Arrivederci PO ! :)

Si conclude oggi con la tradizionale tappa di Casorate Sempione la stagione 2014/15 del Piede d’Oro: ad attenderci gli amici Antonio e Silvia dell’Atletica Casorate ci attendono con la settima edizione della ‘PU.MA Race’, carosello finale di un campionato amatoriale che anno dopo anno coinvolge diversi appassionati del podismo provinciale.
La vigilia della domenica era sarcasticamente apostrofata dal cambio dell’ora … ma tutto ok anzi !! Con l’amico Gianni raggiungo di buon’ora il ritrovo, e diversamente dalle aspettative la mattinata è rallegrata da un radioso sole che invita noi podisti a sfoggiare ‘per l’ultima’ ancora la “versione smanicata”(come molti faranno, ma io tengo la mia maglia a maniche lunghe, vista anche la zona più interna).
Partenza decisamente sostenuta oggi, e io ammetto di essermi lasciato trascinare visto che già passati i 2 km sono a rifiatare. Il percorso, di poco inferiore ai 10 km canonici, si sviluppa tra la zona industriale di Casorate e le strade di paese non rinunciando a un passaggio per i sentieri boschivi e i campi, fino al giro finale sulla pista d’atletica.
Se la prima parte non l’affronto “di testa” (??!), nella seconda riesco ad avere maggior continuità nel passo, anche se il ritmo è alquanto tranquillo, ma al termine non posso nascondere un pò di soddisfazione !

Un inizio .. nuovo ! …

(sabato 24 ottobre)

Iniziata ufficialmente questo weekend una nuova stagione sottorete … dal punto di vista de(a)l seggiolone !
Dopo l’appuntamento mancato della settimana passata con la libera mista, eccomi subito a un “banco di prova”: la u16, categoria con la quale ho poca dimestichezza (leggi: sinora ho arbitrato poco). A Varese sono di fronte le compagini di under 16 della società di casa San Carlo contro la bustocca Aurora.
In palio dunque “i due punti” ………….., ed è perciò intrinseca una maggiore presenza da una parte e aspettativa di sè dall’altra nella direzione di gara: ciò lo dico perché l’unica cosa che rende un pò ostico il passaggio dalle u13/14 alle categorie superiori è garantire il rispetto di alcune regole particolari che si concretizzano nelle situazioni di gioco di ogni squadra, dunque a questo livello si tratta di prestare maggiore attenzione all’evolversi del gioco per preservare situazioni fallose. E l’applicazione dei nuovi accorgimenti sul regolamento non semplifica certo il compito, soprattutto alla prima !
La partita mi riserva una buona impressione sulla squadra di Aurora che, al contrario delle locali, non conosco: pur con l’handicap di giocare fuori casa le ospiti impattano bene la partita e conducono quasi autorevolmente fino a metà set (5-10), poi San Carlo “si ritrova” e lentamente ma progressivamente cresce (18-28, 21-18). La velleità di Aurora dura poco perché già col secondo parziale le parti s’invertono: da quanto visto nel primo parziale, Aurora pare “sgonfiata”, e San Carlo che conduce agevolmente i giochi fino a conquistare la vittoria secca !

Gara poco fallosa per fortuna, ma “presenza” alta posso dire !!

Ascona-Locarno Marathon, la mia esperienza personale

(sabato 24 ottobre)

Ascona_Run15Mi chiedevo quanto sarebbe stato facile, o difficile, sostituire una gara come la maratona del Ticino nel cuore e nelle scelte dei podisti, una manifestazione che ha chiuso i battenti dopo 31 anni di attività. La prima impressione, avendo vissuto dentro e fuori questa prima edizione, è che gli organizzatori siano riusciti nel loro intento: i numeri dicono 1388 classificati sulle tre distanze disponibili ( 10 K, mezza e maratona). Naturalmente quando si corrono le gare i numeri sono solo uno dei parametri di valutazione di una gara, perché se i runner che la scelgono, dando fiducia, poi restano delusi, semplicemente non ci tornano, quindi proviamo ad analizzarla chilometro dopo chilometro, facendo anche qualche passo nei dintorni del campo di gara vero e proprio.

La piazza Grande di Locarno, sede di partenza ed arrivo, si presta bene , il colpo d’occhio non è niente male, manca qualche indicazione per raggiungerla, quantomeno per chi viene da fuori e non conosce la città. La mattina della gara le iscrizioni erano ancora possibili in un bel palazzetto a circa 800 metri di distanza, le indicazioni in questo caso sono inutili, il tratto è delimitato e rappresenterà l’ultimo mille del percorso.

Le partenze sono scaglionate di dieci minuti in dieci minuti, cominciando con la maratona , a seguire la 10 K e infine la mezza. Il percorso è complessivamente nervoso, curve e ondulazioni impegnano discretamente nella ricerca e il mantenimento del ritmo giusto, però l’ho trovato bello e interessante, con i suoi passaggi sul ponte e lungo il torrente della Maggia, ancora meglio quando ad Ascona, cittadina veramente graziosa, per un certo tratto si corre sul lungo lago. Salvo un momento “pericoloso” per il passaggio delle macchine ( circa al km 3), il percorso era ben protetto dai volontari. Bello trovare ai ristori tanti giovani, cosa che di rado accade, urlavano come forsennati per richiamare la tua attenzione informandoti sulla bevanda disponibile. Anche se il traffico podistico non era eccessivo, molto utile la disponibilità di bevande su entrambi i lati del percorso.

Al km 9 incrocio Robert Kirui Kipkoech, ha già fatto il vuoto, vincerà la mezza su Eshak.

Scorrono i chilometri, mancano le indicazioni parziali, vero che il regolamento tecnico internazionale prevede che i cartelli siano posizionati ogni cinque, ma è buona cosa avere dei riscontri più vicini.

Dopo il giro di boa ad Ascona si rientra verso Locarno, il tempo continua ad assistere chi corre, un po’ meno gli spettatori ( molto pochi, in verità) che vorrebbero il sole, la temperatura intorno ai 12 gradi è perfetta, in particolare quando si corre a lungo.

L’arrivo è l’unico momento dove chi assiste si fa sentire, anche grazie ai solleciti degli speaker; uno è il multilingua Alain Testorelli , l’altro è il nostro Gianni Mauri, sempre bravo , attento e capace di “attivare” l’attenzione di chi guarda, così come di incoraggiare i maratoneti che hanno un altro giro da fare, dato che si tratta di ripetere due volte la distanza della mezza sullo stesso percorso.

I risultati sono ormai noti a tutti, giusto un flash per quanto ho potuto capire, anche raccogliendo le testimonianze dei top runner.

Lachen Mokraji ha vinto passeggiando per 42,195 km in 2:28’29.

Sulla stessa distanza invece la croata Marjia Vraijc ha faticato ad avere ragione della promettente Nikolina Sustic, battuta solo alla fine di una lunga volata, 2:52’28 il tempo della vincitrice contro 2:52’31 della sua connazionale.

Vince con relativa facilità Robert Kirui Kipkoech in 1:05’26, mi ha fatto notare di aver trovato il percorso non veloce ma comunque in grado di fornire buoni riscontri cronometrici.

Al femminile è la sua connazionale Mary Wangari Wanjohi a prevalere in 1:13’05 con largo margine su Evelyne Dietschi, giovanissima ( 19 anni) atleta ticinese che nell’occasione fissa il suo nuovo personale in 1:19’04 e lascia intravedere prospettive molto interessanti.

Infine la 10 K , anzi, 9,87 km, come sempre puntigliosamente precisato dagli organizzatori. Prima donna Aude Salord ( 34’34), primo uomo Mattia Ferrari (32’26).

All’arrivo ho trovato tutto bene organizzato, ristoro abbondante e pasta party; molto ampia e generosa la base dei premiati, incluso il settore master.

In conclusione, buona la prima, pochi errori e sostanzialmente facili da correggere per l’edizione 2016 , si correrà il 16 Ottobre. Apprezzabile l’atteggiamento degli organizzatori, in un’epoca in cui un’edizione numero zero non si nega a nessuno, per perdonare i possibili errori, hanno orgogliosamente rifiutata questa “ opportunità”, era la prima edizione e tale resterà.

 

(tratto da www.podisti.net, Maurizio Lorenzini)

Appuntamento dal sapore autunnale alla Stracascine

(domenica 18 ottobre)

Andata in archivio anche l’edizione numero 22 ella ‘Stracascine’ classica organizzata dalla Pro Loco di Albizzate, penultima prova della stagione 2014-15 del Piede d’Oro.
Ad accoglierci una giornata decisamente autunnale e freddina che, se ci ha abbuonato l’ennesimo tempo avverso, complice la pioggia dei giorni precedenti, lungo il tracciato in buona parte su prati e sentieri presentava inevitabilmente dei punti fangosi e scivolosi il che mi induce a mantenere un passo attento.

Percorso confermato in toto, in gran parte attraverso le campagne e i boschi circostanti passando per le varie cascine della zona, non particolarmente impegnativo eccezion fatta per una breve ascesa in salita posta poco dopo la partenza (“che comunque faceva la sua selezione”) e la sempre impegnativa salita finale che conduce al castello.

Nonostante la partenza insolita delle 9.30, giungo al ritrovo con buon anticipo sicché ho modo di girare un pò per l’ampio piazzale. A salutarci lo speaker Andrea Basoli che non lesina nulla entrando quasi in simbiosi con il microfono (dall’avvio della manifestazione fino al termine).
Ecco gli amici del CB, Michele Immobile,l’amico Massimo Riva, Federico Mantovani, Samuele Pari e Stefano Aglioni; Simona Milani, Andrea Morosi e Paola Ghiraldini, Francesca e Gianni, Sergio Castagna e Lorena Castiglioni.
Pronti, via … partenza tranquilla anche perché parto molto in retrovia, tanto che nel giro di qualche centinaia di metri raggiungo il pres e poi via continuando per la breve risalita su asfalto che in quasi un chilometro dalla partenza ci conduce al primo breve tratto sterrato e alla prima cascina di giornata (Cascina del Bollino). A seguire la Cascina Airola, la Cascina Mirasole, la Cascina Cavernaschi, la Cascina Bertolina, la Cascina Cattabrega, la Mora e la Ronchetti.
Percorso che, tra un arzigogolio e l’altro, ci porta a lambire i confini di Albizzate …

Passato il bivio fra i due percorsi, ecco che ufficialmente comincia la parte ‘country’ della Stracascine con il passaggio nei boschi che ci terranno compagnia per buona parte dei quasi 11 km.
Si arriva alla parte conclusiva con il periplo dello stagno di Menzago prima e poi del parco verde antistante il campo da calcio quindi, ridiscesi sulla sede stradale, eccoci arrivare ad attaccare l’impegnativa salita di via Rubella che conduce al castello Visconteo e quindi le ultime centinaia di metri che portano al gonfiabile dell’arrivo, con il Samu che mi aspetta per tagliare insieme l’arrivo.

Gradevolissimo il tracciato proposto ma personalmente no penso di aver fatto una ‘prestazione adeguata, all’altezza ! ..’ e, incolpevolmente, non lo nascondo ! … Mmahhh !!!

Una riflessione per il mese di ottobre

“Chi contempla Gesù, senza ricorrere a suggestioni di fuga dal mondo, senza
accarezzare evasioni dal terribile quotidiano, senza rinchiudersi a giocare il
solitario di una spiritualità narcisista, ma anzi lasciandosi trascinare da
una incontenibile voglia di annunciare il Regno, diventa necessariamente
“contemplattivo”.
Avete sentito bene: “contemplattivo”, con la consonante raddoppiata.
Sì perché l’urto del contatto esperenziale con Gesù provoca prima o poi uno
squarcio nella nostra vita.
Preghiera e azione, cioè, si coniugheranno a tal punto in voi e faranno tanta
sintesi armonica, che la nostra vita sarà la dimostrazione vivente di come
amare Dio non significa diffidare dal mondo. E gli farete compagnia.
Un’altra cosa voglio dirvi: contemplare non è facile.
E’ come ingaggiare una lotta con Dio.
Vi ricordate quella notte trascorsa da Giacobbe nella estenuante e misteriosa
battaglia, che si risolse solo all’alba, e lo lasciò claudicante per sempre ?
Ecco, contemplare significa in un certo senso combattere con Dio. Di notte.
In uno sconvolgente “a tu per tu”.
Quasi per strappargli il segreto della felicità. Quella felicità che inseguiamo
tutta una vita. Vi auguro, allora, che vi lasciate sedurre da questa voglia di
lottare con Dio. E che all’alba, dopo la battaglia notturna, vi ritroviate con
le ossa rotte.
Come Giacobbe, appunto.”

 

don Tonino Bello

Appuntamento piovoso a Cardana

(domenica 4 ottobre)

Entriamo nell’ultimo mese di gare del Piede d’Oro.
Eccoci al consueto appuntamento con la tappa di Cardana di Besozzo organizzata come sempre dal locale gruppo alpini e dal ‘7 Laghi Runners’ dell’amico Ugo Fantoni. Classica del circuito, la ‘Camminata Alpina’ è uno degli appuntamenti più longevi del circuito essendo questa la 38^ edizione !

Anche per questa domenica il meteo non ci è favorevole, anzi: la pioggia insistente che si è abbattuta in questo weekend anche sul varesotto non faceva sperare nulla di buono per la gara odierna.
Pioggia peraltro che è perdurata fino alle prime ore del mattino, lasciando però evidenti tracce del suo passaggio.
Stamani al suono della sveglia ho indugiato un attimo nel letto avvertendo l’intensità della pioggia che scendeva fuori: ‘ma chi me lo fa fare ??!’.
Tant’é ! Rompo gli indugi e con il solito buon anticipo mi dirigo in direzione della frazione soprastante Besozzo.

Ritirato il cartellino, ecco Michele Immobile, Samuele Pari, Stefano Caruso e Barbara Imbres della Podistica Mezzanese (vedo arrivare anche Paola Bonetta e il marito), Emanuela Polinelli dell’Atletica Arcisate, Lorena Castiglioni, Omar Spoti e Giuseppe Ramundo della Cardatletica, Nicola Benevento e Giovanni Belotti del 7Laghi, Simona Milani, Andrea Morosi e Paola Ghiraldini dell’Atletica Casorate.
Sicuramente il meteo ha sfiduciato tanti a prendere parte alla manifestazione, anche se non mancano protagonisti della stagione: Giuseppe Bollini, Ronnie Fochi, Eugenia Vasconi, Luca Ponti, Simone Prina, Rachid Agoub, Stefano Caruso, Mattia Grammatico, Cristina Clerici, ……: guardandomi attorno non è si è poi in molti ad affrontare la prova odierna.
Confermato in toto il classico tracciato caratterizzato da un profilo decisamente muscolare e impegnativo con i suoi continui saliscendi che però quest’anno, anche per motivi di sicurezza (si apprende po che, a causa del meteo avverso, la presenza di una frana nella seconda parte del percorso ha consigliato di “ripensarlo” ) viene affrontato in senso contrario: partenza alle 9 dalla strada che attraversa il paese e via in discesa verso il bivio che porta a Monvalle seguendo il perimetro del campo da calcio impraticabile; dopo poche centinaia di metri ecco però la risalita impegnativa su un primo tratto di sterrato, assaggio di quello che aspetta i concorrenti. Si risale così verso l’affascinante pratone dei Due Pini, il punto più alto da dove, in condizioni ottimali, si può godere di un eloquente panorama sui laghi circostanti.
Una volta usciti da questo passaggio si prosegue in progressiva ma continua discesa per tornare sulla strada principale dove è posta la deviazione fra i due percorsi: il lungo si allontana ridiscendendo verso un inedito camminamento che porta verso le campagne e i boschi del paese. Tratto non esageratamente impegnativo ma che causa la pioggia caduta si presenta abbastanza insidioso almeno nella prima parte. Si torna brevemente su asfalto ridiscendendo verso i boschi, quindi ecco gli ultimi due chilometri di giornata interamente nel verde e con l’ultimo decisamente muscolare della risalita alla chiesa a fianco della quale è osto il gonfiabile.

Partito sempre cercando di impostare un ritmo non esagerato in effetti denoto buone sensazioni almeno in partenza ma, con il gruppo che fa fatica a sgranarsi e complice l’andamento di giornata non riesco a darmi continuità. Tentenno (!!) nel passaggio ai ‘Due Pini’ – forse ammaliato dal momento – e poi cerco di spingere in discesa fino a raggiungere la seconda parte boschiva e cerco di stringere i denti come tanti altri sull’erta finale che riconduce alla chiesetta da dove si è partiti. Quest’ultimo tratto, interamente su sterrato, abbandonata qualsiasi aspettativa ‘di fare il tempo’ lo percorro piacevolmente insieme a Barbara imbres della Mezanese e a Giuseppe Ramundo alias Peppo della Cardatletica, aspettandoli poi letteralmente sul traguardo.
A seguire, forse con troppa attesa, le consuete premiazioni caratterizzate anche per quest’anno dagli apprezzati e XXL tacchini e polli per gli assoluti.

Come respirare quando si corre

(venerdì 2 ottobre)

corsa_efiato

Chi da poco ha deciso di iniziare a correre ha sicuramente compiuto una scelta importante e lungimirante ma le difficoltà che possono portare ad una pronta interruzione sono molteplici.
Una delle prime sensazioni “spiacevoli” con cui si confronta il runner principiante è l’affanno nella respirazione, il cosiddetto “fiatone”.


Durante l’attività aerobica i nostri muscoli bruciano una quantità maggiore di energia. Questa combustione (di zuccheri e grassi) richiede la presenza di ossigeno, da cui il termine “aerobica”. La richiesta di ossigeno, in soggetti allenati che riescono a tenere ritmi molto alti, può arrivare ad un aumento di 10 volte rispetto alla situazione di riposo.
L’aumento del fabbisogno si traduce automaticamente in un forte aumento della frequenza respiratoria.
Perché un principiante della corsa soffre maggiormente questo aumento?
I motivi sono diversi ma la cosa che forse può risultare sorprendente è che, solitamente, la capacità polmonare non c’entra nulla!! Esistono soggetti sedentari che hanno capacità polmonari davvero notevoli, ma che andrebbero in crisi respiratoria dopo poche centinaia di metri se impegnati in uno sforzo aerobico intenso (come la corsa ad andatura elevata).

Cerchiamo allora di capire quali sono i motivi e quali i consigli da fornire a chi corre da poco.
Ci sono sicuramente alcuni fattori che portano il runner principiante a consumare, a parità di velocità, una quantità di ossigeno maggiore rispetto ad un soggetto allenato, tra cui:
Peso
Spesso il principiante inizia a correre per dimagrire, quindi parte da una condizione di sovrappeso che implica una maggiore richiesta di energia (e quindi di ossigeno) durante la corsa.
Economia della corsa
Un soggetto allenato sviluppa naturalmente una certa ottimizzazione del gesto atletico, unita ad un adattamento generale della struttura muscolo tendinea alla corsa, il che porta ad una diminuzione della quantità di energia richiesta per correre, a parità di velocità.
Muscoli respiratori
Anche i muscoli coinvolti nella respirazione (tra cui il diaframma) si allenano e diventano più efficienti durante la corsa, portando la respirazione ad essere più profonda ed efficace.

A questi dobbiamo aggiungere alcuni fattori piuttosto importanti, spesso ignorati anche da runner di lunga esperienza: lacapillarizzazione e la gittata cardiaca.
Per capillarizzazione muscolare intendiamo la quantità di vasi capillari nei distretti muscolari coinvolti con la corsa (principalmente le gambe), fenomeno che porta ad una migliore distribuzione di sangue nei muscoli, quindi ad una ossigenazione più efficace degli stessi. In pratica vi è un maggiore prelevamento della quota di ossigeno trasportata dal flusso sanguigno. L’aumento della capillarizzazione è un fenomeno lento che avviene naturalmente con l’allenamento e con l’aumento del chilometraggio.

Con il termine gittata cardiaca si intende la quantita’ di sangue che un ventricolo riesce ad espellere (pompare) in un minuto. Senza entrare in particolari, diciamo che il cuore di un runner allenato riesce generalmente a pompare più sangue in un minuto, aumentando la velocità di trasporto dell’ossigeno ai muscoli.

Tirando le somme vediamo come in realtà il fiatone spesso è causato da una distribuzione di ossigeno ai muscoli meno efficace in un runner principiante rispetto ad un soggetto allenato alla corsa.

Ma allora non esistono consigli su come respirare quando si corre?

Diciamo che anche in questo caso è più facile evidenziare gli errori da non compiere:

– Non forzare la respirazione
Se la sensazione di mancanza di aria diventa insopportabile non cercate di forzare l’ingresso dell’aria nei polmoni (abbiamo visto che è inutile). La maggiore compressione di alcuni organi interni (soprattutto fegato e milza) potrebbe innescare una reazione dolorosa da parte di questi, peggiorando ulteriormente la situazione (avete presente il primo allenamento di
Rocky?).
Piuttoso diminuite l’andatura per qualche minuto cercando di recuperare una respirazione impegnata ma naturale.

– Respirare con naso e bocca
Se è vero che la respirazione dal naso migliora la qualità dell’aria inspirata, è altrettanto vero che il flusso nasale è insufficiente quando le richieste di ossigeno aumentano molto. Anche i cerotti per dilatare le narici non sono sufficienti a fronteggiare una richiesta di ossigeno che aumenta di 5 o 6 volte rispetto ad uno stato di riposo. I muscoli respiratori lavorano meglio e con meno impegno se agevoliamo l’ingresso dell’aria nel polmoni.

– Sincronizzare andatura e respirazione
Dovrebbe diventare naturale con il tempo regolare le fasi di inspirazione ed espirazione con i passi compiuti durante la corsa, ad esempio utilizzare il tempo di 3 passi per inspirare e 3 per espirare (respirazione 3-3).
La frequenza diventerà maggiore man mano che l’andatura aumenta (2-2, 2-1 o addirittura 1-1 durante uno sprint).
Rendere regolare la respirazione può essere di aiuto al principiante per ridimensionare (anche psicologicamente) il disagio causato dall’affanno ed evitare di forzare la respirazione in cerca di maggiore ossigeno.

Vi è poi un fattore non fisiologico ma estremamente importante, ovvero l’abitudine al disagio: un runner ben allenato ha una naturale capacità nel fronteggiare la fatica ed i disagi che possono presentarsi durante una sessione di allenamento impegnativa, riducendoli ad una giusta dimensione, mentre per un principiante alcune sensazioni possono apparire davvero poco sopportabili.
Anche la mente va allenata.

 

(tratto da www.missionecorrere.it)

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