto la macchina umana è fatta per mentire e mentiamo costantemente a noi stessi e a chi ci circonda, quindi non mi stupisco quando leggo le solite menate a riguardo.
Chi vive di corsi SEO è costretto ad “inventarsi” sempre qualcosa di nuovo, a meno che non voglia rischiare di proporre sempre la stessa solfa ai propri alunni, eppure basterebbe seguire poche “best practice SEO” per ottimizzare una pagina web e posizionarla per una determinata key, purtroppo però qualcuno ci vuol far credere che per fare SEO bisogna essere una sorta di geni incompresi del web, ma quello che conta veramente a mio avviso è l’esperienza all’atto pratico, perchè come diceva Aristotele:
Quello che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendolo.
Non solo SEO pura
Fare SEO per il semplice gusto di farla può essere un lavoro utile in termini formativi ma se le direttive arrivano dal reparto marketing un operazione di ottimizzazione è un tassello di un mosaico molto più ampio. Quello che vedo da consulente SEO è che i fattori che entrano in gioco per fare SEO sono di diverso tipo ed è per questo che fare una distinzione tra SEO pura e SEO contaminata credo sia un dovere di questo articolo.
La SEO pura è quell’insieme di operazioni onsite ed offsite che potremmo definire “basic”. Si tratta dell’ ABC, delle fondamenta, veri e propri evergreen, ovvero azioni che possono essere usate su qualsiasi nicchia, ovviamente limando a dovere il tutto proprio in base alla nicchia di mercato.
Poi c’è la SEO contaminata che dentro di sè contiene la precedente però integra al suo interno una serie di tasselli derivanti per lo più dai canali sociali, luogo dove si stanno muovendo le discussioni e dove l’utenza passa il tempo, tutto sommato non è strettamente necessario contaminare la SEO pura per ottenere risultati migliori, anche se attivare dei canali sui social network e gestirli al meglio porterà ottimi benefici in termini SEO.
Conclusione
La conclusione è molto semplice quanto dura, chi afferma che la SEO è morta (o sta morendo) non capisce nulla di SEO.
(tratto da http://www.marketingseoagency.com)
Qualcuno dice che la SEO è morta (forse perché non sa più come farla)
Con questo post voglio fare un po’ di chiarezza, ho visto in passato in giro per la rete alcuni articoli ma anche commenti di alcuni “consulenti” sconsigliare in ambito turistico la SEO, dicendo che è morta.
Allora mi sono chiesto come mai girano queste informazioni in rete.
La risposta che mi sono dato è che negli ultimi anni fare la SEO in maniera efficace è diventato sicuramente più difficile soprattutto in ambito turistico, ma la SEO non è morta, è solamente cambiato il modo di farla. Fra poco ti dimostrerò il perché.
Anzitutto che cos’è la SEO? È quell’insieme di operazioni che aiutano una pagina web ad essere più visibile di altre sui motori di ricerca in modo naturale (non il pay per click). Sì, su Google, hai capito bene.
Chi non sa come fare a farsi vedere tra i primi risultati su Google, stanco di essere dietro agli altri, si è messo a raccontarti che la SEO è morta, che non si può più fare niente per prendere le prime pagine dei motori, e che ti devi accontentare di quello che viene.
È vero che non c’è la GARANZIA, un modo perfetto e sempre vincente di essere primo sui motori, ma ci sono delle regole e dei professionisti che le conoscono e le studiano sul campo da anni, che possono riuscire ad ottenere ancora importanti risultati per te.
Se anche tu hai deciso di mollare il campo della SEO perché ti hanno detto che è morta, finisci di leggere questo articolo e ti dimostrerò che almeno è un po’ presto per farlo.
CASO STUDIO
Per complicarmi la vita ho scelto una delle parole chiave a più alta competizione, in questo periodo. Ci potrà essere secondo te un evento più grande dell’Expo di Milano ? Ecco, se la SEO fosse morta io non ti potrei far vedere quello che invece ti sto per mostrare.
Due tuoi colleghi che si sono fidati e mi hanno creduto hanno fatto insieme a me delle offerte per il loro hotel per farsi trovare da chi cercava una camera per l’Expo.
Ecco qui il RISULTATO per la ricerca “Hotel Expo Milano”
Hai visto? Prima pagina di Google, senza trucco e senza inganno.
Un altro esempio? Proviamo la chiave secca “offerte expo” (poi ti mostrerò con i dati che non sempre quella che pensiamo abbia più ricerche, ha in realtà più ricerche. Tutto va misurato).

Hai visto? Prima pagina di GOOGLE, senza trucco e senza inganno.
Un altro esempio? Proviamo la chiave secca “offerte expo” (poi ti mostrerò con i dati che non sempre quella che pensiamo abbia più ricerche, ha in realtà più ricerche. Tutto va MISURATO).
Ecco per la ricerca “offerte Expo”

In questo caso sono riuscito ad ottenere la prima pagina con l’offerta citata nel primo esempio e anche con un’altra che ho curato.
Ecco gli accessi che sono arrivati grazie a questi posizionamenti (sì sì, è proprio morta questa SEO).
Questi sono gli accessi dell’offerta che si è posizionata nella prima pagina di tutte e due le SERP che ti ho mostrato (Search Engine Results Page, la pagina dei risultati Google per la ricerca che ho fatto)

Questi gli accessi dell’offerta che si è posizionata in prima pagina per la ricerca “offerte Expo”:

So già cosa stai pensando: che sono le conversioni che contano, verissimo!
Ma prima di queste ci sono le visite no?
NO VISITE, NO CONVERSIONI!
Che siano telefoniche o dirette dal sito (lo so che ti interessano le conversioni ma non è l’argomento di questo post).
TANTO C’E’ IL PAY PER CLICK!
Stavi pensando questo? In effetti il pay per click è un ottimo strumento che usiamo tantissimo, spesso anche per fare dei test su keyword di nostro interesse. Soltanto dopo un’attenta analisi è giusto decidere se vale la pena intraprendere una strategia SEO che richiede tempo e ore di lavoro, quindi ogni caso è da analizzare: SEO naturale e PPC sono ottime strategie e la differenza sta nel capire quando usare uno o l’altro o entrambi.
Tornando all’esempio sopra riportato nei nostri screen, vediamo per queste due chiavi quanto avresti dovuto pagare, volendo fare campagne Pay per Click:

Per avere quelle visite che vedi sopra, in media i miei clienti avrebbero speso più di 5000 € nel primo caso e più di 1000 € nel secondo, solo per quelle chiavi!
Per questo ti dico che le strategie in un progetto di web marketing vincente sono tante altre, ma la SEO ad oggi fa ancora assolutamente parte di quelle azioni che possono spingere in modo significativo il tuo hotel.
Insomma, la SEO non è morta, ora sai che ci sono modi per essere più visibili, per mangiare in testa ai tuoi competitor, mentre loro se ne stanno addormentati e ascoltano le favole dei cantastorie.
La SEO non è morta, è solo diversa da qualche anno fa. Ti ho appena dimostrato il perché.
(tratto da http://www.marketingseoagency.com, Riccardo 17 agosto 2015)
La SEO è morta: la più grande stronzata!

forse questa frase non ti è nuova e io sono qui per svelarti quello che si nasconde dietro questa frase.
La SEO (posizionamento sui motori di ricerca) è cambiata e non smetterà mai di cambiare.
Se vediamo la SEO di qualche anno fa e la confrontiamo con quella di oggi, abbiamo di fronte due realtà completamente differenti.
Allora perchè molte “aziende seo” continuano a dire che la SEO è morta e cazzate simili? La verità dietro questa affermazione è 1 sola: molte aziende che prima si sono portati a casa un bel po’ di soldi appiccicandosi l’etichetta di “seo expert” o “seo specialist” hanno utilizzato tecniche e strategie di posizionamento su google che all’epoca erano vincenti ma che poi col tempo hanno visto davvero la morte dei propri risultati, con le penalizzazioni del gigante “google”.
SEO è qualcosa che va oltre :
- scrivere contenuti di qualità
- inserire keyword a gogo dentro la pagina
- avere una sruttura semantica corretta
- avere un dominio abbastanza “vecchio” di età
- avere tanti link in ingresso
con la lista potrei continuare per ore e attenzione, non sto dicendo che i punti sopra indicati non sono utili al posizionamento della pagina, anzi!
quello che sto dicendo che la SEO di oggi non è più solo questo. Non so quanti siano di preciso, se non circa 160?! o forse più punti che Google prende in considerazione per il posizionamento di quel sito web con quella keyword. Oggi come non mai ciòé che fa davvero la differenza è l’approccio alla SEO e consiste in:
- analisi
- strategia
- ottimizzazione
Alcuni dei punti fondamentali non fanno più parte della pagina, ma del comportamento che l’utente ha verso quella pagina posizionata. Mi spiego meglio, a Google serve solo 1 cosa: migliorare la ricerca per l’utente!
Ecco perchè, al di la di tutti i parametri, Google “dice”:
se l’utente che cerca una determinata informazione, entra in quel sito ed esce quasi subito, molto probabilmente quel sito non ha saputo soddisfare e rispondere alla necessità della persona.
Ecco quindi che Google si domanda:
è giusto che quel sito sia posizionato li?!
Ovviamente non è solo questo, ma sicuramente questo dato è per Google un dato molto importante ed è il motivo per cui, essendo oggi la SEO molto più complessa rispetto a qualche anno fa, le aziende dicono “la SEO è morta”
Quello che ti invito a fare nella scelta di un servizio SEO per il tuo sito web è di controllare:
- se c’è un prezzo univoco e standard per tutti
- se trovi voci tipo… 200 keyword posizionate a €…
- se trovi scritto garanzia 100% posizionamento in 1° posizione
occhio, perchè dovrebbero metterti in guardia…sono segnali di allarme che potresti spendere soldi e non vedere un ritorno ;-).
(tratto da http://www.marketing-position.com, Fabio Sestu)